“Il mio nome è Emma, ma può chiamarmi Emmy. E' un vero piacere rincontrarla ancora!”
“Perché, ci siamo già conosciuti?”
Davvero non se lo ricorda?
Una bottiglia di vino è rovesciata per terra, vuota. Accanto ci sono due bicchieri, ma solo uno è mezzo pieno.
Sono sopra al professore, solo con l'intimo addosso, e ci stiamo baciando.
Mi tiene stretta a sé, con forza, quasi non volesse lasciarmi scappare da questa poltrona. Come se mai potessi farlo.
“Professore...”
Siamo entrambi rossi in viso ma solo lui è ubriaco. Si nota dal fatto che non si fa troppi problemi nel spostare un mio seno e baciarlo, facendomi gemere. In questo momento è tutto fuorché un gentiluomo. E grazie a Dio.
Gli stringo la nuca, facendogli segno di alzare il viso.
“Professore... si ricorda di me, vero?”
Il suo sguardo è vuoto, ma una scintilla lo illumina, portandolo poi a sorridere.
“Certo che mi ricordo.”
La sua mano sfiora il mio viso e io la stringo, baciandogliela.
“Claire...”
Mi fermo, perché il mondo mi sta per cadere addosso.
Claire.
Claire.
Claire.
“Mi sei mancata... così tanto...”
La sua mano, oramai libera dalle mie, scende sul collo e poi ritorna al seno, giocandolo con un capezzolo.
“P-professore...”
Mi fissa spaesato, poi sorride.
“Chiamami Hershel...”
Posso scegliere.
Posso lasciare questo uomo solo, a piangere la presenza illusoria di un ricordo.
Oppure posso essere io, quel ricordo.
“Hershel...”
Posso essere io Claire.
Solo per questa breve notte.
“AH!”
Abbiamo invertito i ruoli: adesso è lui sopra di me, che si sporge per baciarmi.
Tocco le sue spalle nude, accarezzandogli i muscoli, mentre il mio corpo si muove col suo.
Siamo una cosa sola, ma alla fine siamo divisi.
Io sono una bugia.
Lui è solo un triste sognatore.
Solo quando le nostre voci si chiamano a vicenda forse siamo un insieme.
Ma è solo un'illusione.
Dopo l'abbiamo fatto ancora. Abbiamo ucciso la notte con le nostre voci, affilate come vetri rotti.
E poi io mi sono alzata, vestendomi.
“Claire...”
La sua voce, invece di fermarmi, mi sprona a muovermi.
Io sarò solo un ricordo.
Per lui io non esisterò.
“Ci vediamo, Hershel.”
Esco dal suo ufficio e non mi volto indietro.
Claire non può piangere. Del resto, è solo un ricordo.
“Prima o poi le dirò dove ci siamo incontrati, professore.”
Gli racconterò di quando mi ha salvata dall'arresto, non del fatto che, per una notte, io sono stata solo un sogno.