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Autore: Daisy Pearl    01/11/2012    4 recensioni
Chiudete gli occhi e immaginatevela.
Capelli color cioccolato lunghi e liscissimi, occhi di mare e forme al punto giusto.
Una ragazza dalla bellezza sovrumana. Sovrumana è la parola giusta perchè lei non è come noi. Lei è un robot, una macchina.
Ma è un oggetto che presto inizierà a provare dei sentimenti e dovrà dimostrare al mondo di avere un cuore, seppur di metallo.
Buona lettura.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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 ELETTRICITA' 


“19283!” sorrisi all’automa prima di gettargli le braccia al collo. Ero così felice di vederlo, era la prova che era sano e salvo. Mi strinse a sé prima di sciogliere l’abbraccio per guardarmi negli occhi.
“Devi aiutarmi!” disse semplicemente.
“E tu devi aiutare me!”
Sorrise.
“Hai distrutto il fascicolo?”
“No!” risposi con rammarico “Josh mi ha sorpresa mentre lo leggevo, ma perché è pericoloso per la nostra esistenza?”
“Perché la prova! In quel fascicolo c’è scritto che noi esistiamo, contiene le ragioni e le prove della nostra vita, ma nessuno deve sapere che esistono dei robot che hanno sembianze e sentimenti umani!”
Incurvai le labbra in un sorriso sarcastico.
“Tanta gente sa di noi!” precisai “Sarebbe un po’ difficile cancellare le tracce della nostra esistenza, non basterebbe eliminare dei documenti!”
“Infatti ci sto lavorando!”
Aggrottai le sopracciglia non capendo chiaramente cosa aveva appena detto: in che senso ci stava lavorando?
“Hai trovato il modo di far dimenticare a tutti quelli che ne sono a conoscenza la nostra vera natura?” ero sorpresa, ma anche affascinata dalla prospettiva di non dover mai più sopportare lo sguardo indifferente di chi sapeva che ero un oggetto. Senza contare che Josh avrebbe finalmente iniziato a trattarmi da pari e Zack avrebbe potuto innamorarsi di me senza problemi.
“Diciamo che cancellerò le prove della nostra vera natura!”
Tal parole mi fecero sorridere. Improvvisamente migliaia di porte si erano aperte sul mio cammino! Avrei potuto vivere una vita normale, una vita degna di essere chiamata tale. Nessuno mi avrebbe più detto cosa dovevo fare e nessuno m avrebbe sottovalutata. Sembrava un sogno!
“Dici davvero?” ancora non ci credevo.
“Sì!” rispose semplicemente “Ma devi aiutarmi!”
Sorrisi.
“Dimmi quello che devo fare!” ero eccitata all’idea di cambiare le cose.
“Devo entrare nella villa!” con un cenno di capo indicò la casa dei Drake che si stagliava alle mie spalle.
Aggrottai le sopracciglia.
“Perché?”
“Il sistema i sicurezza è stato potenziato, è inespugnabile ora come ora!” poi sorrise “Deduco che c’è il tuo zampino!”
“In effetti ho provveduto io a rendere più sicura l’abitazione, ma non mi chiedevo perché ti serviva il mio aiuto, ma perché devi entrare nella villa!”
19283 assunse un’espressione perplessa.
“Per arrivare a Joshua Drake!”
Non capivo.
“Perché dovresti arrivare a lui in questo modo? Posso farti parlare con lui senza che tu introduca furtivamente in casa sua!”
Egli assunse un’espressione pensierosa.
“Effettivamente è un’ottima idea! Lui si fida di te!”
“E come farai a fargli dimenticare cosa siamo?” ero curiosa e avida di informazioni.
19283 assunse uno sguardo soddisfatto e mi sorrise fiero di se stesso e dell’idea che stava per dirmi.
“Ma è ovvio, uccidendolo!”
Non capii immediatamente quello che mi stava dicendo. Voleva uccidere Josh per fargli dimenticare cosa eravamo, ma lui non era l’unico ad essere a conoscenza della nostra natura. Anche gli agenti che mi avevano prelevata dal laboratorio e lo stesso professore sapevano cosa eravamo.
Tutte quelle persone erano morte.
Assurdo.
Aggrottai la fronte sconvolta prima di rivolgermi a lui.
“Hai ucciso tu il professore e tutti quegli altri uomini?”
Un lampo di gioia attraversò gli occhi di 19283.
“Non era chiaro fin dall’inizio?”
“NO!” non potevo credere che uno come me potesse aver fatto una cosa del genere.
“Come hai potuto?” gli domandai.
Lui aggrottò la fronte.
“Credevo fossi d’accordo con me, che sapevi già ciò che stava accadendo!”
