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Autore: murdershewrote    06/11/2012    3 recensioni
Nuovi colleghi, nuovi amici. Nuovi amori, forse. Dal testo:
Verde che catturò verde. Un battito di ciglia bastò a legare in modo indissolubile due anime affini, da lì per l’eternità.
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alan Humphries, Eric Slingby, Grell Sutcliff, Ronald Knox, William T. Spears
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Credits: I versi qui riportati costituiscono "Strangers in the night", canzone interpretata da Frank Sinatra, scritta da C.Singleton e E.Snyder sulla base musicale di B.Kaempfert, unici detentori di tutti i diritti.

Strangers in the night

Come ogni mattina William T. Spears varcò la soglia del suo ufficio, sempre in perfetto ordine. Era dominato da una libreria, occupante quasi un’intera parete, e, posta di fronte ad essa, stava una scrivania di mogano scuro sulla quale erano poggiati una targa di ottone con inciso il suo nome, un vasetto contenente diverse penne colorate, un fascio di documenti già protocollati e ordinati e, in posizione centrale, il suo Death Book. E...un fermacarte a forma di cuore?
William aggrottò le sopracciglia e, avvicinandosi alla scrivania, prese l’oggetto fra le mani chiedendosi chi avesse potuto lasciarlo lì. Fece appena in tempo a formulare un’ipotesi che il soggetto dei suoi pensieri si materializzò sulla soglia.
“Buongiorno Will~♥!”
Lo shinigami scosse i fluenti capelli rossi e lo guardò sorridendo, tenendo una mano su un fianco e l’altra poggiata allo stipite della porta.
William ricambiò il saluto con un monotono “Buongiorno Sutcliff..”
Frase che l’altro recepì come la cosa più dolce al mondo, tanto che lo raggiunse subito per gettargli le braccia al collo, facendogli quasi scivolare di mano l’oggetto che ancora stringeva tra le dita.
“Lo hai messo tu qui, vero?” chiese William cercando di ignorare quegli occhi verdi che cercavano i suoi.
“Certo che si! Data la tua fissazione per l’ordine pensavo ti potesse tornare utile...Ti piace?”
“Ti assicuro che non era affatto necessario”
“Oh, andiamo, Will! Non puoi dire che è inutile...Guarda!”
Gli tolse il fermacarte dalle mani e lo mise in cima ai documenti poggiati lì vicino.
“Visto? Le tue prezio~o~se carte saranno sempre sistemate e al sicuro da folate improvvise!”
“So a cosa serve un fermacarte, Grell..” rispose William, massaggiandosi le tempie.
Grell lo guardò senza capire, poi guardò nuovamente la scrivania e fu allora che adocchiò una nota appuntata sul primo foglio della pila.
“Ah...Ho capito perché sei così irritabile già di mattina: oggi è la giornata delle reclute! Per questo c’era tutta quella confusione giù...E tu odi la confusione, non è vero? Ma non devi preoccuparti caro...ci sono sempre io a sostenerti!”
Detto ciò Grell allungò le mani verso il collega ma quello si scostò.
“Dato che hai capito la situazione cerca di non peggiorare le cose!” disse William.
“Sta tranquillo. Starò buona buona!” gli rispose Grell sfoggiando uno dei suoi sorrisi velati di malcelata malizia.
William sospirò. Sarebbe stata una lunga giornata.

Come aveva notato Grell, il cortile interno della Shinigami Dispatch Association brulicava di freschi shinigami eccitati come scolaretti al loro primo giorno di scuola. William, come supervisore, aveva avuto il compito di smistarli a seconda delle competenze acquisite e delle abilità dimostrate durante l’addestramento. Inoltre, ad ogni novizio sarebbe stato assegnato un tutor, uno shinigami con più esperienza che potesse far loro da sostegno per il primo periodo d’attività.
La mattinata fu perciò molto intensa anche se scorrevole.
William lesse gli ultimi cinque nomi scritti nel fascicolo che teneva in mano. Di questi, due in particolare calamitarono la sua attenzione:
Ronald Knox e Alan Humphries.
Entrambi avevano passato tutti gli esami con il massimo punteggio e, insieme a pochi altri, potevano essere considerati i migliori shinigami arruolati negli ultimi anni.
Ma la fronte, che gli si era distesa alla vista di quegli ottimi voti, si increspò nuovamente non appena lesse i nomi dei tutor assegnati loro.
Si, quella sarebbe stata davvero una lunga giornata.

