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Autore: roby_lia    04/11/2012    2 recensioni
In seguito agli efferati atti compiuti su Midgard, Loki viene spedito proprio su quell'infimo pianeta che aveva cercato di conquistare, mentre la sua famiglia spera che incontri qualcuno in grado di farlo cambiare, così com'era successo a Thor. E fin qua niente di nuovo.
Peccato che il biondo in questione non sia esattamente sprizzante di gioia al pensiero del suo fratellino consolato da una stupida midgardiana e per questo cerca di raggiungerlo sulla Terra, e mettersi a cercarlo in compagnia dei suoi allegri compari, i Vendicatori.
Ma Loki incontrerà la midgardiana in questione? Certo che sì, e a questo punto forse smetterete di leggere la storia, potendo già benissimo immaginare come andrà a finire.
Peccato che costei non sia né esattamente umana, né incline ad obbedire alle previsione del Fato, ma ha ben chiaro come vuole che vadano le cose... ma tanto sono cose che non v'interessano, vero?
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
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It was Destiny! (whit a little help…)
 
Sentenza

La sala del trono appariva stranamente vuota, senza la presenza delle guardie e della maggior parte degli asgardiani.
Certo, gli uomini più fidati di Odino erano presenti, così come la sua consorte, il suo erede e i famigerati tre guerrieri in compagnia di Lady Sif.
E, naturalmente, non poteva mancare Loki.
Anche perché, trattandosi del suo processo, non avrebbe avuto molto senso non farlo partecipare.
Il principe decaduto non si sforzava neanche di seguire le parole del padre adottivo, continuando a far vagabondare lo sguardo da un punto all’altro del salone.
Uno sbadiglio annoiato gli sfuggì dalla bocca, che si trasformò velocemente in un colpo di tosse quando Thor, al suo fianco, gli tirò una gomitata per attirare la sua attenzione.
“Comportati bene” gli sibilò il biondo con uno sguardo d’ammonimento. Loki sbuffò.
“Detto dal principe di un popolo che non ha ancora imparato l’uso delle posate è un insulto bello e buono. E poi scusa, come faccio a coprirmi la bocca se sono ammanettato?” sottolineò il messaggio facendo tintinnare le catene che legavano i polsi alle caviglie, impedendogli di alzare le mani.
“è una cosa seria Loki! Padre sta decidendo il tuo destino”
“Allora considererà il mio sbadiglio oltraggio alla corte e mi aumenterà la pena?”
“Loki …” Thor gli lanciò un’altra occhiata ammonitrice, che provocò l’ennesimo sbuffo seccato da parte del moro.
Il dio del Caos riuscì a sopportare tutto quello per altri tre minuti. Dopodiché non ce la fece più.
“Sì, sì va bene. Ho fatto quello, ho tentato di uccidere quell’altro, ho minacciato di distruzione Midgard e bla bla bla…ero piuttosto presente quando ho fatto quelle cose sapete? Ora però possiamo passare la verdetto? Così mene posso tornare in cella e tanti saluti” intervenne esasperato.
“Non osare rivolgerti così al tuo Re!” tuonò Odino.
“Fino a prova contraria io non ho un re, non avendo un popolo, ergo non dovrei sottostare alle vostre leggi, ergo avrei tutto il diritto di andarmene” fece notare diplomaticamente con un’aurea angelica che non prometteva niente di buono, mentre al suo fianco Thor tentava di nuovo di fargli sputare un polmone, con una fraterna gomitata.
 
Odino sospirò, scuotendo il capo mentre i due giovani dei iniziavano una litigata non-esattamente-sottovoce.
Saranno pur passati secoli su secoli, ma quei due continuavano a litigare come da bambini, ammise il Padre degli dei a se stesso.
“Smettetela!” tuonò lanciandoli un’occhiata ammonitrice.
Il richiamo di Odino fece zittire la discussione, anche se i due continuarono a lanciarsi occhiatacce.
“Loki, la tua punizione sarà l’esilio su Midgard, finchè non dimostrerai di essere davvero cambiato.”
L’interessato alzò un sopracciglio, con aria perplessa.
“Tutto qui? Di certo non si può dire che pecchi di originalità o…” spazientito Odino sbattè a terra la lancia, togliendogli i poteri divini.
Il moro traballò sulle gambe, colto di sorpresa, ma Thor lo sostenne prontamente.
“Toglimi le mani di dosso!” protestò una volta recuperata la stabilità.
“Sto cercando di aiutarti”
“Retifico: stammi lontano Thor. Non mi serve il tuo aiuto”
“Sono tuo fratello, ti starò sempre vicino!”
“No, non lo sei! Rassegnati una buona volta!”
“Smettila di ripeterlo!”
“è la verità!”
“Tu non dici mai la verità!”
“C’è una prima volta per tutto!”
“Basta!” dovette intervenire nuovamente il padre degli dei
“Ma…” tentarono di protestare contemporaneamente i due, ma un’altra occhiataccia del padre gli ammutolì.
“Scortate fuori Loki” ordinò Odino alle guardie e Thor non poté far altro che osservare il fratellastro uscire dal salone.
 
