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Autore: PZZ20    31/10/2012    11 recensioni
Bulma è a casa da sola il giorno di Halloween, si sta facendo buio e si sa', con le ombre della notte ogni spirito è più inquieto. Ispirato a "This is Halloween". Hope you like it!
Fatemi sapere che ne pensate. Sophya.
Genere: Commedia, Horror, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Piccolo omaggio ad una delle mie feste preferite^^.

Spero apprezziate... L'ho scritta mentre ascoltavo “This is Halloween”, la canzone di apertura del capolavoro di Tim Barton: “The Nightmare Before Christmas”.

Forse è un po' sbrigativa ma ho davvero poco tempo.

Fatemi sapere che ne pensate.

Buona lettura,

Sophya(PZZ20).

 

 

HalloweeN

 

 

Quel maledetto ramo batteva incessantemente contro il vetro da più di un'ora, da quando il gelido vento autunnale aveva iniziato a soffiare con insistenza portando le nubi a coprire quasi completamente il cielo.

Era giunto il tramonto ormai e le flebili ombre lunghe degli alberi morti, che si stagliavano fra la leggera nebbiolina, cominciavano davvero ad innervosirla, per non parlare dell'incessante ticchettino di quello stupido ramo con quell'unica foglia marcia; tesa e puntata verso di lei come una manina raggrinzita.

Doveva smetterla di pensare a certe cose o avrebbe finito col mettersi ansia da sola. Ma dove diavolo erano finiti Trunks e Vegeta? Le avevano promesso che sarebbero tornati prima di sera; loro e i loro maledetti allenamenti.

Ad un tratto un rumore, lieve, appena percettibile.

Il suo battito cardiaco aveva preso ad accelerare.

Che sciocca, si era detta, all'interno della Capsule Corporation non aveva davvero nulla da temere, poteva essere stato uno dei robot domestici. Non il gatto di suo padre, certo che no, i suoi genitori erano fuori città per la famosa serata in costume con i dipendenti ma le sarebbe tanto piaciuto sentire il miagolare di quel dolce gattino in quel momento.

Un altro rumore, un po' più accentuato, sembravano quasi dei passi trascinati...

Aveva iniziato a rabbrividire e, velocemente, si era diretta verso la parte più illuminata del salotto accendendo anche la lampada dell'angolo, sì, la casa ben illuminata le era sempre piaciuta.

Ad un certo punto il vento si era improvvisamente fatto più insistente e il maledetto albero era stato sferzato con ancora maggior forza fino quasi a girarsi nella sua direzione; accidenti, quell'inquietante rametto marcio ora la stava proprio indicando, quasi a dirle: “Bulma sei tu la prossima...”

Era sobbalzata. Maledizione, questa volta il rumore l'aveva sentito proprio bene. Era stato un colpo secco seguito da uno strascichio quasi metallico... Come il rumore delle catene trascinate da un fantasma, come l'incedere di uno spettro.

Si era fiondata spalle al muro nell'angolo più riparato della cucina, dal quale poteva vedere benissimo la maggior parte del salotto; la maggior parte, non tutto. Non avrebbe mai saputo che cosa aveva varcato in quell'istante la porta dell'ingresso.

Oh mamma... Quell'incedere pesante e lento... Seguito da una specie di gorgoglio. Sicuramente un mostro.

Infondo, nella sua vita ne aveva viste tante e, se era possibile che esistessero alieni con la coda capaci di trasformarsi in scimmie giganti, era altrettanto possibile che un mostro fosse emerso dagli inferi per venire a reclamare la sua anima.

Ma perché doveva proprio succedere a lei? Non era giusto, era ancora così giovane...

Il respiro le era accelerato di colpo, il suo battito cardiaco era arrivato a tormentarle i timpani fin quasi a sovrastare il sinistro ticchettio prodotto dal ramo morto che, inesorabilmente battuto dai venti, era ancora lì e la stava indicando.

Le ginocchia le tremavano visibilmente e i brividi erano ora accompagnati da sudorazione fredda. Sembrava una bambina impaurita.

Poi, come per magia, l'ansia si trasformò in adrenalina e lei iniziò a riflettere, fu tutto rapido e spontaneo, man mano che sentiva lo spettro avvicinarsi, Bulma, prendeva sempre più coscienza di se'. Lei era la scienziata più importante del pianeta, nonché la moglie del principe dei saiyan.

Quello spettro voleva la sua anima? Ebbene, avrebbe dovuto combattere per averla.

In un lampo si armò di padella e mestolo e si acquattò contro il muro.

Il suono dei passi trascinati era sempre più vicino, accompagnato da quel brontolio lugubre e sommesso.

Ecco, era giunto il momento, ancora pochi centimetri ed avrebbe guardato negli occhi il proprio carnefice...

 

Una botta sorda, violenta e un perpetrarsi dell'eco metallico della padella che impattava contro una superficie solida.

 

Vegeta, affamato, stanco e con un piede ferito, si era ritrovato il tegame in acciaio inox spalmato direttamente sul setto nasale.

Quella era stata decisamente una pessima giornata.

Aveva spostato l'utensile, ormai distrutto dall'impatto, con la mano sinistra e aveva guardato perplesso la moglie, pallida e con gli occhi chiusi, che tremolante gli stava d'innanzi.

-Tzh, che ti prende donna? Se stasera non ti andava di cucinare potevi semplicemente dirmelo.-

  
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