William camminò rapido e sicuro lungo il corridoio finché non raggiunse la sua meta.
La porta dell’ufficio era aperta permettendogli di vedere i due impiegati all’interno, ignari della sua presenza. Uno degli occupanti era Grell Sutcliff, impegnato a tingersi le unghie di un rosso acceso, atto testimoniato dal forte odore chimico che impregnava la stanza. William si trovava spesso a pensare che se quello avesse perso meno tempo in simili sciocchezze e messo la stessa cura nel suo lavoro sarebbe potuto diventare un impiegato modello. Ma era fatto così...E William doveva accontentarsi di quello che riusciva a combinare andando in giro sui tacchi a tagliuzzare con nonchalance i soggetti della sua lista.
L’altro shinigami presente nella stanza era Eric Slingby, un tipo alto, dall’astrusa acconciatura e l’aria sicura, ligio al dovere ma non così tanto da non defilarsi al primo accenno di lavoro extra, specie se non remunerato. In quel momento se ne stava comodamente seduto sulla sua poltrona di pelle nera, le gambe accavallate e una mano occupata a reggere una tazza di caffè fumante, mentre sfogliava distrattamente un giornale.
William tradusse istantaneamente la scena come un classico esempio di “nullafacentismo”.
Si schiarì la voce sul posto ed entrò dicendo “Sutcliff...Slingby..”
A quel richiamo, Grell sollevò gli occhi dalla mano che stava dipingendo e si alzò di scatto.
“Will~♥! Finalmente sei arrivato!” esclamò poggiandogli una mano sulla spalla facendo attenzione a non macchiarlo con lo smalto ancora umido.
“Ci stavamo annoiando! Non è vero Eric?”
L’altro annuì senza nemmeno alzare lo sguardo da quanto stava leggendo.
“Vedo...Beh, ho proprio qualcosa che fa al caso vostro..” disse William catturando l’attenzione di entrambi.
“Dato che non avete niente di meglio da fare, sarete sicuramente contenti di sapere che è stato deciso di affidare un novizio anche ad ognuno di voi, quest’anno...”
“Eh?” mormorò sorpreso Grell.
“Cosa? Perché mai devono fare una cosa del genere?” chiese invece annoiato Eric.
“Me lo domando anche io, Slingby...” rispose William con un filo di voce, per poi aggiungere subito “Sembrerebbe che molti veterani non abbiano dato la loro disponibilità per il ruolo..”
“Beh, questo non vuol dire che noi l’abbiamo data! E poi...accompagnare un novellino in missione, fare attenzione agli errori che sicuramente commetterà, controllare che segua tutte le procedure...Insomma, è così stressa~a~nte! E lo sai, Will, che lo stress non fa bene alla pelle!” si lagnò Grell puntellandosi gli zigomi.
“Già!” confermò Eric, probabilmente più scocciato per la pesantezza del ruolo appena assegnatogli che preoccupato per la salute della sua cute.  
William, spazientito, li zittì dicendo “Smettetela di lamentarvi! Anche questo fa parte del vostro lavoro ed è così che è stato deciso. Non si discute”
“Sì, sì...va bene..” disse Eric, aggiungendo poi con un lieve tono di scherno “E dove sarebbero questi...giovani apprendisti?”
“Li vedrete presto..” rispose William lasciando la stanza.

I tre shinigami si trovavano nell’ufficio di William, dove il silenzio era interrotto solo dal tamburellare annoiato delle dita di Grell sulla scrivania, aspettando i due novizi. D’improvviso, un leggero bussare seguito da una voce squillante che chiedeva il permesso di entrare segnò la fine dell’attesa dei tre shinigami che si voltarono in contemporanea verso la porta, la quale, dopo il permesso accordato da William, si aprì con un lieve cigolio. Entrati i due giovani, gli shinigami si presero qualche momento per osservarli.
Il primo ragazzo, sicuramente quello che aveva parlato, aveva un curioso taglio di capelli, i quali colpivano comunque per la loro bicromia, portava degli occhiali con una spessa montatura nera e sul suo viso campeggiava un enorme sorriso affabile. L’altro, leggermente più basso e mingherlino, portava invece un liscio e ordinato taglio castano. La divisa portata in maniera impeccabile e la scelta di un paio di occhiali più sobri gli conferivano un’aria da primo della classe. E William non poteva essere più soddisfatto di notare ciò. Anche Eric, comunque, sembrava essere stato colpito dal ragazzo.