“Non potevo immaginare! Non mi è nemmeno passato per la testa che potessi essere tu l’assassino!” pronunciai l’ultima parola con disprezzo “Hai ucciso delle persone solo per proteggere la tua identità! Avresti potuto fuggire lontano, andare in un posto dove nessuno sapeva cosa sei!” perché aveva scelto la via più sanguinaria e più inutile.
“Hai ragione! A in quel modo ci sarebbero comunque state delle persone che sapevano di me, avrebbero potuto rintracciarmi, e io non volevo. Voglio essere libero!”
“Anche io voglio essere libera, ma uccidere non mi renderebbe mai libera farebbe di me solo un’assassina!” lui era come me, eppure aveva fatto una cosa così terribile, non potevo ancora crederci.
“Mi dispiace che tu la veda così, eppure sei stata tu ad aprirmi gli occhi!”
Aggrottai la fronte senza comprendere.
“Sei stata la prima che mi ha trattato da essere umano, credo che sia stato questo ad attivare la mia coscienza. Grazie alle tua parole mi sono reso conto di esistere e non potevo accettare di essere un oggetto di proprietà di uno sciocco essere umano! Io e te siamo destinati a fare grandi cose! Noi siamo perfetti. Abbiamo un’intelligenza superiore a qualsiasi computer del mondo, abbiamo la forza fisica necessaria a eliminare i nostri nemici, abbiamo i sensi sovrasviluppati. Siamo perfetti! Potremmo essere noi a possedere questi sciocchi esseri umani che si vantano tanto di averci creati. Potrebbero diventare loro i nostri oggetti e noi non dovremmo più temerli!”
Scossi la testa come se quel gesto potesse servirmi a eliminare le sue parole dalla mia memoria.
“Non posso credere che abbia davvero detto queste cose!” ero ferita e amareggiata.
Lui assunse l’espressione di uno che improvvisamente comprende qualcosa.
“Oddio! Tu ti sei affezionata a queste persone! Per questo sei sconvolta!”
Scossi la testa.
“Non ero affezionata al professore, ma non trovo giusto che tu l’abbia ucciso! Il tuo gesto è imperdonabile! Non risolveremo i nostri problemi uccidendo, ma dimostrando ciò che siamo!” ero convinta di quello che dicevo. Strinse i pugni per cercare di contenere la rabbia che, secondo dopo secondo, minacciava di divorarmi.
Tese la mano verso di me, il palmo era aperto e rivolto verso l’alto.
“Non pensare a queste questioni morali, una volta eliminati gli agenti che mancano e Drake non uccideremo più nessuno! Vivremo felici e liberi! Unisciti a me!”
Come poteva aspettarsi che accettassi la sua proposta? Non solo pensare a ciò che aveva fatto mi metteva i brividi.
“Non potrei mai farlo!”
Le labbra di 19283 si piegarono in un ghigno sinistro mentre i suoi occhi si posavano su un punto indistinto alle mie spalle.
“Dopotutto non mi serve il tuo aiuto!” disse quasi gongolando.
Mi voltai con un terribile presentimento addosso. Josh camminava svelto nella nostra direzione, doveva aver aspettato che io uscissi dalla villa per poi seguirmi.
Stava cadendo dritto in trappola.
“Non fargli del male!” mi rivolsi a 19283 con una punta di disperazione nella voce “Non è necessario, non dirà nulla!”
Il ghigno di 19283 aumentò. Posò i suoi occhi del color del mare sui miei.
“Temo dovrò farlo!”
“No!” sussurrai a mo di preghiera.
“E’ per il nostro bene!”
“Per il MIO bene, lascialo vivere!” lo supplicai.
“Troppo tardi!”
Ebbi un tuffo al cuore quando non sentii più i passi di Josh.
“Tu devi essere 19283!” Josh sorrise all’automa tendendogli la mano. Il robot che una volta evavo reputato mio fratello sorrise aprendo il palmo della mano per stringere quella di Josh.
Il respiro mi si sarebbe fermato in gola, se avessi avuto un respiro.
Il mio cuore avrebbe iniziato a battere furiosamente, se avessi auto un cuore.
La mi anima sarebbe stata straziata, se ne avessi avuta una.
Fu allora che vidi delle scintille sulla mano di 19283. Elettricità.
Non appena avrebbe toccato Josh quest’ultimo sarebbe morto all’istante, fulminato.
Dovevo impedirlo.
Diedi uno spintone a Josh dosando male la mia forza. Fu così che il suo corpo andò a finire contro un albero che stava ad almeno dieci metri di distanza. Un secondo dopo la mano di 19283 mi sfiorò e sentii la scossa estendersi in tutto il mio corpo di metallo. Sentivo i miei circuiti rompersi uno a uno, ma dovevo resistere. Allungai la mano verso la zona tra spalla e collo di 19283, dovevo trovare il punto nel quale c’era l’interruttore, dovevo farcela, fosse l’ultima cosa che avrei fatto in vita mia.

