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Autore: Meboom    31/10/2012    2 recensioni
Una OneShot a tema Halloween con protagonisti la KyuMin.
Che altro devo dire... Happy Halloween! Enjoy!
Genere: Angst, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kyuhyun, Sungmin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Kyuhyun! Smettila di giocare con quel stupido gattino. Se proprio vuoi giocarci portalo a casa, e lavora quando devi lavorare!” una voce squillante mi rimproverò per l’ennesima volta quella sera.
Mi trovavo nel retro del ristorante dove lavoravo, e qualche giorno fa ho trovato un gattino dietro ad un bidone della spazzatura. Ho iniziato a dargli da mangiare, e da lì non se ne è più andato. Ogni sera lo ritrovo allo stesso posto, e ogni sera vado a dargli da mangiare prendendomi una sgridata dal capo sala. Preferirei non venir licenziato per uno stupido gattino, ma di portarlo a casa non se ne parla e non posso smettere di dargli da mangiare così all’improvviso. Ormai mi ci sono affezionato.
Mi alzai salutando il gattino e rientrai pronto a farmi un altro giro di tavoli e a servire altri clienti.
La sala aveva un’atmosfera cupa, luci arancioni brillavano da un lato all’altro. I tavoli erano decorati da minuscole zucche e le tovaglie erano nere con sopra disegnate finte ragnatele. All’entrata due scheletri vestiti da camerieri davano il benvenuto alla clientela, con un cartello nella mano e i caratteri dipinti di un rosso macabro.
Era la notte di Halloween.  La notte che detestavo di più di tutte. Il motivo? Troppi brutti ricordi riguardanti questa notte, o meglio, la notte di quindici anni fa. La sera in cui vidi per l’ultima volta la mia famiglia, l’ultima volta che vidi i miei genitori e mia sorella. Non riesco a capire come faccia la gente a festeggiare una festa del genere, così piena di… morte.
Sospirai andando in cucina a prendere un piatto da servire, tavolo numero tredici questa volta. Mi diressi verso il tavolo e notai che questa volta vi sedeva solo una persona, strano. Di solito nessuno va a mangiare fuori, soprattutto in un ristorante, da solo . Servii il piatto indossando il mio solito sorriso da cameriere e augurai una buona cena al cliente che, devo dire, aveva un’aria parecchio lugubre. Mi ringraziò senza mai alzare lo sguardo, ma potei cogliere il suo breve sorriso, anche se lo considererei di più un sogghigno. Sentii i brividi corrermi lungo la schiena, meglio andare via da lì prima che si trasformi in un qualche lupo mannaro o in un vampiro. Mi inchinai un’ultima volta e andai a prendere le ordinazioni di alcuni clienti qualche tavolo più in là. Non vedevo l’ora di tornarmene nel mio appartamento, volevo solo che anche quel giorno passasse.

“Kyuhyun, prendi la tua ultima ordinazione e poi puoi tornartene a casa. Hai lavorato bene oggi.” Il capo sala mi disse quando rientrai in cucina. Guardai l’orologio perplesso, erano le undici di sera, avrei dovuto lavorare per altre due ore. Il capo dev’essere di buonumore per lasciarmi uscire così presto. Lo ringraziai di cuore e mi inchinai salutandolo, corsi a cambiarmi e uscii al più presto da lì.
Aria fresca finalmente, pensai appena fui fuori al bordo della strada. Mi guardai attorno, c’era parecchia gente in giro, la maggior parte travestita da qualche mostro della notte. Pure gli angoli della strada erano decorati per Halloween. Iniziai ad incamminarmi sospirando verso la metropolitana.  Se la superficie era messa in questo modo, non osavo pensare ai sotterranei della metropolitana. E come pensai, appena scesi per le scale che portavano giù alla metro fui avvolto da una musichetta tipica di quella notte. C’era un uomo che vendeva dolci a forma di zucca e una piccola banda che suonava. Cercai di ignorare tutto quel frastuono e andai ad aspettare dietro alla linea  bianca. La metro non ci mise molto ad arrivare e salii al volo trovando un posto a sedere vuoto.  Scesi dopo una ventina di minuti quando finalmente arrivai alla mia fermata. Risalii in superficie tornando a respirare l’aria gelida di quel periodo e mi incamminai verso il mio appartamento che dista cinque minuti da lì.
Quando arrivai davanti alla porta di casa mia ne fui veramente grato, non vedevo l’ora di farmi una bella doccia calda e andarmene a dormire. Entrai nell’appartamento accendendo le luci, togliendomi le scarpe e la giacca. Andai diretto verso la mia stanza e presi fuori i vestiti per la notte con un asciugamano. Mi spogliai andando nel bagno ed entrai nella doccia accendendo l’acqua calda. Mi rilassai sotto il getto bollente e quando finii di lavarmi uscii da lì facendo fuoriuscire del vapore. Ora potevo andare a farmi un bella dormita.

