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Autore: MikaMika    06/11/2012    8 recensioni
Una mia versione della quarta stagione che più va avanti più se ne discosta!
La ricerca della cura porterà ad alleanze particolari. Jeremy dovrà fare i conti con la sua natura di cacciatore. Riuscirà a non sterminare i suoi amici e sua sorella?
Una ragazza misteriosa arriva a Mystic Falls, ha qualcosa a che fare con Katherine e cerca notizie del suo passato.
A fare da sfondo a tutto Damon ed Elena che non fanno altro che battibeccare, incapaci di starsi lontani!
E Caroline... beh diciamo che sarà mento rompi***** che nella serie, e probabilmente dovrà fare i conti con qualche sentimento inaspettato!
Spero vi piacerà! Fatemi sapere ^__^
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Jeremy Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CHAPTER1- PEOPLE GOING

PoV Stefan
Tornai a casa dopo aver messo a letto Elena. Era sconvolta. Sapevo dal principio che lasciarla andare con Damon sarebbe stata una pessima idea. Lui non le faceva bene “oppure lei non glielo vuole permettere..” soffocai la voce della gelosia dentro di me. Dovevo smetterla di crucciarmi per il suo rapporto con mio fratello, ma non ci riuscivo. Sentivo il vento sferzarmi i capelli mentre camminavo verso casa, perso in pensieri che correvano tutti nella stessa direzione Elena e Damon, Damon ed Elena.
Comunque fosse mio fratello mi avrebbe sentito. Non poteva uscire con lei la mattina e riportarmela in quello stato. E poi per cosa? Per averla fatta ubriacare di sangue. Cosa credeva? Che lei fosse pronta ad abbracciare la sua natura senza rimorsi di alcun tipo. Non era come lui, non lo sarebbe mai stata.
Quando arrivai al pensionato ero più che deciso ad affrontarlo.
Entrai nella sua camera con l’intenzione di cominciare una delle nostre sfuriate epiche ma non appena aprii la porta quello che vidi mi lasciò senza parole.
-Vuoi qualcosa in particolare?- mi chiese lui mentre riempiva un borsone.
-Che stai facendo?- gli chiesi interdetto afferrandolo per un braccio e cercando di fermarlo.
Lui si limitò ad allontanarmi e a darmi nuovamente le spalle.
-Non mi rispondi?- insistetti inarcando un sopracciglio.
-No!- disse semplicemente lui continuando a riempire il borsone.
-E perché mai?- odiavo quando mi costringeva a tempestarlo di domande senza spiegarmi cosa stesse accadendo.
-Perché non rispondo a domande idiote, Stef!-
Il solito Damon, pensai. –Dove vai?- provai a cambiare domanda ma ancora una volta lui mi ignorò. Era peggio che parlare con un ragazzino capriccioso.
-Anche questa è una domanda stupida?- continuai tentando di rimanere calmo, ma non riuscii ad impedire alla mia voce di assumere un tono lievemente polemico.
-No, in questo caso non voglio dirtelo!- si girò solo un secondo, giusto per sorridermi sarcastico.
-Non puoi andartene Damon .. –
-Oh, invece sì, lo sto facendo!-
-Come puoi lasciarci in questa situazione?- gli chiesi sconvolto.
-Rendo giustizia al motto del paese: Damon è uno stronzo egoista!- 
-Ha bisogno di te .. – tentai. Era un colpo basso, ne ero cosciente, ma non potevo permettergli di partire. Lo vidi irrigidire le spalle un secondo e poi voltarsi verso di me.
-No, ha bisogno di te!- disse lui guardandomi negli occhi finalmente serio.
Lo vidi chiudere il borsone e metterselo in spalla.
-Addio fratello, ci vediamo! Magari tra qualche secolo, ok?- mi fece l’occhiolino e sparì. Mi sedetti sul suo letto incapace di fare qualunque cosa. Dovevo dirlo ad Elena ma non avevo il coraggio di farlo. Non tanto per non darle un dispiacere, quanto piuttosto perché temevo la reazione che avrebbe avuto.
