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Autore: onedirectiionlove    06/11/2012    1 recensioni
Questa è la storia di Valentina e Giovanni, due ex fidanzati. Non si vedevano da molto tempo, e forse sarà proprio questa lontananza a farli avvicinare ancora di più... e chissà, magari a far scoppiare nuovamente il loro amore.
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Nonsense | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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CHAPTER 1


-Che facciamo oggi? Non ho intenzione di rimanere di nuovo a casa per un tuo stupido raffreddore Dilè.- sbottai nel bel mezzo dello studio di storia.
-Non era uno stupido raffreddore! Avevo la febbre a 39!-
-Sì, certo. Come dici tu.-
-Allora, fammi sentire. Dove vuoi andare?-
-AL CENTRO COMMERCIALEEEE!-
-E che ci andiamo a fare in due?-
-Non andremo solo noi! Invitiamo anche gli altri, ovviamente.-
-Ok, chiamo qualche amico.- detto questo prende e se ne va a chiamare alcuni suoi amici.
Io intanto continuo a ripetere la storia di QUEL FIGLIO DI BUONA DONNA, anche semplicemente detto: Napoleone Bonaparte.
 
Mi chiamo Valentina, ho 17 anni e sono di Caserta.
Sono alta, magra, i capelli castano chiaro leggermente mossi e gli occhi azzurri. Sono al quinto anno di liceo classico insieme alla mia migliore amica: Diletta. Fisicamente siamo praticamente uguali, infatti quando eravamo piccole dicevamo a chi non ci conosceva che eravamo gemelle; poveri, ci credevano anche!
 
-Ok, ho chiamato alcuni amici. Verranno verso le quattro, quindi andiamoci a preparare!- Ah, viviamo insieme da qualche mese. I nostri genitori abitano nelle villette di fronte e quindi ci hanno dato il permesso di vivere sole, siamo abbastanza autosufficienti insomma.
-Sissignorcapitano!- detto fatto: corsi a prepararmi e, dato che era primavera e faceva abbastanza caldo, indossai un pantaloncino a vita alta bianco con un canottiera azzurra. Misi una cintura marrone e misi in borsa una giacchettina di cotone nel caso la sera avesse fatto freddo. Alle quattro scendemmo le scale e aspettammo che gli amici di Diletta arrivassero.
Non avemmo manco il tempo di sederci che già il campanello era suonato e Diletta era corsa ad aprire. Non aspettammo un secondo di più che entrammo in macchina.
Io andai con Angela e Angelica, due nostre amiche, mentre Diletta andò con degli amici che non avevo mai visto e che non erano neanche scesi dalla macchina per salutarmi o almeno presentarsi. Comunque, arrivammo dopo circa 15 minuti e dopo un po’ trovammo due posti abbastanza vicini per le macchine.
-Imbranata di una Diletta! Sono qua!- le urlai sbracciandomi vedendola guardarsi intorno.
-Ho capito, non c’è bisogno di sputtanarmi davanti a tutti!- mi rimproverò quando mi raggiunse.
Dopo poco arrivarono i suoi due amici. Da come erano vestiti capii che erano due uomini, ma per colpa del sole che avevo di fronte non riuscii a vedere bene i volti. Misi gli occhiali da sole che avevo sulla testa e la persona che mi ritrovaii di fronte mi spiazzò completamente.
-Giovanni?!?!-
-Valentina?!?!- dicemmo all’unisono.
-Vi conoscete?!?!- ma no, guarda! Capitan Ovvio è qui, signori e signore!
-E’ il mio ex!-
-E’ la mia ex!- dicemmo all’unisono; di nuovo.
-Ohhh! Quindi lei è la famosa Valentina… e lui è il famoso Giovanni!- disse Diletta dandosi una schiaffo sulla fronte.
-Scusate ma noi non ci stiamo capendo niente!- disse Angela.
-Ti ricordi quando ero fidanzata con quel Giovanni, alle medie? Bè, è lui.- dissi con la testa bassa.
-Oh, ora capisco! Bè, scusa non ti avevo riconosciuto. Sei cambiato da allora…-
-In meglio spero!- disse dandosi finte arie: coglione!
-Sì, cioè no.. forse ecco!-
-Comunque, Valentina lui è Vincenzo, il fretello...- cominciò Diletta.
-So che è suo fretello!- ringhiai io guardando il ragazzo davanti a me.
-So già che sarà una bruttissiiiima e lunghissiiiima serata…- sospirò Diletta in modo da non farsi sentire da me, ma non ci riuscì; infatti le lanciai un’occhiata assassina.
Tutti insieme – per modo di dire dato che io me ne stavo solo con Angelica ed Angela – ci incamminammo verso il centro commerciale.
Facemmo un giro dei negozi ed io ero già piena zeppa di buste… infatti prendemmo un carrello dove mettere tutte le cose comprate. Stavo per entrare in una profumeria quando qualcuno mi prende per un braccio e mi porta nel camerino di un negozio accanto.
Non capivo niente, era successo tutto velocemente e non sapevo dove e con chi ero.
Quando sentii la serratura del camerino scattare, alzai lo sguardo e mi ritrovai due enormi occhi verdi che mi fissavano.
Li avrei potuti riconoscere tra milioni di occhi: erano suoi, erano quelli della persona che alle medie chiamavo ‘Amore’.
-Possiamo parlare, perfavore?- era serio questa volta, non come tutte le altre. Glielo si leggeva negli occhi.
-Parla.- gli risposi abbastanza freddamente. Lo sentii lievemente sbuffare prima di ricominciare a parlare.
-Quella sera, ero geloso; fin troppo. Sapevo che era una delle ultime sere insieme perché tu poi saresti partita per due mesi. Volevo averti per me, perché non lo capisci? Eri il mio tutto, non aveva senso la mia vita senza di te. Molti dicono che a 13 anni non ci si può innamorare, sono solo delle cotte passeggere. E allora perché io sono ancora qua a chiederti di perdonarmi dopo cinque anni?-
-Non eri geloso solo quel giorno, eri ogni santo giorno geloso. Eri geloso perfino dei cantanti che ascoltavo. Eri possessivo, non ce la facevo più. Mi hai rinfacciato di averti rovinato la vita ed ora? Sei qui a pregarmi di perdonarti. Beh, te lo puoi anche scordare!- disse aprendo la porta del camerino e correndomene fuori.
Sentii gli occhi pizzicarmi ma ritirai dentro tutte le lacrime che avevo tenuto per me in questi anni. Non era il momento opportuno per piangere o per farmi vedere debole; perché io non lo sono.
 

