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Autore: Akemi_Kaires    04/11/2012    1 recensioni
{Sandra/Yellow/Erika}
- Adesso mi spieghi che ci faccio qui – mormorò difatti all’Allenatrice, con tono di voce esasperato e adirato. Esibì un’espressione di profondo disgusto, non appena urtò per errore un capo trasudante femminilità da ogni fibra di tessuto. – Ma dico, non potevamo fare dell’altro?
- Io sono qui perché Eri non vuole che stasera mi presenti in frac – le sussurrò la bionda di rimando, abbozzando un sorriso rassegnato, facendo spallucce. – A quanto pare desidera che questo appuntamento sia perfetto.
Perfetto o meno, la Domadraghi non avrebbe mai permesso all’altra Capopalestra di agghindarla come desiderava. Dopotutto, ne andava del suo onore. Girare per la città addobbata di fiocchi e lustrini come un albero di Natale non le si addiceva proprio.

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Seconda classificata al "Gotta Catch'em All" indetto da Rozen Kokoro su Writer's Palace
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Sandra, Yellow
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Manga, Videogioco
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Good day! Finalmente, dopo tanto pensare, ho finito questa shot. Questa storia si è piazzata seconda (a 0.25 punti dalla prima) al fantastico contest Gotta catch ‘em all!, indetto dalla mia tanto adorata Cognatuzza sul forum Writer’s Palace. Questo concorso consisteva nel scrivere una shot su una coppia crak chepiùcrackdicosìsimuore (pensate che tutte quelle che ha dato non hanno neppure un nome nella lista Neverending Romance). Siccome io sono masochista mi voglio molto bene, ho provato a prendere il pacchetto più difficile, trovandoci dentro un adorabile (NO!) Triangolo formato da… TA-DAAAAN! niente meno che Sandra/Yellow/Erika. Ma non mi dilungo troppo sulle spiegazioni. Vi lascio alla lettura, augurandomi che questa shot possa piacervi! <3

 

 

In Between

 

 

 

 

Il Pokègear cominciò a trillare allegramente, spezzando improvvisamente la placida quiete del mattino e strappando brutalmente la sua giovane proprietaria dal mondo dei sogni. La vivace suoneria fendette i timpani di Sandra, assordandola, infastidendola e costringendola a destarsi per porre fine a quell’atroce agonia.

Un lancinante dolore alla testa le oscurò inaspettatamente la vista, non appena si mise a sedere sulle morbide coltri del letto, e un sibilo acuto prese possesso della sua mente. Imprecando indecorosamente tra sé e sé per quel brusco e ben poco gradito risveglio, tastò alla cieca il comodino alla ricerca del cellulare, maledicendo la scarsa luminosità della stanza.

Chi mai poteva volerle così male da telefonarle nel cuore della notte? Solo un certo mentecatto, pensò acidamente la Capopalestra, mentre il suo pensiero correva istintivamente alla figura tanto odiata di Lance. Accettò la chiamata, pronta a ricoprire di insulti quel cugino degenere che aveva osato disturbarla durante il suo sonno ristoratore.

- San! Sei in ritardo!

Una vocetta allegra e dannatamente dolce giunse alle sue orecchie, acuendo ancor più il suo mal di testa e richiamandola bruscamente alla realtà. Non appena riconobbe la sua interlocutrice, si costrinse a soffocare la rabbia, mentre un brivido freddo percorreva la sua spina dorsale.

- Erika, maledizione, è prestissimo. Non è neanche l’alba – mugugnò con voce impastata dal sonno, massaggiandosi le tempie pulsanti e doloranti con una mano. – E smettila di strillarmi nelle orecchie di primo mattino. Per colpa tua, ora la testa mi fa più male di prima.

- Apri le finestre e guarda fuori, mia carissima Sandra. Noterai che sono già le dieci. Yellow è qui con me, quindi manchi solo tu! – esclamò in risposta l’altra Capopalestra, lasciandosi sfuggire un sospiro esasperato. – Sai, dovresti smetterla di trascorrere ogni sabato sera nella taverna del tuo paese. Tutto quell’alcol ti rimbambisce.

