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Autore: Vianne1013    07/11/2012    3 recensioni
E tu come ti senti quando cade la pioggia?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Malinconia.

Quel sentimento doloroso e immobile, senza tempo né spazio. Il mio cuore è fermo, impassibile, i miei occhi aperti ma non attenti e io rannicchiata su me stessa, osservo la pioggia che scende con violenza.

Pensieri.

Mi volano nella mente, mi riempiono la testa, eppure non voglio prestare attenzione, né intendo iniziare a farlo proprio ora.

Sola.

Come sempre, come ogni notte e ogni giorno della mia vita. Anche se tu sei con me, anche se dividiamo la stessa casa, io sono sempre e inevitabilmente sola. Nel cuore, nella mente e nell’anima.

Futuro.

Che parola è? Da cosa è formata? Esiste? Oppure no? E il mio di futuro dov’è?

Il mio cuore è stanco di piangere e di soffrire, stanco di non capire, di non sapere, stanco di morire ogni giorno della mia vita e tutto perché tu non vuoi vedermi, né dirmi cosa provi per me. Perché devo rimanere in questo limbo pieno di sofferenza? Non mi piace, non lo sopporto, non lo voglio.

Mi stringo con forza le gambe, intreccio le dita con ancora più violenza e combatto disperatamente con ogni lacrima che mi prega di scendere. Non voglio piangere, non sono più una bambina, né una ragazzina, sono una donna forte e indipendente, le lacrime lasciamole a chi ne ha davvero bisogno.
Il mio cuore di bimba è morta in quel giorno in cui ho perso Hide e quando ho compiuto il primo passo in questo mondo di morte e sangue.

Sento l’umidità sfiorarmi, bruciarmi sul viso e il vento freddo soffiare contro di me. Sono piccola e indifesa contro le ire del tempo, ma nonostante tutto, voglio rimanere qui, in questo frammento immobile di tempo. La mia mente sta per isolarsi, i miei occhi iniziano a perdere la visibilità e il mio corpo, inizia a sentire sempre più freddo e a perdere calore, quando ti sento arrivare dietro di me.

Il tuo profumo, forte, maschile e penetrante è già attorno a me e il mio cuore ti riconosce, sempre tu, dentro di me. Il tuo calore passa da te a me e mi avvolge anche se contro la mia volontà.
Non posso combattere ad armi pari, il mio cuore è distrutto, il tuo ancora batte come se la cosa non ti scalfisse.

“Che fai qui, al buio?” mi domandi con voce dura e fredda.

“Guardo la pioggia cadere.” Rispondo io focalizzando il mio sguardo nel nulla.

“Perché?”

“Perché mi fa sentire bene.”

“A cosa pensi quando la guardi?”

“Penso a me, penso a te.. penso a noi e a quello che siamo. Penso al passato, al presente e al mio incerto futuro.” Rispondo sospirando e sentendo il cuore rompersi in mille pezzi.

Le lacrime bussano, ma non le faccio entrare, i denti mordono le mie labbra, mentre la mia anima esplode, ancora, ancora e ancora.

“E com’è il tuo futuro?” mi chiedi con aria incerta.
“Incerto, sconosciuto, indeciso.. pieno di solitudine.”

“Perché? Ti senti sola?” mi domandi con aria incredula, quasi fosse una cosa totalmente assurda per te. Sento un non so che di spaventato, eppure non sembra che la cosa ti sfiori.

“Ogni momento della mia vita, da un anno a questa parte.” Rispondo ormai, priva di difese. Non riesco a voltarmi, non ho il coraggio di guardarti e non so se lo farò ancora. Possibile che debba finire così? Senza se, senza ma, senza domande né risposte, senza confessioni né prese di coscienza. Possibile che tu debba dirmi addio così? Cosa farò ora? Con un cuore rotto e nessuna voglia di vivere?

Un fruscio attira la mia attenzione, i miei occhi seguono quel rumore e la mia mente riesce a comprendere quello che sta accadendo.
Il grigio del tuo impermeabile appare davanti a me, avvolgendomi all’improvviso, con mia sorpresa e cercando di proteggermi dall’acqua e forse dalle mie sofferenze. Il cuore mi esplode ancora, ricordandomi che è ancora vivo e in grado di battere, cercando di riportarmi alla vita, dandomi di nuovo un tempo e uno spazio.

“E’ ancora incerto il tuo futuro?” mi domandi dolcemente, mentre sento il tuo respiro bloccarsi, come chi è in attesa di un giudizio inevitabile.

“No, non più..” le parole escono da sole, la mia mente non fa in tempo ad elaborarle, che diventano già un suono disperso nel vento. E finalmente mi volto a guardarti, annegando dentro quei tuoi occhi neri, ora così dolce e teneri da togliermi il fiato.

Non so nemmeno come, ma istintivamente mi alzo in piedi, rimanendo a pochi passi dal tuo corpo e dal tuo viso. I nostri sguardi s’incatenano, il mio respiro rallenta, mentre nel mio cuore c’è una sola speranza, il desiderio che tu mi dica quello che voglio sentire, quello che voglio ascoltare e quello che spero che tu stia provando, come me.

“Torniamo a casa?” la domanda esce fuori dalle tue labbra con dolcezza.
La mia risposta non esce, il mio cuore batte, i tuoi occhi si perdono nei miei, mentre il calore riprende a circolare dentro al mio corpo.

Ti prego Ryo, fallo. Fallo per me. Fallo per noi.
La mia unica preghiera silenziosa, che risuona nella mente, nella speranza che quel che desidero, si avveri.

Dolcezza.

Quello che provo in questo istante. In questo frammento di tempo, in cui le tue labbra si sono posate dolcemente sulle mie. L’attimo in cui, le tue mani ruvide e calde hanno afferrato con dolcezza il mio viso e lo hanno avvicinato al tuo.

Speranza.

E’ il sentimento che riempie il mio cuore, mentre io mi avvinghio a te, stringendoti forte al mio petto, sperando che il tuo cuore e il mio si fondano finalmente in una cosa sola.

Futuro.

Ora lo vedo chiaramente, ora lo vedo brillante e solare, ora lo vedo pieno di calore, ora lo vedo e basta.

Il nostro bacio dura qualche minuto. Rimaniamo avvinghiati l’uno all’altra per un tempo indefinito, mentre la pioggia continua a scendere attorno a noi. I tuoi occhi mi guardano con dolcezza, la tua mano afferra la mia, mentre mi avvicina a te e mi avvolge con il tuo impermeabile.

I nostri primi passi si riflettono sull’asfalto, mentre insieme percorriamo la strada di casa, immersi nella notte uggiosa e umida di Shinjuku, avvolti dalle luci della città, che si divertono a giocare con l’acqua, creando riflessi colorati sull’asfalto.

Io e te, abbracciati e finalmente uniti.

E la pioggia cade.

Fine.
   
 
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