“Disclaimer: I personaggi, i luoghi ecc. appartengono ai rispettivi ideatori e detentori di Copyright. Non ho niente a che vedere con chi detiene il copyright sui personaggi, con il creatore di una determinata serie, con il produttore o con chi si occupa del merchandise.
Non si vuole violare il Copyright in alcun modo.”

Note iniziali dell’autrice:
Questa flashfic, per quanto breve, ha dietro una stesura complessa e mi sento in dovere di ringraziare chi mi ha consigliato, chi mi ha dato un semplice parere e chi mi ha sostenuto nella follia.
Prima di tutto, vorrei dedicare ad Hachi/Elaisa questa FlashFic, perché mi ha consigliato e mi è stata di grande aiuto per risolvere i dubbi che avevo. Il titolo mi è venuto in mente grazie ad un suo consiglio per il testo, che poi invece mi ha ispirato in un altro senso ^^
Vorrei ringraziare Tinachan e Sunday, per avermi sostenuto man mano che scrivevo, dandomi di volta in volta il loro parere.

Buona lettura! ^^

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Debolezze

Stupido, stupido, stupido.

Stupido.

Non riesci a farne a meno, è più forte di te. Quella parola ti tormenta, ti è entrata in testa e non vuole uscirne, come se fosse diventata parte integrante di ogni pensiero razionale che formuli.

Stupido.

Osservi la tua immagine riflessa nella lucida bara nera e ripeti quella dannata parola, nella tua mente, ma è come se la pronunciassi ad alta voce e le tue orecchie la sentissero davvero. Anzi, forse così è anche peggio: la senti rimbombare, riecheggiare, per poi tornare un’altra volta, più forte di prima, più sgradevole di prima.

Stupido.

Avrebbe dovuto scrivere quel nome quando aveva avuto la possibilità di farlo.
Tuo padre era un vero stupido.
Un nome.
Un volto.
Una penna e un quaderno in mano.
C’era una sola cosa da fare e lui non l’ha fatta.

Stupido.

Tua madre piange silenziosa accanto a te distrutta dal dolore.
Tua sorella, muta, apatica, non muove un muscolo, troppo provata dagli ultimi avvenimenti per poter reagire in qualche modo.
Tu, rigido e composto, osservi quella bara calata lentamente sottoterra.
A cosa è servito tutto ciò?
Quello stupido di tuo padre non è stato in grado di fare una cosa semplice, scrivere due sole parole, nome e cognome, per portare alla morte quel bastardo di Mello.

Stupido.

Tutto il tuo piano è fallito per colpa di quell’uomo che da piccolo tanto ammiravi.
Volevi essere come lui: al servizio della Giustizia.
E invece, cosa sei diventato?

Stupido.

Un po’ di terra gettata sulla bara da tua madre.
Un po’ di terra gettata sulla bara dai colleghi di tuo padre.
Un macigno gettato su di te, pesante, soffocante, come una verità per troppo tempo taciuta.
Forse lo stupido non era lui.

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Fine
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