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Autore: Minerv96    04/11/2012    4 recensioni
Oggi Quinn ha ventisette anni, Beth due ed entrambe vivono la loro vita nella quotidianità .
La giovane madre sta cercando lavoro da un po’, ma con scarsi risultati.
Chissà se il destino la aiuterà ad essere felice come una volta con un buon lavoro e una grande famiglia.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Puck/Quinn
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dodicesimo capitolo

L’ennesima benda. L’ennesima visita dal medico dell’infermeria. L’ennesimo pestaggio che riceveva. Altre punture per non sentire quell’atroce dolore provocato dai numerosi lividi e tagli.

Aveva fatto la sua scelta e ora ne stava pagando le conseguenze dopo molti anni.

“Ora ha bisogno di riposo, come sempre” disse il medico togliendo gli ultimi frammenti di legno.

“D’accordo” la voce dell’uomo era ormai distrutta da quella situazione.

Ogni giorno succedeva ciò. Ogni giorno lui doveva sopportare le legnate che riceveva senza poter chiedere aiuto a nessuno, perché sapeva che nessuno sarebbe mai stato dalla sua parte.

Il silenzio che era calato nell’infermeria venne interrotto dall’apertura della porta e dall’ennesimo poliziotto.

“Hai una visita. Muoviti ad uscire da qui” sul volto dell’agente si vedeva perfettamente l’odio che provava per la persona davanti a lui e di certo non avrebbe voluto trovarsi lì, ma era pur sempre il suo lavoro.

Tutti erano così ostili. Tutti erano disinteressati al bene delle persone che erano rinchiuse lì, a prescindere dal loro crimine. 

“Arrivo” cercava sempre di trattenere il nervosismo quando si rivolgeva a qualche poliziotto, di certo non voleva essere torturato anche da loro.

Quando il medico ebbe finalmente finito, il paziente si alzò e si diresse, senza dar conto alla guardia proprio accanto a lui, nella sala delle visite dove lo aspettava la madre di sua figlia. Era l’unica persona a essere venuta, almeno in quel mese.

“Per qualsiasi cosa signorina io sono qui fuori” ecco la gentilezza che mancava nei giorni che erano venuti e in quelli che sarebbero arrivati.

“Grazie”

“Che ci fai qui?” chiese l’uomo sedendosi e muovendo lentamente i polsi ancora incatenati dalle manette. Nessuno si fidava di lui e di conseguenza nessuno avrebbe mai acconsentito a toglierle.

“Ti volevo parlare..” la voce della donna tremava, forse per paura di una sua reazione.

“Di cosa? Hai vinto la causa. Cosa ti dovrei dire?”

“Fammi parlare per favore” non era una richiesta, avrebbe detto ciò che pensava anche senza il suo consenso. Ormai aveva smesso di essere sottomessa a lui “Perché lo hai fatto Jake? Perché non hai fatto assolutamente niente per salvarti? Non volevo avere più niente a che fare con te, ma ciò che non hai fatto mi fa pensare il contrario” 

Il moro non disse assolutamente niente, si aspettava una conversazione del genere.

“Parla! Almeno oggi parla!” la voce di Quinn era piena di rabbia.

Aveva vinto la causa in tribunale, ma non aveva del tutto chiuso con Jake. Voleva sapere la verità. Ci doveva essere per forza un altro scopo. Non poteva essere cambiato così velocemente.

“Beth” questa fu l’unica parola che uscì dalla bocca di Jake.

Quinn non capì cosa volesse intendere “Cosa?”

“Per mia figlia! Cazzo Quinn è mia figlia!” l’uomo diede un pugno sul vetro che divideva i due e istintivamente Quinn si allontanò da esso.

“E’ tua figlia solo di sangue e lo sai perfettamente!” 

“Ma è comunque mia figlia e in futuro, quando avrò passato anni in questa merda, vorrò vederla e conoscerla meglio” ecco l’altro scopo di Jake. 

