Scusate, scusate e ancora scusate questa povera autrice in ritardo epico.
Tra una storia e l’atra sono stata colta dal temibile blocco dello scrittore.
Passaimo alle cose importanti: è possibile che non tutti conoscano le creature che appariranno nel racconto, quindi in certi capitoli verranno riportate delle spiegazioni viste dal punto di vista di Hilary come “giovane demone inesperta alla scoperta del mondo”.
Fatte un po’ di vittime tra i blader passiamo alla parte principale del racconto.
Molte cose verranno svelate, perché a discapito di tutto c’è un momento reale celato dietro agli avvenimenti.
Ma questo lo scoprirete leggendo i prossimi capitoli.
Buona lettura.
CHAPTER SIX
Erano trascorse
diverse settimane e da allora non erano più state rinvenute nuove vittime
marchiate con il drago nero.
Solo piccoli incidenti
relativamente innocui come quello di Emily che
durante gli allenamenti con gli altri All Star si era
lussata una caviglia sbilanciandosi per uno dei pesi del bilanciere
evidentemente mal fissato le cadesse sul piede.
O MingMing
misteriosamente colpita da una strana forma influenzale con conseguente perdita
della voce e strane chiazze rosse tipo del morbillo.
A Tokyo qualcuno aveva
preso in considerazione che lassù qualcuno lo odiasse veramente.
Perché secondo i suoi
canoni non era umanamente possibile che ne lui ne i
suoi amici potessero partire con navi o aerei per via delle condizioni
meteorologiche, incidenti e vari imprevisti.
- Ne ho veramente
piene le palle di questa storia. Non è proprio possibile.
Come da prassi negli
ultimi quindici giorni i Blade Brakers
dopo aver progettato
viaggio su viaggio si erano ritrovati a piedi per l’ennesima volta poco prima
della partenza.
Ora se ne stavano fuori dall’ingresso dell’aeroporto in attesa di un taxi che
li riportasse a casa.
- Takao
piantala. Sarà la trentesima volta che lo ripeti. Tanto non cambia nulla anche se ti lamenti.
- Lo so, lo so.
Takao era esasperato per la situazione.
- Ma proprio non ci
credo che ogni dannatissima volta che cerchiamo di partire succede qualcosa e
ce ne restiamo bloccati.
- Ti capiamo ma proprio non possiamo farci niente
- Rei ha ragione
- Anche tu Prof… anche
tu mi tradisci
- Non mettermi in
bocca parole che non ho detto e usa il di cervello. La verità è che…
- …la sfiga ci
perseguita. Ma che ho fatto di male…
Piagnucolò il capitano.
- Ora essere
superstizioso - lo apostrofò l’americano - La sfortuna è solo un’invenzione
dell’uomo per spiegarsi fatti che no potrebbero essere
spiegati razionalmente.
Come gli ufo per
esempio.
- Quindi secondo te se
il volo è stato cancellato è un caso
- Esatto.
- Come il guasto del
pullman per andare a scuola?!
- Beh, direi di sì.
- E il malore del
pilota dell’aereo di oggi? E la tempesta che ha rimandato il volo per
raggiungere
- Takao
te l’ho detto e ripetuto. La sfortuna non esiste!!!!
L’americano non ebbe
il tempo di finire la frase che scoppiò un nubifragio.
Takao lo guardò stortissimo - Non esiste, neh? Cazzate!
Si allontanò sotto la
pioggia senza ombrello dato che effettivamente non ne aveva uno con sé.
- Come dice il detto –
sentenziò il prof
- La fortuna è cieca,
ma la sfiga ci…
- È un cecchino.
Russia-Giappone 1 a 0 palla al
centro.
- Comincio a temerlo
anch’io ragazzi. Avete portafortuna con voi?
- Per me è meglio un esorcista.
Takao correva come un forsennato sotto la pioggia zuppo come un pulcino.
Aveva provato a fermarsi sotto il porticato di un condominio in attesa che smettesse di piovere, ma dopo una mezz’ora abbondante di attesa convenne che bagnato per bagnato, tanto valeva farsi una corsetta fino a casa e assediare il bagno finché non fosse sotto rischio di lessatura.
Da tempo, per qualche recondita ragione della sua psiche aveva sviluppato una repulsione per la doccia.
E aveva cominciato ad odiare più che mai stare sotto la pioggia.
O nei casi più assurdi veniva colto da pigrizia fulminante nelle giornate plumbee e per buttarlo nonno J era passato direttamente dalla spada di bambù per gli allenamenti di kendo ai calci (una volta constatato che le secchiate d’acqua gelida conseguiva il risultato opposto).
Al contrario amava ancor di più le giornate calde e soleggiate.
Quindi si può ben immaginare che ora il ragazzo corresse a casa come se avesse il diavolo alle calcagna.
E se avesse anche solo lontanamente immaginato cosa lo stava spiando avrebbe corso ancor più forte.
Hilary lo stava seguendo da lontano.
Una parte del suo piano si era conclusa.
