Partecipa al 500themes-ita con #412 – Compagno di vita.
se tu ci sarai, io ci sarò.
«Come
potevi credere che non ti amassi?», già come
potevo credere che
quel uomo così buono, un po' svampito, dolce e gentile non
mi
amasse? Non lo so, forse perché credevo a determinate cose,
perché
non potevo sperare che lui
così perso nel suo mondo mi guardasse e si rendesse conto di
me,
della mia presenza reale e fisica.
Scrollai
le spalle. Le sue mani sul mio volto erano delicate, dolci,
rassicuranti. Mi facevano tremare le viscere.
«Charlotte...
Ti ho sempre amata, sono un po' distratto, magari, questo è
vero, ma
ti amo», continuò lui, con quella voce soffice e
priva di qualsiasi
tipo di malizia il genere umano potesse disporre. Sorrisi alle sue
parole. Adesso lo sapevo, adesso lo sapevo che mi amava.
«Lo
so, Henry. Ti amo anche io», ed era vero. Mi era sempre
piaciuto,
sin da quando eravamo due ragazzini. Ma adesso eravamo due adulti,
marito e moglie. Lui
era il mio compagno di vita, non era solo mio marito, un pezzo di
carta non sarebbe stato sufficiente ad enunciare il mio amore per
Henry, a dimostrarlo.
Era qualcosa di più viscerale, di meno tangibile di un
foglio
firmato da entrambi. Quella era una promessa, ma quella vera ce la
stavamo scambiando quella sera guardandoci negli occhi ed ammettendo
che ci amavamo.
Le
sue labbra trovarono le mie, vi si poggiarono dolcemente, strinse il
mio volto tra le mani e mi tenne stretta a sé. Mio marito. Mio.
Ricambiai
quel bacio, stringendolo a mia volta a me, abbracciandolo, cercando
ora di dimostrargli tutto quel amore che avevo tenuto dentro di me
per così tanto tempo.
Ma
il bacio divenne irruento, adesso, divenne una nuova esigenza sia per
me che per lui. Per tutti quegli anni eravamo stati marito e moglie,
ma non compagni di vita, quindi per quanto lo conoscessi, per quanto
non fossi più una ragazzina alle prime armi, sapevo che
quello
sarebbe stato il primo vero atto d'amore.
Si
scostò dalle mie labbra quando l'esigenza di respirare
divenne
impellente, ma non lasciò me, il mio corpo minuto e non
mutato nel
tempo. Le sue labbra trovarono la pelle del mio collo, le sue mani si
chiusero sui miei fianchi e capii quanto mi amava, quanto mi
desiderava. Ed erano le stesse sensazioni che provavo io per lui.
«Henry...»,
mormorai, richiamando la sua attenzione. Si allontanò da me
e mi
guardò allarmato, quasi temesse di aver fatto qualcosa di
male.
Sorrisi, istintivamente, rassicurandolo. Gli carezzai il volto.
«Voglio
avere una famiglia, con te», lo dissi, finalmente. Volevo lui
e
volevo dei figli da lui, volevo che fosse per sempre. Henry sorrise e
mi abbracciò.
«Tutto
quello che vuoi, Charlotte, tutto quello che vuoi»,
mormorò tra i
miei capelli. Gli occhi mi si riempirono di lacrime ed annuii,
ispirando il suo odore. L'odore del mio compagno di vita, di quel per
sempre a cui
credono solo nei
libri. Ma io volevo che fosse reale, volevo la mia fiaba. Mi toccava,
me la meritavo.
«Nella
buona e nella cattiva sorte...», iniziai a recitare,
scostandomi da
lui, sorridendo ed asciugandomi le guance. Sorrise, con quell'aria
persa che si ritrovava ed adoravo.
«...finché
morte non ci separi», completò lui e mi
baciò di nuovo. Sì, era
per la vita.
~
angolo autrice:
Parliamone.
Anzi, no, non parliamone affatto. Io li ho sempre amati, sono l'amore
ed era ovvio che prima o poi scrivessi su di loro. L'unica nota
è
che... Beh, non ho letto Il
principe,
quindi mi scuso se ci sono parti simili o addirittura uguali, ma non
avendolo letto sono andata a fantasia – e spoiler.
Ah
sì, giusto perché io sono una fangirl, nella mia
testa loro sono
Gemma Arterton e Simon Woods.
pace&amore.