La Domadraghi scattò immediatamente in piedi, tentando in modo maldestro di mantenere in equilibrio il Pokègear tra la spalla e il viso, mentre cercava di vestirsi in fretta e furia. Come aveva fatto a non sentire la sveglia delle sei? Forse l’aveva spenta mentre si trovava in dormiveglia, non c’era altra spiegazione.

- Ho solo fatto una gara di bevute con Lance, niente di che! – sbottò in risposta, rischiando di cadere rovinosamente a terra mentre provava ad infilarsi gli stivali. Riuscì ad aggrapparsi saldamente al tavolo, evitando così di scivolare e rovinare così il suo bel corpo con qualche ematoma. L’alcol, ancora in circolo, non le permetteva di focalizzare al meglio ciò che la circondava. – Ho anche stracciato quell’imbecille. Dovresti essere fiera di me!

- Mi sto solo preoccupando per la tua salute – sbuffò l’altra con preoccupazione, irritando ancor più la già alterata ragazza. – Per favore, sbrigati! Non ho molto tempo. La Palestra mi ha concesso solo poche ore di libertà.

- Ancora mi devi spiegare che cosa dobbiamo fare – domandò accigliata la giovane donna, fissando con disgusto il suo riflesso allo specchio, notando come fossero dannatamente marcate le occhiaie viola sotto i suoi begli occhi color ghiaccio. Sicuramente, non appena le sue ragazze l’avrebbero vista in quello stato, non le avrebbero risparmiato una bella ramanzina sul suo vizio di bere per stracciare e umiliare il Campione davanti a tutta Ebanopoli.

- Andiamo a fare shopping, San. S-h-o-p-p-i-n-g – sospirò leggermente seccata la sua interlocutrice, trattenendosi a stento dal riprenderla per la sua scarsa memoria. – Te lo sei ancora dimenticata?

In realtà Sandra sapeva molto bene quale fosse il programma di quella mattinata. Tuttavia, ancora stentava a credere che avrebbe sprecato il loro prezioso tempo in quel modo inutile. Se c’era una cosa che detestava, difatti, era vagare come un’anima in pena per il Centro Commerciale; sapeva già che, una volta messo piede in quel labirinto di piani e corridoi, non avrebbe comprato nulla.

Entrava in quell’edificio solo se necessario, giusto per comprare divise e mantelli per lei e Lance, ogni volta che questi si rovinavano o strappavano. E, anche se ci andava a malapena tre o quattro volte all’anno, lo faceva con riluttanza e malavoglia.

- Quindi sprecheremo l’intera mattina per una simile idiozia? – protestò difatti, esibendo un’espressione disgustata e arricciando il naso. – Avrei ben altro da fare, sinceramente.

- Ma non ti alleni già abbastanza? – replicò Erika, seccata dalla cocciutaggine della testarda Domadraghi.

La giovane donna alzò gli occhi al cielo, sforzandosi di soffocare le imprecazioni che premevano per uscire dalle sue sottili labbra. Per lei allenarsi era essenziale, specie dal momento in cui era diventata l’erede del titolo di Maestra Drago. Avrebbe dovuto dimostrare a suo nonno, il gran Maestro, il suo enorme potenziale e valore, pur di obbligarlo così a cederle quella carica senza alcun ripensamento.

- Guarda che, se non lo faccio, la mia reputazione è in pericolo – spiegò brevemente, senza dilungarsi in discorsi inutili che sicuramente la mora non avrebbe voluto capire.

- Il nostro APPUNTAMENTO è in PERICOLO! Non vorrai mica presentarti al ristorante con indosso la tua divisa, spero!

La Capopalestra scostò il cellulare dall’orecchio, digrignando i denti per l’atroce mal di testa. Maledisse mentalmente la capricciosità di Erika, indecisa se chiuderle la chiamata in faccia o meno.

Agli occhi della gente, la dolce Allenatrice di tipo Erba appariva calma e pacata ma in realtà, se qualcuno osava rovinare i suoi piani, diventava aggressiva e alquanto acida. Fortunatamente per gli abitanti di Azzurropoli, la giovane trascorreva le sue giornate dormendo e accudendo i suoi amati fiori, uniche cose capaci di distrarla e calmarla.

