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Autore: SilverAngel    17/05/2007    0 recensioni
Nabiki nasconde un oscuro segreto, tenuto nascosto per quattro lunghi anni. Il passato la perseguita come un ombra celata nel buio dietro di lei, che la osserva, la spaventa. E' il suo senso di colpa a prendere forma come punizione per i suoi peccati? O è davvero qualcuno che cerca le risposte a ciò che accadde quattro anni prima in casa Tendo? Scoprirete che tutte le leggende nascondono un fondo di verità. Vi auguro una buona lettura.
Genere: Drammatico, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Nabiki Tendo, Ranma Saotome
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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2) “Un segreto da nascondere a qualsiasi costo!”

Ranma si trovava seduto sul pavimento del bagno, che per fortuna era sempre molto pulito grazie a Kasumi. Teneva la testa e la schiena appoggiate a ridosso della parete che si trovava fra la vasca da bagno in stile orientale e la porta scorrevole che si apriva per accedervi.
 
Era bagnato dalla testa fino ai piedi, ma l’acqua della vasca che lo aveva inzuppato, non era fredda quindi si trovava ancora nella sua forma maschile, il suo volto era accigliato e pensieroso, guardava il soffitto del bagno come se cercasse qualcosa, forse una risposta a ciò che aveva appena fatto.
 
Un mugolio lamentoso si udì a pochi passi da lui, era Nabiki che cercava di dire qualcosa, ma più presumibilmente voleva urlare, sdraiata sul pavimento, anch’ essa bagnata fradicia si muoveva lentamente come se fosse appena stata investita da una macchina in corsa.
Si scostò tremante e impaurita dalla forma di Ranma che intravide con la coda dell’ occhio in un decimo di secondo, poi si diresse nell’altra ala del bagno dove si trovava il gabinetto,  andò a vomitare facendo versi che se si potessero descrivere non sarebbero molto carini. Vomitò anche l’anima ma tutto quello che venne fuori furono solo una decina di biscotti quasi digeriti e tanta, tanta acqua.
 
Il viso riprese conoscenza andò a bagnarsi la faccia con l’acqua fredda del lavandino li vicino, poi si guardò allo specchio, aveva le lacrime agli occhi il viso pallido e impaurito, ripensò fugacemente a ciò che visse un attimo prima, i ricordi erano confusi ma la mano di Ranma che la spingeva dentro la vasca a forza era vivido dentro la sua testa. Diede un’ altra sciacquata al viso, e quando si tirò di nuovo su vide Ranma allo specchio, cacciò un urlo abbastanza forte da rovinargli un po’ le corde vocali, anche se il ragazzo col codino non si scompose più di tanto e si avvicinò alla ragazza dai capelli castani.
 
“Non ti avvicinare BASTARDO” urlò con quanta voce ebbe in corpo, il viso sempre più impaurito e le mani tremanti indussero Ranma a cambiare zona, portandolo in camera sua.
 
Nabiki continuò a pettinarsi i capelli e a togliere quella sensazione di paura e di pressione che aveva sulla nuca. Sarebbe morta se lui avesse continuato, sarebbe morta se lui non avesse tolto la mano in tempo. Ripensò alla lezione della prof. di storia,”Albert Einstein  formulò una teoria dal quale si può pensare che il tempo sia inesistente, e che noi lo utilizziamo come forma di misura come se fosse un metro o una bilancia. Lui disse che se ti trovi al parco con una bella ragazza le ore ti sembreranno secondi (Affermazione che scaturì l’ilarità della classe), ma se invece metti una mano dentro dell’acqua bollente i secondi ti sembreranno ore.”
 
Capì infine di essere rimasta solo qualche secondo con la testa dentro l’acqua, di sicuro Ranma cercava solo di farle riprendere i sensi magari a modo suo cercava di salvarla anche se in cuor suo non aveva chiesto proprio niente. Si sentiva comunque in debito con Ranma e allo stesso tempo in colpa per aver comprato quella roba da Hiroshi , le amiche gli avevano sconsigliato di prenderla ma lei diceva che con gli esami alle porte stava passando un periodo di stress, sapeva che come giustificazione sarebbe stata accettata solo da una mandria di psicologi. Mentre a suo padre gli sarebbe venuta una crisi nervosa, sua sorella Kasumi avrebbe perso ogni fiducia in lei e sua sorella Akane non l’avrebbe più guardata negli occhi. Chi rimaneva poi? La scuola? I vicini? Chi?, alla fine un pensiero la invase.
 
