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Autore: Teal Eyes    31/10/2012    1 recensioni
Oggi è il giorno di Halloween... Cosa accadrebbe se misteriosi ed oscuri segreti fossero raccontati dai nostri personaggi preferiti? Farebbero ancora così paura? One shot scritta un po' di tempo fa, spero vi terrorizzi ;)
Genere: Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Gwen, Trent | Coppie: Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Gwen era una ragazza misteriosa, gotica, scontrosa. Era un’orfana scappata dall’orfanotrofio quando era piccola. Si rifugiò in una casa alla periferia di Tear Town nel Nord del Canada. Per anni l’hanno cercata e lei non è mai uscita. Poi all’improvviso hanno smesso di cercarla e solo lei sapeva perché. Per troppo tempo, mesi, anni, non è uscita da quella vecchia casa finché un giorno scrisse sul suo diario che era giunto il momento di uscire, di provare. Così si iscrisse alla scuola del posto. L’unica nell’arco di 3 ore. Ogni giorno lei annotava ciò che faceva nel suo diario segreto, che custodiva come il suo unico tesoro. Il primo giorno di scuola si tenne in disparte ma questa sua solitudine attirò un ragazzo, un compagno di classe, Trent. Capirono subito che fra loro c’era del feeling. Lui tutti i giorni le portava un mazzo di fiori diversi, lei sorrideva ma non li accettava mai. Il fondo al suo cuore Gwen fermentava un oscuro segreto di cui solo lei era a conoscenza. Trent era molto gentile con Gwen, oltre i fiori, le dedicava canzoni, le faceva regali, le dava il coraggio, ma lei lo respingeva seppur lo amasse. Ripetutamente le chiedeva appuntamenti, a malincuore doveva rifiutare. Portava sempre un orologio per sapere in qualsiasi momento l’orario, soprattutto dopo il tramonto. Molti si erano fatti dell’idea che avesse paura del buio ma non era affatto così. Dopo i primi rintocchi di mezzogiorno sussurrava sempre “12”. Nessuno sapeva perché. Nessuno se lo era mai chiesto. Gwen era strana, non faceva parte del gruppo, tagliata fuori come un avanzo di cibo. Mai si lamentava, mai una lacrima. Solo Trent era sempre lì con lei, ma Gwen, quasi come se avesse paura di lui o di poter fare qualcosa di orribile. Un pomeriggio Trent seguì Gwen fino a casa. Quando sentì bussare alla porta soffocò un lieve “Chi è?” e aprì. Gli chiuse la porta in faccia.
-Vattene…
-Gwen… Devo parlarti ti prego!
Lei riaprì. Lui le richiese un appuntamento ma questa volta accettò. Lui felice la baciò. Era il loro primo bacio. Poteva sentire le calde labbra di Trent e le sue mani appoggiate sui suoi fianchi. Sentiva il suo respiro e il battito del suo cuore, veloce, veloce, veloce…Voleva quel momento non finisse mai. Quella sera si fermarono in un ristorantino dei genitori di Trent. Mangiarono gratis poi fecero una passeggiata sotto le stelle. Si tenevano per mano, ma lei tremava e lui la sentiva. Prese la giacca e gliel’appoggiò sulle spalle. Continuava a battere i denti. Non era freddo. Non era paura del buio. Non era l’emozione di stare con lui. Era il terrore che mancassero cinque minuti a mezzanotte. Gwen fissava l’orologio del municipio. Poi gettò a terra la giacca di Trent, gli lasciò la mano e corse via. Trent rimase un attimo immobile come se il mondo gli fosse crollato addosso poi focalizzò la situazione e corse in cerca di Gwen. La chiamò a squarcia gola per più di una volta ma non lei non rispose. Poi i primi rintocchi di mezzanotte. Un’ombra dietro Trent si avvicinò, sfoderò un pugnale. Trent si girò…
-Gwen? … Aaaah!!!
Occhi gialli, pelle pallida e movenze stanche, Gwen di notte si trasformava in zombie senza mai ricordarsi la mattina dopo cosa avesse fatto la notte passata. Come tutte le mattine Gwen si svegliò nel suo letto. Era felice! Si ricordava la bellissima serata passata insieme a Trent e il loro primo bacio. Raggiunta la piazza del municipio, il caos. Polizia, curiosi, persone che piangevano tra cui i genitori di Trent. Gwen si avvicinò subito per consolarli e sapere cos’era successo. Le dissero che quella mattina trovarono il corpo di loro figlio assassinato davanti al municipio. Gwen rimase pietrificata. E se fosse stata lei ad ucciderlo? Ma era impossibile sapeva di essere scappata da lui! Troppe domande… Scappò verso casa in lacrime, confusa. Courtney la seguì, sentiva che Gwen potesse centrare qualcosa con l’omicidio di Trent. Aspettò finché la ragazza non uscì di casa, verso sera sul tardi, erano le 23:30. Si dirigeva verso il bosco. Decise di pedinarla. Dopo 25 minuti si fermò. Gwen aveva raggiunto un pugnale insanguinato. Improvvisamente tutto le ritornò in mente. Non le era mai capitato prima di ricordare le notti. Era solo consapevole di una notte. Quella della morte dei suoi genitori. Sì, Gwen uccise la sua famiglia. Ma ora ricordava la notte passata come se non fosse stata zombie. Sapeva benissimo che l’unico modo per raggiungere il suo amato era la morte stessa. Così prese il pugnale e ripensando al quel bacio si trafisse il cuore. Non era ancora mezzanotte e uno zombie può uccidersi da solo mentre è ancora umano, altrimenti non morrà. Gwen cadde a terra esalando l’ultimo respiro. Courtney si avvicinò, si inginocchiò accanto a lei e sussurrò a quel corpo senza vita “Tu non eri sola…”
La mezzanotte scattò e all’ultimo rintoccò Courtney era lì. Occhi gialli, pelle pallida e movenze stanche.

   
 
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