“Ding dong”

“Ding dong, ding dong”

E ora chi diavolo viene a rompermi le scatole a quest’ora?! Presi l’asciugamano mettendomelo alla vita e uscii dal bagno andando verso la porta d’entrata. Aprii quel che bastava per vedere chi era.
Dolcetto o scherzetto?” una banda di ragazzini mascherati se ne stava davanti alla mia porta con in mano le loro zucche già colme di dolci e caramelle nella speranza che anch’io contribuissi al loro raccolto.
“Andate a dormire.” Chiusi la porta sospirando annoiato e me ne tornai in bagno dove avevo lasciato i miei vestiti per la notte. Non feci in tempo a vedere il pavimento bagnato e scivolai prima ancora che riuscissi a raggiungere il bagno. Era la mia punizione per non aver dato le caramelle ai bambini? Probabile.
Che dolore alla testa… non ho nemmeno la forza di alzarmi. Devo aver picchiato abbastanza forte. La vista si sta scurendo, vedo sempre più nero…

“Miaooo”

E questo suono? Sembra un miagolio, eppure non riesco a vedere niente. Cercai di muovermi, ma il mio corpo sembrava non voler più rispondere ai miei comandi.

“Miaooo”

Il suono sembra diventare sempre più forte, forse mi sto risvegliando. Tentai ancora di muovermi e questa volta ottenni un risultato. Sentii che lentamente stavo riguadagnando controllo sul mio corpo. Appena riuscii a muovere una mano provai ad aprire gli occhi, e riuscii anche in quello. Li aprii molto lentamente, quando focalizzai per bene i dintorni la prima cosa che feci fu controllare l’ora. Mancavano cinque minuti a mezzanotte. Allora non ero svenuto per molto tempo, però era meglio mettermi qualcosa addosso perché  un raffreddore proprio non ci voleva ora. Mi alzai e mi guardai attorno, eppure mi era sembrato di sentire un miagolio. Strano.
Mi cambiai e finalmente andai nella mia stanza pronto ad infilarmi sotto le coperte.

“Ding dong”

Ti prego no.  Questa cosa adesso mi sta dando sui nervi. Mi tirai su comunque e andai ad aprire la porta con la poca voglia che mi era rimasta. Una banda di ragazzini, di nuovo. Vestiti da mostriciattoli, di nuovo.
Dolcetto o scherzetto?” canticchiarono in coro, di nuovo. Eviterei di chiudergli la porta in faccia questa volta, non si sa mai che faccio un’altra scivolata e questa volta ci rimetto la pelle.
“Sentite, non ho caramelle e nemmeno dolci”, guardai verso la cucina controllando se avevo ancora la scatola di mini zucche che mi aveva gentilmente portato la mia vicina questa mattina, e c’erano ancora un paio per fortuna “Però posso sempre dar- EHI!” quando guardai davanti a me non c’era più nessuno. Guardai lungo il corridoio di fronte alla mia porta, ma niente. Dove diavolo erano finiti quei marmocchi…  Ma perché devono capitare tutte a me. Sbuffai e chiusi la porta, quella sarebbe stata l’ultima volta. Andai nella mia stanza, e finalmente, mi infilai sotto al lenzuolo e chiusi gli occhi pronto ad addormentarmi. Poco dopo riuscii ad addormentarmi.

