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Autore: _sMiLeR_    04/11/2012    2 recensioni
Sono passati più di 9 anni da quando incontrai quella bimba capricciosa. Sono 9 anni che ne sono innamorato.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Eric

Sono passati 9 anni, 4 mesi e 13 giorni da quando la incontrai per la prima volta. Quando vidi per la prima volta quegli occhi color meraviglia. Allora ero davvero piccolo, non avevo idea di quello che quella bimba capricciosa e dai capelli ribelli sarebbe diventata per me.
I nostri padri erano e sono colleghi. Li lega una buffa storia: in realtà quando s’incontrarono la prima volta non si potevano vedere. La ragione? Le attenzioni e i complimenti del capo. Era in vista un gran bella  promozione ed entrambi volevano accaparrarsela. Peccato che però andò ad Harry Windsor, una terza persona che nessuno aveva messo in conto. Un vero e proprio caso di “tra i due litiganti il terzo gode”; da allora si unirono nel “dolore” e diventarono grandissimi amici.
Le nostre madri e i nostri fratelli legarono subito, e da lì iniziarono le grandi cene, feste e gite in famiglia.
Mi accorsi di essere innamorato di lei quando avevo 13 anni.
Era la solita festa che organizzavamo tutti gli anni per Halloween, eravamo tutti in maschera.
Lei si travestì da zucca gigante, era davvero adorabile. Aveva un cappellino arancione con un asticina verde in mezzo che stava a simboleggiare il gambo, un buffo vestito bombato (a mò di zucca appunto) dello stesso colore e delle scarpette nere. Non era molto truccata: aveva appena le guancette rosse e un po’ di matita. E’ sempre stata una ragazza molto semplice, in quasi tutte le occasioni.
Non so esattamente cosa mi spinse a capirlo proprio quella sera, so solo che da allora non ho potuto più fare a meno di vederla, ascoltarla, sentirla ridere. Però sono sempre stato lì, in un angolo, a fare l’amico. Credo che sia l’unico modo per starle vicino incondizionatamente. Vivo con la costante paura di perderla, e non so se sia un bene o una male. La mia Sidney.



Sidney

Aah, quanto vorrei tornare bambina. Era tutto più facile da bambina. Mi bastava poco per essere felice: Eric, Sandra e magari qualche bel giocattolo. Adesso invece si fa tutto sempre più complicato … prendiamo Scott. Accidenti, quel ragazzo mi farà veramente impazzire. Alterna momenti di dolcezza alla freddezza pura, però mi affascina. Ho sempre avuto un debole per i belli e tormentati. Ma tanto me lo dicono tutti, io finirò col sposare Eric; sarebbe una bellissima favola, anche se un po’ troppo stereotipata: i due ragazzi, amici da sempre, finiscono coll’innamorarsi e vivere per sempre felici e contenti. Sarebbe fico.
Ma è la vita reale, non un film.
Sono una che sogna troppo io. Menomale che c’è la mia migliora amica, Sandra, a tenermi coi piedi per terra, altrimenti volerei chissà dove nei meandri della mia fantasia. Ma che posso farci? Sono una romanticona rivoluzionaria, lo sono sempre stata. Ritornando alla mia infanzia, per esempio, non riuscivo a capire perché i maschi dovessero giocare coi maschi e le femmine con le femmine. Cavolo, abbiamo più o meno gli stessi interessi: bambolotti, macchinine, palloni … okay, forse ero io ad essere un po’ diversa.  Ma non capisco lo stesso.
A volte vorrei solo che tutto ciò che mi passa per la testa si comprimesse e scomparisse, credo che sarei più serena se pensassi meno. Beata ingenuità.
 

Scott

Sidney, Sidney, Sidney … non mi passa nient’altro per la testa. Quella ragazza minuta e dagli occhioni cerulei è riuscita ad entrarmi dentro, e credo che non uscirà facilmente. Nessuna c’era mai riuscita. I suoi principi, i suoi sguardi, il suo modo di fare mi sono entrati nel sangue.  E’ possibile innamorarsi così tanto a 19 anni? Insomma, i miei coetanei cercano quasi sempre storielle passeggere, flirt.
Io sono estasiato quando sono in sua compagnia, so di poter essere sempre e comunque me stesso, di poter dire quello che penso.
L’ho incontrata 6 mesi fa: ero seduto in un bar a studiare per l’esame di Diritto Penale, lei mi servì al tavolo una cioccolata calda che non avevo chiesto. Mi disse: “sembri così impegnato, rilassati! Ecco qua, offre la casa.” . Cominciò a sorprendermi da lì. Si sedette davanti a me e parlammo per ore, fin oltre la fine del suo turno. Poi mi feci coraggio e la invitai ad uscire. Lei ovviamente non accettò.  Anzi, mi disse che se tra di noi era destino, ci saremmo rincontrati, chissà dove, chissà come. E, ironia della sorte, ci rincontrammo 4 giorni dopo, sedendoci contemporaneamente  nella stessa panchina in cui ci sedemmo dopo la fine del suo turno al bar, il giorno in cui ci conoscemmo.
Da quel giorno è diventata la mia musa, la mia ispirazione, la chiave che è riuscita ad aprire la porta del mio cuore.




  
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