- Non ho alcuna intenzione di sprecare il mio tempo in roba da femmine – ridacchiò beffardamente la Domadraghi, sicura di provocarla e irritarla alquanto, in procinto di premere quel pulsante che avrebbe messo fine alla loro conversazione.

L’ultima cosa che udì fu il Oh, no, non oserai…! di un’adirata Erika.

Poi fu finalmente silenzio.

 

Ancora stentava a credere che lei, donna di ghiaccio rinomata appunto per la sua freddezza, si fosse lasciata giocare dai suoi stessi sensi di colpa. Se si trovava lì, in mezzo a quella marea di vestiti femminili ricchi di pizzi e merletti, era solo per colpa della pietà e dell’affetto nutrito nei confronti delle sue due fidanzate.

La sola idea di trascorrere un’intera mattinata – a fare cosa, poi? – nel Centro Commerciale di Azzurropoli le provocava conati di vomito. Costretta a vagare in quella jungla di capi pieni di fiocchi, Sandra constatò con disgusto come i suoi gusti fossero ben diversi da quelli di Erika e Yellow.

- Adesso mi spieghi che ci faccio qui – mormorò difatti all’Allenatrice, con tono di voce esasperato e adirato. Esibì un’espressione di profondo disgusto, non appena urtò per errore un capo trasudante femminilità da ogni fibra di tessuto. – Ma dico, non potevamo fare dell’altro?

- Io sono qui perché Eri non vuole che stasera mi presenti in frac – le sussurrò la bionda di rimando, abbozzando un sorriso rassegnato, facendo spallucce. – A quanto pare desidera che questo appuntamento sia perfetto.

Perfetto o meno, la Domadraghi non avrebbe mai permesso all’altra Capopalestra di agghindarla come desiderava. Dopotutto, ne andava del suo onore. Girare per la città addobbata di fiocchi e lustrini come un albero di Natale non le si addiceva proprio.

- Ma è una tortura atroce! – ribatté, stringendo i pugni e trattenendosi a stento dall’assestare un cazzotto a un manichino per sfogare la sua rabbia repressa. – Mi capisci, vero?

- Beh, tutto sommato è anche piacevole – cercò di convincerla Yellow, ridacchiando tra sé e sé con divertimento. Additò la mora, poco distante da loro, ancora intenta a cercare disperatamente un vestito adatto a loro. – E poi non è bello vedere Eri così felice e determinata?

Sandra, più che trovare bella l’isteria della ragazza, la reputava quanto mai seccante e irritante. Con malinconia, volse lo sguardo verso l’uscita, indecisa o meno se fuggire a gambe levate da quella prigione. Così facendo, però, avrebbe rattristato e deluso le sue compagne. Nonostante fosse egoista e menefreghista, non se la sentiva di ferirle in quel modo.

Più volte, però, aveva cercato di abbandonarle in quel mondo caramelloso, svoltando l’angolo per immergersi nel familiare reparto sportivo, ma era sempre stata trattenuta dalla salda presa dell’Allenatrice di tipo Erba.

- Perché non cercate un abito adatto solo per voi due?! – sbottò la futura Maestra, una volta raggiunta la terza ragazza, lanciandole un’occhiataccia fulminante. – A me queste cose non piacciono e lo sai! Non posso vestirmi semplicemente con un frac o uno smoking?

In tutta risposta, quest’ultima lanciò tra le sue braccia un capo blu con tanto di fiocco. – Niente storie! Oggi siamo venute qui apposta per fare shopping, non per compare tute aderenti o altri mantelli!

- Perché dovrei comprare vestiti che non metterò mai?! – replicò Sandra, afferrando il capo con due dita, disgustata e inorridita da quella veste così dannatamente femminile e ben poco consona ai suoi gusti.

- Perché oggi è il nostro anniversario di fidanzamento e pretendo che tu indossi qualcosa di adatto per l’occasione! – strillò Erika a gran voce, catturando l’attenzione di tutti i presenti e sbriciolando i poveri timpani delle due ragazze.

