Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Ricorda la storia  |      
Autore: HitomiKisugi    04/11/2012    3 recensioni
A Jo non era mai andato tanto a genio il “lavoro di squadra” preferendo, piuttosto, fare le cose individualmente. Forse questa volta potrebbe piacerle.
Un’altra One shot, Jock atto sesto!
Attenzione! Possibilità di OOC!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brick, Jo, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: A tutto reality - La vendetta dell'isola
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Isola dei Perdenti, Canada.
 
Dawn era nel boschetto alla ricerca di Brick e Jo per chiedere loro di darle una mano.
Non fu affatto difficile trovarli. Le loro specialità erano sfidarsi e litigare. Soprattutto litigare.
Stavolta le loro discussioni si erano fatte accese, tant’era che se li potevano sentire anche ad un chilometro di distanza. Intimorivano persino gli animaletti che erano nei paraggi!
 
-… Tanto tra un po’ mi sarai fuori dai piedi! Non sentirò la tua mancanza!- sbraitava lei.
-Non ti preoccupare che anche per me varrà la stessa storia!- ribatteva lui, offeso.
Raggio di Luna alzò gli occhi al cielo per un breve istante, in segno di esasperazione.
Quei due… Stavano a bisticciare scambiandosi frecciatine avvelenate già da tempo indefinito, ma dalle loro auree poteva leggere la verità dietro ai loro comportamenti. Come era meglio definirli? Bugiardi, timidi, orgogliosi o infantili? Qualunque termine fosse, non potevano andare avanti così, fino a che erano rintanati su quell’isola. Gran bel modo di passare gli ultimi giorni! Si sarebbero anche salutati così, tenendo il muso?!
Basta! Dovevano finirla! Avevano bisogno di una bella spinta!
 
Quando giunse davanti a loro, li trovò a guardarsi in cagnesco.
-Scusate se interrompo i vostri discorsi, ragazzi.- esordì Dawn con la solita calma composta. –Ma sono qui per chiedervi il vostro aiuto.-
Brick staccò lo sguardo da Jo per sorridere gentilmente all’amica.
-Signora, in cosa possiamo essere utile?- chiese con fare accogliente.
Calamity si limitò a guardarla di sottecchi.
-Verrò subito al sodo. Vedete, in questi giorni mi sto occupando delle sorti di un coniglio. Purtroppo poco fa mi sono accorta che è scappato ignorando le mie raccomandazioni di rimanere dove era. Il fatto è che era malconcio e lo avevo curato, ma ancora non si è del tutto ristabilito. Dovrete aiutarmi a ritrovarlo, per favore. È qui in giro, lo posso sentire!-
-Ah, bene! Ci chiedi di dare la caccia ad un coniglio! Facilissimo!- sbottò sarcastica Jo. -Questa zona sarà piena di conigli uno uguale all’altro. Come faremo a capire qual è il tuo? E poi non potevi tenerlo sotto guinzaglio?-
L’altra ragazza ignorò quell’affermazione così scortese e proseguì a parlare.
-Non potete sbagliarvi! Sì tratta di una specie che appartiene all’isola radioattiva, è approdato fin qui nuotando. È tutto azzurro, occhi neri ed è naturalmente fornito di branchie. È grande così!- e, allargando un pochino le braccia, diede le dimensioni di un pallone da calcio. –Allora ditemi: posso contare su di voi? C’è il rischio che possa avere una ricaduta, è quella la cosa che mi assilla.-
“Ma figurati se io mi scomodo per quella bestiaccia!” pensò per niente entusiasta Jo, pronta a liquidarla con un “no”.
-Non preoccuparti Dawn! Ti aiuteremo noi a trovarlo!- esclamò Brick precedendola, felice per una nuova missione.
-Hey!- protestò subito la compagna, ma nessuno dei due sembrò darle retta.
-Oh, grazie ragazzi! Sapevo che non mi avreste delusa!- sorrise commossa la lettrice di anime. –Allora ci vedremo più tardi! Io, nel frattempo, lo cercherò da quest’altra parte!- e indicò alla sua sinistra.
 
