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Autore: ELIZABETHD    31/10/2012    2 recensioni
Eccomi tornata con una Wemma che non sarà molto lunga.
La scuola è appena finita, tutti gli insegnanti ormai sono in vacanza.
Emma è sposata con Carl, agli occhi degli altri tutto sembra andare bene, fino a quando Will riceve una telefonata nel cuore della notte e da quel momento tutto cambierà.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Pillsbury, Will Schuester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Pronto?»
«Will..sono Shannon»
«..sono le 4 del mattino»
«Lo so, ma è un’emergenza»
«Che succede?»
«Non c’è tempo per spiegare, devi andare subito da Emma e portarla via da lì» ha la voce davvero spaventata.
«Cosa?»
«Io sono fuori città per il weekend, quindi Will, per favore, te ne devi occupare tu»
«Ma..»
«Non c’è tempo da perdere, devi andare subito da lei»
«Ok, d’accordo> dico alla fine, sento che è molto preoccupata e che c’è qualcosa che non va.
Shannon mi lascia l’indirizzo e poi ci salutiamo.
Mi alzo e mi vesto velocemente, dopodichè corro fuori casa e salto in macchina.
Ci metto circa cinque minuti per raggiungere casa di Emma. Lascio la macchina nel vialetto e vado verso la porta d’ingresso, non è chiusa a chiave, quindi entro e vedo che c’è una luce accesa.
Arrivo nella sala e quello che vedo mi sconvolge.
C’è Emma, seduta per terra, con la schiena appoggiata al muro e le gambe rannicchiate contro il petto. Ha gli occhi gonfi per il pianto e il labbro spaccato. Mi guarda senza dire niente.
Lentamente mi avvicino a lei. «Emma..cos’è successo?» le chiedo, ma non ottengo risposta.
Allora mi avvicino ancora di più e vedo che è piena di graffi e di lividi. Rabbrividisco.
«È stato Carl?» Emma annuisce leggermente. 
«Adesso dov'è?» chiedo, in preda ad un improvviso attacco di rabbia. Per quanto non mi piacesse Carl, non lo ritenevo capace di una cosa del genere.
Emma alza le spalle. Evidentemente è scappato.
Devo portare via Emma, subito. 
La prendo in braccio, delicatamente, attento a non farle male.
La porto fuori di lì, la metto in macchina e guido fino all'ospedale.
Qualcuno deve visitarla e medicarle le ferite.
Quando arriviamo, i medici iniziano subito a prendersi cura di Emma e io vengo assalito da una valanga di domande.
Dopodiché torno a casa di Emma per prenderle qualche vestito di ricambio, quando torno in ospedale mi accorgo che ormai sono già le 7 del mattino.
Mi incammino verso la stanza di Emma ma vengo fermato da un medico, che mi avvisa che la polizia era stata li per dire che Carl aveva confessato e che era stato trattenuto, in attesa del processo.
«Per un po’ avrà bisogno di un aiuto e di un sostegno» continua poi il dottore «La signorina ha chiesto che i suoi genitori non vengano avvisati. Dice che se la può cavare da sola, ma non è così. Non si rende ancora conto del trauma che ha subito. Inoltre le ferite andranno medicate tutti i giorni almeno per una settimana»
«Posso farlo io» dico senza pensarci «posso occuparmene io»
«Ne è sicuro?»
«Certo»
«Bene. Non sarà un periodo facile. Inoltre una volta a settimana dovrà venire a parlare con lo psicologo dell’ospedale»
Emma non si meritava tutto questo. Avrei fatto di tutto per farla sentire meglio.
Prima di tornare da lei, decido di chiamare Shannon, per aggiornarla.
«Will!» risponde subito «Allora?»
«Siamo all’ospedale. Non sta molto bene, ma a quanto pare stasera la fanno uscire. Tu lo sapevi?»
«Cosa?»
«Quello che Carl le stava facendo. Non è la prima volta giusto?»
