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Autore: betacchi    03/11/2012    1 recensioni
E' la morte, che fa paura.
Cos'è, la morte?
Un passaggio. Un sogno. Il nulla.
La morte è fredda. La morte è rumorosa. La morte è pianto e sofferenza.
Non è un sogno, ma un incubo; affondaci, mentre lo spettro d'un sorriso t'accompagna nella tua ultima discesa.
{ Fandom: Axis Power Hetalia; Character: Sealand; Avvertimenti: Death!fic. }
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Principato di Sealand/Peter Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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{ Fandom: Axis Power Hetalia;
Character: Principato di Sealand //Peter Kirkland;
Avvertimenti: death!fic;
Words: 806. (One-Shot) }





| Deeper. |


Boom.
Un'altra esplosione.
Boom, boom, boom.
Ancora ed ancora; le sue orecchie da bambino innocente non concepiscono quel suono come qualcosa di cattivo.
Boom, boom.
Qualcuno bussa alla porta. Qualcuno, ma un altro "boom" ed il bussare cessa.
Boooom.
Un'altra esplosione, più lunga, più feroce. Dondola, un bambino, sotto quella che sembra una scrivania rovinata dall'usura. Trema di paura, perché tali orrori, uno come lui, non dovrebbe mai vederli, né sentirli, men che meno provarli in prima persona.

‹ Vivremo sempre insieme, vero? ›
‹ Perché no, dopotutto? ›


Voci chiare riecheggiano nella sua mente, ricordi lontani di giorni in cui non c'erano 'boom', ma solo qualche 'tic' in lontananza. Parlano di speranze distrutte con un solo 'boom', di desideri affondati da due di quelli, di famiglie disintegrate da quel 'boooom' con troppe o.
Dondola, il bambino senza capello, dondola e trema, di freddo, di paura, di solitudine.
Boom.
Tutto finisce; dopo, il silenzio. Non s'odono pianti né grida, non s'ode felicità né disperazione. Vuoto, quel posto era vuoto, così come il suo animo eliminato da quei continui 'boom'. Tremolante, il bambino biondo che aveva perso il sorriso s'avvicina alla porta della sua camera, la apre, osserva il mare sotto di sé e trema. Continua a tremare, torna nella sua stanza, sotto il tavolo. Calde lacrime gli bagnano le guance ch'hanno perso ogni qualsivoglia tipo di colore. Nessuna emozione ha il diritto di dominare il suo animo se non la paura, il terrore della morte e del rimanere solo.

Pluff.
Corpi che cadono nel blu del mare, parti di lui stesso che affondano come ogni su desiderio di salvezza. La sua felicità, la sua spensieratezza.
‹ Diventerò una grande nazione! ›
La sua felicità, la sua spensieratezza, affondano con quelle che sono le parti vitali del suo essere Nazione: territorio, popolo.
No, lui non era una nazione, non lo era e non voleva più esserlo. Aveva paura d'essere una Nazione. Aveva paura di perdere ogni cosa.
Pluff.
Un bambino, senza cappello, con un vestito che di bianco ha null'altro che il ricordo. Un bambino biondo, con delle labbra screpolate che d'un sorriso mantengono solamente l'ombra. Un bambino, con null'altro che un desiderio affondato in quello che è un mare troppo profondo anche solo per tentare di recuperarlo.
Boom.
Sonoro, devastante. Crolla, con quell'inaspettato rumore, anche l'ultima ancora della sua salvezza. Crolla lui stesso, gli occhi socchiusi -perché morire osservano come il mondo aveva deciso di tradirlo non era nei suoi piani. Non voleva sapere chi aveva iniziato quella guerra, non voleva sapere chi aveva deciso di attaccare proprio lui, un bambino nato solo e che sarebbe morto ugualmente abbandonato.
Pluff.
L'acqua accarezza ogni singolo angolo del suo corpo, attraversando quel leggero abito troppo consumato dalla povere da sparo al quale odore non si sarebbe mai abituato. I pensieri vagano, all'interno d'un cervello che si sta riempendo d'acqua cristallina, pura. Il corpo affonda, pronto a raggiungere coloro che lo aveva reso Nazione, o qualcosa di molto vicino ad essa. Si lascia accarezzare, desideroso di quell'ultimo contatto con colui che non l'aveva mai abbandonato, come un mendicante verso pochi spiccioli gettati con noncuranza nel vento da un molto più ricco mercante. Morboso, il suo desiderio. Tenta di respirare, ma ciò che invade le sue piccole narici non è null'altro che acqua. Le orecchie non odono più gli aerei in lontananza, non odono più la morte che s'avvicina sotto forma di uccello metallico con tanto di naso rosso sangue.
Le orecchie non odono, il naso non respira. Il cuore smette lentamente di battere: desidera continuare a vivere, ma il cervello è spento. S'è arreso, così come gli arti immobili d'un corpo che affonda, come trascinato da mani lisce come la seta. Un dolce canto lo accompagna, un dolce canto che sente il suo cuore, non le sue orecchie chiuse ad ogni suono terreste.
Un canto dolce e soave, proveniente dagli abissi del mare. "Non c'è riposo certo per chi affonda in queste acque" : no, v'era solo il canto di quelle sirene delle buie profondità, solo la pressione che distrugge con violenza il cuore d'un corpo che non resiste più di qualche attimo.
Dicono che il cervello continui a pensare per sette minuti, dopo la morte.
Dicono che il cuore smetti di battere lasciando dietro di sé l'eco d'una vita passata a sorridere.
Dicono che sulle labbra di colui che muore felice ci sia sempre lo spettro dell'ultima risata.

Ma quando il corpo fuligginoso del biondo bambino tocca la sabbia leggera degli abissi di quel mare afflitto da correnti, il cervello aveva ormai smesso di pensare.
Quando il corpo tocca la sabbia pallida di quell'inferno che l'uomo ingenuo chiama oceano, il cuore non aveva lasciato nessun eco a rincuorare lo spirito di coloro che erano deceduti insieme a lui.
Quando egli muore, nessuno spettro decide di prender dimora sulle sue ferme labbra.
E diventa pallida, la sua pelle. Diventano viola, le sue labbra. Diventa freddo, il suo corpo. Su, in superficie, il sole splende come se nulla fosse accaduto. Il mare è calmo, quale pesce nuota distratto ad annoiato sopra quei corpi abbandonati.
Ed un cappello, lentamente, si posa sul petto silenzioso del bambino biondo che non sorriderà mai più.





Note dell'autrice: Bonsoir!
Allora, tutto ciò è leggermente imbarazzante da spiegare. Perché-- nessuno sano di mente s'immaginerebbe la morte d'un bimbo pucci pù (?) come Sealand. Invece io, che non sono per nulla normale, l'ho immaginato. Non chiedetemi assolutamente perché l'ho voluto fare.
Quindi, ehm-- ecco a voi questa cosa. Lasciatemi un commento se v'è piaciuta, un commento se non v'è piaciuta oppure lanciatemi un canguro. Li prendo al volo, sono allenata.
A presto!

betacchi.

   
 
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