Fu una giornata tranquilla dopotutto. Giovanni aveva cercato di parlarmi altre votle, ma io mi ero prontamente scansata in modo da non poter essere nuovamente ‘sequestrata’ nel camerino di chissà quale negozio.
Verso le 20.00 decidemmo di andare a mangiare una pizza…
-Cosa desidera lei, signorina?- mi chiese un cameriere unicamente a me senza contare minimamente gli altri. Stavo per rispondere quando fui interrotta.
-NOI TUTTI siamo d’accordo sul cominciare con un antipaso. Grazie da parte di TUTTI NOI. Vada pure!- ringhiò Giovanni.
-Ma che ti prende?!?!-
-Hai visto come ti guardava quello?-
-Sì, e allora? E’ la mia vita non la tua! Cosa c’entri tu con me, eh?-
-Perché non capisci che sono ancora innamorato di te?-
-Ti piaccio solo perché non puoi avermi. Fattene una ragione- dissi alzandomi con lo sguardo basso ed allontanandomi. Corsi a casa e mi buttai sul letto.
Senza accorgemene le lacrime che avevo trattenuto per anni cominciavano a scendere e io non potevo farci niente.
La gionata che doveva essere bellissima si era invece rivelata una delle più brutte della mia vita.
Le lacrime scendevano e senza che me ne accorgessi caddi in un sonno profondo.
Mi svegliai la mattina con un forte malditesta.
Mi ero scordata di quello che mi era successo il giorno prima e quindi andai in bagno senza accorgermi di essere ancora vestita come il giorno precedente.
Mi guardai allo specchio e per poco non urlai.
Non mi era mai successo di vedermi così.
Avevo delle occhiaie che si vedevano da lontano e tutti il trucco colato sulle guance; solo allora ricordai di quello che era successo… Mi lavai la faccia struccandomi per bene e mi andai a cambiare.
Avevo voglia di andare al parco vicino casa per leggere un po’.
Così mi vestii velocemente e scesi a fare colazione. Certo non avrei mai potuto immaginare che mi sarei trovata davanti… GIOVANNI!
-AHHHHHH!- urlai per lo spavento -Cosa diamine ci fai in casa mia?!?!-
-Calma! Ieri dopo che te ne sei andata sono venuto a controllarti ed ho dormito sul divano. Volevo che stessi bene, tutto qua!- insomma. Aveva fatto un bel gesto, però il mio orgoglio mi diceva che non doveva vincere.
-Oh, beh. Non c’era bisogno. So cavarmela da sola.- gli dissi freddamente prendendo delle fragole dal frigo e cominciando a mangarle.
-Sai che così mi provochi?- disse dopo un po’ che mi fissava. Non capii subito ma quando successe strabbuzzai gli occhi.
-Razza di pervertito! Non posso mangiare delle fragole che fai pensiero sconci!- dissi infuriata prima di scoppiare a ridere.
-Wow! Ti ho fatto ridere! Mi sento figo ora.-
-Convinto.- dissi prima di buttare la confezione delle fragole. -ora esco. Fai quello che vuoi-
-Posso venire con t….-
-TRANNE SEGUIRMI!- lo interrompo prima che potesse finire di parlare. Noto un leggero senso di delusione nella sue espressione ma faccio finte di niente e mi chiudo la porta alle mie spalle.


SPAZIO AUTRICE :)

 Ciao belleee:3 
E' la prima fanfiction che pubblico e sono un po' eccitata per questo!
Comunque, volevo parlarvi un po' di me. 
Mi chiamo Valentina (la storia parla un po' della mia, anche se è semplicemente una fantasia che ho fatto prima di dormire lol), ho 13 anni e sono di Caserta. L'anno prossimo andrò al classico :) Sono normale di altezza, ho i capelli biondi e gli occhi verdi. La mia migliore amica però non si chiama Diletta ma Angela. Diletta è un'amica e qui sarà la mia best (?) perchè avrà un ruolo fondamentale nella storia! Che altro dirvi? Spero che vi piace tanto tanto tanto! 
Lasciate una piccola recensione? Anche negativa! 
Ciaoooooooo!

p.s. scusate per gli errori ma non ho ricontrollato... sono pigrissima!

 

  
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