“Strangers in the night exchanging glances
wond'ring in the night what were the chances
we'd be sharing love before the night was through”

Dopo aver dato un’occhiata sommaria alla sua persona si soffermò sui lineamenti del viso, così delicati da risultare quasi femminei. A differenza di quanto poteva sembrare esile però lo sguardo gli suggeriva che era tutt’altro che fragile.
“Eccovi, finalmente” iniziò col dire William “Quindi voi sareste...Ronald Knox e Alan Humphries, esatto?”
All’annuire dei due William prese il fascicolo che li riguardava e continuò dicendo “Qui risulta che siete stati i migliori del vostro corso...Se è davvero così non dovreste avere alcun problema con la vostra prima missione ma, come saprete, il Dipartimento assegna un tutor ad ogni nuovo shinigami assunto. Loro saranno i vostri...”
Indicò gli shinigami e disse “Slingby, dovrai occuparti del signor Humphries, mentre tu avrai in custodia il signor Knox..”
Fece una pausa, chiedendosi se lo shinigami rosso sapesse davvero “custodire” qualcosa, poi disse “Bene. Se non ci sono domande potete andare”
Nessuno chiese niente.
Ci fu solo un momento di silenzio durante il quale i giovani si chiesero come fossero i propri maestri e viceversa, scambiandosi vicendevolmente sguardi curiosi. Eric e il suo allievo, in particolare, si fissarono qualche istante quasi a voler carpire l’uno i pensieri dell’altro. Poi il primo si riscosse sbattendo ripetutamente le palpebre, scattò in piedi e, puntandogli un dito contro, disse “..Tu..Cerchiamo di sbrigarci, intesi?”
Detto ciò gli passò dinanzi senza aspettare la sua risposta, che peraltro quello non riuscì ad articolare, e lasciò la stanza. Alan rivolse a William un rispettoso inchino e si affrettò a raggiungere l’altro.
William volse lo sguardo a Grell, ancora intento a osservare con aria pensosa la recluta sorridente che aveva di fronte. Gli sembrava un giovanotto simpatico, a prima vista, e anche abbastanza piacente. Ma in definitiva non era il suo tipo. E sancì questo giudizio con una scrollata delle spalle.
“Grell Sutcliff, cosa stai aspettando?” lo riscosse William “Non vorrai fare tardi come al solito..”
“Oh no, Will! Stavolta ti stupirò, vedrai!” gli rispose sorridendo.
Si alzò e fece cenno al ragazzo di seguirlo fuori dalla stanza. Prima di uscire, però, si rivolse ancora al suo adorato capo.
“Tieniti pronto, Will caro...Perché non appena avrò finito con lui tornerò ad occuparmi di te~e!” disse mandandogli poi un bacio con la mano e sparendo oltre la porta.
William scosse il capo con rassegnazione.
Sperava solo che quelli delle Risorse Umane non avessero commesso un errore nell’affidare i due neo assunti a quegli individui.
Non restava che aspettare i resoconti della giornata.  

