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Autore: kiara_star    03/11/2012    8 recensioni
"Sembrano lontani quei giorni ad Asgard. Sembra solo un ricordo che si confonde con il sogno, la vostra prima lotta. Poi ne sono seguite così tante che hai perso il conto. Non sei neanche sicuro siano accadute sul serio. Forse è stata l’abitudine di quella spirale di amore-odio che non ti rende in grado di rammentare cos’è verità e cosa illusione.
«Morirà... presto»
"
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Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jane Foster, Loki, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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E dopo
Note Autrice:
Sarà che è un periodo estremamente angst, sarà che mi sembra di essere tornata ai vecchi tempi, quando mi bastava sentire due note tristi e ci scrivevo su una storia deprimente. Sarà tutto o sarà niente, fatto sta che questa è la storia che è venuta fuori sulle note di "Goodbye Philadelphia".
Vi avviso: se volete sorridere, cambiate pagina. Se volete struggervi ed autolesionarvi, restate pure.
kiss kiss Chiara

Note Storia:
what if, Tematiche delicate; Post-The Avengers; Post Tutto.
Thor/Jane, Thor/Loki brothership

Incipit: Thor ha rinunciato ai suoi poteri per restare sulla Terra con Jane. Ha un nuovo nome, una nuova vita mortale. Ma i loro giorni insieme non sono destinati a durare. Questo Thor lo sa. Questo, lo sa anche Loki.
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E dopo...




"And I would lay your body down and rock your tears away

But it’s much too late for now to be like yesterday
And the time is running out and we still have to say
Goodbye"






«Lo voglio.» Le sorridi dolcemente e lei ricambia.
«Per il potere conferitomi, vi dichiaro marito e moglie!» È dolce il suo sorriso, dolce come la prima volta in cui ti ha sorriso, solo più stanco, solo più triste. «Puoi baciare la sposa».
Si odono fischi ed applausi e tu le prendi piano il mento dandole un leggero bacio sulle labbra morbide. Le sorridi ancora. È sempre bella Jane, anche adesso, forse di più, forse più di un tempo, più di prima, prima della malattia, quando era ancora una testarda astrofisica e tu eri ancora il dio del tuono.
«Coraggio ragazzi, un bel sorriso!» Darcy scatta qualche foto e ti ritrovi colpito dal flash in pieno viso. Jane ride e tu ti senti felice e triste allo stesso tempo. Le sposti una cioccia dalla fronte. I suoi capelli non sono più castani. Sotto quel velo, spuntano ciocche brune che non le appartengono.
Pochi invitati per quel matrimonio. Lei ha voluto così. Solo amici intimi, nessun parente, perché la sua famiglia ora sei tu.
Tu non avevi nessuno da invitare, eppure ti sei accorto che c’è un ospite infiltrato. L’hai notato da quella mattina, dietro il tronco di castagno del giardino. Hai sentito il suo odore, hai udito i suoi passi benché avesse volteggiato sapiente nell’aria senza toccare suolo. Ma anche se non sei più un dio, riesci sempre a riconoscere i passi di tuo fratello.
Il banchetto prosegue. Musica allegra, bicchieri di vino alzati al cielo. Tutti sembrano divertirsi, anche la tua piccola Jane.
«Torno subito.» Le baci delicatamente la mano e ti allontani lasciandola al tavolo fra le chiacchere di Jimmy e Darcy. Ti allontani dalla festa verso un luogo più appartato, dove nella solitudine di qualche albero, c’è solo una vecchia altalena malandata.
E lui è lì.