Quei cinque sono sempre stati molto uniti tra di loro.
Feriscine uno e li ferirai tutti; piuttosto facile fin qui.
In un modo o nell’altro avevano avuto tutti la loro razione, per il loro capitano aveva in mente di passare il bis.
Cominciando ad entrare a far parte della sua vita.
Per la seconda volta.
Takao era felice come una pasqua per la felice prospettiva del bagno caldo.
Ormai mancano meno di cento metri per arrivare a casa.
E pensare che poi si era bagnato specialmente in quell’ultimo tratto finendo nelle pozzanghere che erano fin troppo abbondanti per i suoi gusti.
*Forse riesco a scroccare al nonno una bella tazza di latte caldo.
Ahh! Da quanto tempo no ne bevo una… sarà da quest’inverno…*
È troppo distratto per accorgersi della persona che gli si para davanti mentre sta girando lo svicolo poco prima del dojo.
Inevitabilmente vanno a cozzare uno contro l’altro e finiscono entrambi a terra.
- Argh!!! Che male!!! Ma guarda dove vai. Ehi sto parlando a te!!
Poco più in là una ragazza è inginocchiata a terra a raccogliere le sue cose evidentemente poco interessata ad uno scambio di insulti.
A vederla sembra piuttosto un po’ più giovane di lui.
Da una rapida analisi ha l’aspetto di un’amante dello studio più attaccata ai libri che alla cura del suo aspetto.
Vestiti piuttosto semplici, capelli nerissimi lunghi fino a metà schiena raccolti in una treccia mezza sfatta e quegli aggeggi che tra la montatura grossa e lenti spesse come fondi di bottiglia sembravano più lo schermo di un televisore che occhiali.
Soprattutto gli occhiali le conferivano l’aspetto da secchiona.
- Pensi di rimanere a guardarmi tutto il giorno o pensi di darmi una mano?
Bastò quell’ironica frecciatina a svegliare Takao da quello stato di trans che se non altro si diede da fare per rimediare al danno e aiutò la ragazza a raccogliere tutta la roba che era finita per terra.
Alla fine mancava all’appello l’ombrello portatile giallo limone che era rimasto in mezzo alla strada.
Ma la fortuna quel giorno era dalla sua parte meno che mai.
Il povero ombrello finì sotto le ruote di una macchina e giusto per aggiungere al danno la beffa il ragazzo finirono entrambi innaffiati da un’onda anomala sollevata dagli pneumatici del pirata della strada.
Se la ragazza non lo avesse tirato indietro all’ultimo minuto, a quest’ora sarebbe in viaggio per l’obitorio.
Erano rimasti entrambi immobili come statue.
Takao si sentì il cuore battere a mille per lo spavento.
Girandosi vide la ragazza tremare in preda a spasmi che al momento attribuì al freddo.
Si accorse solo in quel momento che anche lei era bagnata per benino.
Il suo senso di osservazione stava decisamente andando a puttane.
Si alzò in piedi e protese il braccio per aiutare la sua salvatrice ad alzarsi.
- Grazie. Ti devo la vita.
- Di nulla – afferrò la mano senza indugiare. – hai visto i miei occhiali!? Sai, senza di loro non riesco a combinare molto.
Il ragazzo si domandò perché quel giorno o avesse dato retta al suo istinto e non se ne fosse rimasto sotto le coperte a poltrire.
Al primo passo verso casa percepì l’inconfondibile scricchiolio di schegge sotto le suole delle scarpe.
*Oddio. Ditemi che non è quello che credo*
Rotti.
Da buttare direttamente nella spazzatura.
Non c’era proprio verso che quel giorno andasse qualcosa per il verso giusto
- *Non è possibile* Scusamiiiii… ti giuro che non volevo (T.T)
- Una tazza di tè caldo, la riparazione degli occhiali e la chiudiamo qui, ok?
- Affare fatto. Ma lo sai che hai davvero dei begli occhi? Non l’avrei mai detto.
- Sta cercando forse di rimorchiarmi, signor…
- Takao Kinomiya, ma tu puoi chiamarmi semplicemente Takao. E non darmi del signore che mi fa sentire vecchio.
- Come desidera Signor Takao.
- Ah. Ma tu lo fai apposta. Ammettilo!!
- Può darsi…
* * *
Mi sento da far
schifo.
Non ci credo che dopo
essermi venuto addosso (beh, quello rientrava nel piano…) e aver quasi fatto (ri)ammazzare entrambi finiamo con lanciarci frecciatine come ai vecchi tempi.
È assurdo.
Dovrei mandare avanti
il mio piano, non gozzovigliare.
…
Se non altro la
seconda parte del piano è avviata.
Meglio di niente.
Un boato mostruoso si diffonde per tutto l’appartamento e i piani sottostanti (Nota: l’appartamento è all’ultimo piano).
Un perfetto sconosciuto fa irruzione nella camera da letto e Hilary è costretta a interrompere la stesura del suo diario.
