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Autore: Evaney Alelyade Eve    04/11/2012    1 recensioni
Jensen Ackles è un detective di Chicago, Misha Collins è un giornalista del Chicago News. Due vite lontane che s'incroceranno alla morte della giornalista Julie Mcniven amica di Misha. Nel corso delle indagini i due scopriranno segreti sconvolgenti che riguardano persone importanti, ma soprattutto scopriranno l'amore.
Genere: Azione, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jensen Ackles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Primo Appuntamento, Jens!POV:
Parte I - Lasciate ogni speranza, o voi amatori di hamburger, quando entrate in un ristorante francese!






Passarono in rassegna una trentina di locali, osservandone le vetrine dall'Impala, senza avere il coraggio di dire "Dai, entriamo in quello", e questo perchè entrambi avevano un problemino con questa storia dell'appuntamento.
Insomma erano due uomini adulti e vaccinati che non avevano un appuntamento da...beh, da secoli, e per entrambi era una situazione totalmente nuova. Inoltre entrambi avevano paura di proporre qualcosa di poco gradito all'altro, perchè, alla fine, quello che volevano era che l'altro stesse bene.
Jensen, per esempio, cercava in tutti i modi di mantenere un'espressione neutrale e parzialmente serena ogni volta che Misha adocchiava un locale, soprattutto ristoranti francesi, perchè non voleva precludere o smorzare qualsiasi proposta che l'altro volesse fare.
Sapeva benissimo quanto quei ristorantini francesi avessere solo tavole ben agghindate, ma che su queste non c'era alcuna sostanza che si potesse condierare commestibile, ma tacere per amor dell'altro era l'obiettivo.

Dopo l'ennesimo ristrantino, Jensen dovette cedere ai borbottii del suo stomaco, e, scendendo a patti con se stesso, puntò ad un ristorante all'angolo della Cross Avenue, che sembrava il male minore. Sembrava, per l'appunto.
- Ehi..Mish, che dici se ci fermiamo in quel locale? Comincio ad aver fame, e mi sembra...ehm, piuttosto carino. - e puntò l'indice contro la fatiscente insegna che riportava la scritta "La maison du bon gout".
- S-sì, credo sia un'ottima idea...-ribattè l'altro, passandosi nervosamente una mano dietro il collo. Jensen capì che non era l'unico ad avere una salivazione allegramente azzerata e si chiese perchè diavolo fossero così nervosi. Visti da fuori, ci avrebbe scommesso 5 dollari, dovevano sembrare due adolescenti imbranati, più che una coppia di adulti. Di uomini. Cavolo!
Non che lui non fosse abituato a quel tipo di situazione, anzi, aveva sempre saputo cosa fare e come farlo, ma la compagnia di Misha destabilizzava ed annullava tutte le sue facoltà logico-razionali. Misha era capace di creare una tempesta di sentimenti e sensazioni così forti, che lui perdeva semplicemente lucidità. Si chiese se queste sono le sensazioni che uno provava al cosiddetto "primo amore" visto che lui non era mai stato seriamente innamorato, a parte quella piccola storia avuta secoli prima con una ragazza di nome Lisa, o qualcosa del genere.
"Jens, l'amore non è fatto di ragionamenti! Smettila di pensare e segui l'istinto!" lo rimproverò mentalmente la voce del giovane Padawan. Guai a non ascoltarne le perle di saggezza.