«Loki...» Gli sorridi e lui ti sorride nel suo solito modo, fra un ghigno ed una smorfia annoiata.
«Thor.» Il tempo non l’ha scalfito, e davanti a te c’è l’immagine del vecchio Loki, dei suoi capelli corvini sempre in ordine, della sua pelle chiara, dei suoi occhi dal colore che non hai mai saputo definire. Perfetta sintesi del suo cuore criptico.
Tu invece sei cambiato, e non perché non hai più la barba sul volto ed i tuoi capelli sono legati indietro, non perché c’è qualche ruga in più a segnarti il viso, non perché hai rinunciato ai privilegi ed alle responsabilità di padrone del tuono. Sei cambiato perché forse hai imparato ad accettare che si cambia.
«Bella cerimonia.» Ti si avvicina e tu fai qualche altro passo verso di lui. Le mani nelle tasche del completo elegante che sei obbligato ad indossare. Lui come sempre avvolto dal nero e verde delle sue raffinate vesti.
«Perché sei qui, Loki?» Sai che non è una visita di piacere. Oh, come potresti pensare il contrario? Sono anni ormai che non vedi il suo viso. Per te sono anni, per lui forse solo giorni, forse secoli.
Ti sorride ancora inclinando la testa di lato.
«Il viso liscio ti dona. Quella barba ti ha sempre dato un piglio saggio che non ti è mai appartenuto.» Annuisci ridacchiando. Fa qualche altro passo elegantemente per girarti intorno. Sai che sta ponderando i suoi pensieri, le sue prossime parole, perché Loki è sempre stato un cinico calcolatore. «Il Padre degli Dèi ti manda i suoi saluti» sospira, e tu fai un mezzo giro per incontrare ancora il suo sguardo.
«Quando l’hai visto?»
«Molte lune fa...» Qualche altro passo e ti è di fronte. «Non ho potuto porgerteli prima in quanto sono stato parecchio impegnato.» Ghigna ancora e tu accenni ad un sorriso, stanco, forse, probabilmente solo rassegnato.
«Continui a creare caos, fratello?»
«È la mia natura.» Annuisci ancora. «Tu invece? Come va la vita da mortale?» Domande che ne celano altre e tu l’hai imparato bene, ma le tue risposte non sono della stessa materia ambigua. Non lo saranno mai.
«È la vita che ho scelto.»
«Un sacrifico enorme... Per una donna» sospirano le sue labbra sorridenti, ma la vena che le attraversa è opposta, e tu lo avverti distintamente. «Ti confesso che quando ho saputo quello che avevi fatto, stentavo a crederci. Sapevo che fossi stupido e sentimentale...» si prende una pausa e tu ti perdi in quelle iridi così chiare e così torbide allo stesso tempo. «Non avrei immaginato celassi anche un lato così autolesionista.»
«Non l’ho fatto per me.»
«L’hai fatto per lei. Lo so. E questo rende la tua scelta ancora più patetica... fratello.» Hai imparato a sentirgli pronunciare quella parola con veleno, con una sottile patina di offesa, ma tu preferisci non badarvi. Preferisci credere che lui ti consideri ancora suo fratello. Nonostante il male che vi siete fatti, nonostante l’odio che vi ha travolti e poi annientati, nonostante le numerose sconfitte che avete subito entrambi.
Sembrano lontani quei giorni ad Asgard. Sembra solo un ricordo che si confonde con il sogno, la vostra prima lotta. Poi ne sono seguite così tante che hai perso il conto. Non sei neanche sicuro siano accadute sul serio. Forse è stata l’abitudine di quella spirale di amore-odio che non ti rende in grado di rammentare cos’è verità e cosa illusione.
«Morirà... presto.» Alzi lo sguardo verso le foglie degli alberi. Sai bene che ha ragione, eppure cerchi di sfuggire a quella verità che tanto fatichi ad accettare. «Lo sai questo?» Ma Loki vuole sentitelo dire e tu sei troppo stanco per non accontentarlo.

