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Autore: _Safyra    03/11/2012    7 recensioni
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Una danza sfrenata e un senso di colpa che era pronto a sbucare dal nulla per rovinare un istante di assoluto piacere e spensieratezza univano Elena e Damon in una cosa sola.
Ma quel Damon e quella Elena che si stavano spensieratamente divertendo a ballare e a nutrirsi degli umani che li circondavano erano come avrebbero dovuto essere veramente. Semplici e innamorati.
Amanti e in una sorta di telepatia.
Si comprendevano per quello che erano e non per quello che dovevano essere per piacersi sul serio.
Ed erano avvolti in una segreta intimità che riuscivano a far trapelare solo in quei momenti di pura beatitudine.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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Sanguinis est reatus


La musica rimbombava freneticamente nelle orecchie di Elena, la quale non appena ebbe oltrepassato la soglia dell'ingresso catturò subito il delizioso profumo degli umani che le ballavano intorno. I suoi occhi correvano fra la folla eccitata, guizzanti, probabilmente alla ricerca di una preda. E in ogni momento Elena poteva sentire la costante e preziosa presenza di Damon al suo fianco, che in silenzio e con un sorriso compiaciuto scrutava con lei le persone nella stanza.

Poi Elena adocchiò il faccino di un ragazzo che poteva avere sì e no la sua età, e facendo un cenno a Damon decise di avvicinarsi a lui, con l'intento di attirare la sua attenzione.

Non si era mai sentita così carica e arzilla in tutta la sua vita: desiderava bere il sangue che scorreva nella giugulare di quello sconosciuto con tempestosa urgenza, così, quando prese a interpretare perfettamente la parte di una sciacquetta con gli ormoni a mille, riuscendo a isolare il ragazzo, si sentì realizzata.

Bella festa, vero?”, la voce di lui la fece sorridere ancora di più, e la sua nuova e incorreggibile natura si preparò ad entrare in scena.

Già”, Elena mandò giù il suo Bloody Mary, poi abbandonò da qualche parte il bicchiere per ritrovarsi a sbattere con un gesto secco la sua preda contro il muro, fissandola dritta negli occhi.

Non urlare”, ordinò prima di sporgersi verso il collo del giovane e infilzare i canini affilati nella pelle. Nettare rosso cremisi cominciò a scenderle giù per la gola, caldo e denso, e mentre quella delizia le annebbiava la mente non si curò nemmeno dell'arrivo di Damon.

Mmh... ricordati che l'obbiettivo non è ucciderlo”, fece il vampiro, vedendola continuare a bere senza alcun ritegno.

Elena”, la richiamò nuovamente Damon.

Elena decise finalmente di staccarsi dal ragazzo, anche se un po' controvoglia.

Bel tocco – disse a quel punto Damon, complimentandosi con l'amica che gli lanciò un'occhiata tutta fiera – come ti senti?”

Ooh, lui non poteva immaginare quanto si sentisse felice e soprattutto ancora affamata. “Mi sento bene”, un sorriso intrepido le ulluminò il volto, la bocca ancora sporca di sangue, un invitante scusa per Damon, che avrebbe tanto voluto ripulirla con la sua stessa lingua.

Poi Elena gli si avvicinò d'un tratto e gli allacciò le braccia al collo, senza alcun preavviso. Damon, interdetto, rimase con le mani campate per aria solo per qualche istante, dopodiché ricambiò la stretta e il suo viso divenne il ritratto della dolcezza.

Elena gli respirò sul collo, inibendo quel buon senso che in realtà lui non aveva mai voluto mantenere. Damon si sentì felice, poi la sua felicità divenne eccitazione, e fu così che il suo autocontrollo fece forfait. “Ne voglio ancora.” mormorò poco dopo Elena.

Damon la strinse ancora più forte prima di interrompere il contatto e lasciarla andare, facendosi coinvolgere dalla stessa elettricità che aveva contagiato lei. La serata stava per iniziare.

 

Elena si muoveva freneticamente sotto le note di Feel so close, mischiandosi alla folla e alzando le braccia per esultare ad alta voce. Era libera, assetata e virtuosa: scaricava la sua riserva illimitata di energie e si perdeva in quel fracasso, ballando con una piccola e graziosa ragazzina che aveva accettato in un muto assenso di unirsi a lei nel ritmo dei bassi.