Era passata poco più di un’ora da quando Eric e il suo sottoposto erano giunti al centro di Londra.
Mentre l’ennesimo rintocco del Big Ben risuonava vibrante nell’aria il più giovane degli shinigami disse con tono leggermente impaziente “Manca ancora mezz’ora alla morte del mio target!”
“Beh, il nostro è anche un lavoro di pazienza..” osservò Eric infilando le mani in tasca e poggiandosi ad un albero. Alan fece per ribattere ma fu distratto da una macchia rossa che si stava muovendo nella loro direzione velocemente.
Troppo velocemente.
Grell Sutcliff atterrò di fronte al ragazzo.
“Ehilà, carino~o!” disse sfoggiando i denti lucenti e appuntiti.
Alan, ancora del tutto ignaro circa le stranezze dell’altro, fece un passo indietro senza sapere se e come rispondere. Dopotutto, Grell era un suo superiore.
Eric, infastidito dall’atteggiamento del collega, sbuffò e disse “Ehi, Sutcliff...Che ci fai qui? Dove hai lasciato il tuo ragazzino?”
“Eh? Oh, Ronald...Non è dietro di me?” rispose vago.
I tre allora si voltarono e videro il ragazzo in questione arrivare imbronciato.
“Senpai, la stavo quasi perdendo! Perché è corso via in quel modo?”
“Te l’ho già detto...Non possiamo perdere un’intera giornata per raccogliere una sola anima!” rispose Grell con ovvietà e, cogliendo una certa insinuazione nella risata che sfuggì ad Eric, si affrettò ad aggiungere “..E co~omunque stasera devo uscire con Will!”
Ronald sembrò non capire subito e Alan azzardò “Will..? William T. Spe...”
“E lui lo sa?” s’intromise Eric.
“Ma certo, è ovvio!” rispose Grell poggiando le mani sui fianchi.
Appurato quindi che si trattava proprio del capo, Ronald non indagò oltre sugli impegni del suo mentore ed esclamò “Oh, bella idea questa, senpai!” poi, rivolto ad Alan, chiese “Ehi, che ne dici di andare a bere qualcosa stasera per brindare al successo del nostro primo caso?”
“Certo, perché no? Ovviamente chi finisce per ultimo paga!” rispose Alan pentendosene subito.
Guardò di sottecchi Eric, quasi aspettandosi una sua reazione negativa a quella sorta di sfida che aveva lanciato al suo compagno. Invece quello, notata l’esitazione nel pronunciare le ultime parole, lo guardò a sua volta mentre un sorriso sghembo si dipingeva sul suo volto. Quel ragazzo non gli sembrava esattamente il tipo che passava le sue serate in un pub, per questo fu piacevolmente sorpreso da quella rivelazione.
Ronald riprese subito a parlare dicendo “Benissimo, ci sto!” piegò leggermente il capo di lato, pensieroso, e poi esclamò “Magari riesco a convincere Daisy a venire con noi!”
“Daisy, la segretaria? Non ti è bastato assillarla mentre aspettavi che ti consegnasse la tua Death Schyte?” osservò Alan ridendo.
“Assillarla? Stavo solo tastando il terreno...non so se mi spiego..” rispose lui con l’aria di chi la sapeva lunga “..E’ il primo passo per iniziare un corteggiamento!”
Grell, che fino a quel momento era impegnato ad arricciarsi una ciocca di capelli tra le dita, alzò la testa, attratto dalla piega che il discorso stava prendendo. Sorrise con approvazione al suo allievo e gli disse “Sembra proprio che tu ci sappia fare con le donne! Dovresti parlare un po’ Will...Non ha idea di cosa sia la psiche femminile..” sospirò sconfortato per poi aggiungere senza perdere il sorriso “..Ma, in fondo, lui non deve fare nulla per rendersi desiderabile e a me non dispiace prendere l’iniziativa al suo posto! Ado~oro andare da lui per osservarlo, ascoltarlo, toccarlo e poi...e poi..”
Ad interrompere quei passionali vaneggiamenti intervenne Eric, terminando bruscamente la sua frase “..E poi per farti scaraventare fuori dal suo ufficio!”
“Oh, Eric! Non dire così...Quello è il suo modo per dimostrarmi il suo affetto!”
“Ma certo, è ovvio!” ribatté Eric facendogli il verso.
Ronald non riuscì a trattenersi ed esplose in una sonora risata venendo, per questo, fulminato all’istante da Grell mentre Alan si limitò a sorridere silenziosamente catturando, per la seconda volta in poche ore, la completa attenzione del suo superiore.

“Something in your eyes was so inviting
something in you smile was so exciting
something in my heart told me I must have you”

Eric, infatti, ignorando totalmente le invettive lanciategli contro da un Grell indispettito, si ritrovò a osservare il giovane. C’era qualcosa in lui che lo attirava irrimediabilmente. Aveva già praticamente analizzato i lineamenti del suo viso ma solo in quel momento, mentre un garbato sorriso gli distendeva le labbra sottili appena schiuse, si accorse della presenza di due graziose fossette agli angoli della bocca. Quando Alan si accorse di essere guardato sostenne a sua volta lo sguardo.
Occhi verdi. Entrambi. Eppure così diversi...
Cristallini e vispi gli uni, profondi e scuri gli altri. Nessuno dei due distolse lo sguardo fino a quando Grell disse “Allora? Cosa stiamo facendo ancora fermi qui?! Andiamo prima che si faccia tardi!”
“Ha ragione senpai..” esclamò Ronald, aggiungendo subito “Ho una sfida da vincere!”
Fece l’occhiolino ad Alan ed evocò la sua Death Schyte seguendo lo shinigami rosso, il quale aveva iniziato a picchiettare il piede al suolo con impazienza.
Appena i due si furono allontanati, Eric chiese al giovane “Beh? Non vorrai mica farti battere sul tempo spero...”
“Oh, no senpai!”
“Benissimo. Allora andiamo..” replicò Eric con un mezzo sorriso.

