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Autore: Daifha    06/11/2012    1 recensioni
I suoi ansimi, i suoi sospiri sono il motivo per cui andrai avanti, l’unico. E l’odio che ti rode dentro, che cerchi di esprimere tirandogli indietro la testa e baciandolo con più foga, più rabbia, più passione, è il tuo alimento, una fiamma che brucia e consuma ossigeno prezioso. “Ti detesto” parole cariche di nulla, solo frasi che si perdono nelle vostre azioni discordanti, nei vostri sguardi lussuriosi.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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b r e a k a g e.
 
Ho messo tutto ciò che avevo ai tuoi piedi.
Tutto ciò che mi rimane sei tu.
Non evitarmi più.
[What can I do - Seungri]
 
 
“Ti odio” un sussurro, labbra su labbra, passione tra due corpi troppo vicini per fermarsi “Ti odio” mani che si cercano tra i vestiti, ansimi di piacere “Ti odio tantissimo,” occhi lucidi e odore di alcool, in una camera ad ore, in un quartiere sconosciuto “Yuu” 
Sono sentimenti veri, impossibili da fermare, quelli che esprimi con gesti e parole. Forse, emozioni troppo distinte o troppo uguali, troppo contrastanti o troppo vicine.
Perché è l’odio che ti muove, che ti fa sfregare il bacino contro il suo, in cerca di un contatto di pelle, di carne nuda, che ti soddisfi. I suoi capelli lunghi sono sulle sue spalle e lungo la schiena, tra le tue mani e sono il profumo di cui ti stai inebriando.
I suoi ansimi, i suoi sospiri sono il motivo per cui andrai avanti, l’unico. E l’odio che ti rode dentro, che cerchi di esprimere tirandogli indietro la testa e baciandolo con più foga, più rabbia, più passione, è il tuo alimento, una fiamma che brucia e consuma ossigeno prezioso. “Ti detesto” parole cariche di nulla, solo frasi che si perdono nelle vostre azioni discordanti, nei vostri sguardi lussuriosi. 
Il desiderio che ti porta a spingerlo sul materasso, a buttarlo di schiena e intrappolargli i polsi sulla testa, mentre ancora lo baci cercando di trasmettergli tutto il disprezzo e il ribrezzo che provi verso di lui.
Ti seduce, quel corpo, ti inganna, quell’anima sporca, ti abbandonano, le parole che da sempre avresti voluto dirgli.
“Tu puoi vivere!” 
Glielo hai detto prima di attaccarti alle sue labbra come fossero la tua fonte di vita, un elisir senza il quale tutto sarebbe finito. 
“Puoi farlo, puoi scegliere di vivere!
Vivere davvero, vivere amando!”
Mentre lui ti fissava ancora arrabbiato, convinto che fosse solo l’alcool a farti parlare così, convinto che tu stessi delirando nel tuo piccolo mondo fatto di troppe conoscenze.
“Ma tu non lo fai… Tu butti tutto via!
Tutto l’amore, tutte le tue possibilità di vita!
Tu non ami, non ami nessuno, non ami la vita!”
Quello sguardo truce sempre fisso su di te, mentre la rabbia ti inebriava i sensi più di una qualsiasi droga. Avevi sputato quelle parole velenose certo che fosse il momento, che lui avrebbe finalmente capito. E lui ti fissava caparbio, certo invece che un’occhiataccia bastasse a farti tacere.
“Mi fai schifo!”
E si era spezzato.
“Schifo! Ti odio, lo sai?”
Era crollato tutto. La sua espressione era cambiata, aveva perso tensione, i suoi lineamenti avevano preso linee più dolci che troppo stonavano con quegli occhi tristi e sconvolti. Stavi esagerando.
“Hai continuato a farti amare, disdegnando ogni mio bacio
Hai preferito che fossi io a soffrire,
Mentre tu, tu che sei libero, hai continuato a lasciare che fossero gli altri a provare qualcosa per te.
È più facile così, vero?”
Stavi dicendo cose che pensavi da troppo tempo, emozioni sconfinanti che per lungo tempo non ti avevano lasciato vivere in pace. Non ne potevi più del silenzio.
“Non rispondi?
Vuoi che io continui ad amarti, o no?”
Lo tenevi per le spalle, e lui era rigido, mentre ti fissava incredulo, senza sapere cosa ribattere. 
“Non importa,
Perché io non posso, a differenza tua, io non posso amarti per sempre!
Io non sono libero come te!
Lo capisci? Devo smettere di amarti”
Le parole acide uscivano dalla tua bocca incontrollate, tu incapace di fermarle, lui senza la forza di riceverle tutte insieme, così, all’improvviso.
“Ti odio. Ti odio!
Tu puoi, tu sei libero! 
Potresti amarmi, con tutto il tuo cuore,
Ma non lo fai perché hai paura, perché sei debole e perché non vuoi soffrire!
Ti odio!”
Kanda stringeva i pugni, li hai sentiti, quasi, mentre li chiudeva forte, mentre lasciava che la frangia gli coprisse gli occhi umidi, mentre muoveva le labbra cercando di dire parole senza voce.
“Dannazione, dì qualcosa! 
Vuoi che continui ad amarti, finchè posso?
Dimmelo e lo farò, ma devi essere tu a chiedermelo, a volerlo!”
Era la disperazione della guerra, la paura di vederla finire e dover smettere di amare, smettere di provare tutti quei sentimenti. Era la brama di averlo e il desiderio di essere voluto da qualcuno. Bisogno di sentirsi amati prima di ripartire e vedere altro orrore.
L’ansia di giorni troppo pericolosi, dove la morte e la vita si accavallavano in una battaglia senza fine, in un pianto e un urlo di disperazione straziante.
“Parla, dannaz--”
Ti blocchi, spalanchi gli occhi e rimani, per un misero attimo, svuotato della rabbia, solo con la voglia dirompente di piangere. 
La tua guancia si arrossa subito, pizzicando sotto qualche ciuffo di capelli ribelle.
Kanda ancora tiene la mano sospesa a metà tra voi due, col palmo che brucia per la forza che ha usato che darti quello schiaffo che mai dimenticherai.
Non ti guarda, si limita a tremare leggermente ancora costretto contro la parete dalle tue braccia, con espressione triste, delusa, e colpevole.
Sta fuggendo ancora. Perché evita il tuo sguardo e non parla.
E questo ti fa risalire la rabbia. È lo stesso impulso di prima che ti fa lasciare la presa sulle sue spalle, scivolando con le mani lungo i fianchi, fermandosi all’altezza del bacino ed inchiodandolo lì con forza. Ti chini sulle sue labbra e, poggiando la fronte sulle sua, lo costringi a fissarti negli occhi. 
Lui è completamente perso. Il suo sguardo ha perso tutta la fermezza di pochi minuti prima, è disorientato e spaventato, probabilmente più consapevole della propria colpevolezza di quanto ti aspettassi. E mentre le tue iridi trasmettono solo freddo, gelo e un odio indescrivibile, lui non fa niente per fermarti, nonostante non voglia.
“Va bene.
Ti amerò ancora, Yuu.
A pagamento”
Dici così e ti senti cattivo, subito dopo, mentre fai unire le vostre labbra, poi, mentre lo spogli, e ancora, mentre lo prendi, continuando a ripetergli quanto lo odi. Vuoi solo disonorarlo, fargli perdere, perdere tutto. Vuoi ferirlo, non ti interessa quanto soffrirà, vuoi che lui patisca le stesse pene che hai provato tu nel portare avanti quell’amore a senso unico. 
E lui non si ribella, mentre tu lo spezzi, stringendolo tra le tue braccia e lo disonori. Non piange, non grida, non ti chiede di fermarti. È accondiscendente e ti segue, come fosse la cosa più normale da fare, l’unica, ciò che ha intenzione di fare per il resto della sua vita e che ha sempre fatto.
Ti senti cattivo e stupido mentre sei tu, Lavi, a piangere sulla sua spalla, a chiedergli scusa quando, ormai, è troppo tardi per riparare i vostri cuori infranti. 
 