Appena se ne fu andata, Calamity si scagliò contro di lui con uno sguardo decisamente poco amichevole.
-Stammi a sentire tu! Come ti sei permesso di dire “noi”? Io non ho tempo da perdere in simili stupidaggini! Io mi tiro fuori da questa storia, soldato! Ti arrangi, hai capito?- e con quello chiarì la propria posizione. Figuriamoci poi l’idea di far alleanza con una persona con cui aveva litigato da poco!
Brick la guardò perplesso.
-Perché te la prendi tanto? Che c’è di male ad aiutare chi ne ha bisogno? Guarda i lati positivi della faccenda: faresti una buona azione e avresti un’amica in più!- e vi aggiunse un sorriso incoraggiante per convincerla a collaborare nella ricerca.
-L’unica amicizia che tengo a mantenere in quest’isola è quella con il sacco da pugilato! Ho la mia tabella di marcia che intendo rispettare!- affermò perentoria: per lei la questione era finita lì.
 
No. Per quanto potesse sforzarsi, la recluta proprio non riusciva a capire certi suoi comportamenti. Si era sempre chiesto perché la ragazza facesse di tutto per isolarsi e farsi rendere insopportabile davanti a tutti. C’era sicuramente un motivo dietro e a lui sarebbe piaciuto poterla aiutare, se solo avesse confidato i suoi problemi. E invece niente. Era una barriera invalicabile vivente.
-Dai, non fare così! Aveva detto che era qui intorno, giusto? Se collaborassimo insieme, se organizzassimo un bel lavoro di squadra, lo troveremmo facilmente e finiremmo anche prima!-
-Ah, tu e il tuo lavoro di squadra!- Jo alzò esasperata gli occhi al cielo come se si fosse trattata di una parola disgustosa. –Sai cosa penso a proposito del lavoro di squadra? Che è una cosa inutile, stupida! Se vuoi proprio convincermi a collaborare, allora voglio che la nostra sia una sfida a pieno titolo!-
Brick, a quel punto, esaurì di colpo la sua pazienza. Fedele ed orgoglioso della sua formazione militare, non poteva tollerare che si parlasse male di cose così belle ed importanti. Decise di farsi valere e difendere il proprio onore.
-Cosa intendi per “inutile”? Il lavoro di squadra è una cosa importantissima nella vita, non inutile e nemmeno stupido! E te lo garantisce uno che ha vinto una strage di medaglie in tal riguardo!- e porse il pollice verso se stesso, fissandola con occhi combattivi che da soli bastavano a lanciare l’ennesima sfida.
Jo ricambiò quello sguardo. Al fuoco avrebbe riposto col fuoco.
-Quello che voglio dire è che solo attraverso una competizione che si può stabilire il valore di una persona! Perché dover spartire la vittoria con gli altri, quando puoi godertela tutta da solo? Ci guadagni in autostima e te lo garantisce la sottoscritta!-
-Dimostrare di essere il migliore non è fondamentale!-
-Certo! A sentirlo dire da te, è credibile! Ti fai sempre battere da me!- e detto questo sorrise subdola. Uno a zero per lei.
Il cadetto ignorò quelle critiche infelici e continuò dritto per la sua strada.
-Il lavoro di squadra ha una serie di vantaggi che quello individuale non ha!-
La bionda sbuffò seccata, non vedendo l’ora di finirla. Quant’era insistente quello lì!
-Bene, genio! Allora dimmene qualcuna!- sbottò.
-Ci si aiuta a vicenda! Tu cosa faresti se fossi sola e ti trovassi in difficoltà? E se magari ti facessi anche male?-
-Naturale, mi arrangerei! Non puoi sempre pretendere che ci sia qualcuno sempre disponibile ad aiutarti! E pensi che il lavoro di squadra sia meglio? Eppure saprai anche tu che si dice delle alleanze: “Fidarsi è bene e non fidarsi è meglio!” Proprio come era stata la corsa al milione! Alla fine si deve pensare solo a se stessi! Bisogna guardarsi alle spalle in continuazione e non appoggiarti a nessuno perché chiunque potrebbe tradire la tua fiducia meno che te l’aspetti!-
-E tu parli per esperienza diretta, giusto?-
 
