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Autore: in venere veritas    04/11/2012    4 recensioni
Avevamo litigato prima che io uscissi, infatti l’aria dentro quell’appartamento era alquanto pesante.
« Se è questa la considerazione che hai di me, perché non te ne vai?!» Con la stessa potenza di come lo avevo respinto, mi riafferrò portandomi tra le sue braccia.
«Shh.. Non chiedermi più una cosa del genere.. cucciola.»
Non sopportavo i suoi sbalzi di umore, e neanche quando mi chiamava “cucciola” perché gli perdonavo tutto.
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Try.

 
Avevo aperto la porta di casa, e vi entrai dentro.
Posai la borsa su un mobile a caso e appesi la giacca, dato che la temperatura di sera calava molto.
Non mi ero accorta che lui era lì.
Lì, appoggiato al muro con le braccia incrociate che mi guardava minaccioso.
Avevamo litigato prima che io uscissi, infatti l’aria dentro quell’appartamento era alquanto pesante.
Quando mi tolsi anche la sciarpa, mi diressi in camera a cercare un golfino per riscaldarmi.
«Le tue anche si sono divertite mentre eri fuori?»
Una domanda. Una semplice ed offensiva domanda per farmi saltare i nervi.
«Cazzo smettila Bill! Finiscila con questa storia!», gli urlai contro.
«La finirò quando smetterai di tradirmi!», disse portandosi le braccia ai fianchi e serrando la mani a pugno.
Tradirlo? Questa poi! «Io non ti ho mai tradito, e tu lo sai!», sbraitai.
«E allora smettila di comportarti in quel modo con lui!», ringhiò lui aggrottando le sopracciglia che incorniciavano quei suoi meravigliosi occhi nocciola.
«Bill, è il mio migliore amico! È normale che ci si abbracci e ci si dica “ti voglio bene”, e poi… parli proprio tu?»
Bill si puntò il dito contro. «Io? E di grazia, cosa avrei fatto?»
Nervi. Nervi a fior di pelle!
« “Oh Nathalie sei sempre così brava!!!”, “Oh, Nath cosa farei senza di te?”, “Nath!!!”, “Nath!!!”, “Nath”», lo imitai per poi aggiungere. «Peggio di una cazzo di divaH!»
Nonostante la guancia che si voleva piegare in un sorriso, mi rispose. «è la mia truccatrice!»
«Come se non ti sapessi truccare da solo!»
«Non faccio niente di male!»
«Neanche io!»
«Tu stai più tempo insieme a lui che con me!»
Era la goccia che faceva traboccare il vaso. «Bill, io ogni giorno cerco di ritagliarmi anche solo cinque minuti per stare con te, cosa che invece non vedo fare da parte tua..», dissi abbassando un po’ gli occhi. Lui se ne accorse.
Rimanemmo zitti per qualche secondo, poi mi percorse per tutto il corpo un brivido di freddo.
Girai i tacchi e ritornai a cercare il golfino.
Entrai in camera, oltrepassai il letto e andai verso l’armadio.
Aprii l’anta a specchio, e quando i miei polpastrelli toccarono il tessuto soffice del golfino, la mano di Bill si era posata sulla mia spalla.
Tremai al contatto, e lui posò le sue labbra piene dietro il mio orecchio e ci soffiò contro «Mi dispiace che tu non lo veda..», disse depositando leggeri baci lungo il mio collo. «Ma io farei qualsiasi cosa per stare insieme a te...»
Altri baci, e la sua mano sul mio ventre. «...perché io ti amo.»
Mi fece indietreggiare continuando ad inciampare su vestiti o valigie.
«Cosa che non fai tu.», affermò portando la mano dal mio ventre, su verso il petto.
La rabbia, il nervosismo e lo stress di prima tornarono a ribollirmi dentro il sangue.
Quella frase è stata come un getto di acqua fredda.
Afferrai la sua mano che stringeva il petto, l’alzai. Mi girai e con l’altra mia mano lo spinsi via da me. «Non solo mi dai della zoccola, ma affermi pure che io non ti ami?!»
Era la cosa che mi faceva più male. « Se è questa la considerazione che hai di me, perché non te ne vai?!»
Con la stessa potenza di come lo avevo respinto, mi riafferrò portandomi tra le sue braccia.
«Shh.. », sussurrò sulla mia guancia per poi sollevarmi e buttarmi sul materasso del letto.
Quando vide che mi stavo tirando su, mi prese per le gambe e mi portò verso di lui che si era seduto sul letto in ginocchio.
«Non chiedermi più una cosa del genere.. cucciola.»
Non sopportavo i suoi sbalzi di umore, e neanche quando mi chiamava “cucciola” perché gli perdonavo tutto.
Mani che accarezzavano il viso dell’altro.
Sorrisi che si rincorrevano insieme ai sospiri.
Segni rossi sui corpi provocati da baci, succhiotti e morsi.
Lui marchiava me e io marchiavo lui.
Ma non potevo lasciargliela passare liscia anche questa volta.
Cercai quel poco di autocontrollo e di lucidità mentale per fermarmi. «Bill, ti amo, lo sai. Quindi perché mi fai soffrire così?»
Si fermò anche lui, guardandomi con occhi colmi di passione. «Perché non mi credi quando ti dico che io amo solo te, e non ci sono altre pers…»
Lacrime. Goccie calde e salate avevano iniziato a percorrere le mie guance arrossate.
Misi le mani al viso per nascondermi.
Sentii le labbra vellutate di Bill sulla mia fronte. «Non ho avuto nessuno al mio fianco per tanto tempo e… ho imparato a pensare che nessuno mi avrebbe voluto davvero per quello che sono e non per chi sono. Poi ho incontrato te.»
Smisi di piangere, e le sue dita lunghe raccolsero le lacrime con dolci e tenere carezze.
« E la paura di perderti e ritornare in quell’abisso buio mi spaventa a morte. Non è mancanza di fiducia, piccola. Sono io. Tu non centri niente. Sono io l’egoista. Non volevo farti soffrire fino a questo punto.» Terminò baciandomi il polso.
Quando ristabilii inutilmente la voce dissi che in quel caso non avrei smesso di litigare e ripetergli che lo amo.
In tutta risposta, lui mi regalò uno dei suoi luminosi e perfetti sorrisi.
«Ti amo, Prinzessin»






Ciao! Questa è la prima One-Shot, la prima storia, il primo schifo che posto su EFP riguardanti i Tokio Hotel. Già già.
La one-shot l'ho scritta di getto, mentre ascoltavo la canzone "Try" di P!nk (quella donna è una figa!) e questo è il risultato.
Che ne pensate? Le critiche sono ben accette :)
Gut Nacht, Aliens! ;)

P.S. Mi scuso in anticipo per gli eventuali orrori grammaticali DD:
  
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