“Tu sei pazzo! Non vedrai né toccherai mai Beth!” Quinn era sicura di sé. Su questo non avrebbe mai cambiato idea “Passerai qui dentro gli anni più brutti della tua vita, come li ho passati io a causa tua. E’ ciò che ti meriti e di certo non avrai un premio quando uscirai da qui. Non saprai niente di lei e tantomeno lei saprà mai niente di te. Lei ha già un padre, e fortunatamente non sei tu” le parole erano piene di astio nei confronti di Jake. Prese la sua borsa e si incamminò verso l’uscita.

“Ti chiedo soltanto questo Quinn. So di aver sbagliato e proprio per questo motivo ho deciso di non far niente prima dell’udienza. Quinn ti supplico..” le mani dell’uomo picchiavano il vetro nella speranza di far girare la donna, ma Jake non ci riuscì, non questa volta.

“Mi apra per favore, abbiamo finito” la donna stava osservando la porta davanti a lei, ancora chiusa aspettando che la guardia la lasciasse andare via, finalmente.

La bionda non credette minimamente a quelle parole, così uscì dal carcere fiera della sua scelta e della vita che avrebbe avuto finalmente senza la presenza di Jake.

Era passato ben un mese dall’udienza, un mese molto tranquillo e finalmente senza alcuna preoccupazione.

Blaine era stato veramente bravissimo come avvocato e anche per questo motivo avevano vinto la. Quinn era finalmente felice, felice di trascorrere la sua vita con Noah, sua figlia e con la fantastica compagnia dei suoi amici. Ormai aveva una vera e propria famiglia.

“Amore” sussurrò Noah “Come è andata?” chiese nervoso.

“Vorrà entrare nella vita di Beth, ma noi dobbiamo impedirglielo, Noah. Non lo voglio. Non voglio che entri nella vita di Beth, lei non si merita un padre così” gli occhi della donna incominciarono a pungere leggermente e si ritrovò ad un passo dal piangere.“Questo non accadrà mai. Lo sai” il moro era ormai molto legato alla piccola Beth. Gli era stato accanto nei periodi più bui della madre e insieme li avevano superati brillantemente.

“Ho soltanto paura” sussurrò Quinn.

“Ci sono qui io. Ricordatelo” Noah strinse forte a sé la donna accarezzandole dolcemente la schiena per farla rilassare. Era stanco di vedere soffrire la sua fidanzata, era stanco di non vederla quasi mai sorridere. Voleva renderla felice e darle tutto l’amore che poteva.

“Grazie” fu l’unica parola che disse Quinn.

Da quel giorno in cui la donna incontrò Jake per l’ultima volta, passarono ben cinque mesi, cinque mesi pieni d’amore tra Quinn e Noah e amore nei confronti di Beth da quest’ultimo.

Era una mattina di aprile quando l’uomo propose di uscire fuori cena alla sua ragazza per farla distrarre un po’. L’idea piacque veramente tanto a Quinn che accettò immediatamente.

In quei ultimi mesi non si erano dedicati moltissimo a loro trascorrendo serate da soli, avevano sempre preferito passare del tempo con la bambina.

Il pomeriggio passò tranquillamente e quando arrivò la sera i due uscirono da soli lasciando Beth con Rachel. 

Il tavolo era apparecchiato veramente bene e si notava che non era nello stile del ristorante, gli altri tavoli non erano così. Una candela illuminava il piccolo tavolo e un mazzo di rose era appoggiato su di esso.

“Spero ti piacciono” disse dolcemente l’uomo.

Quinn sorrise prendendo in mano il grande mazzo di rose rosse “Sono bellissime. Grazie mille Noah” detto ciò sul suo volto comparve un sorriso meraviglioso, il sorriso che voleva rivedere Puckerman. Il sorriso che lo aveva fatto innamorare.

“Sei bellissima”

Gli occhi della donna stavano luccicando, questa volta per la troppa felicità.

Sarebbe stata una cena romantica e indimenticabile.

“Lei cosa prende?” chiese con gentilezza il cameriere mentre Quinn chiudeva il menù dando la sua ordinazione. Dopo aver preso anche quella di Noah il giovane lasciò il tavolo.