Una frase buttata lì sul momento ma che ebbe il potere di far prima sussultare e poi lentamente arrabbiare Calamity.
Brick si accorse di quegli occhi che parevano emettere lampi. Suppose che forse aveva toccato un tasto delicato. Cominciava a sentirsi un po’ in colpa per il proprio comportamento così diretto, ma la situazione aveva preso una piega inaspettata.
La ragazza, già davanti a lui, si fece più vicina, quasi fosse intenzionata a sbranarlo.
-Senti, ne ho abbastanza del tuo “codice d’onore” e tutto ciò che ci sta dietro! Se la cosa sta bene a te, non deve per forza essere lo stesso per me!-
-Ascolta Jo.- cercò di parlarle con calma ed essere convincente. -Non ho la pretesa che tu mi segua per filo e per segno. Ma quello che voglio dirti è che nella vita tutti noi, prima o poi, abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti!-
-Io non ho bisogno dell’aiuto di nessuno! Se dovessi farmi male, saranno problemi solo miei! Non voglio che…-
 
Ma non riuscì più a finire la sua frase. Qualcosa la colpì talmente forte sulla schiena da farle perdere l’equilibrio. Come per “effetto domino”, si spinse in avanti facendo perdere stabilità anche a Brick. Il risultato fu che il cadetto si buttò malamente a terra e i due posizionati proprio una sopra l’altro. Jo aveva la testa appena sotto la sua spalla mentre lui, nel tentativo di impedire che anche ella non si facesse male, aveva istintivamente avvolto le braccia attorno alla vita di lei e premuta contro di sé. La testa gli doleva nel punto dove aveva sbattuto e tolse un braccio per massaggiarsela.
Improvvisamente il ragazzo si fermò di colpo, con un’espressione di sorpresa, comprendendo come lei la situazione creatasi.
 
Erano già passati fin troppi secondi e parevano non essersene proprio resi conto. Anzi, sembrava quasi che il tempo si fosse fermato.
Un silenzio improvviso, strategico se non dire… romantico, incorniciato dal profumo della vegetazione del bosco. Solo allora parvero accorgersi dell’esistenza e di quanto fosse proprio buono e rilassante quell’odore.
E dentro a quella cornice, loro due.
Due corpi appiccicati, il calore invitante e accogliente che ciascuno di loro emanava, due cuori che battevano impazziti allo stesso ritmo.
Due persone, diverse come il giorno e la notte, che passavano il loro tempo tra sfide e litigi, con un’incredibile scoperta: lì, in quello strano abbraccio imprevisto, ci stavano benissimo!
“Sente le mie stesse cose?” fu il pensiero condiviso.
 
Timidamente Jo sollevò i gomiti, appoggiati al torace di lui, e poi la testa. I loro occhi esitanti s’incrociarono, spinti dalla muta curiosità di trovare risposta alla loro domanda. Ma essa finì per coglierli un breve tempo a fissarsi inaspettatamente imbarazzati, impotenti, impauriti da una nuova sensazione, sconosciuta ed improvvisa, che si era insediata in loro a tradimento e con un lieve rossore sul viso che minacciava di aumentare d’intensità.
Era pure la classica circostanza che andava a finire con un bacio! Certo, se avessero voluto, se qualcuno avesse avuto almeno il coraggio di azzardare. Sarebbe stata l’occasione giusta, il posto giusto, nessuno intorno a disturbarli, il tempo di chiarirsi.
Se fosse stato lui ad atterrare su di lei, la bionda lo avrebbe respinto via con forza inveendogli contro. Ma essendo lei sopra non poteva dargli nessuna colpa, nemmeno per sfogarsi! Gli doveva dei ringraziamenti, invece!
Calamity si staccò velocemente dal cadetto e gli diede le spalle. Non aveva il coraggio di guardarlo in faccia, non prima di aver messo a tacere ciò che aveva dentro!
Fu in quel momento che vide la causa della sua caduta. Poco in là, c’era il coniglio cercato tanto da Dawn! Colse l’occasione come tentativo di tenere la testa occupata e si precipitò su di lui. Prenderlo fu facilissimo, non opponeva nessuna resistenza. Ella avrebbe potuto riversare sulla bestiola l’affronto subìto ma la propria collera, accumulata in precedenza, era ormai sparita del tutto. Come se nemmeno fosse esistita. Si sentì inerme, come se quella sensazione così inspiegabile ma così calda le avesse spazzato via momentaneamente anche le sue forze.
-Io… Io vado a portarlo a Dawn.- mormorò la bionda, cercando di impostare assolutamente un tono di voce staccato ed indifferente.
Brick si alzò sorreggendosi sui gomiti e restò a fissarla a disagio. Era altrettanto scosso da quello che era successo e da ciò che sentiva dentro.
-D-D’accordo.- riuscì a balbettare.
-E… Grazie.- fu una parola fievole, tanto difficile da pronunciare per lei. Tuttavia si sentiva in dovere di esprimergli riconoscenza, chissà perché.
Il cadetto fu sorpreso da quel suo ringraziamento. Poteva immaginare quanto le fosse costato dire qualcosa del genere, da un tipo orgoglioso e impenetrabile come lei. Ma lo sapeva che in Jo si celava del buono. Accennò ad un sorriso in risposta, consapevole che non si sarebbe mai voltata per cercare una parola in ritorno.
 
