Solo una notte
È buio, nella capitale ungherese comincia a scendere la calma che la notte porta con se, nonostante la città sia ancora illuminata e piena di vita.
Lungo le strade gli antichi lampioni abbelliti da vasi di fiori colorati fanno luce nel buio; sopra il Danubio, il maestoso Ponte delle Catene, anch’esso illuminato, si erge in tutta la sua grandezza.
In lontananza si stagliano le guglie del Bastione dei pescatori e quella del campanile della chiesa di Mattia Corvino.
Clint, dalla finestra della camera d’albergo, osserva tutto quanto senza perdersi nessun particolare di quel magnifico spettaccolo.
:<< È davvero bella Budapest, non credi? >> chiede una voce alle sue spalle.
Clint sorride e si volta lentamente trovandosi davanti Natasha Romanoff.
Non l’aveva neppure sentita arrivare, silenziosa come sempre, gli era arrivata alle spalle.
Clint la osservò: indossava una camicia da notte nera, stretta sotto al seno, che arrivava sino alle ginocchia.
:<< Si, hai ragione. Budapest è davvero bella. >>
Lei sorrise e gli si avvicinò maggiormente, gli prese il volto fra le mani e lo baciò castamente sulle labbra.
Fece per allontanarsi, ma lui la bloccò baciandola a sua volta.
:<< Siamo in vacanza. >> sussurrò lui, la fronte poggiata contro quella di Natasha :<< Che ne dici di dimenticare tutto per una notte? Siamo solo noi due. Solo per una notte. >>
:<< Solo una notte? >> chiese lei. Non l’avrebbe mai ammesso, ma essere amata era qualcosa a cui non voleva più rinunciare.
:<< Tutte le notti che vuoi. >>
Lei sorrise dolcemente e gli accarezzò dolcemente il volto lasciandosi andare ad un breve e raro momento di dolcezza, uno di quei momenti che Clint sapeva dedicati esclusivamente a lui.
Note: ho scritto questa flash fiction a Budapest per ciò, anche se è brevissima, ci tentevo a pubblicarla così come l'ho scritta senza aggiungere nulla.