Quando scesero dall'auto, e si furono avvicinati al locale, Jensen strizzò gli occhi e lesse ad alta voce l'insegna.
- La maìson du bon gòut - strappando una piccola risatina al compagno. Gli lanciò un'occhiata perplessa - Cosa? -
- Oh, nulla, hai un francese davvero impeccabile - lo prese in giro, mentre aprivano la porta del locale. Jensen sbuffò, piccato. Okay, il suo francese era pessimo e questo perchè al liceo si era rifiutato di seguire le lezioni di Miss François, ma non era mica colpa sua se a lui della Francia o della lingua parlata in Quebèc non gli fregava un'emerito cavolo! E comunque non ci stava proprio a farsi prendere per il culo da quel giornalista squattrinato, no, no!
- Certo, dimenticavo che stavo parlando con Mister Francia! - borbottò sarcastico, e Misha si limitò a sorridergli; un sorrisetto a metà tra malizia e sfida. La loro piccola diatriba fu interrotta dal caposala.
-  Boinsoir - salutò, cortese ed impeccabile. Jensen fece un piccolo cenno del capo.
- Bonsoir, monsieur - ribattè invece Misha, in un francese quasi perfetto. Jensen lo squadrò da capo a piedi, sbalordito: allora aveva davvero a che fare con un piccolo Mr Francia!
- Vorremmo un tavolo per due, se è disponibile, il più appartato possibile, merçi - continuò il moro, e Jensen si trattenne a stento dal mordergli le labbra, indispettito, quando quello gli lanciò un'occhiatina di trionfo e superiorità.
- Se i signori vogliono aspettare, controllerò la nostra disponibilità - ribattè il caposala, ignorando totalmente la loro discussione fatta di sguardi, e portando il proprio sull'enorme registro che teneva dinanzi a sè.

