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Autore: Yuki Delleran    20/05/2007    9 recensioni
Come sarebbe stata la vita del giovane principe Athem se al suo fianco ci fosse stato un piccolo schiavo? Il suo ruolo come Faraone sarebbe cambiato? E come sarà la vita di Yugi alla corte d'Egitto? La storia di un'amicizia nata durante l'infanzia che a poco a poco si approfondisce diventando il legame più importante.
Soggetto: masayachan
Sviluppo e stesura: Yuki Delleran
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atemu, Yuugi Mouto
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DISCLAIMER: tutti i personaggi appartengono a © Kazuki Takahashi.


The Pharaoh & the Slave 2
THE PHARAOH & THE SLAVE

di Yuki Delleran




02
UN PRINCIPE EGOISTA


Una nuova stagione era passata, sottolineata dalla periodica piena del Nilo che scandiva lo scorrere del tempo nelle vite della popolazione egizia. In quel periodo a palazzo vi era un gran fermento, anche se Athem non riusciva a farsi riferire notizie precise. Sapeva solo che una minaccia era in avvicinamento ai confini e che suo zio Aknadin forse aveva trovato la soluzione per scongiurarla. Suo padre, il Faraone AknamKanon, non si era preso la briga di spiegare nei dettagli la situazione a un bambino di sette anni, ma Athem si rendeva conto di quanto fosse preoccupato e turbato da un evolversi degli eventi che non si aspettava. Nemmeno Mahad poteva o voleva dirgli niente di preciso quindi il principe finiva sempre per sfogarsi con Yugi che col passare dei mesi era diventato il suo migliore amico.
«Sono davvero stufo! » esclamò anche quel giorno. «Credono che sia stupido o cosa? Se ne sono accorti anche i sassi che sta per succedere qualcosa di brutto! »
Yugi però aveva la testa altrove e lo ascoltava solo in parte le sue lamentele.
«Sai, Athem, » lo interruppe ad un tratto. «molto presto farò un viaggio con la mia mamma e la mia padrona. »
Athem si zittì e lo fissò perplesso: c’era un pericolo in agguato e la nobile Tiye partiva per un viaggio? Quella storia gli sembrava molto strana.
«Dove andate? E quando tornate? » chiese ansiosamente.
L’espressione di Yugi si oscurò.
«Non lo so, mi dispiace. A dire il vero anche se sarò con la mamma e la padrona, preferirei rimanere qui. Tu… mi mancheresti molto…»
A quelle parole Athem si rilassò e sorrise.
«Se è così, forse so cosa fare. Non preoccuparti. »
Quella sera, prima di coricarsi, trattenne Mahad nella propria stanza e lo interrogò.
«Voglio sapere che viaggio sta progettando mio zio Aknadin per sua moglie e il suo seguito. » esordì. «So che ne sei a conoscenza, Mahad, tu sai sempre tutto. Ti ordino di parlarmene. »
Il ragazzo tentennò: evidentemente quell’ordine era in contrasto con un altro che gli era stato dato precedentemente.
«Sua maestà mi aveva vietato di parlartene ma in realtà non ne so molto. Tutto quello che posso dirti è che il maestro Aknadin ha intenzione di allontanare la nobile Tiye e il loro figlio Seth dal palazzo per assicurare la loro incolumità. Non so dove andranno né per quanto tempo. Ad essere sincero non ne conosco nemmeno il reale motivo, potrebbe essere legato al modo trovato dal maestro Aknadin per scacciare i barbari che premono ai confini, ma non posso affermarlo con certezza. » spiegò infine.
Athem si stese su letto con aria meditabonda. Suo zio era sempre stato un tipo strano, chissà cosa stava macchinando in realtà? Suo padre ne sarà stato davvero del tutto al corrente? L’indomani sarebbe andato di corsa a parlare con Aknadin.
Mahad gli rimboccò le coperte sorridendo indulgente.
«Non hai motivo di preoccuparti di queste cose. Riposa tranquillo, ti auguro una buona notte, mio principe. »
Al contrario, Athem riteneva di averne motivo eccome.