Le pulsazioni provenienti dalla vena del suo collo furono subito nelle orecchie di Elena. “Non fiatare”, farfugliò con il respiro corto, ammaliando la medesima persona per la medesima volta, prima di posare le labbra già sporche sulla pelle della giovane.

Bevve solo per alcuni sorsi, poi tornò a saltare e a volteggiare sulla pista da ballo. A poca distanza, un Damon sempre più inebriato dal sangue stava giungendo per poter iniziare una pazza (ma forse dolce ) danza insieme a lei. Elena lo guardò con lascivia, quasi denudandolo con la forza del pensiero, poi gli fu accanto e lui la prese per i fianchi, toccandola, accarezzandola. Pelle contro pelle, anima contro anima. I due abbassarono le palpebre e si lasciarono trasportare da quel momento di libidine, uniti come due magneti.

In quelle calde, anzi bollenti effusioni non c'era imbarazzo, né competizione o rancore. Quel Damon e quella Elena spensierati, che si stavano divertendo ballando e bevendo, erano solo come avrebbero dovuto essere davvero. Semplici e innamorati.

Amanti e in una sorta di telepatia.

Si comprendevano per quello che erano e non per quello che avrebbero dovutoessere per piacersi sul serio. L'uno era, a modo suo, responsabile dell'altro.

Ed erano avvolti in una segreta intimità che stavano riuscendo a far trapelare solo in quei momenti di nefasto piacere.

Damon aprì gli occhi, rivelando un azzurro più liquido che ghiacciato, e assaporò con lo sguardo l'attimo in cui Elena si leccò le labbra e poi le dita. E non ci pensò due volte a prenderla per il polso e avvicinare la mano sporca alla bocca, “pulendola” in un modo tutto suo.

Elena non ci aveva messo molto a realizzare ciò che il suo compagno stava per fare, così sorrise di un sorriso che sapeva di losco e proibito, rispondendo al gesto incauto di Damon toccandogli con l'indice il mento altrettanto impiastrato di sangue, sospirando e annaspando.

Lui gemette appena, un verso labile, impercettibile, gustandosi il sapore del sangue mischiato a quello della pelle di lei.

Dunque finì a malincuore la sua “disinfestazione”, e quasi in contemporanea avvertì l'occhiata ammonitrice di due iridi nere poco più in là. Quando si voltò col capo, scoprì una Bonnie sbigottita e arrabbiata ad osservarli da lontano. Elena seguì il suo sguardo e subito quel luccichio che le aveva fatto brillare gli occhi fino a quel momento venne sostituito da smarrimento e terrore per se stessa.

La sua espressione gridava: cosa sto facendo? Cosa sono diventata?

Me ne devo andare”, bofonchiò prima di raggiungere in poche falcate la sua amica strega.

L'aria fresca della notte la rese più lucida e razionale.

Chi sono? Perché mi comporto così?”, disse, esasperata.

Bonnie la guardò con ribrezzo, assottigliando la vista sui rivoli di sangue che le macchiavano la pelle. “Perché hai dato retta a Damon e Damon fa sembrare una buona idea tutto quello che vuole.”, rispose quest'ultima, sapendo che l'amica non le avrebbe di certo dato torto.

No – disse invece la vampira, fissando un punto indefinito dinanzi a sé – no, lui ha solo cercato di aiutarmi, sono stata io che...”

No, Elena. È lui che non sa gestire la situazione.”

Uno sbuffò da parte dell'oggetto della frase fece irritare ulteriormente Bonnie, che si voltò e puntò un dito contro Damon. “L'hai fatta andare fuori controllo!”

Non era fuori controllo! - obiettò Damon, spazientito – si stava divertendo!”

Elena gli lanciò un'occhiata priva d'espressione. “Ma chi sono adesso?”, gli domandò.

Sei un'altra persona. Un vampiro. Noi uccidiamo e ci nutriamo perché siamo dei predatori

Ma questo non vuol dire che lei debba diventare come te”, replicò la strega.

Damon rise piano. Perché Bonnie non riusciva a capire? “Lei è già come me”, disse subito dopo.

A Elena venne immediatamente in mente l'allucinazione che aveva avuto quando era stata avvelenata. Anche allora Damon aveva pronunciato le stesse parole. Che queste fossero una conferma?

