Ti ha chiamata.
Alla fine ha
ceduto, e ti ha chiamata.
Voleva qualcuno
che gli stesse vicino in questo momento e la presenza di Alexis, per
quanto
vitale per lui, non basta ora come ora.
Ha preso il
telefono e ha composto il tuo numero, quello della sua musa, quello
della donna
che ama.
Sua madre è in
ospedale. È stata colpita da un ictus.
I medici gli hanno
dato poche speranze. Gli hanno detto chiaramente che se dovesse
sopravvivere
potrebbe avere delle gravi invalidità.
Spesso alcuni dei
soggetti colpiti, muoiono durante le prime settimane non riuscendo a
superare
la fase acuta della malattia.
È disperato.
Sua madre è sempre
stata il centro della sua vita.
Lei l’ha cresciuto
da sola, senza chiedere l’aiuto degli altri.
Non ha mai saputo
cosa sia successo ai genitori di sua madre. Sa solo che non è più
tornata a
casa dopo aver scoperto di essere incinta.
Forse i suoi nonni
non hanno mai accettato la gravidanza, o forse la sua voglia di
indipendenza
era più forte, tanto da non accettare nessun aiuto.
E ora è lì, inerme,
distesa su un lettino bianco dell’ospedale.
Alexis piange e
dopo averla convinta che andrà tutto per il meglio, riesce un po’ a
calmarsi,
anche se entrambi sanno che non andrà affatto bene.
Ha voglia di
chiamarti. Vorresti sapere che Martha sta molto male.
Così, lentamente,
compone il tuo numero.
Tu rispondi
allegra, ma ti blocchi di colpo quando senti il tono della sua voce.
Sai che è successo
qualcosa.
Ti chiede di
andare da lui all’ospedale. Ti dice solo che sua madre è stata
ricoverata lì.
E tu ti precipiti
da lui.
L’hai detto anche
a Ryan, Esposito e Lanie. Anche loro fanno parte della famiglia.
Quando arrivate
c’è solo Alexis nella stanza e si butta fra le tue braccia.
Esposito chiede
cos’ha avuto Martha, e la piccola Castle spiega che è stato un ictus e
che i
medici non hanno dato molte speranze.
Lanie abbassa lo
sguardo.
È un medico
legale, sa benissimo cosa succede al cervello quando viene colpito da
un ictus,
sia in caso di morte sia in caso di sopravvivenza.
Ti guardi intorno
e chiedi dove sia. Alexis risponde che è andato a prendere un caffè.
Annuisci ed esci
per andare a cercarlo.
Ti dirigi verso la
macchinetta, ma non lo vedi. Sai che quei caffè non gli piacciono
proprio.
Così pensi al bar
dell’ospedale e, una volta lì, lo cerchi con lo sguardo ma non lo trovi.
Alexis ha detto
che è andato a prendere un caffè, ma forse non è così.
Forse si è
allontanato solo per non dover stare ogni secondo in quella stanza
infernale.
Esci fuori dall’ospedale
e lo trovi da solo da una parte, a riflettere, a fissare il vuoto
davanti a lui.
Ti avvicini, ma è
come se non ti vedesse.
Gli prendi la mano
e solo a quel tocco, lui si volta verso di te, come se gli fossi
apparsa dal
nulla, come una creatura magica.
Sospira.
-“Mi spiace
davvero tanto Castle!”- gli dici.
Lui è in grado
solo di annuire.
-“Cosa è successo?
Eri con lei?”- ti chiedo gentile.
-“Si. È stato… è
stato orribile. Un attimo prima era tranquilla e un attimo
dopo…sembrava che
fosse impazzita. Ha iniziato a urlare e a sbattere la testa da una
parte
all’altra. Il viso è diventato rosso e poi viola e-e… io non sapevo
cosa fare…”-
Si blocca e si
accorge che sta piangendo solo quando le tue dita asciugano le sue
lacrime.
-“Sshh Rick. Non
posso prometterti che andrà tutto bene, ma posso prometterti che io ci
sarò!”-
dici con fermezza.
Lui ti guarda con
ancora gli occhi umidi dalle lacrime.
Sta per risponderti
quando tu lo anticipi:
-“Always!”-
Ti abbraccia.
Ha bisogno di quel
calore umano che solo tu gli puoi dare.
Non è una cosa che
fa spesso, sa quanto tu sia chiusa.
Tu circondi il suo
corpo con le tue braccia.
Vorresti che fosse
lui ad appoggiare la testa sul tuo petto, ma quella differenza di
altezza non te
lo permette, così sei tu che poggi la testa sul suo torace, cercando di
alleviare
un po’ la sua sofferenza.
Sente il tuo
profumo invadere i suoi sensi olfattivi.
Sente il profumo
di te su di lui.
Era di questo che
aveva bisogno. Solo di un po’ di conforto da te.
Quando sciogliete
quell’abbraccio, entrambi avvertite quella sensazione di freddo e vuoto.
E poi tutto si
svolge in un attimo.
Ti ha spinta verso
il muro e ti ha baciata.
La tua schiena ha
colpito il muro retrostante e quando hai capito cosa stava per succede
era
troppo tardi perché le sue labbra erano sulle tue.
Hai spalancato gli
occhi per la sorpresa, ma non ti sei tirata indietro e quando hai
sentito le
sue mani scendere e afferrare i tuoi fianchi, gli hai circondato il
collo con
le tue braccia.
Sai che è
maledettamente sbagliato, lo sai, ma lo fai lo stesso.
Le sue labbra si sono
aperte insieme alle tue desiderose di assaporarsi, e quando le vostre
lingue si
sono toccate, capisci quanto hai desiderato baciarlo.
Hai sentito tutta
la sua passione ma allo stesso tempo disperazione per tutta quella
situazione,
con te che non avete mai parlato di tutto ciò che vi è successo durante
la
vostra partnership e per Martha che probabilmente non ce la farà.
Ha continuato a
baciarti ma hai avvertito tutto il suo dolore, tutta la sua sofferenza.
E poi bruscamente
si è staccato da te come se si fosse reso conto solo ora della cazzata
che ha
fatto.
Ti guarda.
Tu hai uno sguardo
confuso, ma hai le labbra gonfie e le guance rosse, e per lui sei una
visione
celestiale.
-“Scusami. Scusami
Kate…”- riesce a dire prima di allontanarsi da te e risalire veloce in
camera
da sua madre.
E tu non puoi fare
altro che stare lì impalata, e mentre poggi la testa al muro, ti chiedi
cosa
succederà domani.
Bene questa è davvero l'ultima che ho pronta e per un bel pò di tempo
non pubblicherò altro.. ma non si sa mai, come mi ha detto qualcuno! ;)