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Autore: V a m p i r e    03/11/2012    6 recensioni
Morgana Pendragon è la pupilla del re. Perfetta in ogni occasione, il suo matrimonio servirà ad unire il regno più ricco a quello di Camelot. Doveva affascinare re e principi, non certo un certo cavaliere ubriacone e donnaiolo.
Gwaine ha assi nella manica, però. Come la libertà e il fascino del ragazzo ribelle.
Morgana cederà alle sue attenzioni? O preferirà rimanere nel suo mondo noioso ma sicuro?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Galvano, Morgana
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non mi appartiene nulla, è tutto della BBC.
Due o tre note prima di iniziare :3
Le circostanze in cui Gwaine viene proclamato cavaliere sono diverse, e Morgana non ha ancora scoperto i suoi poteri né è diventata malvagia, quindi direi che il contesto è la prima stagione.
Amo troppo questa coppia impossibile per non crearci qualcosina!
Recensite per favore!

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1. Il ragazzo libero e ribelle.



Quell’uomo era il classico tipo da evitare.
Morgana lo aveva visto quella sera, alla cerimonia d’investitura da cavaliere, e Gwen le aveva detto che l’aveva fermata per farle la corte nel corso del pomeriggio, al mercato.
Era la pupilla del re, pertanto le era stato insegnato fin dall’infanzia quali uomini potesse o non potesse frequentare.
Più nello specifico era ben accetto che lei affascinasse re e principi in visita, sempre a debita distanza, perché il suo matrimonio sarebbero servito come quello di Arthur a unificare Camelot a qualche regno, ma non era lecito che fosse oggetto di attenzioni di cavalieri o uomini di ceto più basso.
Di certo non ubriaconi che fingevano di avere sangue reale nelle vene.
Allora per quale motivo Gwaine non smetteva di fissarla un secondo?
In più c’era qualcosa in lui, una somiglianza. Quel volto non le era nuovo, l’aveva già visto da qualche parte, anche se testimoniava di venire da un paese lontano, seppur nelle terre di Uther.
Quando il cavaliere le si avvicinò, il suo primo istinto fu quello di correre via. Il suo orgoglio però ebbe la meglio, secondo la regola che Morgana Pendragon non scappava di fronte a nessuno. Mai.
«Lady Morgana.» Fece un inchino vistoso e le prese la mano.
Morgana accennò una risposta mentre scrutava Uther con la coda dell’occhio; non voleva problemi a causa di un cavaliere che non sapeva quali fossero le regole di corte o come tagliarsi i capelli.
«La vostra bellezza vi precede.» Continuò Gwaine, lo sguardo malizioso che si posava palesemente sulle curve della ragazza.
«Anche la vostra reputazione.» Morgana era a disagio, una nuova sensazione per lei. Fin da piccola era sempre stata all’altezza di tutte le occasioni, la figlia perfetta che il re non aveva avuto.
Chi poteva essere quell’uomo per metterla in imbarazzo?
«Non credere alla reputazione di un uomo, dice solo la metà delle cose che ha fatto.» Aveva già abbandonato il “voi” in favore di un ben poco rispettoso “tu”. «E la vostra vi presenta come una bellezza di gran valore, ma sono sicuro che abbiate altri pregi.»
La pupilla del re rimase a bocca aperta, irritata perché non era riuscita a trovare la risposta tagliente che avrebbe voluto. Non poteva permettersi di fare allusioni di fronte ad una sala gremita di persone.
«Come osi...»
«Gwaine, vedo che hai già conosciuto Lady Morgana.» La voce di Arthur fece sobbalzare entrambi, come se fossero stati colti sul fatto. Sul fatto di cosa? Sul fatto di niente, rispose la voce della ragione della ragazza.
«La meravigliosa lady Morgana.» Ripeté il cavaliere, prima di sorriderle e andare via dalla sala del trono.
«E’ un uomo coraggioso.» Commentò Arthur, ignaro di tutto. «Mi ha salvato la vita, il minimo che mio padre potesse fare era nominarlo cavaliere.»
«Ho sentito dire che non prova molto rispetto per i nobili.»
«Suo padre era un cavaliere, quando è morto la madre ha chiesto aiuto al re del luogo e lui glielo ha negato. Ha perso fiducia.»
«E allora come mai la decisione di diventare parte del tuo esercito?»
«Evidentemente pensa che io sia meglio del suo re.» La liquidò, felice di potersi adulare.
Con un sorriso di circostanza decise che sarebbe stato meglio rientrare nelle sue stanze. Gwaine l’aveva sconvolta più del dovuto e sapeva per certo che non avrebbe dormito a causa dei suoi incubi, quindi era inutile ritardare l’inevitabile.
«Morgana, hai dimenticato questo.» La voce la fece sobbalzare per un momento. Quel ragazzo proprio non voleva arrendersi. Teneva per due dita un piccolo fiore bianco, probabilmente simile a uno di quelli che aveva offerto a Gwen, o almeno così le aveva detto la sua serva.
«Ricicli i fiori, Gwaine?»
«Penso che stia meglio a te.»
«È un modo gentile per dire che stai tentando di fare con me quello che hai tentato di fare con Gwen?»
«Non è colpa mia se Camelot è piena di donne belle come voi.»
«E ha fin troppi uomini come te.»
«Andiamo, non conosci uomini come me. Qualcuno ti ha fatto complimenti simili ai miei prima d’ora?»
«No, perché non sono solita frequentare le taverne.»
Entrambi soddisfatti dagli scambi di battute si rilassarono, pronti a salutarsi.
Morgana non aveva mai trovato qualcuno che la sfidasse e si confrontasse con tanta sicurezza come faceva lui.
La infastidiva, la innervosiva e una buona parte di lei avrebbe voluto sbatterlo al muro e fare cose che non le era permesso leggere nei libri delle cortigiane.
Si irrigidì, sentendo che stava perdendo il controllo che la contraddistingueva in ogni occasione. Stare troppo vicino al cavaliere ribelle le faceva anche quell’effetto.
Libertà.
Una libertà che nel castello di Camelot molto spesso non aveva, era soffocata in una prigione d’oro. Prigioniera di regole che non le andavano a genio e incubi – premonizioni? – che non sapeva spiegarsi.
«Buonanotte, Gwaine.» Concluse la conversazione con un piccolo inchino.
«Buonanotte, Lady Morgana. Sognami, perché io lo farò di sicuro.»
Il sorrisetto che le regalò prima di andare lasciò intendere che tipi di sogni le avrebbe riservato.
   
 
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