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Autore: Cali F Jones    05/11/2012    5 recensioni
La musica classica fa da filo conduttore a questa raccolta di 6 brevi one-shot di genere e ambientazioni diverse.
#1 - Rondo alla Turca (Danimarca/Norvegia)
#2 - Toccata e Fuga in Re Minore (Russia)
#3 - Adagio in Sol Minore (Francia/America)
#4 - Notturno Opera 9 No. 1 (Francia)
#5 - Humoresque No. 7 (America/Inghilterra)
#6 - ?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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"Musica, il più grande bene che i mortali conoscano. E tutto ciò che del paradiso noi abbiamo quaggiù."
J. Addison

 

Rondo alla Turca



Personaggi: Danimarca/Mathias Køhler; Norvegia/Lukas Thomassen Bondevik
Genere: Slice of Life
Ambientazione: Moderna
Musica: Rondo alla Turca di Wolfgang Amadeus Mozart

Si consiglia l'ascolto della musica durante la lettura.
 

Per Anna,
la mia illibata (ancora per poco lol) Nor, compagna di sclero,
nonché un sacco di altre cose non ben definite.
Perché ormai siamo in fissa con i Nordici
e una DenNor idiota ci stava.

 

L’allegra musica risuonò nella stanza come un fulmine a cielo sereno, facendo sobbalzare il norvegese, assorto nella lettura di un vecchio libro ritrovato qualche giorno prima in mezzo al disordine degli scaffali più alti. Che diavolo aveva in mente quando aveva messo “Rondo alla Turca” come suoneria? Si passò una mano sul volto esausto, per poi prendere in mano il cellulare e controllare il nome sul display. Den. Prese un respiro ancora più profondo del primo, sprofondando nella poltrona. Che cosa voleva quell’idiota? Nemmeno nel suo giorno libero riusciva a lasciarlo in pace?
«Pronto?» bofonchiò a mezza voce.
«Oi, Nor!»
La voce squillante del danese gli rimbombò nel cranio, cozzando contro le pareti del suo povero cervello ormai completamente frastornato.
«Den, ti sento benissimo, non c’è bisogno che urli»
«Eh? Ah sì, hai ragione! Ahahahah!»
Quella risata. Dio mio, ma non riusciva a rimanere serio per neanche cinque minuti?
«Hey, Nor, sei libero oggi?»
Il norvegese roteò gli occhi, per poi puntarli su un moscerino sul soffitto intento a descrivere piccoli cerchi concentrici. Tutto ad un tratto, persino osservare quell’insetto nella sua monotonia era diventata un’attività più piacevole che stare ad ascoltare i discorsi del danese.
«Che ne dici di venire a casa mia? Ti preparo qualcosa per pranzo e poi possiamo passare il pomeriggio insieme, che dici? Eh? Va bene, vero? Magari possiamo giocare a scopa…se sai cosa intendo ahahahah!»
Danimarca continuò a parlare per qualche altro secondo, del tutto ignaro dell’espressione carica di vergogna che aveva assunto il norvegese all’altro capo del telefono.
«Nor, Nor, hey, Nor! Ma ci sei? Mi sembra di parlare da solo!»
«Ci sono, ci sono! Ma non dire queste cose al telefono!»
«Eh? Perché no? Stiamo insieme, giusto?»
Dall’altro capo nessuna risposta.
«Giusto?» ripeté Danimarca.
«Sì! Giusto!»
Sul viso del danese si dipinse un ampio sorriso. Un sorriso che Norvegia non poteva vedere, ma poteva chiaramente percepire attraverso la cornetta. Ma come aveva fatto a mettersi insieme a quello? Sembrava che quella domanda fosse destinata a fare la fine di quella della suoneria. Perché aveva messo "Rondo alla Turca" come suoneria? Così, nessuna apparente ragione. Perché si era messo insieme a Danimarca? Così, nessuna apparente ragione. Semplicemente amava Mozart. Semplicemente amava...
«Allora ti aspetto, dammi il tempo di mettermi qualcosa addosso…»
«Sei ancora in mutande?»
«Ah, sì, mi sono appena alzato dal letto…se preferisci rimango in mutande, Norge!» la seconda parte della frase venne pronunciata con un tono suadente e malizioso, per poi essere seguita dall’ennesima risata.
«Vestiti»
«Sicuro, Norge?»
«Vestiti»
«Mi sto infilando i pantaloni, è la tua ultima possibilità per fermarmi!»
«Vestiti…e non dimenticare la cravatta»
«Oh, così puoi tirarmi a te e baciarmi?»
«No, così posso strozzarti»
Il norvegese accennò un sorrisetto sadico, mentre dall’altro capo del telefono provenivano mugugni e lamenti di vario genere.
«Sarò da te tra mezz’ora»
«Ti aspetto!»
E, senza dare modo di salutare, riattaccò. “Stupido” pensò Norvegia, tornando a concentrarsi sulla sua lettura. Sospirò. Non sarebbe stata una giornata facile. Passare un intero pomeriggio con Danimarca sarebbe stato a dir poco estenuante. Avrebbe dovuto sopportare le sue chiacchiere senza senso, le sue battutine squallide, le sua canzoncine idiote, le sue auto acclamazioni, il suo sorriso. Sì, avrebbe dovuto sopportare il suo sorriso così dannatamente sincero, la sua esuberanza contagiosa, il suo perenne buonumore e la sua immancabile capacità di farlo sentire unico, speciale e veramente felice, come nessuno mai era stato in grado di fare in tutti quei secoli.
Forse quello che si profilava non era poi un pomeriggio così terribile.

  
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