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Autore: michele giuli    02/11/2012    0 recensioni
John Merrick, in realtà Joseph, nacque nel 1862 a Londra. Per la sua evidente deformazione fu chiamato "uomo elefante". La sua vita fu triste e mai riuscì a farsi accettare come essere umano ma, grazie alla sua fede, nella morte vide solo la pace. La scrittura è ispirata dal capolavoro del cinematografico "The Elephant Man" di David Lynch.
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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John Merrick. Mi specchiai profondamente in un’immagine materna ma un vetro cinico urlò: Il parere della Natura non è mai con Dio. Dove inizia l’uomo, finisce la bestia. Ma ammetti la realtà? Nulla è più feroce della fragilità agli occhi dei forti. Vecchie ombre oscureranno un finto sole ma sarò stanco e finalmente troppo umano per divertire. Lo spettacolo è finito e tu ancora mi parli fra i sedili di questo teatro in cui non sono un elefante. Sono Romeo. In questa notte dormirò come la bambina la cui polvere scivolò dal mio pugno. Triste e solitario molo, mi protendo all’eterno ma ancor non abbandono il terreno. Io so che agli occhi del cielo sarò il più fortunato, poiché niente muore mai.
  
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