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Autore: Lux97    04/11/2012    3 recensioni
Onodera , in preda alla febbre, racconta a Takano perché ha paura dei temporali
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: An Kohinata, Masamune Takano, Ritsu Onodera | Coppie: Takano/Onodera
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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Sai perché ho paura dei temporali?

 

Quella mattina di temporale Ritsu non era arrivato al lavoro. Non era mai successo che non si giustificasse con almeno un giorno d'anticipo, così naturalmente mi era preoccupato ,per esempio che Ritsu fosse sparito un'altra volta senza dirmi niente, e stavolta per sempre. Allora tornai di volata a casa per bussare come un disperato alla sua porta e non ricevere nessuna risposta udibile a orecchio umano. Perciò mi ero precipitato dall'amministratore del palazzo, avevo ottenuto la chiave del suo appartamento ed ero entrato. Tutte le luci erano spente e in casa non c'era nessuno. Questo a prima occhiata. Infatti esaminando meglio il suo letto lo trovai seppellito sotto una montagna di coperte. Il suo viso era molto vicino al colore di un pomodoro e i capelli gli aderivano alla fronte per il sudore. Per fargli prendere un po' d'aria gli tolsi un paio di coperte, gli cambiai la maglia e aprii una finestra, una di quelle finestre che lui odiava tanto, perché lasciavano entrate il frastuono e il bagliore dei tuoni. Chissà che terrore se fosse stato sveglio. Alla fine uscii per andare a comprare i cerotti per la febbre e delle medicine.

Al mio ritorno, però, trovai la porta aperta. La prima cosa che pensai fu di averla lasciata così per la fretta di andare in farmacia, ma poi sentii dei rumori uscire e vidi una sagoma sfrecciare attraverso lo spiraglio. Terrorizzato all'idea che fosse entrato chissà chi, sfrecciai dentro anche io e vi trovai la ragazza con cui stava parlando alla festa all'hotel Teito, quando aveva confessato per la prima volta che forse mi amava ancora, che non mi degnò di uno sguardo. Immediatamente sentii un moto di gelosia al pensiero che qualcun altro oltre me, soprattutto lei, si prendesse cura del MIO Ritsu. Tentando di tenere a bada questa sensazione mi diressi in camera sua e lo trovai sveglio che tentava di non guardare il temporale fuori dalla finestra. Quando mi sentì entrare si voltò verso di me e con un sorriso tirato mi disse:”Grazie per il primo soccorso. Adesso c'è An-chan quindi puoi tornare al lavoro. Non c'è bisogno che resti, davvero”. Ancora prima che finisse la frase sentii la gelosia che tornava a ruggire nel mio petto, al pensiero che potesse preferire lei a me. Mantenendo neutra l'espressione sul viso, aggiungendo giusto un accenno di sarcasmo risposi, anche a beneficio della ragazza che sentivo alle mie spalle:”Ti do così tanto fastidio? Due notti fa non sembrava...”. Ritsu diventò bordeaux e cominciò ovviamente a balbettare, mentre An-chan mi superava senza guardarmi. In quel momento un tuono più forte dei precedenti scosse l'edificio e il mio ragazzo sembrò rattrappirsi e diventare la metà di se stesso. A quella vista mi si strinse il cuore e feci per raggiungerlo e stringermelo al petto, ma la ragazzina arrivò prima di me. Prese in grembo la sua testa e cominciò ad accarezzargli i capelli, dicendogli che andava tutto bene. E la gelosia ruggì ancora una volta.

A un punto Ritsu sembrò calmarsi abbastanza da voltare la testa verso di me e chiedermi:”Ti ho mai raccontato perché ho così tanta paura dei temporali?”. Io mi stupii che mi parlasse di cose così private per lui di sua spontanea volontà e non volendo perdere l'occasione di sapere qualcosa in più dell' uomo che il mio fidanzato delle superiori era diventato, scossi semplicemente la testa, senza emettere un suono. Fu così che An mi guardò per la prima volta. Ed ebbi l'impressione che volesse uccidermi.

Intanto Ritsu aveva cominciato a parlare...

 

Mio padre era un alcolista. Aveva un buon lavoro, quindi poteva permettersi di mantenere sia me e mia madre sia il suo vizio. Ogni sabato sera tornava a casa ubriaco e regolarmente, in preda ai fumi dell'alcool, picchiava mia madre, spesso e volentieri a sangue. Poi la mattina dopo usciva presto per incontrarsi con i suoi amici e io rimanevo a casa da solo a prendermi cura di mia madre, ferita sia nel fisico che nell'animo.