Porta un lungo impermeabile di pelle sopra a vestiti dozzinali, occhiali da sole inforcati sopra al naso una spada fluorescente nella mano destra.
Dietro allo stipite della porta sbucava un gatto nero con una vistosa stella bianca a X sulla fronte.
- Ma tu guarda. Abbiamo visita.
- Che è tutto ‘sto casino?
- Baluardi. Cioè un baluardo e un pesante. Al ciccione ho praticamente dovuto staccare l’anima dal corpo.
- Duri da ammazzare i pesanti…
- E quel maledetto ci ha svuotato il frigo mentre combattevo contro il novellino.
- Sarà, però ne ha fatti di danni.
Commentò Ran esaminando un buco perfettamente circolare dal diametro di un metro e mezzo.
Per non parlare de soggiorno distrutto e la cucina vaporizzata.
- Senti, non sarà il caso di cambiare appartamento? Ci costerà meno che far riparare tutto. E poi sanno dove abitiamo.
- Temo che tu abbia ragione.
- E per il cadavere? Passi l’altro col micio, ma il ciccione non ne vuole sapere di farsi atomizzare.
- Il solito problema con i pesanti. Si va sempre con il metodo tradizionale.
- Cioè?
- Prendi la vanga.
Dal diario di Hilary
Ormai mi capita di
incontrare creature di ogni tipo, così ho pensato di scrivere alcune postille
come promemoria in caso mi ricapitino a tiro.
·
Baluardi: gruppo di eletti con il compito ingrato di occuparsi
di tutte le creature magiche che per una ragione o per l’altra se ne vanno in
giro a fare casino.
Si riconoscono per il semplice fatto che portano perennemente occhiali
da sole e hanno una spadina fluorescente che trivella
muri meglio di un fucile a plasma. Ci
sarebbe anche il marchio sul palmo della mano sinistra, ma in pieno inverno
dubito che lo si riesca a vedere, quindi i primi due
indizi bastano e avanzano. Se invece ti capita di vederlo basta sapere che il si
avvicina alla forma circolare, più sono forti e più sei nella merda.
La prima cosa che appare nel loro Curriculum Vitae è che sanno aprirechiudere varchi, affettare mostri cattivi,
raggiungere il piano spirituale, ma soprattutto hanno in casa più droghe
pesanti loro di uno spacciatore d’altro bordo.
Acquisendo esperienza riescono a imparare a teletrasportarsi,
levitare, sparare laser con la spada (vedi condizioni ultimo appartamento. Nuooooo… la mia cucina ç.ç),
passare tra i muri.
Possiedono un’area di competenza equivalente ad una città e un famiglio
che più che un famiglio è un radar ambulante.
Saranno anche dei paladini della giustizia, ma sono anche un branco di
sfigati.
a)Per diventare baluardi ti ritrovi con 5 diottrie in meno alla luce
del sole ma al buoi sei meglio di un gatto.
b)Se si apre un varco alle cinque di mattina e il famiglio entra in
modalità “sirena della polizia” sono emeriti cazzi
tuoi, perché sei l’unico in grato di tappare il buco e ti tocca andare lo
stesso anche se il varco in questione è dall’altra parte della città.
c) Il cambio di baricentro gravitazionale sarà anche una figata perché giochi all’uomo ragno, ma se ti va male e hai
lasciato una finestra aperta ti ritrovi al piano terra (ma se lo sei già è un
altro discorso).
d)Nei casi di emergenza ti affibbiano un PESANTE
·
Pesanti:si inizia con grandi guerriero indistruttibili e
si conclude con piaghe dell’umanità.
L’equivalente di un quasi baluardo ma non è un baluardo.
Hanno un marchio e la spada come i baluardi.
Hanno le cinque diottrie in meno come i baluardi
Di differenziano dai baluardi per il semplice
fatto che…
Non hanno né una zona di competenza (che andrebbe distrutta in meno di
un giorno) né un famiglio (solo perché sarebbero capacissimi di mangiarselo).
Non sanno aprirechiudere varchi, raggiungere
il piano spirituale, passare tra i muri, sparare laser con la spada (Satana
grazie, ci mancava solo quello) teletrasportarsi,
levitare e non tengono droga in casa per il semplice fatto che non ce l’hanno.
Invece…
Sono grassi da far schifo, quando si tratta di cibo sono peggio delle
fogne, hanno un livello di alcool nel sangue da far andare in tilt le macchine
per gli esami tossicologici della stradale e se mai avrai la sfiga ti
trovartene uno in casa ti troverai col frigo svuotato in tempo record e la casa
peggio di un porcile
Però…
Picchiano come fabbri.
Le pallottole gli rimbalzano addosso.
Puoi tranquillamente buttarlo giù dal Gran Kenyon
che te lo ritrovi mezz’ora dopo a giocare a poker con i fauni.
Possono farsi i bagni termali nella lava fusa.
In conclusione, l’unico modo per farli fuori è rompere il legame
anima-corpo.
Per fortuna è anche una delle prime cose che ti insegnano al
corso.