No! Non lo permetterò.”, Bonnie non si diede per vinta.

Ci sarà una volta che mi dirai << sì, Damon. Hai ragione, i fatti stanno così >>?”, esclamò lui, inviperito.

Smettetela – Elena chiuse per un interminabile attimo gli occhi – non continuare a vedere cose che non ci sono, Bonnie. È così e non si può cambiare”

Quest'ultima rimase interdetta. “Cosa? Credi sul serio a...”

Sì, ci credo”

Finalmente!”, il vampiro alzò teatralmente le mani verso il cielo, ma Bonnie lo fulminò con uno sguardo.

Elena aveva capito, la sua amica no: era troppo disgustata dalla situazione e da tutto quello che era appena successo, in più odiava la filosofia di Damon e odiava Damon.

Voglio andare a casa”, disse rivolgendosi a lui, che divenne più serio e circospetto.

Bonnie sospirò per l'esasperazione e decise di andarsene, lasciando i due soli.

Calò un teso ed imbarazzante silenzio che accompagnò Damon ed Elena fino alla Camaro. Mentre andavano a casa, lei si scervellò sul fatto che tutto quello che aveva fatto, anche se era andato contro la sua politica, non l'aveva condotta a pensare di aver fatto un enorme errore.

Sbagliando s'impara”, commentò Damon, quasi come se le avesse letto nella mente, mentre apriva lo sportello dall'auto e si dirigeva verso la veranda di casa Gilbert insieme a lei.

Quest'ultimo invece si era convinto che forse una serata così non si sarebbe mai potuta ripetere e che dopo quella volta Elena non gli avrebbe sicuramente più chiesto il suo aiuto.

Non voglio fare sbagli di cui potrei pentirmi”, mormorò la ragazza.

Pensi di averne fatti?”, Damon sperava involutamente in una risposta positiva.

No.”

Si sorprese nello scoprire di non aver fatto centro, e un sorriso involontario gli increspò le labbra.

No, perché... so che devo imparare a convivere con tutto questo, col sangue intendo, e che dovrò fare anch'io le mie esperienze, belle o brutte che siano.”

Damon allungò una mano e le accarezzò una guancia. “Ricordati di una cosa: nessuno, nemmeno il vampiro più bravo che abbia mai conosciuto, è riuscito a non perdere il controllo, né a lottare contro la voglia di uccidere qualcuno almeno una volta. Il sangue è responsabilità e tu ce la farai, ne sono certo.”

Elena venne colpita dalla veridicità di quelle parole.

Io ci sarò sempre.”

Lo so.”, disse, sorridendo debolmente, mentre Damon azzardava a rubarle un bacio a fior di labbra e il suo cuore s'immobilizzava insieme al resto del suo corpo. Elena lasciò che la lingua di lui disegnasse la forma della sua bocca e che una sua mano penetrasse sotto la maglietta fino all'orlo dei jeans.

Poi la porta d'ingresso cigolò e uno Stefan sorpreso rimase a fissarli pietrificato.

Il sangue era responsabilità, si ripeterono mentalmente Damon ed Elena all'unisono, senza sapere che i loro pensieri erano condivisi da entrambi, e con un muto cenno si allontanarono, a disagio, pronti per assistere alla reazione del minore dei Salvatore.

 

 

Spazio autore:

 

Buondì :) Speravo di scrivere una OS riguardante la quarta stagione, ma non trovavo l'ispirazione, poi ho visto la 4x04 e anche se ne sono stata enormemente delusa, ho deciso di ideare “Sanguinis est reatus”. Credevo che questa frase fosse molto appropriata per il momento che ho descritto, inoltre ho voluto cambiare la reazione che Elena ha avuto non appena Bonnie le ha fatto ritornare il buon senso con una semplice occhiata: per come la vedevo io, era giusto che provasse un brivido di piacere misto ad adrenalina, perché come ho già fatto dire a Damon, sbagliando s'impara. Questa è la cosa che la farà andare avanti.

Okay, non parliamo più di quella disgustosa puntata! XD Preferisco ritirarmi e aspettare che voi mi diciate cosa pensate di questa One-shot ;)

Grazie a tutti per aver letto,

Sha

   
 
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