«Sì, lo so.» Sei troppo stanco per continuare a lottare con lui, con il suo odio, con il tuo amore.
Puoi udire in lontananza la musica. Puoi quasi vedere Jane sorridere serena e ti senti meglio e peggio allo stesso tempo, perché se l’hai sposata è perché la ami, eppure farlo adesso ha uno strano sapore. Sapere che forse non riuscirete a festeggiare neanche un anniversario insieme, ti schiaccia il petto come un macigno.
«Non le farò del male.» Non hai bisogno di sentirglielo dire. Lo sai. Sai che se è lì, non è per Jane.
Non è lì per rovinare quel giorno.
È lì solo per te. Forse per sorridere della tua sofferenza, forse per schernire la tua scelta, forse solo per poterti parlare e fingere che le cose non siano cambiare. Loki ha sempre amato fingere: fingere di odiarti, fingere di amarsi.
«È bello vederti.» Sei sincero. È bello rivedere il suo viso e riascoltare la sua voce. È bello poter parlare senza usare armi o guerra. Perdersi in un breve attimo sospeso nel tempo, in cui i conflitti e i dolori che vi hanno unito e diviso una lunga vita, sembrano assopirsi.
Loki non ti risponde, ma sai che lo pensa anche lui, ché se è venuto lì, sulla sua odiata Terra, è solo perché voleva vederti. Non sai se esserne felice o meno, perché quella sua visita ti suona quasi come un addio. Nel tuo cuore ingrossato da affanni e sofferenze, da rimorsi e rimpianti, speri che non sia così.
«Quando accadrà, cosa farai? Cosa farà il potente Thor?» Sai bene a cosa si riferisce, e ti lasci sfuggire un sospiro.
«Non sono più il potente Thor» lo correggi con un lieve sorriso e Loki sorride a sua volta.
«Lo sarai sempre... Che tu lo voglia o meno. Non sono forza e potere a fare il Dio del Tuono.» A orecchie esterne suona come un complimento, ma non è così. Le tue orecchie sanno dare a quelle parole il giusto valore, non di mera lusinga, ma una triste sentenza, quasi una divina maledizione.
Quel nome pesante che hai lasciato ad Asgard, solo Loki te lo rimembra. Ora sei Donald, anche su quel certificato di matrimonio. Neanche Jane ti chiama più con quel nome che a suo tempo trovò bizzarro. Vuoi essere Donald, eppure la grandezza di quel titolo che tanto ha schiacciato ed allontanato tuo fratello, ora la senti comunque pesare sul tuo corpo mortale.

«Morirà e tu resterai solo.» Loki è alle tue spalle. Schiena contro schiena. Non vedi i suoi occhi ma sai sono rivolti al cielo, così come lo sono i tuoi.
«Fino a quel momento le starò accanto.»
«E dopo?» Solo il silenzio segue le sue parole, solo il rumore lontano di balli e risa.
E dopo, non sai cosa accadrà. Non sai cosa succede ad un cuore mortale quando perde chi ama. Un dio soffre in eterno. Un uomo forse soffre finché ne ha la forza. Forse la tua scelta di diventare uno di loro, è stata solo un modo per sfuggire ad un’eternità di dolore. Forse non c’è nobiltà nel tuo gesto. C’è solo la paura di un fanciullo. Il dolore di un fratello che ha amato troppo, di un amore che è diventato un fardello.

Poi il rumore delle foglie secche. I passi che si fanno lontani.
«Tornerai a trovarmi, fratello?» Lo senti ridere.
«Non ci conterei troppo...»
Non ti volti. Sai che già non è più lì con te. Sai che il suo profumo sta svanendo piano, perdendosi nel lieve vento che soffia su Philadelphia in quella mattina di Novembre.

«Io sarò sempre qui» lo sospiri nel vuoto prima che una voce chiami il tuo nuovo nome, prima che Jimmy venga per trascinarti in un doveroso ballo con la sposa.
E mentre la stringi fra le braccia, puoi sentire che la scelta che hai fatto è la più giusta, che anche se la perderai presto, aver dato tutto per quel breve tempo insieme ne è valsa la pena. E dopo... Dopo non sai cosa accadrà.
Forse è solo colpa di quel nuovo cuore umano che ti batte nel petto, ma inizi a credere che avrai un fratello che ti asciugherà le lacrime, che ti sorreggerà per non farti crollare. Un fratello con cui condividere quella mortale solitudine.





***



È di nuovo Novembre, ma Jane non è più con te.
Se ne è andata in un pomeriggio di Giugno, nelle prime giornate d’estate.
Sei sulla veranda di quella grande casa vuota, a guardare il cielo inspiegabilmente sereno per quel periodo. Seduto sulla sedia di legno, stretto nel maglione, con una leggera barba che ti sta ricrescendo sul viso.

Ti alzi ed esci in giardino.
Sorridi.

«Sapevo saresti tornato!»
Il suo sorriso, i suoi occhi.
È tutto così reale, eppure quando alzi lo sguardo al cielo, sai che Loki non è lì con te, che non lo stai davvero guardando, che non ti sta davvero sorridendo.
Perché Loki non è più tornato da te.

E le parole si perdono come ogni volta nel silenzio del tuo dolore, della tua solitudine.
Tua. Tua, soltanto.













...








  
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