PoV ELENA
Aprii gli occhi quella mattina dopo un sogno agitatissimo.
“Cos’ho fatto?” sussurrai a me stessa avvertendo qualcosa che mi si contorceva nello stomaco.
Avevo scelto Stefan, forse prima del tempo, per non farli stare male.
Mi ero ripromessa che mai più avrei giocato con i loro sentimenti. E invece? Tutte le volte continuavo a comportarmi con Damon come fosse una persona priva di sentimenti, come fosse una roccia impossibile da incrinare, come avesse l’obbligo morale di starmi accanto rinnegando i suoi sentimenti, soffocando il suo dolore. E lui lo faceva. Mi sentii una schifosa egoista.
Silenzioso, senza chiedere niente, mi era vicino e si accontentava come un assetato di quelle poche stille di acqua che io gli concedevo. Sempre la parte peggiore.
Come lo ringraziavo io? Disprezzandolo, allontanandolo, minimizzando ogni cosa che lui faceva per me.  D’altronde lo facevano tutti. Forse solo in quel momento realizzai l’ingiustizia diffusa nei suoi confronti. Aveva salvato tutti noi almeno una volta. E la città non aveva minimamente cambiato il modo di guardarlo.
Sospirai. Dovevo chiedergli scusa. Forse per la millesima volta, ma avrei dovuto scusarmi con lui e riuscire a rimediare.
Mi alzai dal letto di corsa e mi tuffai nell’armadio uscendone con le prime cose che avevo trovato.
Decisa uscii di casa e mi diressi verso la Pensione.
Arrivata lì davanti come al solito trovai la porta aperta. Entrai direttamente senza preoccuparmi di avvisare,  e quasi andai a sbattere contro Stefan.
-Ciao..- tentennò.
-Ciao!- lo salutai sorridendo non badando alla stranezza della sua voce.
-Mattutina oggi!- osservò.
-Sì, effettivamente..- convenni.
-Vuoi fare colazione insieme?- mi chiese e sembrava leggermente turbato.
-Magari dopo, in realtà avevo bisogno di parlare con Damon!-  confessai.
Lo vidi indurire la mascella. Ovviamente si stava innervosendo, e potevo capirlo.
-Non è come credi! Voglio.. scusarmi .. – mi giustificai. Mi sembrava di camminare su un campo minato, ogni volta che facevo qualcosa per uno dei due, inevitabilmente, finivo per ferire l’altro.  Lui sorrise, anche se non mi sembrava del tutto rilassato.
-Non c’è- mi spiegò .
-Dov’è andato?-
- non lo so- si limitò a dire alzando le spalle.
Evidentemente avevano litigato di nuovo e di nuovo era colpa mia. Sospirai.
-Ok, mi scuserò più tardi. È ancora valido l’invito per la colazione?- gli chiesi sorridendo e prendendolo sotto braccio.
-Certamente!-  annuì soddisfatto depositando un dolcissimo bacio sulle mie labbra e strappandomi un altro sorriso.
POV Jeremy
Fissavo il soffitto della mia stanza. Avevo sentito Elena uscire presto, ma non mi ero alzato per parlarle. Quando si era affacciata nella mia stanza al contrario avevo finto di dormire ancora. Non avevo voglia di confrontarmi con lei, in realtà non avevo voglia di confrontarmi con il mondo complicato nel quale eravamo stati catapultati.
Oltretutto avevo appena scoperto di essere un potenziale cacciatore. Perché proprio io? Il destino si faceva beffe di me. Essere un cacciatore avrebbe significato dover uccidere Elena. L’unica persona che mi era rimasta. Nonostante ciò non riuscivo a smettere di pensarci.