Camminarono in un silenzio imposto e rispettoso, una davanti l’altro.
Mentre stringeva al petto quell’animaletto, la ragazza sentì la voglia irrefrenabile di prendere a pugni il sacco da boxe per scacciare tutti quei pensieri che solitamente invadono quelle ridicole femminucce quando si parlava di ragazzi. Uno di loro, particolarmente sbarazzino, la portava a ciò che era successo prima. Brick era caduto e si era fatto male al suo posto. Aveva avuto premure proprio per lei. Se il lavoro di squadra prevedeva di aiutarsi a vicenda… e stando come era andata a finire… allora dopotutto non era poi così male!
“Levarmelo dalla testa sarà molto difficile!” commentò, preoccupata per se stessa.
 
-Grazie infinite ragazzi! Ora che è di nuovo qui con me sono molto più tranquilla!- annunciò calorosamente Dawn, una volta ripreso in braccio il suo coniglio.
Il suo sguardo calmo e rilassato passò prima al cadetto e poi a Calamity.
-Ditemi: per caso Buster vi ha creato qualche disagio?-
I due sussultarono, evitando di guardarsi a vicenda. Naturalmente sapevano la capacità di quella ragazza di leggere nelle anime di chiunque e perciò non avevano scampo! Avrebbero dovuto impegnarsi a fondo per non farle trapelare nulla!
E poi… La sua era una domanda retorica o ironica?
Il moro si grattò nervoso la testa, guardando da un’altra parte.
-No…- le rispose fievolmente ed esitante.
La bionda, invece, usò un tono secco e distaccato per essere più convincente.
-Sì! Mi ha fatto perdere tempo!-
Dopodiché se ne andò senza aggiungere altro e il ragazzo, come al solito, la seguì.
 
Raggio di Luna, con il suo amichetto, giunse fino al giaciglio messo a disposizione per quest’ultimo. Vicino vi era un cesto di carote e gliene offrì subito una.
-Grazie Buster! Hai fatto un ottimo lavoro! Questa è la ricompensa che ti avevo promesso!- gli sussurrò soddisfatta e contenta.
“Io ho spianato il terreno. Al resto dovranno pensarci loro. Buona fortuna ragazzi!”
 
 
FINE.
 
(Storia dedicata a… chi so io! Eheh! )
 
Nota dell’autrice.
 
Questa è senza dubbio la storia più complicata che abbia mai steso. E quante volte l’ho riscritta! Anzi, mi sa che riesco a fare soltanto storie complicate, sono già complessa di mio!
Ero partita da un’idea, poi avevo aggiunto dei dettagli alla storia che però mi hanno reso più difficile il lavoro. Infine… sì, avevo tentato di essere romantica per una volta.
Che ne sarà saltata fuori?
Ho deciso di pubblicarla lo stesso, nonostante la mia solita e beata diffidenza.
Per chi volesse ancora seguirmi…
La prossima che storia che pubblicherò sarà quella long che avevo accennato molto tempo fa. Una storia assurda, insolita… ma penso, in fondo, credibile. Non aspettatevi chissà che! Vi avviserò già da ora che un personaggio sarà molto OOC: ho i miei motivi per farlo e che comprenderete anche voi leggendo. Perciò, già da ora, vi chiedo non criticarmi per averlo stravolto o averlo reso irriconoscibile!
 
Questo è tutto! Alla prossima (forse, se avrò ancora voglia!)!


  
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: HitomiKisugi