«Will..»
«Perché non hai fatto niente?» la interrompo.
«Ci ho provato! Più volte le ho detto di lasciarlo e che poteva stare da me. Ma lei continuava a dire che era solo un periodo e che sarebbe passato»
«Potevi parlarne con me. Magari insieme l’avremmo convinta»
«Non voleva che tu lo sapessi»
Rimango in silenzio un attimo.
«Ho chiamato te perché non sapevo a chi altro rivolgermi» ha continuato a dire Shannon «Emma mi ha chiamato in lacrime e con la voce distrutta e non potevo fare niente! Mi ha chiesto di non chiamare la polizia e quindi mi sei venuto in mente tu»
«Hai fatto bene» dico alla fine, poi la saluto e torno da Emma.
Rimango con lei tutto il giorno. Non parla molto. Va avanti a monosillabi e a piccoli cenni del capo. 
Non ha mangiato praticamente niente.
Verso le quattro del pomeriggio arriva un’infermiera per aiutare Emma a vestirsi. Io esco un attimo dalla camera e vado a prendere un caffé. Non ho idea di come affrontare la situazione. Mi sento distrutto, senza forze e incredibilmente triste. Sto male a vedere Emma in queste condizioni.
Quando torno da lei, è pronta per andare. Senza dire niente usciamo dall’ospedale.
Il tragitto in auto è tranquillo e silenzioso.
«Eccoci» dico, entrando in casa. Emma mi segue e si guarda intorno.
«Vieni» le dico, prendendole la mano e portandola nella mia camera da letto «Potrai stare qui»
Appoggio il suo borsone con i vestiti per terra.
«Un momento..» dice lei, all’improvviso, sorprendendomi. «Tu dove dormirai?» la sua voce è un lieve sussurro.
«Ho un comodissimo divano a letto in sala, non devi preoccuparti per questo» le rispondo.
Emma annuisce e si siede sul letto. Ha l’aria stanca e afflitta. Inizia a piangere, silenziosamente.
«Ehi, ehi, che c’è?» dico, sedendomi accanto a lei e abbracciandola.
«Mi dispiace Will» dice lei tra i singhiozzi.
«Per cosa?»
«Per tutto questo. Non volevo essere un peso per nessuno» mi guarda dritto negli occhi e rimango paralizzato. I suoi occhi, non sono più come li ricordavo. Hanno perso qualcosa. La felicità, la gioia, la speranza, l’amore. Carl le ha portato via tutto.
La stringo forte a me e dico «Shh..è tutto ok, è tutto ok e non sei un peso per nessuno. Puoi restare tutto il tempo che vuoi. Io sono qui per te. Capito?»
«Grazie» dice lei, asciugandosi le lacrime.
«Hai fame?» le chiedo.
«No. Adesso voglio solo riposare un po’»
«D’accordo. Allora ti lascio» dico, alzandomi. «Mi raccomando, fa come se fossi a casa tua e se hai bisogno di qualsiasi cosa, chiedi pure»
«Ti ringrazio» mi fa un leggero sorriso.
Esco dalla camera, lasciandola sola.
Dopo essermi fatto una doccia e mangiato qualcosa di veloce, mi sdraio sul divano a guardare la tv.
Prima di mettermi a dormire vado a dare un’occhiata a Emma, dorme tranquilla.
Mi avvicino e guardo i lividi, le labbra spaccate, l’occhio nero. Le sposto una ciocca di capelli dal viso e faccio un sospiro profondo.
Certe volte l’amore vince veramente su tutto, altre volte invece, porta solo dolore.












Ciao a tutti!
Sono tornata a scrivere prima di quel che speravo! i lunghi viaggi in treno a qualcosa servono  :)
By the way..So che il vero Carl non avrebbe mai fatto una cosa del genere ad Emma, ma volevo scrivere qualcosa di diverso.
spero che vi piaccia
a presto 
xx
   
 
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