“Perché Padre? Perché lo allontani ancora da noi?” domandò arrabbiata il principe ereditario, una volta che la stanza si svuotò.
“Ho combattuto per riportarlo a casa! Che senso ha avuto tutto questo se ora lo rimandi laggiù?”
“L’allontanamento da Asgard ti ha migliorato, Thor. Sono sicuro che Midgard riuscirà a cambiare anche Loki”
“Ma Loki non è come me…” mormorò tra se e se.
Loki pensava, viveva, agiva, in modo diverso da qualunque altro asgardiano ed era proprio questa sua caratteristica a renderlo così unico e affascinante agli occhi di Thor.
Non voleva che Loki cambiasse davvero, voleva solamente che riuscisse a liberarsi da quell’odio che gli avvelenava la mente.
Che riuscisse a vedere quanto lui lo amava proprio per quelle caratteristiche per le quali tutti gli altri su Asgard lo rinnegavano.
 
Per merito dell’ostinazione di Frigga, Loki non passò la sua ultima notte ad Asgard in un lurida cella dei sotterranei, ma in una stanza normale, sorvegliata attentamente dalle guardie.
“Sai, su Midgard le stelle sono diverse dalle nostre”
“Lo so” rispose Loki, continuando a tenere lo sguardo fisso sul cielo notturno che si vedeva fuori dalla finestra.
Con un sospiro stanco, Thor si avvicinò al fratellastro, che finalmente si girò verso di lui.
“Probabilmente le stelle saranno l’unica cosa che mi mancherà di questo posto” continuò con un’alzata di spalle, iniziando a muovere i polsi, da poco liberati dalle catene.
“Soltanto le stelle? E che mi dici della biblioteca?” domandò con un sorrisetto malinconico il biondo.
“In pratica conosco tutti i volumi a memoria”
“… e io? Non ti mancherò?”
“Si sente forse la mancanza di una malattia dolorosa e mortale?” domandò di risposta, con un sorriso sghembo.
Thor fece una smorfia, ma poi la sua attenzione venne attirata dai polsi del fratello.
“Fammi dare un’occhiata…” disse, cercando di prendere le sue mani tra le proprie.
“Sono solo dei graffi” gli rispose rapido il minore, sottraendosi alla sua presa. Thor lo riagguantò con forza, causandogli una smorfia di dolore.
“Uhm… aspetta qui, torno subito” si assicurò dopo una veloce analisi, avviandosi verso la porta.
“Devo proprio? Mi era appena venuta voglia di farmi spuntare le ali e spiccare un volo fuori dalla finestra” lo informò sarcastico.
Thor non si prese neanche la briga di tentare di rispondergli.
Quando tornò aveva tra le mani delle garze e un vasetto di unguento.
“Dai, siediti” disse indicandogli con un cenno una delle sedie vicino al tavolino, mentre ci appoggiava sopra una bacinella d’acqua per pulire le ferite.
D’istinto cercò di prendere una mano di Loki per curarlo, ma quello si ritrasse come se scottasse.
“Mi arrangio, puoi anche andartene” lo informò cupamente, tirandosi su le maniche della maglia e immergendo le mani nell’acqua tiepida.
Quando vide la poca delicatezza con qui Loki ripuliva i tagli, Thor intervenne nuovamente, afferrandogli con fermezza una mano e iniziando lavare le ferite con un panno umido.
Sbuffando, Loki lo lasciò fare, affidandosi alla sua secolare esperienza di guerriero.
“Ti hanno incatenato anche in cella?”
“Gli animali vanno tenuti al guinzaglio” rispose, tornando a guardare fuori.
“Smettila con questa storia” lo rimproverò, passando a pulire l’alto polso.
“Non mi sembra che tu ti sia particolarmente opposto quando i tuo amici mi hanno messo quella museruola…” il biondo strinse i denti, decidendo di lasciar perdere.
Con calma gli mise l’unguento sui polsi lesi e delicatamente li fasciò.
Le mani di Loki lo avevano sempre affascinato, con quelle dita lunghe e nodose, che da ragazzo erano sempre macchiate d’inchiostro e con le unghie mangiucchiate.
Se le ricordava fin troppo bene, mentre scorrevano sulle sue di ferite, in seguito a qualche avventura.
Era sempre stata loro abitudine curarsi le lesione a vicenda, occuparsi uno dell’altro quando erano lontani da Asgard, per dare la caccia a qualche drago sputafuoco o alla ricerca di tesori perduti.
Sovrappensiero, iniziò ad accarezzarne il dorso con il pollice, mentre un sorriso spontaneo gli si dipingeva sul viso al ricordo delle disavventure passate.
“Mi fai il solletico” intervenne all’improvviso Loki, dopo diversi momenti passati in quella posizione.
Thor alzò lo sguardo sul suo viso, trovandolo intento a fissare le loro mani ancora strette insieme.
“Loki…” iniziò il dio del tuono, ma il moro si ritrasse a quel contatto.
“è ora che tu te ne vada Thor” Sospirando il biondo acconsentì alla sua richiesta, alzandosi dalla sedia.
“Non ho intenzione di abbandonarti ancora fratello. Anche a costo di disobbedire agli ordini di Padre, ti starò vicino su Midgard” promise, prima di uscire dalla stanza.
“Non sono tuo fratello, Thor…” mormorò Loki, tornando ad osservare il cielo di Asgard.
 
