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Autore: Nocturnia    06/11/2012    5 recensioni
Sei solo un lupo randagio, Light Yagami.
Sei uno sguardo allucinato e uno spietato snudar di denti, la tetra mimica del predatore e il sorriso ambiguo di un uomo fattosi dio.
Hai schiacciato il falco tra le tue fauci, lasciandone grondare il sangue e le speranze.

[Sesta classificata al contest "Un proverbio giapponese anche per te." indetto da Luana Chan sul forum di EFP]
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L, Light/Raito, Misa Amane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Light Yagami, Misa Amane, Ryuuzaki e tutti gli altri personaggi appartengono a Tsugumi Ohba e a Takeshi Obata,  nonché al loro editore e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell’autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


"Anche la polvere può diventare una montagna."

- proverbio giapponese -

Morituri


Sei solo un lupo randagio, Light Yagami.
Sei uno sguardo allucinato e uno spietato snudar di denti, la tetra mimica del predatore e il sorriso ambiguo di un uomo fattosi dio.
Hai schiacciato il falco tra le tue fauci, lasciandone grondare il sangue e le speranze.

"Ci sono buone probabilità che tu sia Kira."
Un sorriso, un gesto, la falsità di chi si finge pecora pur essendo nato lupo.
"Ma io non sono Kira, Ryuzaki. Io non uccido. Non posso uccidere."

Avevi detto il vero, seppur coperto da una risata vuota, di plastica.
Non si può uccidere chi è già morto.
E della tua carcassa rimanevano solo i resti per un uccellino diafano e brutale.

"Se uccidi un uomo sei un assassino...
Se ne uccidi dieci sei un mostro...
Se ne uccidi cento sei un eroe...
Se ne uccidi mille sei un conquistatore...
Se ne uccidi a migliaia sei un DIO..."

L'avevi ripetuto tante volte davanti allo specchio, tra l'ombra di Ryuk e la presenza molesta di Misa.
Agli occhi degli altri poteva parere più un patetico mantra, l'idioma con il quale ti facevi forza e coraggio, ma nel tuo cuore - tra i suoi resti - sapevi bene cos'era.
L'apologia di un dio.

"Io sono Kira. Oggi, io sono la giustizia. Sono la speranza del genere umano. Nessuno è in grado di costruire un nuovo mondo. Soltanto io."

Alzati, Light.
Insorgi e contrasta un mondo corrotto, violato nella sua vera essenza.
Tokyo ti osserva, regalandoti una rara simmetria di luci e colori.
Protende le sue dita d'acciaio e vetro al cielo, quasi volesse sfidarne il volere.
Tokyo ti assomiglia: cammina sul filo di lama e coltiva la propria decadenza come un fiore prezioso, facendone bandiera e stigma.
Si apre al mondo con la stessa bellezza del ciliegio, nutrita dal sangue e dalla storia di mille e mille guerrieri.
Eppure, basta un labile soffio di vento, oppure il ruggito vibrante della pioggia, che sfiorisce in un attimo.
Per terra, un tappeto d'anime e petali.

"Chi altri poteva continuare la mia opera?"

Nessuno, Light.
Perché nessuno si era mai alzato dalla polvere della miseria umana per costruire un nuovo ordine.
Nessuno aveva raccolto quelle macerie per farne il più bello dei palazzi, la più spettacolare delle montagne, un omaggio e una sfida.
Avevi camminato sul ventre di Tokyo, dominatore e dio.
Ne avevi bevuto l'essenza fino all'ultima goccia, dicendoti che lo facevi per lei, per una città che aveva bisogno di te.

"Solo Kira può mantenere l'ordine."

Bugiardo.
Hai strappato le ali del falco solo per orgoglio, per sadico piacere.
Impugni il calamo della Morte come uno scettro d'ossa e orbite cave, soddisfatto d'ogni vita che recidi.
Hai regalato a Misa un uomo dal sapore della notte e della cenere, a far l'amore con lei un assassino di bruma e inchiostro.
Il miele delle sue labbra era diventato veleno sulle tue, inerme bambola tra le spire di un serpente crudele.
È ancora bella Misa Amane mentre si lancia nel vuoto?
Possiede ora la tragica bellezza che hai sempre cercato?

"Un mondo senza Light...no, non potrei viverci."

Volevi lasciare un futuro in cui tutti avrebbero potuto ritrovare il tuo nome, ma non hai saputo far altro che distruggere.
Sei un rogo annichilente, il calore di una fiamma che diventa incendio, lasciando solo cenere e rovine.
Persino adesso, al cospetto di un guscio di vetro e neve, non abbandoni la tua pelle, in essa la dignità di un'identità tanto agognata.  
Ti inchioda alle tue colpe - al suolo - Near, fantasma di biacca e lino.

"No, tu sei solo un assassino e questo quaderno e la peggior arma mai apparsa sulla terra."

Lo reputavi più stupido o forse - come tutte le divinità - avevi dimenticato quanto in fretta fosse possibile scivolare nell'oblio.
Avevi visto in lui solo un marmocchio fastidioso e impiccione, la pallida imitazione di un nemico onorato e studiato.
Ma tu eri un uomo, Light, nei gesti come nella mente, e non potevi competere con l'istinto primitivo di un bambino.
Ciò che vuole, ottiene.
Come i cuccioli.

"Se non riesci a vincere il gioco, se non riesci a completare il puzzle, sei solo un perdente."

Avvampi un'ultima volta, Light Yagami, lasciandoti incidere la carne dalle piume di vetro di un uccellino scheletrico e sbiadito.
Muori con rabbia, masticando le tue stesse bestemmie, le tue stesse suppliche.
Muori in quel bianco accecante, scorgendo ancora i suoi occhi, gemme d'ossidiana durissime e prive d'ogni sentimento.

Tum tum. Tum tum.

Sgrani i battiti del tuo cuore come un ciliegio in mezzo alla tempesta, il silenzio che diventa un rombo divorante e assoluto.

Tum tum.
Tum.

È finita, lo sapevi.
Spalanchi gli occhi, liquidi e opachi, nell'ultimo spasmo, tra le tue dita il sangue prosciugato di un dio.
Tra le tue costole, una voragine che ha inghiottito sogni e rimpianti.

Lo senti adesso, Light?
Lo senti il grido agonico del mondo?

Sì, lo senti.

Capisci quello che dice?

Sì, lo comprendi.

E ti accorgi allora che possiede la tua stessa voce.


   
 
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