Dieci minuti dopo, erano diretti verso l'ultimo tavolo, quello sul fondo della sala, accanto alla finestra che si vedeva dalla strada, ma nascosto agli occhi interni da una spessa tendina bianco-vaniglia.
"Forza e coraggio, Jens"  si disse mentalmente, mentre, sfilando tra i tavoli, gettava occhi circospetti e a volte inorriditi sui piatti che coppiette o gruppi di persone stavano "gustando". Assolutamente quella roba non poteva essere definita un piatto, nemmeno lontanamente! Piccole porzioni di solo Dio sapeva cosa, accompagnate da insalate dall'spetto strano e salsine ancora più inquietanti.
"Posso sopravvivere....vero?" si chiese disperato, mentre si accomodavano al tavolo.
- Se i signori sono pazienti, tra un attimo arriverà il cameriere per prendere le ordinazioni. Prego, questo è il nostro menù - e diede loro due libricini fatti in pelle nera con il nome del ristorante in scritte dorate sul dorso.
- Merçi - ripetè Misha, nascondendosi dietro il menù. Jensen lo aprì, deglutendo piano, e quello che vi lesse era...arabo. Altro che francese! Piatti dal nome assurdo e decisamente poco appetitoso, salsine di tutit i tipi con nomi ancora più strani... l'unica cosa che si sentiva in gradod i salvare era la mousse al cioccolato.
Si schiarì la gola.
- Allora - esordì, mentre Misha depositava il menù sul tavolo, soddisfatto - sai parlare il francese, eh? L'hai studiato o perchè la tua fmiglia è francese? -
- Oh, no, sai ho un'amico..cioè, il mio migliore amico, Sebastian, che per metà è francese e a volte, quando è arrabbiato, si mette ad imprecare in francese o vede programmi in francese e a furia di sentirlo ho imparato qualcosina. -
- Capisco, quindi sei totalmente americano? - non si era mai reso conto di quanto poco sapesse di quest'uomo, e di quanto fosse avido di sapere tutto ciò che lo riguardava. Non aveva mai provato quel tipo di curiosità, nemmeno sul lavoro.
- Mmh..no, non interamente. - e quì abbassò la voce, sporgendosi verso di lui con aria da perfetto cospiratore - la verità è che sono per metà.... -
- Tedesco? - buttò lì Jensen, senza pensarci, facendo ridere Misha di gusto.
- Oh, no! Ritenta sarai più fortunato. - ribattè, ridendo.
- Mmh...polacco? Svizzero? Non dirmi che vieni dal Quebèc perchè... - avvisò lui, puntandogli  il dito indice contro. Misha lo fissò perplesso.
- Cos-? No! Perchè dovrei venire dal Quebèc? Anzi, perchè odi il Quebèc?  - ribattè, sghignazzando. Jensen rise a sua volta, scuotendo la testa.
- Naah, nulla, lascia perdere! Allora mi arrendo, da dove vieni? -
- Russia. Polonia. Ucraina. - rispose il moro,  parlando con un perfetto accento russo; Jensen spalancò e richiuse la bocca un paio di volte.
- Cosa? Stai scherzando?! -
- No - ribattè Misha, più serio - mi chiamo Misha Dmitri Tippens Krushnic. Nelle mie vene scorre il sangue di parecchie persone, eh? - scherzò su, mentre prendeva un sorso d'acqua.
- Già, beh, woah, è una bella folla! Io sono solo un povero ragazzo del Kansas! - ribattè, ancora un po' stranito, prendendo di riflesso un sorso d'acqua.
- Beh, hai avuto la fortuna di incontrare me, detective, quindi non sei più un semplice ragazzo del Kansas! -
-
Così pare! E dimmi, come fai ad essere così naturale in un posto del genere? - ed indicò il resto della sala con un cenno del capo.
- Oh, è perchè Julie amava i ristoranti francesi, e mi ci portava d ogni occasione! -  spiegò Misha, 
e le sue guance si colorarono leggermente di rosa.      
- Dio mio, sei davvero internazionale Misha Collins! - borbottò Jensen. La loro discussione fu interrotta dal cameriere, che riportò alla mente di Jensen problemi più urgenti : cosa avrebbe scelto?
"Quello che prende lui, Jens, Non sono in vena di esperimenti!" suggerì impaziente la voce del suo stomaco, e lui non potè non essere d'accordo.
- Volete ordinare, monsieur? -
- Oui, merçi! - ribattè prontamente Misha - io prenderò una Vychissoise e un'insalata niçoise. - e mentre parlava il cameriere prendeva nota dell'ordinazione su un palmare sottilissimo e nero, sostituto del vecchio block notes.
- Bien, e per lei, monsieur? - chiese poi rivolto a Jensen.
"Un Hamburger amico! " pensò disperato.
-  Quello che ha preso lui - disse invece, sperando vivamente che non si trattasse di lumache.
- Bien, allora come vino posso consigliarvi lo "Channaydeau" , perfetto per accompagnare questo tipo di piatto. -
- Oh, oui! E se può anche quel deliziosissimo pane francese alle olive! - e mentre Misha discuteva allegramente con il camerirer, Jensen non poteva fare a meno di osservarlo ammaliato e con una punta d'invidia. Sembrava così sicuro e padrone della situazione, proprio l'inverso del povero Misha sensibile agli avvenimenti fino a svenire. Si rese conto di amare entrambi questi lati di Misha.
- Jens? - lo richiamò la sua voce, quando il cameriere si fu allontanato - tutto bene? -
- A meraviglia - e gli sorrise.