L’indomani, subito dopo i riti del mattino, Athem si recò in visita all’ala del palazzo riservata alla famiglia di Aknadin. Evitò le sale dove sapeva di trovare dame e ancelle e si diresse direttamente all’uscita del corridoio che conduceva al tempio da dove sapeva che lo zio sarebbe rientrato. Infatti lo vide avvicinarsi di lì a poco.
«Che la gloria di Ra illumini la tua giornata, principe Athem. » esordì Aknadin secondo il saluto rituale.
«E la tua, nobile zio. » rispose Athem. «Sono qui per farti una richiesta molto importante. »
Tentò di dare un tono solenne alla propria voce e di assumere un’aria di superiorità nonostante dovesse alzare la testa per guardare negli occhi l’uomo di fronte a lui.
«A tua disposizione. » disse Aknadin accennando un inchino.
«Voglio che tu mi ceda lo schiavo Yugi. »
Era stato molto diretto e non era sicuro che quella fosse la soluzione migliore, ma non gliene era venuta in mente nessun’altra. Del resto, come sosteneva suo padre, non c’era modo migliore per far sì che gli altri credessero nella grandezza del tuo potere che mostratene convinto a tua volta. Un principe non doveva mai mostrarsi esitante di fronte al nemico.
Aknadin sembrava perplesso.
«Yugi? Non capisco a chi… Oh, parli del figlio della schiava orientale di Tiye? Te ne faresti ben poco, è pressoché inutile »
«A maggior ragione, ti sto offrendo la possibilità di liberartene. Cosa intendo farne è affar mio. »
Dal cambiamento di espressione di Aknadin, Athem capì di aver fatto un passo falso.
«Sai, in fondo mi dispiacerebbe separamene, Tiye gli è molto affezionata. Inoltre di tratta di uno schiavo di razza esotica, merce preziosa che non posso cedere facilmente. » disse infatti lo zio.
Athem gli aveva lasciato capire che teneva a Yugi, in questo modo ora Aknadin aveva il coltello dalla parte del manico e poteva guidare a suo piacimento la trattativa. L’unico modo per uscirne a testa alta era sfruttare il suoi privilegi in quanto figlio di re. Non che amasse ricorrere a questi mezzi per ottenere ciò che voleva, ma era l’unica soluzione che gli veniva in mente per non rimanere coinvolto in quello che poteva diventare un ricatto. Aknadin era un tipo infido ed era sicuro che anche adesso stesse portando avanti un progetto poco chiaro.
«Mi dispiace per tua moglie e per il prestigio del tuo seguito, ma non intendo trattare. Ti ordino di cedermi Yugi. Ho il diritto di farlo e tu lo sai, questa è la mia ultima parola. »
Aknadin si irrigidì e Athem capì di avere vinto: nessuno poteva venire meno a un ordine diretto senza pagarne le conseguenze, nemmeno il fratello del re. Molto probabilmente con quel gesto il giovane principe si era guadagnato il rancore dello zio, ma in quel momento poco gli importava. Era troppo felice per essere riuscito a scongiurare una sua separazione dall’amico più importante che aveva.
La soddisfazione però fu di breve durata. Si esaurì esattamente quella sera quando, dopo cena uscì in giardino e trovò Yugi a disperarsi ai piedi della stessa palma sotto la quale era stato consolato da lui mesi prima.
«Cosa succede? Perché stai piangendo? » chiese allarmato avvicinandosi.
Yugi alzò su di lui gli occhi arrossati e lucidi.
«Il mio padrone non mi fa entrare nella stanza della mia mamma. » singhiozzò. «Ha detto che non potrò più vedere né la mamma né la padrona. Forse sono stato cattivo e adesso lui non mi vuole più…»
A quelle parole Athem cominciò a rendersi conto dell’entità di quello che aveva fatto.
«Non prendertela, non sei stato cattivo. » tentò di spiegare. «E’ perché tu adesso sei mio. Ho chiesto allo zio Aknadin di darti a me, ma non significa che non vedrai più tua madre. Se io gli dirò che voglio che tu la veda, non ci saranno problemi. »
Yugi sgranò gli occhi in un’espressione sbalordita.
«Quindi… quindi è colpa tua se non posso nemmeno dormire nella mia stanza? »
«Non ti devi preoccupare, ne avrai una nuova. Potrai dormire con i miei servitori. » rispose Athem tentando di consolarlo.
La reazione di Yugi lo spiazzò completamente.
«Non voglio stare con i tuoi servitori! Voglio stare con la mia mamma! » gridò. «Perché mi hai fatto questo?! »
«Ma io…»
«Pensavo fossi mio amico! Non importa se sei il principe, non voglio più vederti! Ti odio! »
Sconvolto da quelle parola che si sentiva rivolgere per la prima volta in vita sua, Athem si voltò e corse via abbandonando l’altro bambino nell’oscurità che calava. Si rifugiò nella sua stanza e tra le braccia di Mahad che lo aspettava. Il ragazzo non sembrava per nulla sorpreso e prese ad accarezzare in modo rassicurante i capelli del principe finché questi non si calmò.
Dopo un lungo silenzio, Athem iniziò finalmente ad esprimere le proprie perplessità.
«Non capisco, Mahad. Ho fatto una cosa così cattiva da meritare di essere odiato? Volevo solo che Yugi rimanesse con me, non certo che mi odiasse! »
«Le tue intenzioni erano buone, ma non hai tenuto conto delle conseguenze che si sarebbero riflettute su Yugi. » spiegò pazientemente Mahad. «Il tuo è stato un comportamento egoistico, hai pensato solo a quello che avrebbe fatto piacere a te senza pensare che Yugi ne avrebbe sofferto. Da questa situazione puoi trarre una lezione importante: un sovrano deve sempre ponderare bene le sue decisioni, non può permettersi di agire d’impulso perché le sue azioni si ripercuotono sempre su più persone di quanto pensi. Se il popolo non sta bene, significa che chi lo governa ha compiuto qualche atto sbagliato. »
Athem rimase in silenzio a riflettere, poi annuì con convinzione.
«Ho capito. Hai ragione. Domani mi scuserò con Yugi e lo restituirò allo zio Aknadin. »
Mahad sorrise e si accinse a prepararlo per la notte.
«Penso sia una buona idea. » disse. «Ora dormi e non preoccuparti di niente. Mi occuperò io di convincere Yugi a dormire in una delle nostre stanze. »