Non molto tempo dopo, allievo e maestro si trovavano appena fuori città, al margine di un’ampia distesa erbosa macchiata qua e là da delicati fiori rosa. Oramai il giorno volgeva al termine e il cielo si era vestito dei suoi colori più caldi.
Alan stava seduto sull’erba morbida con le spalle appoggiate ad un basso muro a secco. Raggomitolato su sé stesso, teneva il mento sopra le ginocchia e lo sguardo fisso su un punto imprecisato del panorama circostante. Accanto a lui Eric, con le braccia incrociate al petto e un piede sul muretto, lo guardava dall’alto in basso. Erano passati svariati minuti senza che nessuno avesse proferito parola e, dopo aver sbuffato sonoramente, Eric si prese la briga di spezzare il silenzio.

“Strangers in the night
two lonely people, we were strangers in the night
up to the moment when we said our first hello little did we know
love was just a glance away, a warm embracing dance away”

“Alan, qual è il problema?”
“Oh, niente. Nessun problema!”
Eric, notato il tono vagamente sarcastico, si drizzò sul posto ed esclamò “Ehi! Mi sono forse perso qualcosa..?”
“…”
“Alan?”
“Perché nessuno mi ha detto che c’era anche un bambino coinvolto nel caso?” sbottò il giovane sollevando per un momento lo sguardo sul tutore.
Eric aggrottò le sopracciglia confuso. Poi capì.
Era scoccata l’ora della morte del suo obbiettivo e lui, data un’ultima occhiata al suo Death Book nuovo di zecca, aveva svolto il suo compito. Un lavoro impeccabile. Ma Alan non era soddisfatto. Non aveva esultato, come ogni shinigami, per la felice riuscita della sua prima mietitura. Rimase vicino alla vittima, ora che una figura sorridente aveva fatto capolino nella stanza. Un ragazzino, probabilmente il figlio dell’uomo. E quando il suo sorriso scomparve, Alan fu percorso da un brivido. Aveva avuto l’accortezza di non lasciare alcun segno visibile sul corpo dell’uomo ma un bambino era pur sempre un bambino. Vederlo scosso dai singhiozzi nel vano tentativo di svegliare il padre, pensatolo addormentato sul tavolo, aveva colpito particolarmente il giovane shinigami.
Eric distese lo sguardo con fare comprensivo e disse “Alan...mi dispiace che sia andata così ma sono cose che succedono. Solitamente abbiamo tutte le informazioni riguardo ai nostri target ma gli imprevisti capitano più spesso di quanto credi..”
“Ma era solo un bambino! Se solo avessi indagato più a fondo...avrei potuto agire diversamente..” si diede un colpetto sulla fronte e aggiunse rammaricato “ E’ colpa mia, ho sbagliato tutto...Sono uno sciocco!”
Eric si sorprese notando gli occhi del giovane, umidi per la frustrazione. Un dio della Morte sul punto di piangere...Questa era davvero buona! Eppure Eric provò una strana stretta al cuore a vedere il giovane così in pena.
“Non dire stupidaggini!” disse poi.
“Eh?”
“Noi siamo dei della Morte...non è previsto tutto questo sentimentalismo nei confronti degli umani! Dobbiamo limitarci a svolgere il nostro compito senza lasciarci coinvolgere in alcun modo. E comunque poteva andare peggio...”
Alan lo guardò con aria interrogativa.
Eric spiegò “Beh, se non eri tu a prendere la sua anima probabilmente quell’uomo sarebbe morto ugualmente...Hai visto in che condizioni vivevano. Inoltre hai fatto un lavoro pulito. Almeno il ragazzino lo ha potuto vedere un'ultima volta in buono stato”
Alan parve essere concorde, almeno fino a quando Eric mormorò tra sé e sé “Chissà se non gli hai perfino fatto un favore..”
Il giovane aprì la bocca per protestare a quella cruda supposizione ma l’altro alzò prontamente le mani in segno di resa e disse “Va bene, va bene! Lasciamo perdere. Comunque...” proseguì passandosi una mano tra i capelli “..hai intenzione di stare lì seduto ancora a lungo? Le campagne londinesi sono così umide...”
“Guarda un po’ se ora il problema è l’incresparsi del suo ciuffo..” osservò Alan in un sussurro.
Eric, che nel frattempo gli stava porgendo la mano per aiutarlo ad alzarsi, esclamò “Come, scusa?”
“Niente, senpai!” replicò, tendendo a sua volta una mano con esitazione.
L’altro gliel’afferrò e lo tirò su con una veemenza tale da farlo quasi librare in aria. Alan pensò immediatamente di essersi attirato già l’ira del suo tutore ma un sorriso divertito proprio sul volto di quello smentì tale ipotesi.
“Dai, non perdiamo altro tempo. Sbaglio o hai un appuntamento stasera?” chiese Eric.
“Oh, si...A quest’ora Ronald sarà già al Dipartimento a saltellare per la sua vittoria e a pavoneggiarsi con Daisy. Ma va bene così..” rispose sereno facendo spallucce.
Eric sorrise con indulgenza, gli diede una pacca sulle esili spalle e disse “Sarà interessante averti con noi, Alan..”