 
 
Thor continuava a tormentarsi l’orlo della manica, mentre Loki veniva fatto avvicinare ad Odino.
Stancamente il re degli dei prese un’estremità del Tesseract, offrendo l’altra a Loki.
Il moro esitò per un momento, spostando d’istinto gli occhi su quelli del fratello.
I loro sguardi restarono indissolubilmente legati, anche mentre il cubo trasportava il principe decaduto su Midgard.
 
Frigga si morse il labbro per trattenere un singhiozzo. Quando si accorse che Thor continuava a tenere lo sguardo fisso nel punto in cui era sparito il fratello, cercò di calmarsi, avvicinandolo.
“Tornerà da noi Thor, ne sono sicura. Magari riuscirà a trovare anche lui una ragazza che lo cambierà, com’è riuscita a fare Jane con te” cercò di rassicurarlo stringendogli intensamente una mano, prima di abbandonare il salone.
Alle parole della Madre, il biondo si riscosse, mentre una morsa gli stringeva lo stomaco.
Ilsuo fratellino con una ragazza?
Una ragazza con il suo fratellino?
Il suo adorato, bellissimo, geniale Loki con una midgardiana qualunque?!
Sarebbe morto, risuscitato e morto di nuovo (e avanti così per un centinaio di migliaia di volte), prima di permettere una cosa del genere!
 
 
 
La notte ha un fascino tutto particolare.
La notte è il momento dei segreti, dei misteri e della magia.
Soprattutto nelle fredde notti della Norvegia, dove si riusciva ancora a trovare le vere notti, quelle di secoli prima, le notti buie con solo le stelle e la luna a illuminarle. Le stelle, la luna e l’aurora boreale.
-Domani potrei andare a nord… sono anni che non vedo le luci del nord…- rimuginava tra se e se una figura, tranquillamente distesa su una panchina ad osservare il cielo stellato di  non sapeva bene quale paese.
Purtroppo la sua tranquillità vene interrotta da un lampo azzurro, che la fece cadere dalla panchina per lo spavento.
Quando la luce sparì, si rese conto che, qualunque cosa fosse, si era dimenticata un pezzo per strada.
“Cos’è, uno scherzo?” domandò alzando il volto al cielo, e fissando infuriata le stelle.
“Guarda che diavolo devo fare, per tutti gli inferi!” continuò a borbottare, avvicinandosi al ragazzo che si stava mettendo a sedere dopo una rovinosa caduta.
“Ciao, tutto…” la voce gli morì in gola, quando lo riconobbe.
“Fantastico, davvero fantastico… ti ha mai detto nessuno che hai un pessimo senso dell’umorismo?!” disse alzando per l’ennesima volta il volto al cielo, prendendosela con qualcuno lassù.
“Bah, dato che sono qua tanto vale fare gli onori di casa…-riprese a borbottare- Bene Loki, benvenuto su Midgard, il laboratorio di chimica delle divinità, il parco giochi preferito dei numi ed infine, la discarica degli dei!” proclamò la ragazza con una malcelata nota di ironia e facendo un’elegante riverenza, prima di tirare fuori qualcosa dalle tasche dei pantaloni, offrendogliela.
“Big babol?”
 
 
 
 
 
 
 
Note
 
Tecnicamente dovrei studiare chimica per evitare un altro buco, ma dato che non ho mai avuto una coscienza, posso benissimo star qua a rovinarvi la giornata con le mie storielle u.u
Che dire, ci sarà un bel minestrone di culture, miti e folklore in questa storia, ma se gli dei possono scendere in terra indossando le vesti di loro madre, per dirla alla Tony, perché non far venir fuori anche qualcun altro?
Purtroppo per me (ma sono abbastanza certa che voi farete salti di gioia) dubito di riuscire ad aggiornare ogni settimana, ma farò il possibile.
Che altro dire, questo è solo l’inizio e se tutto va come dovrebbe, ne vedremmo delle belle… ora vado a nascondermi dal libro di chimica (quell’infame mi sta fissando male!!)
 
Ciao ciao
 
roby_lia
  
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