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Autore: Scarlett_92    04/11/2012    5 recensioni
"Odio il sole. Odio questo calore prepotente che cerca di insinuarsi nella mia stanza, nella mia vita, nel mio cuore."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ryo Shirogane/Ryan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La luce accecante del Sole attraversa fulminea e senza tanti complimenti la finestra della mia stanza. Qui a New York è inverno, ogni angolo della città è ricoperto di neve. Eppure i suoi luminosi raggi colpiscono il bicchiere di cristallo sul comodino, con ancora qualche goccia del mio caro amico whisky. S’ infrangono, sparpagliandosi per la camera in una miriade di colori scintillanti.
 
Ancora una volta non ho chiuso le persiane. Fosse una volta che me ne ricordassi.
 
Mi siedo controvoglia, abbandonando il cuscino e, assieme a lui, tutti i sogni che mi allietano la notte e mi distruggono al mattino, quando mi rendo conto che sono solo illusioni.
 
Guardo la sveglia poggiata accanto al bicchiere: sono ancora le sette. Avrei potuto dormire un altro paio d’ore e godermi il mio paradiso, visto che è domenica, ma lui non sembra essere d’accordo.
 
Odio il sole. Odio questo calore prepotente che cerca di insinuarsi nella mia stanza, nella mia vita, nel mio cuore.
 
Keiichiro a quest’ora sarà sicuramente sveglio, intento a sperimentare nuove idee per le sue tanto acclamate torte. Il re della pasta di zucchero, così lo chiamo io. Lui ride ogni volta, quando mi diverto con questo epiteto. Ma come darmi torto: ci mette così tanto impegno, passione, amore, nel lavorare quell’intruglio che ai miei occhi appare solo come un’altra leccornia da mettere sotto i denti.
 
Impegno…
Passione…
Amore…
 
Parole che per me non hanno più alcun significato, se non quello dei ricordi passati.
Il progetto Mew, il nostro progetto, il lavoro che avevamo idealizzato come la missione più importante della nostra vita, si è concluso da almeno sei mesi, ormai.
 
E da allora il gelo che vedo fuori dalla finestra non è paragonabile a quello che si è incarnato nelle mie membra, penetrando anche nella più piccola membrana o cellula del mio corpo.
 
Ognuno ha trovato la sua strada, e Kei è perfino felice di potersi dedicare unicamente alla sua passione.
 
Guardo la lettera di Zakuro stropicciata ancora per terra, lì dove l’ho lasciata ieri, dopo averla letta.
Mi ha scritto per darmi notizie delle mie… ex-dipendenti.
Mi pare di aver letto che Minto continua assiduamente a inseguire il sogno di diventare ballerina, mentre Retasu s’impegna come sempre nello studio senza però smettere di esercitarsi nel creare i suoi spettacolari peluche. Non ricordo granchè di cosa ci fosse scritto su Purin –se non erro suo padre è tornato per restare assieme a lei ed ai fratelli per un periodo un po’ più lungo del solito- e di sé stessa mi ha scritto che le cose… vanno. Tra alti e bassi, come sempre, ma vanno.
 
Ricordo invece a memoria, con la stessa irritante ripetitività dei picchiettii di un martello sul chiodo, ciò che c’è scritto su di lei, in quel maledetto pezzo di carta.
 
Sta bene”, mi ha scritto, “è molto felice del fatto che, oramai, gli effetti del DNA felino siano del tutto svaniti.
 
Sono felice anche io.
 
La fa stare bene il solo fatto di poter essere una fidanzata normale per… insomma, tu sai chi.
 
Non mi sento di condividere la sua gioia, stavolta.
 
Hanno in progetto di partire insieme, di andare a studiare all’estero. A Londra, se non sbaglio. Siamo tutte felici, Ryo, e ci manchi. Speriamo che anche tu e Keiichiro stiate bene.
 
Certo, certo.
 
Ricordare quelle parole mi fa tornare alla mente il perché delle persiane rimaste aperte e del bicchiere semi vuoto di whisky sul comodino. Mi viene quasi voglia di prenderne un altro. Forse due.
 
Sono andati avanti, tutti quanti. Ad eccezione del sottoscritto.
Lo so, sono uno stupido. Ridurmi ad uno stato quasi catatonico per colpa di una ragazzina che, tra l’altro, non ha mai dimostrato interesse per me.
 
I  suoi occhi nocciola, la sua allegria, il suo sorriso… erano un po’ come i raggi del sole di stamattina. Sono belli, e anche ora rimarrei qui, ad ammirare l’effetto che fanno nell’incrociare il mio bicchiere. Ma odio il modo in cui tentano ogni volta di ammaliarmi, incastrarmi nei loro giochi di colori, tentandomi dal voltarmi verso la vera fonte di luce ed accecarmi.
 
E allo stesso modo odio quegli occhi nocciola e quell’armonia, che s’intrufola con la loro stessa prepotenza nei miei sogni, illudendomi e riscaldandomi.
 
Fuori c’è il gelo, eppure il Sole si ostina a cercare di sciogliere tutta quella neve e a impossessarsi della città.
Anche lei era così. Il mio cuore era freddo, impenetrabile; eppure, senza nemmeno accorgersene, ogni singolo istante in cui il suo sguardo incontrava il mio, quell’insopportabile, prepotente, accogliente calore cercava di insinuarsi in me.

E c’era riuscita. Aveva sciolto il ghiaccio che risiedeva dentro me da tanto, troppo tempo, per poi allontanarsi senza alcun ritegno.
 
Da quel momento, nessun raggio di Sole è più riuscito a riscaldarmi davvero. Quella sfera infuocata è diventata solo una fastidiosa e irritante fonte di luce e calore.
 
Una luce che non illumina la mia vita.
 
Un calore che non intiepidisce il mio cuore.
 
 
Ormai odio il Sole.
Ma, ahimè, non riuscirò mai ad odiare lei.








Salve a tutti!
Lo so, ho una fanfiction in sospeso e anche da un po', ma stasera è calata una strana malinconia e quindi...eccomi qui ad annoiarvi con questa one-shot deprimente e angosciante.. (credo non ci sia bisogno di riassumere la trama, suppongo sia abbastanza chiara xD)
Che dire, spero che riesca comunque a piacere a qualcuno..
Fatemi sapere cosa ne pensate, in positivo come in negativo.. ci tengo! :-D
Un abbraccio a tutti,
Scarlett.

  
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