 
Quando ti svegli, tutto è tornato normale.
Yuu Kanda è lì, assopito, che ti volge le spalle, i muscoli sciolti e i capelli sparsi per il cuscino in ciocche nere disordinate, tranquillo nella sua nudità, avvolto solo da un lenzuolo che poggia e segue fedelmente i lineamenti di quel corpo tanto perfetto da averti conquistato. 
Hai paura, mentre lo osservi, in silenzio. Paura per quell’odio puro, devastante che provi nei suoi confronti, nonostante il tuo cuore continui a battere forte nel tuo petto quando lui ti è vicino.
Tu lo odi davvero.
Odi quella sua incapacità di amarti nonostante, al contrario tuo, ne abbia la piena libertà. 
Odi quella sua freddezza con cui sembra liberarsi di ogni problema, nonostante lui invece possa prendersi tutto il tempo per affrontarli. 
Odi lo sguardo freddo che ti rivolge quando lo baci senza preavviso, come se quello non fosse un calore di cui anche lui è alla ricerca. 
Ma lo ami. In modo irrazionale, stupido, probabilmente senza una ragione, sai di amarlo più di qualsiasi altra cosa al mondo. 
E proprio per questo, l’unica cosa che puoi fare è volgergli le spalle, mentre ti sdrai al suo fianco. 
 
 
Ti prego, sii felice senza me,
Così potrò dimenticarti.
Dimentica quanto io sembrassi miserabile.
[Wedding dress - Taeyang]
 
 
- Fine -

 
 
OOC a volontà, lo so… Ma era inevitabile, se volevo scrivere una cosa del genere.
E io lo volevo davvero… Diciamo che questa fic l’ho scritta un po’ di tempo fa ma… Mi mancava davvero il coraggio di pubblicarla.
Le citazioni che ho messo ad inizio e fine fic sono tratte da due canzoni che adoro e, in caso vogliate andarle a sentire, spero tanto che piacciano anche a voi. 
La parte finale volevo lasciarla un po’ a vostra libera interpretazione: se è lui che si risveglia dopo un incubo o se è lui che si risveglia dopo quegli avvenimenti e ragiona… Ma forse non vi era neanche venuto il dubbio e io sono rimasta a complessarmi inutilmente. 
Detto questo, aggiungo che spero vi sia piaciuta o, come minimo, vi trasmesso qualcosina… Sarò felice di rispondere ad eventuali recensioni, se ce ne saranno.
A presto,
 
By Ming
  
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