“Kyuhyun…” si sentì un voce seguita da una risata acuta. Si ripeté un paio di volte, fino a quando non mi mossi da sotto il lenzuolo. Il suono scomparve per qualche secondo, ma poi riprese. Aprii lentamente gli occhi cercando di capire cosa stesse succedendo, mi alzai di scatto quando vidi una figura scura davanti a me.
“Porca put-“ mi buttai giù dal letto alla velocità della luce e quando alzai lo sguardo verso la strana creatura ormai non c’era più.
“Che diavolo…”
Kyuhyun…” di nuovo quella voce con la sua risata acuta, questa volta però proveniva da fuori la mia camera. Mi alzai e con cautela uscii dalla mia stanza, camminai il più silenziosamente che potevo. Arrivai fino alla cucina, ma niente. Mi guardai attorno, un rumore colse la mia attenzione. Guardai verso quella direzione e trovai la finestra aperta. Le tende oscillavano a causa del vento freddo esterno che entrava, iniziai anch’io ad avere i brividi man mano che mi avvicinai alla finestra. La chiusi controllando che fosse tutto okay, non sembrava esserci nulla di strano.
“Kyuhyun… dietro di te.” Mi voltai di scatto sentendo di nuovo quella voce. Qualcosa mi colpì, non so bene cosa fosse, riuscii a vedere solo un’ombra scura venirmi incontro. Mi passò semplicemente attraverso. Non vidi niente per un momento, e poi tutto tornò alla normalità. Seriamente, cosa diavolo stava succedendo qui?!
Mi guardai attorno, la voce non si fece più sentire, almeno quello. Notai l’orologio che segnava le due del mattino. Dev’essere la stanchezza, e probabilmente anche la botta alla testa. Meglio se vado a fare una visita dal dottore appena possibile, vorrà dire che mi prenderò un giorno libero. Andai in cucina a prendermi un bicchiere d’acqua, cercai di rilassarmi mantenendo il mio respiro regolare. Quando mi sentii abbastanza sicuro tornai nella mia stanza, con calma. Oltrepassai la soglia della mia camera e la porta si chiuse. Da sola. Rimasi immobile, muovermi non avrebbe cambiato molto la situazione. Restai in attesa,  con gli occhi chiusi, non sapevo bene di cosa. Quella notte non riuscivo più a capirci niente. Cosa diavolo mi stava succedendo? Cosa diavolo erano quelle ombre che vedevo? Ero davvero impazzito? O è un  qualche brutto scher-
“Kyuhyun!” due mani, sentii due mani sulle mie spalle. Aprii gli occhi per lo spavento, ma non mi mossi. Non potevo. Qualcosa mi stava bloccando e mi teneva fermo sul posto. Non riuscivo nemmeno a capire chi fosse il proprietario delle mani. Non sentivo né il suo respiro né un odore, solo la sua presenza. Provai a parlare, ma a quanto pare anche quello mi era impedito. Poi accadde una cosa, sentii la sua presenza… entrarmi nella mente. Non so bene come descriverlo, ma era proprio come se mi fosse passato attraverso il cranio e si fosse fermato al centro del mio cervello.
“Ora mi sentirai bene suppongo.” Sentii una voce dire. Era la stessa di prima, ma meno acuta e più calma. Le mani scomparvero all’improvviso, e un’ombra si materializzò davanti a me. Questa volta però con un volto, un volto angelico e un sorriso maligno. Le sue lunghe e pallide dita mi sfiorarono la guancia seguendo un movimento continuo. Erano gelide, come il ghiaccio.
“Lo sai che giorno è oggi?” canticchiò alzando lo sguardo e bloccando il suo sguardo altrettanto gelido nel mio. Come diavolo facevo a rispondere se non potevo parlare?!
“Hai ragione, perdonami. Ma è meglio che sia io a parlare.” Ridacchiò girandomi attorno. Come diavolo…?! Riesce a leggermi il pensiero?
“Esatto.” Confermò la mia idea. Dannazione.
“Non preoccuparti, non ti succederà niente di brutto. Perlomeno non dal mio punto di vista.” Rise e sentii la sua risata echeggiare perfino nella mia mente.
Chi diavolo sei? Chiesi nella mia mente, essendo l’unico modo per comunicare.
“Qualcuno di cui dovresti aver timore.” Rispose gelido e mi afferrò il mento con la sua fredda mano, si mise ad osservarmi il volto. Mi sentivo così vulnerabile.
Poi si avvicinò, lentamente, prese le mie labbra tra le sue  divorandole come se si cibasse solo di quelle. Fui preso alla sprovvista, e di certo quello non era un bacio normale. Mi sentii risucchiare ogni energia e in alcuni momenti credetti di star per svenire. Mordicchiò il mio labbro inferiore entrando con la sua lingua a giocherellare con la mia. Quando si staccò lasciandomi finalmente respirare, anche la mia energia tornò lentamente. Lo vidi sogghignare e al buio mi dava un’aria ancora più maligna. Si avvicinò di nuovo probabilmente per il secondo round.

“Miaooo”

La figura si fermò all’improvviso dopo aver udito il miagolio. Era lo stesso miagolio che mi aveva svegliato dopo la botta.
“Sembra che il tempo sia finito.” Sentii mormorare l’ombra davanti a me. Lo vidi sbuffare con un’aria irritata e sussurrare ‘Stupido gatto’. Tornò a guardarmi che per tutto quel tempo ero rimasto sempre nella stessa posizione impotente di fare qualunque cosa.
“Non preoccuparti, ci saranno ancora tante e tante notti ad attenderci.” Commentò ridendo con la sua voce di nuovo acuta. Mise una mano sul mio petto e in un attimo scomparve passandomi attraverso. Fu come se mi trascinò via anche le ultime energie rimaste. L’unica buona cosa e che riuscì di nuovo a muovermi, ma senza energie caddi semplicemente a terra e tutto si oscurò.
 
Mi svegliai. Sì, mi svegliai ed ero completamente sudato. Ero a terra, l’asciugamano attorno alla vita. Mi alzai con calma cercando di capire cosa fosse successo. Guardai l’ora, era mezzanotte.
Possibile che fosse stato tutto un sogno? Devo aver picchiato la testa davvero forte. Mi grattai la nuca sospirando e mi diressi verso il bagno, dove avevo lasciato i vestiti per dormire. Mi cambiai e andai nella mia stanza, dove finalmente, riuscii a dormire per davvero.

Fuori da quel palazzo però, qualcuno stava ancora sorridendo malignamente. Era un’ombra che se ne stava attenta a sorvegliare la città, ma soprattutto a prepararsi per il suo prossimo attacco.

“Non pensare che sia finita… Kyuhyun.”

  
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