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Autore: Aranil    07/11/2012    3 recensioni
Francesco Masti è un ragazzo tranquillo che abita nel paese di Bracciano, vicino Roma. La sua vita, dopo un anno dall'essere lasciato dalla ex, scorre ormai tranquilla, ma tutto viene travolto da Serena, una ragazza nerd e carina, e Stella, una neo laureata in psicologia.
Tra una partita ad un gioco di ruolo, un salvataggio in lago e un film con gli amici, questa è la ricerca di una stabilità economica e emotiva di un 24enne di giorni nostri
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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1. Lago, spiaggia e baroni

 

 
Questa sì che è poesia!
Pensai. In fondo lo pensavo ogni mattina.
Come al solito mi svegliai presto per recarmi al lago. Abitavo molto vicino alla spiaggia. Il lago di Bracciano, al mattino presto, sembra un quadro. Il sole è già sorto, ma ancora colora le colline con i suoi acquarelli più arancioni. L’acqua del lago, sospinta dalla fievole brezza mattutina, accompagna la vista con il sottofondo musicale delle onde che accarezzano la sabbia. In più, al contrario del resto della giornata, quello era il momento meno afoso.
Andai verso lo stabilimento “Spiaggia Odelscalchi”, che usava impropriamente il nome dei nobili che possedevano il Castello di Bracciano (ovvero, il castello Orsini / Odelscalchi… appunto). Il padrone dello stabilimento, amava portare in giro un monocolo attaccato ad una catenella, per sfoggiare una nobiltà mai avuta. Era un personaggio bizzarro, ma innocuo. Veniva deriso per il suo comportamento e lui ne era consapevole. Anzi, usava questa sua “fama” per portare più clienti allo stabilimento. Spesso mi era capitato di ascoltare frasi tipo Andiamo allo stabilimento Spiaggia Odelaschi a vedere Barone Scemone! e devo dire che quel soprannome gli stava a pennello.
Entrai nello stabilimento. Come al solito, ero il secondo ad arrivare. Josè, il custode ed addetto alle pulizie, era già intento a rastrellare la sabbia per togliere ogni genere di reperto archeologico del bagnante inquinante dell'era moderna. Bottiglie, tubetti di crema protettiva vuoti, cartacce, eccetera. Una volta trovò anche un orologio Rolex. Ovviamente era falso, ma da quel giorno lo sfoggiava al polso come se fosse un Rolex autentico. Andai verso gli spogliatoi, verso il mio armadietto. ‘Francesco Marti – Bagnino'. Lo aprii ed iniziai a togliermi le scarpe e la maglietta per inforcare le infradito e infilarmi la maglietta con scritto “Life Guard”.

Sistemati tutti i lettini sotto gli ombrelloni, mi andai a sedere al "posto di controllo". Seduto su quella sedia, mi sentivo il regista di un bellissimo film chiamato “Mattino sul Lago”. Già vedevo i titoli dei telegiornali Esce oggi nelle sale cinematografiche, il bellissimo film del regista Francesco Marti, che racconda del Lago di Bracciano e del suo risveglio e delle peripezie di un giovane ed intraprendente bagnino alle prese con i pericoli del lago! Pericoli come annegamenti, insolazioni e...

“FRANCESCO!!!” ecco uno dei pericoli del lago. Una stridula voce femminile mi preannuncio l’arrivo di Martina, la fastidiosa figlia del capo. Una ragazza 17enne che pensa di aver già visto tutto della vita e che tutto le sia dovuto.
“Che c’è Martì?” chiesi con aria scocciata.
“Non rispondermi con quel tono, capito?” come avevo immaginato, se l’era presa, punto a mio favore “Quante volte ti devo dire che io voglio la sdraio nuova sotto al mio ombrellone preferito?! Ora ce l’ha quella famiglia! Vai a prenderla subito e portala da me!”
“Ma come faccio? Non posso andare a disturbare dei bagnanti solo per un tuo capriccio!” le risposi
“Come non puoi?! COME NON PUOI!?! L’errore è tuo e rimedi te! Se no lo dico a papà!!”
“Ok, dillo a lui!” le dissi secco. Franco, il capo, amava tanto la sua bambina e aveva la nomea di Scemone, ma, in realtà, era una persona ragionevole e non avrebbe mai disturbato due clienti paganti per una stupidaggine. Questo Martina lo sapeva, ma non si aspettava quella mia risposta (anche se era la mia solita risposta alle sue minacce di chiamare il padre… in fondo era la piccola Scemona). Strinse le labbra e gli occhi in un gesto di stizza. Divenne talmente rossa di rabbia che le lentiggini, per un attimo, mi sembrarono diventare più chiare delle guance. Poi si voltò e se ne andò con le braccia tese, dritte lungo il corpo, i pugni serrati e la testa incassata nelle spalle… Sì, quella mattina stava iniziando bene.

 

 
   
 
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