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Autore: Anansy90    16/05/2007    7 recensioni
Un uomo morto non può permettersi di pensare.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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It Only Hurts

It Only Hurts

Ogni volta compie gli stessi gesti: spegne il computer, si alza dalla poltrona e si dirige verso la finestra.

E’ sempre così, quando, la sera, si concede un po’ di riposo dal lavoro. Si ferma di fronte al grande vetro che praticamente costituisce la parete esterna della sua stanza d’albergo e fissa le auto che passano sotto di lui, sulla strada.

E’ in questo momento che si rilassa, che distende i nervi e si lascia andare al gentile flusso di pensieri che gli attraversa la mente. Normalmente non gli è concesso farlo, perché…

… beh, perché se lasciasse vagare i pensieri perderebbe l’80% della sua concentrazione totale. E lui non può certo permetterselo.

Lui, l’unico uomo cui basta una parola per mobilitare l’intera Interpol.

Lui, L, uno dei più grandi detective mai esistiti, o forse il migliore in assoluto.

Tempo prima aveva pensato che gli sarebbe bastato mettere la sua intelligenza fuori della norma al servizio della giustizia per essere felice lui stesso, che non avrebbe mai necessitato di altro.

Ma, guardando la vita quotidiana che si svolge al di fuori del suo piccolo mondo ovattato, non può far altro che mettere in discussione questa convinzione.

Sorride chiedendosi da dove vengono questi pensieri profondi. Forse sono dovuti al fatto che sa benissimo di aver preso in mano un caso da cui non uscirà vincitore, oppure alla triste consapevolezza di sapere chi è il colpevole e non avere i mezzi per fermarlo.

Yagami Light è Kira. Su questo non ci piove. Basterebbe soltanto un piccolo indizio, una qualsiasi prova che lo tradisse e L sarebbe vincitore.

Il bello è che Yagami Light non compie errori. Ha il suo piano prefissato in testa, che seguirà ciecamente fino a raggiungere il suo scopo.

E L sa che la strategia di Kira prevede anche la sua dipartita.

Non ha rimpianti, né prova rabbia. Ma d’un tratto, con la sua morte ormai imminente, sente il bisogno di vivere un’esistenza normale.

Vorrebbe essere semplicemente Ryuzaki, un giovane venticinquenne con un lavoro ordinario, degli amici e una donna da amare.

Non vuole morire senza aver mai sperimentato le gioie che la vita può dare, dalle più insignificanti a quelle maggiori.

Gli sarebbe piaciuto dire almeno una volta ‘Ti amo’.

Sarebbe voluto uscire spensieratamente, senza il terrore che qualcuno scoprisse la sua vera identità.

Avrebbe desiderato la commozione unica che si prova a stringere il proprio figlio neonato tra le braccia e a dargli tutto l’amore possibile durante tutto l’arco della crescita, a fargli sentire in ogni momento il calore e il sostegno della presenza di suo padre… Tutto ciò che lui non ha mai avuto per sé.

Adesso basta. Fa solo del male.

L torna indietro sulla sua poltrona, accende il computer e ricomincia a lavorare.

Un uomo morto non può permettersi di pensare.

*Owari*

Note:

So che probabilmente non la giudicherete niente di che, ma provavo veramente il desiderio di scrivere qualcosa su L, uno dei personaggi che amo di più in assoluto. Ho dato voce a quello che può avere in testa secondo me, niente di più.

E’ solamente un esperimento, un qualcosa di breve e conciso per prendere confidenza con la psicologia del personaggio. Spero di avervi perlomeno accontentato!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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