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Autore: randomnessUnicorn    01/11/2012    2 recensioni
"Rubare.
Questa era la lezione che mio padre continuava ad impartirmi. "
{Ciao, visto che vado matta per le cose introspettive, ho scritto questa One-Shot. Il protagonista è Silver, un personaggio che considero incompreso, ma mi piace lo stesso.
Qui racconterò i suoi pensieri, e la storia vista sotto il suo punto di vista, più o meno.
Spero la leggiate e che non sia uno schifo totale C:
Grazie,
LauretteH
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Ho imparato ... 


Rubare.
Questa era la lezione che mio padre continuava ad impartirmi.
 
Ma, mi insegnò tante altre cose.
Mi insegnò che i Pokemon  sono solamente strumenti usa e getta; strumenti utili unicamente per realizzare gli egoistici scopi degli esseri umani.
Mi disse anche che, come veri e propri oggetti, non sono in grado di provare sentimenti. Non sono nient’altro che gusci vuoti.
Inizialmente, non riuscivo a credere a quelle parole. Dentro di me non volevo crederci… ma, ora questa è diventata la mia unica verità. Così come l’odio e la solitudine sono diventati i miei unici compagni di vita.
Mio padre mi disse perfino che il furto non era un reato tanto grave, od almeno per lui. Mi incitò a rubare qualsiasi cosa desiderassi. Perché quando vuoi ardentemente qualcosa, ma non puoi ottenerla, allora devi prendertela con la forza! Non importa di chi sia, prendila e basta! Solo così soddisferai te stesso, ed appagherai il tuo bisogno.

E così feci.

Quel giorno, che ricordo come fosse ieri, mi trovavo appostato dietro la finestra del Prof. Elm. Mentre lo osservavo da dietro quel nitido vetro, il mio sguardo fu rapito da tre pokéball, posate sul tavolino, indifese. Erano rosse e splendenti. Rimasi ammaliato ed interdetto perché quelle sfere contenevano senza ombra di dubbio dei Pokemon. Pokemon che il Prof. avrebbe consegnato ad un allenatore che- nemmeno riuscivo a scorgere a causa della luce abbagliante- non sarei stato io.
Quel misterioso allenatore aveva scelto un Chikorita come Starter, un normalissimo e debole Pokemon d’erba, a mio parere inutili e reietti.
Dopo tutto ciò, fui invaso da una sensazione chiamatosi invidia. Anche io desideravo possedere un Pokemon. Ma come ottenerlo?
L’unico modo che conoscevo era rubare.

E così lo rubai.

Appena il laboratorio fu completamente deserto, senza fare un minimo rumore, entrai, trovandomi davanti a quel tavolo. Ero agitato per paura di essere scoperto,  infatti, mi guardavo intorno continuamente, ma la stanza era sempre vuota, e il silenzio regnava incontrastato.
Elm non era stato molto saggio a lasciare delle pokéball incustodite. No, non lo era stato affatto.
Senza pensarci due volte, presi la Pokéball che conteneva Cyndaquil, un Pokémon di tipo fuoco, secondo me migliore della mammoletta che aveva scelto lo stupido allenatore di prima.

Appena commisi il furto, sentì la porta del laboratorio aprirsi. Erano già tornati? Quindi, subito mi diressi verso la finestra, anche se il Prof. Elm era già entrato e mi urlava contro. Ma non lo ascoltai, saltando giù.
L’adrenalina mi aveva completamente travolto. I miei battiti si erano moltiplicati. Respiravo a fatica, non sentendomi più le gambe. Volevo scappare più lontano possibile. Appena mi resi conto di aver corso abbastanza, mi fermai per riprendere fiato, accasciandomi a terra, sfiancato. Non avevo ancora pienamente realizzato cosa avevo fatto, ma poi rammentai: avevo rubato un Pokemon.
Appena le forze tornarono, presi la sfera che tanto avevo bramato. Rossa e lucente, ora era mia. Dentro di essa c’era il Pokemon che sarebbe diventato mio alleato, e che mi avrebbe guidato verso la gloria.
 Subito, percepì dentro di me un emozione nuova e fastidiosa. Non mi sentivo molto bene con me stesso. Non capivo cosa fosse. Ero dispiaciuto? Erano sensi di colpa quelli che stavo provando? No! Non dovevo cedere, ormai non potevo più tornare indietro, quindi mi diressi verso la città successiva.

Appena giunsi in quel piccolo paesino, iniziai ad allenare il mio Pokemon, che mi guardava in modo strano. Ma cosa importava, in fondo era solo un insulso mostriciattolo.

Finito l’allenamento, decisi di continuare il mio cammino, quando improvvisamente mi trovai davanti una strana ragazza, che aveva un Chikorita. Guardai attentamente quel Pokemon, e avevo la sensazione di averlo già visto. Ma certo! Era lo stesso Chikorita che il Prof. Elm aveva consegnato a quell’allenatore misterioso. Dunque era lei quell’allenatore.
Quella tipa dal cappello a fungo mi fissava. Cosa diavolo voleva? Se cercava guai, allora li aveva trovati.
Senza nemmeno rendermene conto la sfidai, perdendo vergognosamente. Come era possibile? Come avevo potuto perdere contro una mocciosa così insignificante? Mi arrabbiai, imprecando contro il mio Pokemon, che non aveva fatto il suo dovere.
Me ne andai via sbattendo i piedi per terra in preda alla rabbia. Poi, quella ragazza mi chiamò e mi porse qualcosa. Era la mia scheda allenatore che mi era accidentalmente caduta dalla tasca. La afferrai, regalandole uno sguardo minaccioso, andandomene finalmente via.

I giorni passavano, e mi sentivo sempre più confuso. Iniziai a dubitare di me stesso. La strada che avevo preso era forse quella sbagliata? Fino ad ora sono stato solo ingannato? Dal mio stesso padre, per giunta? Non volevo crederci.

Ora che ci ripenso, mi sento un vero sciocco. Sono stato cieco fino a questo momento, ho voluto dare retta soltanto al mio stupido ego, senza prendere in considerazione le idee degli altri. Mi sono tappato le orecchie ed ho urlato a squarcia gola che nessun avrebbe mai potuto capire i miei sentimenti.
Ho vissuto i miei giorni con odio, rancore e disprezzo … sia verso gli altri, che verso me stesso. E ora me ne pento. L’ho capito solo adesso. Solo ora ho realizzato il male che ho fatto ai miei Pokemon che, malgrado tutto, sono stati sempre al mio fianco. Mi hanno accompagnato in questo lungo viaggio, che mi ha insegnato la verità. La verità che fino a quel momento conoscevo - e che credevo l'unico- si è rivelata essere una bugia, la menzogna più grande della mia esistenza.

Adesso, però, grazie ai miei Pokemon, alle persone che ho incontrato lungo il cammino, e soprattutto grazie a quella buffa ragazza dal cappello a fungo, ho scoperto che vi è un’alternativa all’odio ed al degrado.

Perciò, c’è ancora qualche possibilità per me?

A questa domanda i miei Pokemon mi risposero sorridendo... 



{ Salve, grazie per essere giunti alla fine della mia fict. Spero sia stata di vostro  gradimento. Mi scuso per gli eventuali errori o cosa. Ma non ero molto ispirata quindi perdonatemi, ma avevo comunque la voglia di scriverla, così l’ho fatto.
Non so che dire, recensite XD
Ciao-!

   
 
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