"Non va affatto bene! Assolutamente! " pensò orripilato, quando il cameriere depositò dinanzi a loro i rispettivi piatti di Vychissoise, ovvero una "simpatica" zuppa cremosa, dal colore verdastro, strana roba verdognola accompagnata da piccoli pezzetti di roba ancora più inquietante. Deglutì.
- Ehm..ehi, Misha, esattamente cosa dovrebbe essere questa? -
- Uhm? Oh, zuppa di porri e patate! E' davvero ottima! -
"Porri? No cioè...ha detto sul serio...porri?! Se ti azzardi ad avvicinarla alla bocca...." commentò acido lo stomaco di Jens, che, con nonchalance, prese un respiro e ne ingoiò una bella cucchiaiata.
Calda. Troppo dannatamente calda e dal sapore... bleah, così bleah che gli andò di traverso e minacciò di soffocarlo.
- Jens? Oddio, Jens, tutto okay?! - esclamò preoccupato Misha, versandogli subito un bicchiere d'acqua, con il quale il detective domò, almeno in parte, il saporaccio e l'incendio che gli stava corrodendo la gola.
- S-sì, Mish, tutto okay, ho solo...troppo..mi è andata di traverso - inventò alla fine, mentre la tosse si calmava.
" Voglio un hamburger! Andiamo alla Road House!"  supplicò il suo stomaco, brontolando. Jensen lo ignorò.
"Che figura di merda." pensò, mentre sentiva le guance calde " tutta colpa di questa dannata zuppa!"
e le rivolse un'occhiataccia. Se gli sguardi avessero potuto uccidere e la Vychissoise fosse stata una donna, Jensen da detective sarebbe diventato assassino.
"Smettila di fare il moccioso viziato, Jens!" lo rimproverò la voce del suo personalissimo PadaYodawan.
- Al diavolo! - sbottò, attirando l'attenzione di Misha, che intanto si stava gustando il suo pane alle olive e l'insalata niçoise.
- Uh? - chiese, corrucciando la fronte.
"Merda."
- Eh? No nulla, mi sono ricordato che..... -
"Merda!"
-...che non ho registrato la partita dei Dolphins a Jared! - inventò di sana pianta. Jared non sapeva manco chi fossero i Dolphins.
- Oh, è un tifoso? -
- G-già....allora al lavoro come va? -
"Bravo Jens, porta l'argomento su porti più sicuri!"


La serata filò più o meno liscia, tra una cucchiata, un bicchiere di vino, chiacchiere, risate e un mezzo e bencelato conato di Jensen. L'insalata fu per lui un vero e proprio trauma, e dovette rinunciarvi a meno he non volesse dare sul serio di stomaco, davanti a Misha.  Riuscì a rilassarsi solo verso fine serata, quando, verso le 22:45, il cameriere portò loro il conto.
- Uhm...volevo il dessert! - si lamentò Misha, una volta usciti dal locale. Jensen pensò inorridito a chissà quale cosa strana avrebbero potuto servirgli, e  decise di distrarre Misha dal proprio intento.
- Beh, hai un ottimo profitterol quì, sai? - e s'indicò, un sorrisetto sghembo ad ornargli le labbra.
"Cavoli" pensò, quando Misha lo schiacciò letteralmente contro il fianco dell'Impala, impadronendosi delle sue labbra, vezzeggiandole e succhiandole come se fossero stati davvero un ottimo profitterol.
- Mmmh, si, hai ragione... - borbottò, leccandosi le labbra in un modo così indecente che Jensen fu a tanto così dal sbatterlo sui sedili posteriori e mangiarselo, dopotutto gli doveva una cena decente e sana.
- Si potrebbe...- stava per proporre qualcosa che aveva in mente da un po', ma il suo stomaco - maledetto! - decise di intervenire e reclamar le attenzioni che gli si dovevano.
- Hai fame? In effetti non hai mangiato molto al ristorante. - commentò Misha, osservandolo sospettoso.
- Sì, beh, ecco.....-
- D'accordo, ho capito, Jens, andiamo alla Road House! - disse, rassegnato e anche divertito, il bastardo.
"Sposalo Jens. SPOSALO!" inutile dire che sia il suo stomaco, sia il suo cervello che lui stesso non poterono far altro che ballare un'allegra conga.
Salirono in auto e sfrecciarono a tutta birra verso il Paradiso personale di Jensen.






Angolo Autrice:
Ehi, com- *viene brutalmente linciata, calciorotolata e sparaflashata*
Q___Q ahi! Lo so che è un ritardo imperdonabile, ma sono successe uns acco dic ose e ho dovuto mettere da parte questa storiella per un po'! Inoltre c'è qualcuno che sta cercando di sabotarmela, visto che ieri, dopo due giorni di fatica, avevo completato questo capitolo e poi il mio pc s'è spento e ha cancellato tutto! Infatti non ne sono molto entusiasta, visto che la versione precedente era molto meglio! >_______<
Un capitolo interamente Jens!POV, e che vedrà il prossimo Misha!POV e speriamo anche una terza e golosa parte......


Evaney





   
 
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