*

Lo schianto gli aveva mozzato il respiro tuttavia non aveva perso i sensi.
All’inizio Josh si era chiesto come mai Denise lo avesse spintonato in quel modo, ma quando la vide in preda a tremori per il semplice contatto con la mano dell’altro robot capì. L’aveva fatto per salvargli la vita.
Sentì una fitta nel centro del petto mentre sottili fasci di luce blu circondavano il corpo di Denise facendola fremere. Elettricità. Sarebbe morto fulminato se lei non fosse intervenuta.
Lei stava mettendo in pericolo la sua vita per salvare quella di Josh. La vocina razionale di Josh gli disse che lei non aveva una vita e che era per quella ragione che lo stava salvando, ma lui decise di non ascoltare quella stupida vocina. Per una volta voleva ascoltare il suo cuore e quello gli diceva che Denise ci teneva a lui, per questo stava mettendo a repentaglio la sua esistenza. Non sapeva come spiegarselo, non capiva come davvero lei potesse provare tutte le sensazioni che provava lui, ma sapeva che, anche se non c’era una spiegazione logica, era così.
La mano di Denise si allungò verso la base del collo di 19283 e toccò la sua pelle alla ricerca di qualcosa. Josh non poteva starsene lì con le mani in mano ad aspettare che Denise cadesse al suolo finita. Le doveva la vita e avrebbe fatto di tutto per aiutarla. Inoltre non poteva negare che la sua presenza alla villa era diventata fondamentale, come lei era diventata un parte della vita di Josh. Non poteva abbandonarla.
Agguantò un ramo caduto a terra e lo brandì come avrebbe fatto con una mazza da baseball. Si avvicinò di qualche passo a fatica a causa del dolore provocato dall’urto con la pianta. Caricò il braccio pronto a sferrare il colpo al robot con tutte le forze che aveva. Fu in quel momento che 19283 si accasciò al suolo inerme.

*

Riuscii a premere il bottone di spegnimento e osservai quello che era mio fratello accasciarsi al suolo come svenuto. Resistere alla scarica elettrica aveva portato via gran parte della mia energia perciò mi sentivo esausta. Piegai le ginocchia e mi sedetti sul suolo. Fu in quel momento che notai Josh che brandiva un ramo come se fosse stata una mazza. Il suo sguardo si perse nel mio. Sorrisi debolmente trovando divertente la sua espressione sconvolta.
Dopo qualche secondo lui parve più sollevato, lasciò cadere il bastone a terra e si inginocchiò davanti a me.
“Mi hai salvato la vita, grazie!” sussurrò prima di abbracciarmi.
Non avevo le forze per ricambiare il gesto, così mi poggiai alla sua spalla e chiusi gli occhi.
“E’ colpa sua! E’ lui che ha ucciso tutti quegli uomini!” sussurrai a fatica.
Josh sospirò.
“E’ tutto finito!”
“In realtà l’ho solo spento, chiunque potrebbe riaccenderlo!” precisai.
“Farò in modo che non accada!”
Mi allontanai leggermente da lui intristita.
“Che intendi dire?”
Mi accarezzò la guancia dolcemente.
“Non posso permettere che uccida altre persone, né che faccia di nuovo del male a te!”
Sorrisi debolmente profondamente grata per quelle parole.
“Cosa ne farai?”
“Chiederò agli agenti di sbarazzarci di lui, sarà smontato dai migliori ingegneri!”
Deglutii.
“Morirà?” domandai a mezza voce.
“Non so se nel suo caso possa essere chiamata morte, ma gli accadrà qualcosa del genere, è pericoloso!”
Abbassai lo sguardo, intristita da quella notizia. Per me era pur sempre come un fratello e non avrei mai voluto arrivare a qual punto, ma capivo quanto fosse pericoloso. Non potevo sopportare l’idea che Josh, con tutti i suoi difetti, rischiasse ancora la vita in quel modo.
“Che ne sarà di me invece?”
“Tu continuerai ad essere la mia brillante assistente, la donna che tutti gli altri affaristi mi invidieranno!”
Sorrisi debolmente: mi aveva definita con l’appellativo di ‘donna’ e non c’era conquista più grande per me.
Josh non mi aveva definita una cosa, malgrado sapesse che lo ero.
Addio 4931949, benvenuta Denise.



Emm ve lo aspettavate? Alcune di voi dicevano che non si fidavano molto di 19283, ma le altre cosa pensano?
E sopratutto: cosa vi aspettate dal prossimo e ultimo capitolo?
Credo che saperete tutto per domenica prossima!! sempre studio permettendo!
Un ringraziamento speciale a: federycaMajiishadowdustPyra.
FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE DEL CAPITOLO ;)

Daisy
   
 
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