Una sera c'era un temporale come questo, e lui era tornato a casa più ubriaco del solito. Sempre come al solito aveva cominciato a picchiare la mamma, lanciando le ingiurie che teneva in serbo tutta la settimana per quel momento. Ricordo che quella sera a ogni tuono faceva eco lo schioccare della sua cintura di cuoio e un urlo di mia madre. Andò avanti a lungo. Poi finalmente tutto si fece silenzioso, e io pensai che la mattina dopo mi sarei preso cura di lei non appena il mostro fosse uscito.

Ma non ci fu nessuno di cui prendersi cura.

La mattina, quando entrai nella loro camera, capii che non potevo fare nulla per quella donna che tanto adoravo, stesa sul pavimento immobile e fredda. Così chiamai l'ambulanza e sulla sua scia arrivarono anche i poliziotti.

Fu proprio uno di loro che mi diede la notizia:”Figliolo- mi chiamò proprio così- mi dispiace ma tua madre... non ce l'ha fatta”. E io sentii il mio cuore e il mio mondo andare in pezzi.

Avevo sette anni.

Comunque non rimasi in orfanotrofio a lungo.

Gli Onodera mi portarono via dopo appena un anno. Ma mentre la madre mi mostrava tutto il suo affetto viziandomi e coccolandomi, il padre era... freddo, non saprei che altro aggettivo usare. Però io non osavo chiedergli se mi voleva bene oppure no, perché mi tornava in mente l'unica volta in cui avevo cercato di chiederlo al mio vero padre. Lui non mi disse niente, ma fece un lieve risolino. Così io capii che di me non gli interessava affatto. Avevo cinque anni.

Con il signor Onodera fortunatamente le cose andarono diversamente. Un giorno lui stesso mi chiamò nel suo ufficio, e torcendosi le mani, mi disse che lui non era bravo a esprimere il suo affetto, ma che io non dovevo dubitarne mai. Fu la prima volta che potei chiedere a mio padre un abbraccio senza essere rifiutato.

 

Quando Ritsu finii il suo racconto aveva lo sguardo rivolto al muro e An lo abbracciava stretto. Io invece sentii l'impulso di accasciarmici contro, al muro. Capii quanto debole ero stato, in confronto al ragazzo che mi trovavo davanti, quando avevo perso il controllo di me stesso, dopo il divorzio dei miei e la scoperta del suo fidanzamento e mi sentii un imbecille. Allo stesso tempo capii anche perché il mio sciocco risolino lo aveva tanto traumatizzato, e mi sentii un doppio imbecille.

An mi salvò passandomi accanto e chiedendomi di seguirla in cucina senza farsi sentire da Ritsu.

Quando la raggiunsi lei era appoggiata al piano della cucina e mi aspettava con uno sguardo di fuoco. Incominciò a parlare senza darmi il tempo di emettere un suono.

Quando ho scoperto che Ricchan era stato ferito così gravemente ho giurato che se avessi trovato colui che lo aveva fatto soffrire tanto me l'avrebbe pagata. Però non voglio ferirlo anche io portandolo via da te. Ho capito che ti ama davvero, visto ciò che ti ha appena raccontato. Certo, la febbre e la paura devono aver dato il loro bel contributo, ma senza il suo parziale appoggio non sarebbero mai riusciti a convincerlo a lasciarsi scappare quella storia. Quindi mi trovo con le mani legate. Spero solo di lasciarlo tra le braccia di qualcuno che sappia proteggerlo dal passato che lo insegue”. Ancora senza darmi il tempo di emettere un suono prese la borsa, il cappotto e se ne andò, chiudendo leggera la porta dietro di sé.

Tutto ciò che potei fare fu tornare da Ritsu, che nel frattempo si era addormentato, e addormentarmi anche io stringendolo più forte che potei.


Angolo delle Autrici:
Prima di tutto ci scusiamo per gli evntuali errori nel testo.
Poi ci presentiamo: siamo Luce97 e tokysixx. Questa è la nostra prima ff quindi nelle vostre recensioni per favore non fateci a pezzi. L'idea di Ritsu che ha paura dei temporali non è nostra ma Luce97 l'ha letta in un'altra fanfic ''Ricordo'',  e la sua fantasia esplosiva ha incominciato a lavorare cercando di dare un 
 perché a questa fobia.  Per quanto riguarda l'infanzia del povero Ristu, quella è tutta invenzione della mente macabra di Luce.  Non sappiamo se scriveremo ancora, ma accettiamo tutte le recensioni, sia positive che negative.
A questo punto Luce si scusa molto per il suo essere macabra e vi lasciamo andare a fare qualcosa di più interessante che leggere i nostri deliri di onnipotenza. Un'ultima cosa, tutte le nostre fanfiction verranno pubblicate sull'account di Luce. Post 17/11/12: Vi preghiamo di lasciare anche una recensione per dire "mi piace" o "non mi piace"

 

  
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