Yellow l’aggredì immediatamente, tappandole la bocca con una mano, impedendole così di informare ogni sconosciuto sulla vera natura della loro relazione. Da quando avevano ufficializzato il fidanzamento del loro strano triangolo, si erano imposte assoluta riservatezza e silenzio a riguardo. Agli occhi della gente comune, dovevano assolutamente apparire come tre semplici giovani legate da una solida amicizia.

Se solo le persone fossero venute a conoscenza del loro segreto, per loro sarebbe stata la fine. La loro reputazione sarebbe stata infangata e nessuno le avrebbe più trattate col dovuto rispetto.

Solo Lance sapeva la verità ma, se solo avesse osato farne parola con gli altri Domadraghi, la cugina avrebbe reso pubblica la notizia della sua relazione amorosa con Silver. La Capopalestra avrebbe anche perso il suo ruolo e il futuro titolo di Maestra, venendo radiata così dall’ordine di Ebanopoli, ma il Campione sarebbe stato definitivamente esiliato dal paese.

Il silenzio era la soluzione migliore per tutti quanti.

- Adesso San si metterà quell’abito, Eri. Basta che tu ora ti calmi e ti rilassi – la ammonì l’Allenatrice, per poi scoccare un’occhiata furente alla giovane donna. – Vero che lo farai?

- Sul mio cadavere!

E queste furono le sue ultime parole, seguite poi da numerose imprecazioni, prima di essere brutalmente spinta dentro un camerino assieme al tanto odiato vestito.

 

Aveva comprato quell’abito con riluttanza, solo per rendere felice Erika e mettere a tacere le sue fastidiose polemiche. In realtà, quando si era ritrovata contro il suo volere dentro quel camerino soffocante, non aveva neanche avuto la decenza di provarlo.

Era rimasta lì, ferma e immobile, aspettando una manciata buona di minuti prima di ricomparire dinnanzi alle sue amiche e pronunciare quel fintissimo Mi calza a pennello. Lo compro che aveva messo fine alla sua agonia.

Mai avrebbe pensato, però, che le sue parole corrispondessero alla realtà dei fatti. A stento associava l’elegante riflesso allo specchio alla sua persona. Rimase a bocca aperta, sospesa nello stupore e nella beatitudine, faticando a riconoscersi in quella bella donna davanti a sé.

Il vestito color notte, stretto in vita da un vistoso fiocco azzurro fungente da cintura, si adattava perfettamente alle curve morbide del suo corpo maturo, delineandole e risaltandole. Il tessuto splendeva sotto la fioca luce della lampadina, brillando quasi come una stella.

Per la prima volta dopo tanti anni, aveva perfino lasciato liberi i suoi capelli, che cadevano in una setosa cascata sulle sue spalle nude e lungo la schiena. Perfino il suo volto, che non aveva mai avuto modo di conoscere alcun genere di cosmetico, era stato adeguatamente truccato dalle mani esperte di Erika.

Durante quella serata avrebbe avuto modo di dire temporaneamente addio alla mascolina ed energica Capopalestra per dare finalmente posto a Sandra, giovane donna affascinante e ammaliante.

- Allora? – domandò una voce familiare alle sue spalle, carezzevole e dolce come poche. – Vuoi ancora metterti quell’orribile tuta aderente?

Sandra scrutò per un attimo gli eleganti corpi di Erika e Yellow, valutando quanto i loro abiti fossero perfetti per ognuna. Il bel kimono color oro della Capopalestra e il semplice abitino giallo a balze dell’Allenatrice erano proprio adatti ad una serata importante come quella. A quanto pareva, entrambe avevano un buon gusto in fatto di vestiti. Curvò istintivamente le labbra in un sorriso soddisfatto e beffardo, sfoderando un’espressione gioiosa ma al contempo determinata.

- Questa sera la Divina vuole stendere tutti con la sua accecante bellezza – esclamò, spinta da un puro impeto di narcisismo, per poi scoppiare a ridere sonoramente.

- Sei davvero elegante, San – concordò la biondina, sorridendo timidamente e annuendo in modo quasi impercettibile. – A quanto pare Erika ha fatto proprio bene a costringerti a provarlo!

