Il rumore assordante della
pioggia copre tutto, trascinandomi dolcemente nel mio mondo.
Sono solo, in un mondo fatto
d’acqua.
Eppure lo sento. Distinto,
limpido e crudele, il rintocco delle campane.
Io…sono gia morto. Non
c’è nulla che possa fare per evitarlo.
Piego leggermente il capo di
lato, incontrando lo sguardo dell’assassino.
-Che ci fai quassù,
Ryuzaki?
Le campane…suonano
troppo forte…non ti sento, Kira.
O forse semplicemente non
voglio.
Vieni tu, per una volta.
-Che ci fai quassù,
Ryuzaki?
Mi hai raggiunto, serio e curioso.
Forse.
Abbasso lo sguardo, senza un
motivo. Ho un peso sul cuore che non riesco a sopportare.
-Niente…non sto facendo
nulla in particolare. – alzo il viso, tornando a guardare il cielo.
Troppo lontano…ma anche
troppo vicino.
-Ascolto le campane.
-Campane?
Non le senti? Davvero?
Eppure credevo che ti fosse
capitato, qualche volta.
-Si…oggi suonano in
modo davvero assordante.
Perché ti copri con
quella mano? Lasciati colpire dalla pioggia.
E’ pura.
E’ fresca.
Forse la cosa migliore che
esista.
E io mi sento così
sporco…
-Io no
sento niente.
-Davvero? Eppure non hanno
smesso un minuto. Mi stanno quasi ossessionando.
Torno a guardare lontano.
-Deve essere una chiesa.
Forse un matrimonio. Oppure…
-Che stai dicendo, Ryuzaki?
Forse un funerale.
-Smettila di dire
sciocchezze.
Sei così…serio.
Rigido. Sempre attento a non fare un passo falso.
-Torniamo indietro.
Forse hai paura. Per
l’ennesima volta non capisci cosa sto pensando.
Come potresti?
E’ frustrante.
-Scusami.
E’ frustrante.
-Quello che dico non ha mai
senso.
-Non darmi ascolto.
Lasciami nel mio mondo.
-E’ vero, Ryuzaki.
Un mezzo sorriso ti sfiora il
viso.
-Tu dici sempre cose senza
senso. A prenderti troppo sul serio, impazzirei.
No…non credo. Tu mi
capisci. Mi capisci e ridi di me, silenziosamente, continuando a confondermi.
-Ti conosco fin troppo bene.
Quasi. Forse.
Neanche io mi conosco
veramente.
-Gia. Hai
ragione…Light.
Stai creando un mondo tutto
tuo.
Ma i mondo
immaginari si chiamano tali perché sono irrealizzabili.
Stai creando un mondo tutto
tuo.
E io non sono compreso.
-Però…anche tu
sei come me.
Sei sorpreso. Non capisci.
-Che vuoi dire?
-Da quando sei nato, hai mai
detto almeno una volta la verità?
Ti sto sfidando, ancora una
volta. Voglio una piccola soddisfazione, prima di lasciati il posto.
A te, Light.
A te, Kira.
A te, futuro L.
-Ma che dici, Ryuzaki?
E’ ovvio che anche io posso mentire, a volte.
Colpevole, Light.
Colpevole.
-Del resto al mondo non
c’è nessuno che non abbia mai detto neanche una bugia in vita sua,
no?
Hai ragione.
L’uomo…
-L’uomo non sarà
mai perfetto a tal punto.
Siamo simili.
Siamo entrambi infantili.
Vogliamo entrambi il bene per
il mondo.
Siamo entrambi folli, in un
certo qual modo.
-La menzogna è parte
di lui.
Questa è la cosa più
vera che tu mia abbia mai detto, lo sai?
Si, certo che lo sai.
-Anche se, da parte mia, ho
sempre cercato di fare in modo che le mie bugie non ferissero nessuno.
A parte me. A parte il mondo
intero.
Ti invidio, a volte.
Come fai a sopportare quel
peso sul cuore?
Come ci riesci?
Io sto impazzendo di dolore.
-Questa è la mia
risposta.
Abbasso ancora lo sguardo,
abbozzando un sorriso amaro, triste.
-Proprio quella che
immaginavo.
Ma ormai non ha più
importanza. Presto questo dolore cesserà.
Sarai proprio tu a liberarmi.
Non ha più importanza.
Perché i sogni non si realizzano.
-Torniamo indietro. Siamo
fradici.
-Si
In memories of Lawliet