“And...”


Anche quella mattina William T. Spears varcò la soglia del suo ufficio, sempre in perfetto ordine.
Prese dalla scrivania un foglio bloccato da un fermacarte a forma di cuore e lasciato in evidenza su tutti gli altri, documento che avvertiva gli shinigami circa un aumento delle morti nelle campagne inglesi.
Le piogge degli ultimi mesi erano state abbondanti e avevano imbibito talmente tanto il terreno da renderlo acquitrinoso, ottimo luogo per la proliferazione delle zanzare. E se i benestanti erano in qualche modo protetti nelle loro ricche ville, la gente più povera, nelle loro casupole sperdute in quelle paludi, era stata facile preda degli insetti.
Tutto ciò si era subito tradotto in un aumento degli incarichi attribuiti ad ogni shinigami. E William sapeva che non tutti sarebbero stati felici della notizia.
Lasciò il suo ufficio incamminandosi lungo un corridoio ampiamente illuminato grazie alle grandi vetrate che caratterizzavano il Dipartimento. Nonostante fosse sovrappensiero, riflettendo su quanto ci sarebbe stato da fare nei giorni a venire, si accorse di essere giunto alla sua meta da un vociare concitato proveniente proprio dalla stanza nella quale stava per entrare. Aprì la porta quasi con titubanza e i presenti lasciarono le loro azioni a metà, come avrebbero fatto degli studenti in attesa dell’insegnante.
Grell si alzò all’istante esclamando “Buongiorno, Will!”
“Buongiorno...”
Dopo che anche gli altri risposero al saluto, William disse “Immagino che avrete saputo delle morti che si stanno verificando a Londra in questo periodo...”
Come ogni qualvolta William accennava a del lavoro straordinario, tutti i presenti fecero finta di nulla. Tranne uno, effettivamente.
“Certamente. A causa delle malattie trasmesse dalle zanzare, se non erro..” rispose prontamente Alan.
“E' così, Humphries. Almeno lei ha letto l’avviso..”
“Ehi! Anche io lo sapevo!” esclamò Grell, risentito del fatto che William avesse appena lodato l’altro shinigami.
“Bene, Sutcliff. Allora saprai anche che non dovreste essere ancora qui a ciarlare inutilmente. I vostri Death Book sono già stati aggiornati, quindi, se non volete fare anche le notti, vi consiglio di mettervi subito al lavoro” disse William con una nota di soddisfazione a vedere le facce contrariate degli shinigami di fronte a lui.
Ronald scese i piedi dalla scrivania sulla quale erano poggiati e disse “Beh, io non posso permettermi di fare tardi oggi...Avete visto quanto è carina Christine? L’ho incrociata stamane all’ingresso...Sono sicuro che è cotta di me!”
“Ma se si è limitata a salutarti e poi è praticamente fuggita!” osservò Alan ridendo.
“Oh, è solo un po’ timida! E le donne timide sono tutte da scoprire pian piano..” ribatté l’altro con gli occhi luccicanti di bramosia.
Alan scosse il capo e risollevandolo incrociò gli occhi di Eric, seduto alla scrivania opposta alla sua.