Non riuscivo a distogliere l’attenzione dagli altri vampiri che conoscevo. Li avrei sacrificati per un’esistenza più semplice, normale e serena? La risposta mi spaventò. Lo avrei fatto. Non potevo mentire a me stesso.
Mentre me ne stavo nel letto a pensare a tutto questo il rumore della porta d’ingresso mi sorprese. Elena era già tornata. Probabilmente aveva nuovamente discusso con Damon per qualche insensato motivo. Sbuffai.
-Elena!- la chiamai certo di vederla piombarmi in camera da un momento all’altro completamente fuori di sé. Non ottenni però alcuna risposta.
Mi costrinsi ad abbandonare il letto e mi diressi verso le scale. Non sentivo più niente. –Elena?- tentai di nuovo.
Iniziai a scendere le scale e mi guardai intorno. Cominciavo a sentire una certa inquietudine in quella situazione.
-Salve!- riconobbi la voce ancora prima di voltarmi. Tutti i miei nervi si tesero e mi girai verso l’enorme uomo dietro di me.
-Come hai fatto … ?- chiesi sconvolto.
-Gli ibridi sono ben lontani dall’essere una razza superiore. Sono degli idioti!- spiegò lui avvicinandosi verso di me. Rimasi in silenzio e feci un passo indietro.
-Dovrei ucciderti per il modo in cui mi hai tradito!- lo accusò lui.
-Ma poiché capisco il tuo stato d’animo .. ti darò un’altra possibilità!- m’informò avvicinandosi a me.
-Non verrò con te!- urlai cercando di scappare. Il cacciatore mi fu immediatamente addosso. Sentii un dolore lancinante alla nuca, poi più niente.
POV ELENA
Trascorsi la giornata piacevolmente. Stefan fece di tutto per tenermi impegnata tutto il giorno, evidentemente voleva che non perdessi troppo tempo a rimuginare sul mio comportamento della sera prima. Ma era impossibile. Sapevo che stavo solo rimandando il momento in cui mi sarei dovuta confrontare con Damon e sapevo che come sempre quando si trattava di lui sarebbe stato doloroso per entrambi. Già potevo vedermi davanti il suo sguardo ferito nascosto dietro la sua abituale maschera di sarcasmo.
-Tutto bene?- mi chiese mentre ero sovrappensiero.
-Dovrei chiederlo io a te, è tutto il giorno che sei strano .. – cercai di dirottare il discorso per non ammettere davanti a lui quale fosse l’oggetto dei miei pensieri.
-Non ti devi preoccupare, Elena! Il tuo unico obiettivo ora deve essere riprendere il controllo di te stessa!- mi disse dolcemente tenendomi il volto tra le mani.
-Hai ragione. Ma ieri mi sono comportata malissimo.- ammisi infine. Non potevo nasconderglielo e poi era l’unica persona con cui potevo liberamente parlarne senza che cominciasse ad accusarmi di provare qualcosa per Damon.
-Non ci pensare!- mi interruppe dandomi la sensazione che volesse cambiare discorso.
-Che ne dici se ce ne andassimo al cinema io e te questa sera?- propose ostentando allegria. Decisi di assecondarlo. –Come se non ci fosse un cacciatore pazzo avvolto dal mistero e pronto ad ucciderci?- gli chiesi come se stessi parlando di un compito in classe particolarmente difficile. –Esattamente!- disse lui baciandomi sulle labbra.
Risposi al suo bacio ma lo squillo insistente del suo cellulare ci interruppe.
Prese il telefono scocciato e me lo mostrò per farmi vedere chi lo stava chiamando.
-Caroline!- rispose lui.
Potevo ovviamente sentire ogni singola parola che la mia amica dall’altra parte del telefono diceva.
-Connor è scappato, ha preso Jeremy!-
-Arrivo subito- rispose Stefan.
