Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Salsero    16/05/2007    2 recensioni
Un ragazzo che non ha mai provato emozioni, si ritrova improvvisamente ad affrontare quelli che sono i problemi della vita in sole due settimane. In un viaggio studio a Londra conosce quello che è il terrore, il dolore, e specialmente L'AMORE!!!
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

17.

Cos’è questa sensazione che si muove dentro di me? Sento che sto cambiando, che sto crescendo. Fra un po’ avrò il mio rapporto sessuale. Che Dio me la mandi buona. Questo la Rowling nei racconti di Harry Potter non lo ha mai scritto, cazzo. A proposito di quest’ultimo, stasera vedi di comportarti bene, capito?

Bussano alla porta.

“Ehi, ti muovi? Ma che cazzo ti stai lavando anche il buco del…?” esclama Luca da fuori la porta del bagno, ma lo riesco a interrompere in tempo rispondendo. “Aspetta, stronzo, sto uscendo.”

Ed esco. Mi infilo l’accappatoio ed entro nella stanza sempre disordinata.

“Che ti metti per la serata speciale?” dice Luca che si sta vestendo.

“Beh… la famosa giacca e la camicia e il jeans nuovo.”

“Cavolo. La famosa giacca che ti metti solo nei momenti speciali.”

“E perché non è un momento speciale, stasera?”

“E come no. Il mio ragazzo sta diventando un uomo.” MI pizzica la faccia.

“E tu cosa fai?” gli domando ridendo.

“Io?” risponde gettandosi sul letto. “Me ne starò qui ad aspettare Donatella. E dopo si tromba. Così stiamo pari con i soldi visto che scopiamo entrambi nella stessa serata.”

Luca è sempre Luca. Non si è degnato di dirmi che ha gia fatto sesso con Donatella per non farmi perdere i cinquanta euro. Ma io avrei fatto lo stesso.

Dopo essermi asciugato i capelli lunghi, mi infilo i vestiti. Mi pettino e mi metto la giacca. Mi sento davvero un uomo con quella giacca addosso. L’ho messa solo due volte. La prima alla festa dei diciotto anni di mia sorella, la seconda quando sono andato nella famosa discoteca “Il Ciclope” a Palinuro. Ma ho avuto una brutta esperienza visto che si macchiò e per poco mia mamma non mi ammazzava. Da allora ho deciso di mettermela solo nei momenti importanti. E questa sera è uno di questi momenti.

“Beh… io vado” dico profumandomi con il D&G. “A proposito, come sto?”

“Ti scoperei” scherza.

“Ci vediamo domani.”

Mi metto il cellulare in tasca ed esco dalla stanza. Mi avvio verso il corridoio del dormitorio delle ragazze. Vedo una ragazza. È Jennifer. Ci fulminiamo con lo sguardo. Lei sparisce al di la del corridoio. Io mi fermo davanti alla porta di Barbara e faccio un lungo respiro. Busso.

“Un momento” fa la voce di Barbara dall’interno della stanza. Si starà preparando per la serata.

“Avanti” dice poi.

Faccio un altro respiro ed apro la porta. Nella stanza c’è un aroma dolce, di incenso. Le luci sono spente. Solo quella di un lume è accesa. Certo che la serata l’ha preparata per bene, Barbara. E lei è la parte migliore. Sul letto. In camicetta. Dio, quant’è bella!

Mi avvicino maledicendo il fatto che non le ho portato neanche un fiore.

“Wow, come sei elegante” fa lei. “Devi andare a un matrimonio?”

Sorrido stendendomi su di lei.

“No, ma a qualcosa di meglio.”

Ride togliendomi la giacca e buttandomela a terra. Chi se ne frega. La bacio. Bacio piccante. Bacio dolce. Bacio d’amore. O è lei che profuma o è la mia mente che gioca brutti scherzi vista la situazione. Lì. In quella stanza. Tra quell’incenso che ti entra in testa. Tra i pensieri di quello che fra poco accadrà. Quasi non mi accorgo che mi sta togliendo la camicia. Ti amo! Ti amo! Ti amo! Ti amo!

Bussano alla porta.

Merda!

“Chi è?” dice Barbara.

“E che cazzo ne so io!” rispondo un po’ brusco.

“Chi è?” fa Barbara alla porta.

“Sono Anna” risponde il capo gruppo dall’altro lato.

Oh, merda. “E adesso?” dico.

“Nasconditi in bagno.”

Mi alzo e corro in bagno. Mi chiudo la porta alle spalle. Accosto l’orecchio a essa e sento i rumori di quelli che sta avvenendo nella stanza. Rumore di una porta che si apre.

“Ciao, Anna, dimmi” dice Barbara.

“Ciao, Barbara. Arrivo subito al dunque. Mi hanno detto che c’è un ragazzo in questa stanza. Sai che se è vero potresti passare dei guai?”

“Si. Ma questa è una stupidaggine. Chi te l’ha data questa informazione.”

“Jennifer Raven.”

Figlia di puttana.

“Oh… beh, ti a detto una bugia” risponde Barbara.

“Di questo ne sono certa. Comunque perché hai dato questa strana aria alla stanza?”

“Oh, beh. I-io e Dona volevamo passare una serata tranquilla. Sai, truccandoci le unghie dei piedi e chiacchierando e poi parlando un po’ di ragazzi.”

“Oh. E per caso tu e Dona vi divertite a misurare delle giacche da uomo?”

Merda. La mia giacca che è a terra. L’ha vista. E adesso? Apro un po’ la porta del bagno vedendo ciò che accade nella stanza. Anna sta alzando la giacca.

“Beh… questa è… è di mio fratello” dice Barbara.

“Di tuo fratello?”

“Si… lei è… finita per… per caso.”

“Finita per caso?”

“Per caso nella mia stanza, volevo dire nella mia valigia, si.” Mentre dice queste parole, Barbara pare molto nervose emettendo delle risatine ebeti.

Anna non sembra cascarci ma vuole sorvolare sull’argomento facendo cadere di nuovo la giacca a terra. Prende Barbara per le spalle e le dice: “Ascoltami, tesoro, pensa bene a quel che fai. Hai quattordici anni.”

“Anna, ma guarda che io non ho intenzione di fare niente di quel che pensi. Gia ti ho spiegato che facciamo stasera io e Dona. E poi ho quindici anni.”

“Ma sei lo stesso ancora una bambina.” Molla la presa sulle sue braccia e si avvia verso la porta. “Buona serata, anche se spero di vederti in giardino, stasera.”

“Buona serata a te” risponde Barbara chiudendosi la porta alle spalle e andandosi a sedere sul letto soffiando verso l’alto.

Esco dal bagno e mi siedo accanto a lei.

“Beh l’abbiamo scampata, vero?” dice.

“E gia. Che bastarda quella Jennifer. L’ho incrociata mentre venivo qua. Mi avrà seguito.”

“Gia.”

Passa qualche istante di silenzioso imbarazzo.

“Sai, ho pensato alle parole di Anna” dice improvvisamente.

Mi volto verso di lei.

“Scusami” dice “ma non me la sento di farlo.”

Sorrido compassionevole. Le metto una mano sul viso. “Non ti preoccupare. Io aspetterò, dov’essere cascare il mondo. Tutto quello che voglio è stare insieme a te.”

Mi bacia. Certo che a volte sono un poeta. E anche coi fiocchi direi.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Salsero