“RANMA” 
 
In palestra intanto si trovava ancora l’asciugamano fradicio di sudore che aveva usato Ranma, e quell’ oggetto che cadde pochi secondi fa producendo quel suono metallico cadendo a terra. Si trattava infatti del brucia-incensi di Happosay che aveva lasciato li dopo l’allenamento con l’ombra parecchi mesi fa, si ricordò che Happosay usò lo stesso per far comparire lo spirito della ragazza col codino malvagia che era dentro di lui,
 
 
Ma certo. Chi l’ aveva vista in quelle condizioni? Chi era l’unico in grado di testimoniare l’avvenuto? Era lui, il ragazzo che cambia sesso. Il ragazzo che avrebbe potuto dire in giro che la sorella cattiva di Akane si sballa in casa quando non la vede nessuno. "Si è così, lui non dovrà parlare e non parlerà. O magari vorrà minacciarmi?" Pensò Nabiki, e per una volta nella vita si sentì in trappola, scese in cantina, c'erano diversi pannelli in plexiglas, gli operai che li montano come rinforzo alle finestre le molte volte che queste vengono distrutte a causa di Ranma e dei suoi "amici", le hanno lasciate li, a portata di mano, assieme a dei flaconi di cloroformio, che in artigianato funge da collante per quei pannelli. Sul suo volto comparve un espressione malvagia. Con uno di quei flaconi, il suo piano sarebbe stato completo.
 
“Devo fare in modo che non parli…MAI PIU’” pensò dentro di se Nabiki
 
Ranma era seduto sul pavimento di quella stanza che, anche se piccola e semi-vuota, era accogliente e gli permetteva di riflettere, cercava di ripensare a prima, ma nel suo subconscio cercava di cancellare quei pensieri decise di andare di nuovo da Nabiki e stavolta cercare in qualche modo di scusarsi o almeno farsi dare una spiegazione per il suo gesto stupido. Si alzò facendo scricchiolare un po’ le gambe che si erano rilassate in quella posizione, e si diresse verso la porta, la sua mano era a pochi centimetri dalla porta, ma prima che potesse aprirla si aprì dall’altra parte…
 
Un quarto d’ora dopo…
 
Nabiki si mise un abitino succinto, una stoffa nera strettissima che racchiudeva la parte davanti e quella dietro del suo corpo tra due stoffe trattenute con dei cordoncini che mostravano i due lati completamente nudi mettendo anche in mostra il prosperoso seno con una generosa scollatura. Un vestito che avrebbe fatto intervenire tutti i maniaci della zona se solo avesse messo il naso fuori casa. Per fortuna si diresse soltanto verso la camera di Ranma, si controllò di nuovo allo specchietto per vedere se aveva messo la giusta dose di trucco e cominciò a percorrere il corridoio che la divideva dalla camera di Ranma, aveva il cuore in gola non sapeva quel che stava facendo, continuava a ripetersi che era la cosa giusta da fare e a domandarsi “Ma sarà la cosa giusta da fare?”
 
Nabiki era davanti alla sua porta, il silenzio padroneggiava quell’istante in cui stava per girare la maniglia della porta, il cuore batteva forte nel petto, la fronte sudava e le mani tremavano incontrollabili. Fece un respiro profondo e aprì lentamente la porta. Nabiki, col fascio di luce che proveniva dal corridoio che illuminò brevemente la stanza vide soltanto Ranma richiudere frettolosamente il suo armadio. La stanza era buia ma richiuse ugualmente la porta dietro di lei, dopodiché solo il buio di quella stanza sarà a conoscenza di quel che successe.

Silver Angel's Note: La suspance devo dire che mi viene proprio bene, non vedo l'ora di farvi leggere il prossimo capitolo, il titolo è: “Dal diario di Nabiki” a presto
  
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