- E a noi neanche un complimento? – esclamò invece la mora, sconcertata, sbarrando gli occhi non appena l’azzurra le passò accanto in tutta la sua austerità e magnificenza.

- Al massimo posso darvi un bacino in fronte, giusto per ringraziarvi e dirvi quanto siete sexy – disse in un soffio la diretta interessata, strizzando l’occhio, per poi sghignazzare trionfale di fronte al loro imbarazzo e stupore. – Su, andiamo! Abbiamo un anniversario da festeggiare tutte assieme!

Ed uscirono di casa in questo modo, tra risate e arrossimenti, pronte a scatenarsi durante quella che effettivamente era la loro serata.

 

 

Parla l’Autrice gusto cedrata:

In Between. Tra. Perché tra i due litiganti, il terzo gode (Yellow) e perché Se non puoi batterli, unisciti a loro (Sandra).

Mi sono scervellata un bel po’ su una possibile scena tra queste tre adorabili ragazze. L’idea mi è venuta mentre ripensavo casualmente al commento di Erika nei confronti dei vestiti di Sandra in HG/SS e dal fatto che, nel gioco, tutti sfottano allegramente la divisa della Domadraghi. Ammetto che, però, la più difficile da trattare è stata Yellow. Non sapevo dove inserirla e come farla interagire con le due Capopalestra. Però, ovviamente, tutte e tre hanno fatto quello che hanno voluto e la storia si è costruita da sola. Non ho voluto approfondire i motivi del loro fidanzamento perché non li so neppure io. Quindi ho preferito trattare una scena con Triangolo già formato, in modo tale da non combinare casini e scrivere fregnacce. Volevo ringraziare di cuore la mia adorabile Cognatuzza, perché mi ha permesso di partecipare ad un contest così bello. Grazie di cuore, tesoro mio! Detto questo, mi auguro che questa storia sia stata di gradimento a tutti voi. Ci sentiamo con tante belle recensioni, miei adorati lettori! <3

 

 

Secondo Posto:

Lady_Mei~

In Between

 

IC: 6.75/7

Originalità: 10.5/11

Estetica Fic: 4/4

Gradimento Personale: 5/5

No prompt: 3/3

Master ball: 5/5

No Beta: 3/3

Totale punteggio: 37.25/38

 

Che dire… sono sorpresa. Ma cosa potevo aspettarmi! Dopo averti rifilato un Triangolo rigorosamente Crack, sapevo che ce l’avresti fatta. Ed eccomi qui, a correggere la tua bella storiella. In quanto grammatica e stile, non posso dire nulla, sempre impeccabile. Mi sono piaciute tantissimo le descrizioni, ho delineato perfettamente tutta la scena nella mia mente, quasi come l’avessi vissuta. Mi complimento seriamente, lo stile è impeccabile. Potrei scriverci un papiro, ma sarebbe pieno di ripetizioni… a proposito di ripetizioni, non ne ho trovata alcuna. O almeno, non ci ho fatto caso. Quindi punteggio pieno sulla grammatica, magari non ho notato qualcosa, ma ho fatto del mio meglio.

Parlando della caratterizzazione dei personaggi, posso dire che hai fatto un ottimo lavoro. Peccato per Yellow, che non spicca come le altre due… Ma, come hai detto te, hai trovato moltissima difficoltà ad inserirla, e comunque hai fatto un lavoro eccellente. La storia è decisamente Originale, anzi direi parecchio originale. Tutta questa scena Fluff che Sandra è costretta a subire rende ancora più piacevole la lettura e ti rilassa appieno. Parlando appunto di Sandra, devo dire che l’ho amata moltissimo. Il suo carattere maschilista, ma allo stesso tempo narcisista, spicca notevolmente nella storia, della quale in fondo è la protagonista. Pronta a soddisfare i capricci delle sue due amate Erika e Yellow, facendo sacrifici enormi. La scena finale è dannatamente Fluff, un’ottima conclusione per un’ottima storia. Sono sicura che piacerà, come è piaciuta a me!

I miei più sentiti complimenti!

  
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