RICORDARE
ERA DOLOROSO, DIMENTICARE ERA PROIBITO
Il
viaggio era lungo e i ricordi pian piano mi tornavano in mente. Ho
sempre avuto
un problema a dimenticare i tristi eventi, in un modo o in un altro,
tornano
sempre a farmi visita e mi lasciano indifesa. Il treno
arriverà alla prossima
stazione tra alcune ore ed io ne approfitto per iniziare ad ascoltare
un po’ di
musica e, magari, leggere una bella rivista. Prendo il mio fedele I-pod
viola e
scelgo la riproduzione casuale. Eccoli, li sento che arrivano, e, come
un’onda
che s’infrange su uno scoglio, mi colpiscono. La canzone
è quella che cantavo
sempre con le mie amiche, le mie migliori amiche, che ormai anche i
muri
conoscevano a memoria:
Send
out a 911 (chiama il 911)
We're gonna have some fun (ci divertiremo)
Hey boy, you know (hey ragazzo, sai com’è)
You better run (fai meglio a scappare)
[Miley
Cyrus – G.N.O.
(Girl’s Night Out)]
Ed
eccolo li, il ricordo di noi tre che in mezzo ad una strada cantavamo a
squarciagola questa strofa. Non so perché ma quelle parole
ci facevo sentire
forti e sicure, come se fossimo le padrone del mondo, come se in quel
momento
il mondo dovesse ascoltare solo noi. Erano altri tempi, lo so, ma ogni
tanto
anche le ragazze hanno bisogno di svagarsi! Non pensare alla scuola,
alla
famiglia restrittiva o al proprio ragazzo. Cambio la canzone e noto che
il
pollice è umido. Ci risiamo. Proprio ora dovevate arrivare?
Lacrime maledette
ma le mie sole amiche di un’intera estate. Mi lascio cullare
dai ricordi di
questa canzone:
Vorrei
dirti, vorrei
ti sento vivere
in tutto quello che faccio e non faccio ci sei,
mi sembra che tu sia qui
sempre
Vorrei dirti, vorrei
ti sento vivere
dovunque guardo ci sei tu
ogni discorso sempre tu
ogni momento io
ti sento sempre più
[883
– Ti Sento Vivere]
Siamo
stati una coppia per quattro mesi, i quattro mesi più belli
della mia vita, lui
mi piaceva sul serio ma, purtroppo, aveva un pessimo carattere. Era
dolce e
sensibile nella stessa misura in cui era geloso e possessivo. E
così i nostri
ricordi riaffiorarono dolcemente provocando altre lacrime: il primo
bacio, il
suo sorriso, i suoi capelli, la sua risata, i suoi abbracci, il modo in
cui
diceva il mio nome, anche il modo in cui mi lasciò.
Era
una bella giornata di giugno e noi eravamo usciti per fare un giro in
centro.
Mi ricordo ancora il tocco delle tue mani: quella volta sembrava
freddo, non
potrei mai dimenticarlo. Io ti parlavo ma tu non so se stessi
ascoltando, anzi sono
sicura che aspettassi solo il momento giusto per farmi stare
tranquilla. Il
giorno prima avevo litigato con i miei genitori e cercavo conforto, ho
ricevuto
in cambio solo indifferenza. Individuasti una panchina e con la tua
solita voce
da cucciolo mi chiedesti: “Ti va di
riposarti un po’? Fa caldo al sole”. Io
innocentemente risposi di sì e ci sedemmo. Mi ricordo che mi
abbracciasti e mi
chiedesti:
“Amore
cosa faresti se ti lasciassi?Voglio dire, tu
come ci rimarresti?”
“Amore
è ovvio che ci rimarrei male. Starei
malissimo per te, lo sai benissimo. Perché?”
La
luce nei tuoi occhi avrebbe dovuto darmi un indizio, farmi capire che
qualcosa
andava storto su quella panchina, ma come al solito la
felicità mi rese cieca.
“Ti devo
parlare”
Tre
parole. Tre pugnalate al cuore. Mi confessasti che non mi amavi
più, che non
eri alla mia altezza e che tornando a casa mi avresti solo distratto
dalla mia
vita li, come se adesso non lo stessi facendo. Sto tornando a casa e il
mio
pensiero è fisso su di te; mi fa male e le lacrime iniziano
a scorrere
copiosamente. Tiro su la testa cercando di fermare il pianto ma
è più forte di
me. Passano pochi minuti e il suo ricordo torna a bussare nella mia
mente.
“So che
non è il momento migliore per farlo ma non
potevo aspettare oltre. Mi dispiace tantissimo e ti prego non guardarmi
così.
La tua vita non deve finire con me, deve andare avanti, capito? Nella
vita non
puoi fermarti al primo ostacolo che incontri. Non dimenticarlo
mai.”
Da
quel momento non volevo più vederti, mi rintanai nel mio
dolore a piangere
ininterrottamente esattamente come sto facendo ora, senza vedere
più né i miei
genitori né le mie amiche. Credo di aver fatto preoccupare
tutti in un giorno e
mezzo. Il mio ultimo giorno e mezzo li! Mi giro e vedo che la mia
vicina di
posto mi sta guardando preoccupata. Le sorrido, lei si tranquillizza e
risponde
al sorriso. Forse è meglio se cambio canzone. Questa mi
piace di più
probabilmente perché rispecchia quello che sto provando ora:
Nove
volte su dieci la
mia vita sta in piedi
Ma una volta su dieci tutto cade
Cerco un posto nascosto per capire me stesso
Nel silenzio profondo trovo pace
[Paolo
Meneguzzi –
Momenti Soli]
Paolo
ha ragione: basta poco per rovinare tutto e aver bisogno di stare
tranquilli. Ho
bisogno di una pausa da tutto, ho bisogno di nuovo delle mie amiche e
di
sentirmi libera. Sarà dura raccontare tutto a entrambe ma
sono certa che loro
mi capiranno e, se necessario, mi consoleranno nel modo giusto. Non
vedo l’ora
di tornare alla mia vecchia vita, alla mia vecchia scuola, dalla mia
famiglia;
insomma, tornare a casa. Ma mi mancheranno la spiaggia, le uscite, il
sole, il
mare, lui. Lui ci sarà sempre nei miei pensieri e purtroppo
anche le giornate
passate con lui. La canzone è finita e mi rendo conto che la
successiva è
perfetta per lui:
Every
single thing you
say makes me want to run away
(ogni cosa che dici mi fa venir voglia di correre via)
Sometimes
love's a rainy day but life goes on (qualche
volta l’amore è come un giorno di pioggia ma la
vita va avanti)
[Alexz
Johnson – Your
Eyes]
Io
l’ho promesso che non dimenticherò, ma quanto
sarà difficile? Farà ancora più
male di adesso? Lui quanto ci metterà prima di tornare? La
stazione è già in
lontananza ma troppe domande giravano per la mia testa e nessuna
risposta mi
giungeva. Prendo le mie valigie e mi asciugo le ultime lacrime, il
treno
sferraglia come se volesse avvertire i passeggeri di svegliarsi e
preparare il
sorriso per i propri parenti e, arrivato alla fine del binario, si
ferma. I
miei genitori sono già pronti ad accogliermi a braccia
aperte. È la fine del
mio viaggio. È la fine dei ricordi.
Io gliel’ho promesso, non lo dimenticherò. Mai.
Angolo dell'autrice: Salve guys! E' una storia che ho scritto ventordici anni fa e che volevo condividere con voi. Siate gentili e clementi con i commenti, please! :)