Il mattino giunse fin troppo presto e Athem venne svegliato da un forte trambusto proprio fuori dalla sua stanza.
«Aspetta! Non puoi! Il principe sta dormendo! »
La voce di Mahad.
«Lasciami andare! Lasciami! Athem! Athem! »
Quella era la voce di Yugi!
Athem balzò dal letto e si precipitò fuori dalla stanza scarmigliato e con addosso solo il gonnellino da notte. Davanti ai suoi occhi, nel mezzo del corridoio, Yugi si dimenava stretto tra le braccia di Mahad che lo aveva sollevato da terra per bloccarlo.
«Cos’è tutta questa confusione? » chiese il principe. «E’ successo qualcosa di grave? »
Yugi si liberò dalla presa di Mahad e corse da lui con espressione disperata.
«Lo so che ti ho detto che ti odiavo, ma ti prego, aiutami! La mia mamma non c’è più! Il padrone ha detto che lei e la padrona sono partite stanotte! Mi hanno lasciato qui! Athem, prego, devi fermarle!»
Era accaduto quello che non potevano prevedere: la partenza non era ancora stata fissata e Athem non si aspettava che fosse così presto. Il peso del senso di colpa iniziò a farsi strada dentro di lui. Spostò lo sguardo su Mahad in cerca di sostegno e consiglio, ma lo vide scuotere la testa con espressione rassegnata. Per ragioni di sicurezza nessuno, nemmeno Aknadin, conosceva la destinazione del viaggio di Tiye. Circondò con le braccia le spalle tremanti di Yugi.
«Mi dispiace. E’ colpa mia. Mi dispiace davvero tanto ma non posso fare niente. Però ti prometto una cosa: non ti lascerò mai da solo e quando saremo più grandi andremo insieme a cercare tua madre. Non odiarmi, ti prego. »
Yugi cominciò a piangere.
«Manterrai la promessa, vero? La manterrai? Io non ti ho mai odiato, però non ho nessuno tranne la mamma e adesso ho solo te…»
«Certo che la manterrò. Sei il mio migliore amico, non ti lascio nei guai. Non succederà mai più come ieri sera, se non vorrai stare da solo potrai stare con me. La mia stanza è la tua. »
In quel momento Athem avrebbe fatto qualunque cosa per espiare il forte senso di colpa che provava, ma per riuscirci avrebbe dovuto aspettare ancora molto tempo.


CONTINUA...



NOTICINA DI YUKI:
Secondo capitolo! Scusate tanto se oggi non mi dilungherò molto nella nota, ma sono reduce dall'incontro di Volterra con Stephenie Meyer e sono letteralmente distrutta (chi sa di cosa sto parlano può capire. C'è qualche Twilighters all'ascolto?^_^) Passo quindi subito ai ringraziamenti a chi ha recensito. Mi avete fatto tantissimo piacere!
chibymiky: Grazie mille! Ecco il seguito, spero che possa piacerti altrettanto!
lunachan62: Tesoooooro!!! Te l'ho già detto, ma sono contentissima di vedere che mi recensisci anche qui! Grazie!! Sono stata davvero felice di conoscerti a Volterra! Mi ha fatto tantissimo piacere!! Un bacio!
Lally92: Bhè, per la bellissima idea devo anch'io ringraziare Masayachan! ^_^ Che bello, un'altra lettrice di Meren! Per il momento io ho letto solo "Il respiro di Amon" ma conto di procurarmi al più presto gli altri! Aspetta e vedrai, col passare del tempo la storia si "attorciglierà"...
Selly: Ecco aggiornato! Non preccuparti, cercherò di postare regolarmente un capitoletto a settimana! ^_^
masayachan: E io sono felice che tu abbia commentato anche qui! Davvero! ^///^ Quello che penso della tua doujinshi già lo sai, quindi ti dico solo, VAI AVANTI COSI' CHE SEI BTRAVISSIMA!!!
gatta1290: Grazie mille! Spero che con l'andare dei capitoli continui a piacerti!
Hermyone: Anch'io trovo i bimbi tenerissimi! Adorabili!! Però dai, non piangere... Mi dicono sempre che le le storie fanno piangere. Se inizi adesso più avanti sarà una tragedia... Acc, niente spoiler! :-p ^_^
Francesca Akira89: Oh, mamma. Il tuo commento mi ha dato un po' da pensare... Sto diventando troppo prevedibile? -_-''' Però per quella che io intendo come la vera scena madre di questa storia ci sarà da aspettare ancora un bel po'... Armatevi di pazienza!
Un bacio e a presto!
YUKI-CHAN



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(«Yugi, non posso farlo! Non posso salire al trono! Non adesso! »)
   
 
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