“..Ever since that night we've been together
lovers at first sight, in love forever
it turned out so right for strangers in the night”

“Alan, che ne dici di andare insieme?” propose il biondo.
“Non credi che dopo tutti questi anni sia capace di cavarmela da solo, Eric?”
“Non metto in dubbio le tue capacità, Alan. Stavo solo pensando che lavorando insieme finiremo prima la raccolta di tutte quelle anime. E poi non è divertente girare per quelle zone da solo...Lo sai cosa penso delle campagne inglesi”
“Certo, lo so bene..” rispose Alan sorridendo. Sapeva esattamente a cosa si stava riferendo. Come poteva dimenticare quella discussione al tramonto?
Verde che catturò verde.
Un battito di ciglia bastò a legare in modo indissolubile due anime affini, da lì per l’eternità.
“Vi faccio presente che il tempo sta scorrendo e le anime aspettano voi..” rammentò brusco William.
“Va bene! Dopotutto, prima iniziamo prima finiamo!” disse Ronald  riacquistando il sorriso e lasciando la stanza per immettersi nel corridoio con un saltello plateale.
“Allora, Alan? Andiamo?” riprese Eric alzandosi dalla sedia e sporgendosi sulla scrivania poggiandovi entrambe le mani.
Alan non rispose.
Si limitò a guardarlo qualche istante. Poi un sorriso comparve sul suo volto insieme a quelle fossette caratteristiche che Eric, nel tempo, aveva imparato ad apprezzare. A sua volta Eric rispose a quel segnale sorridendo sornione, mentre Alan lasciava il suo posto avviandosi alla porta, per poi seguirlo fuori dall’ufficio.
William scrutò Grell che, con sguardo crucciato, levava pelucchi immaginari dalla camicia candida e batteva ritmicamente uno stivaletto rosso sul pavimento. Che fosse offeso perché quella mattina non lo aveva degnato di uno sguardo?
“Sutcliff, perché non segui l’esempio dei tuoi colleghi e inizi anche tu il tuo lavoro?”
“Oh, certo Will...Mi stavo solo sistemando. Non sei tu che rammenti continuamente di mantenere la divisa in ordine..?” rispose con un sorriso flebile.
“Infatti. A proposito...Al posto tuo non utilizzerei quelle scarpe”
“Andiamo Will!” esclamò risentito Grell “Sempre a criticare...Lo sai che le adoro!”
“Si, Grell, lo so. Per questo non te le consiglio...Non credo siano adatte per attraversare un terreno melmoso. Rischieresti sicuramente di sprofondare..”
“Will~♥! Allora ti preoccupi per me!” esplose l’altro, lasciando perdere camicia e broncio ed appendendosi ad un braccio del supervisore.
“Non è come pensi..” iniziò a spiegare William, cercando di mantenere un tono autorevole e sistemandosi meglio gli occhiali con la mano libera “..Ti faccio solo notare come possano essere poco pratiche sul campo..”
“Oooh, sempre a negare i tuoi veri pensieri! Ma in fondo so di essere la sola ad occupare questo..!” disse Grell picchiettando con un indice all’altezza del cuore dell’altro shinigami.
“Sì, sì...certo. Ma ora va, per favore”
“E va bene...Ma solo perché mi stai pregando!”
Grell gli sorrise ammiccando e si dileguò in uno svolazzo vermiglio.
William sospirò. Beh, tutto sommato bastava poco per farlo felice.






Note dell'autrice:
Questa songfic doveva essere un tributo esclusivo per la coppia Slingby-Humphries ma, durante la stesura, mi sono venute in mente altre idee, immagini, frasi "ad effetto" che mi hanno fatto cambiare un pò i piani. Così, invece di lasciare i due amici soli soletti, ho preferito non forzare subito le cose tra di loro e ho optato solo per un leggero fluff. Ah, per la cronaca...Io amo il sorriso sghembo di Eric.
Il tutto contornato, ovviamente, dai loro colleghi e dalle loro vicende più o meno fluffUose.
Vista la lunghezza del testo è possibile che ci siano errori. Beh, non esitate a farmeli notare!





   
 
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