-Ah, ho provato a chiamarlo ma non risponde .. – aggiunse lei e Stefan non le rispose. Di chi parlava? Non ne avevo idea ma in quel momento ero troppo sconvolta per occuparmene. Jeremy era in pericolo, mio fratello.  Non poteva essere. Jeremy era la sola famiglia che mi rimaneva.
Mi ritrovai a casa di Tyler che ero assolutamente sconvolta.
-Dov’è?- chiesi a Caroline e Tyler non appena me li trovai davanti.
-Lo ha portato nel cottage nel bosco. Non solo lui, Elena. Ha preso anche Matt e forse April.-
-Dobbiamo andare a prenderli!-
-Non possiamo, è una trappola!- si schierò Tyler.
-Non importa, dobbiamo salvarli!- dissi risoluta a tutti e tre.
-Ha ragione Elena!- ammise Caroline –Non possiamo lasciarli lì!-
-Ci faremo ammazzare!- obiettò Tyler. Mi voltai verso Stefan cercando il suo supporto ma lui abbassò gli occhi. –Vuoi lasciarli lì!- lo accusai.
-Non dico questo, ma dobbiamo aspettare! Chiamerò Klaus, dobbiamo saperne di più!-
-Questo è assurdo!- gli urlai contro. –Tu non puoi parlare sul serio- mi lamentai.
-Fidati Elena!- mi disse lui con voce calma. Mi guardai intorno spaesata. Ero nel panico, probabilmente come mai prima. Eppure di situazioni tremende ne avevo vissute. Quella volta però era come se non avessi un appiglio, come se mancasse qualcosa. Mi aspettai da un momento all’altro di sentire una voce, quella voce dire –Stai zitto Stefan, vado a prenderli e poi lo faccio a pezzi e gli strappo il cuore- in quel momento capii cosa mancava o meglio chi. Presa dal panico guardai chiunque fosse nella stanza. –Dov’è Damon? Perché non è qui?- mi stupii del panico della mia voce.
Stefan abbassò gli occhi e Caroline lo guardò stupita –Non glielo hai detto?- gli chiese.
-Cosa non mi hai detto?- mi rivolsi a lui con panico crescente.
-Damon non c’è Elena!- spiegò lui con voce bassa.
-Quando torna!?- chiesi esasperata. Doveva sbrigarsi, eravamo nei guai, avevo bisogno di lui.
-Se ne è andato, non tornerà!-  sentii le gambe cedere. Non era possibile. Non poteva avermi abbandonata, non poteva essersene andato.
-No!- dissi solamente abbandonandomi a terra.
Stefan in un secondo mi fu accanto e tentò di sorreggermi –Lasciami!- gli urlai tra le lacrime. Come sarei uscita da quella situazione. Senza Damon, ero perduta, spacciata. Non ci sarebbe stato nessuno a salvarmi. Nessuno avrebbe salvato Jeremy. Nessuno.
-Devo trovarlo!- dissi risoluta alzandomi nuovamente in piedi.
-Dobbiamo pensare a Jeremy!- mi ricordò Stefan senza toccarmi.
-Non riusciremo a salvarlo senza di lui!-
-Siamo abbastanza forti .. –
-No! Non lo siamo! - dissi portandomi una mano alla fronte. Il silenzio che regnava nella stanza era assoluto. Caroline e Tyler se ne stavano imbarazzati in un angolo mentre Stefan mi guardava sconsolato.
-Mi dispiace Stefan, ma in questo genere di situazioni abbiamo bisogno di Damon .. – tentai di spiegargli riprendendo il controllo di me stessa.
-Non ti fidi dei miei metodi .. – disse deluso in tono parzialmente accusatorio.
-Mi dispiace ..Vado a cercarlo!- dissi semplicemente.
-Potrebbe essere ovunque .. – tentò lui per trattenermi.
-Allora cercherò ovunque!-  lo guardai risoluta. –Caroline tienimi aggiornata!- le chiesi prima di lasciare la stanza.
  
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