Consumarono la cena tranquillamente e tutto andò veramente benissimo. Parlarono di loro due e del legame che si era instaurato tra Noah e la piccola Beth.

Quinn riteneva l’uomo un buon padre per sua figlia, un padre presente e soprattutto affettuoso, che le avrebbe dato moltissime attenzioni. Non gli aveva mai chiesto apertamente se avesse voluto essere a tutti gli effetti suo padre, non aveva il coraggio.

Il dopo cena fu veramente incantevole.

Quinn venne portata dal suo uomo in spiaggia dove trovò una grande scritta: sposami.

Lì non resistette più e le lacrime incominciarono a fuoriuscire. Era stata una cena eccezionale e di certo non si aspettava una cosa del genere.

Osservò ogni movimento di Noah e lo trovò inginocchiato proprio accanto a lei mentre prendeva una piccola scatoletta.

“Sposami Quinn. Sposami perché in questo ultimo periodo ho capito quanto io ci tenga a te, quanto tenga a tua figlia e a quanto tenga creare una vera famiglia con te. Tu sei una donna eccezionale, piena di talento e soprattutto una madre meravigliosa. Non ho mai conosciuto una donna come te. Sei la donna più forte che io conosca, sei sicura di te e sai affrontare perfettamente le difficoltà. Io ti amo Quinn e so con certezza che ti amerò per sempre. Ti tratterrò ogni giorno come se fossi una vera e propria principessa, perché per me tu sei una principessa. Una principessa bisognosa di amore e soprattutto di amare qualcuno, quel qualcuno sono io, Quinn. Non ti chiedo di rispondermi adesso se vuoi, ma..” quel discorso fu tanto speciale per la giovane che non riuscì a farlo finire. Come poteva non accettare? Conosceva bene i suoi sentimenti, sentiva di amarlo, sentiva di aver bisogno di lui per il resto della sua vita. Aveva bisogno di Noah Puckerman per riavere a tutti gli effetti la sua felicità perduta.

Quinn prese delicatamente le mani dell’uomo per farlo alzare. Si guardarono per alcuni secondi negli occhi, per poi chiuderli e baciarsi dolcemente, come facevano sempre.

In quel bacio c’era la risposta, entrambi lo sapevano, ma il moro volle comunque una risposta chiara “E’ un si?” chiese.

“Certo che è un si” rispose sorridendo Quinn per poi baciarlo di nuovo.

L’uomo mise lentamente l’anello alla bionda e, per l’ennesima volta, si scambiarono dei baci appassionati e pieni di dolcezza.

“Riconoscerò Beth come mia figlia, sempre se tu vorrai”

La giovane madre rimase scioccata dalla sua proposta. Come poteva essere vero tutto ciò che stava accadendo? Si meritava davvero un uomo del genere? Un uomo che l’amava con tutto il cuore? Forse si. Anzi, sicuramente. Dopo tutto quello che aveva passato, aveva soltanto bisogno di crearsi una propria famiglia col proprio uomo.

“Ti amo Noah, ti amo davvero” ormai non riusciva a fermare le lacrime. Aveva ricevuto troppe sorprese in una sola serata. 

Quella sera aveva realmente capito di voler passare il resto della sua vita con Noah Puckerman, il suo superiore, che aveva conosciuto dopo essere stata assunta a svolgere il lavoro dei suoi sogni.

Quell’anno per la donna fu pieno di delusioni, difficoltà, sofferenze, ma soprattutto di gioia.

Quinn Fabray finalmente aveva trovato l’uomo della sua vita e soprattutto la felicità che Jake le aveva strappato via quattro anni prima.











Note Autrice
Ed eccoci arrivati all'ultimo capitolo ç_ç
Non immaginate neanche quanto ho pianto mentre lo scrivevo >.<
Non sono ancora pronta a fare un bel discorso, lo farò sicuramente con l'epilogo che, come sempre, arriverà domenica prossima.
Spero che questo capitolo vi piaccia.
Alla prossima :D
   
 
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