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Autore: Maliah    07/11/2012    0 recensioni
Lucy ha tante aspirazioni nella vita ma ha così poca autostima da pensare che tutto ciò che vorrebbe fare siano soltanto sogni di una ragazzina di 18 anni.
Inoltre non ha nessuna intenzione di innamorarsi. Sa che fa male e si chiede... perchè essere masochisti? Perchè scomodarsi e darsi tante preoccupazioni mettendosi alla ricerca della "dolce metà" pur sapendo che anche questa ti farà del male? E poi dov'è scritto che una persona deve trovare per forza l'amore?
Eppure Lucy non sa che proprio per lei la vita ha in serbo più di quanto lei si aspetti.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Caro Diario,
sono le 16.11 e questa mattina ho preferito saltare la scuola e starmene a letto siccome ho un fortissimo raffreddore ed un mal di testa che ha deciso di uccidermi.
Mi sono alzata solo poco fa ed ho preso soltanto un pò di tè con qualche biscotto.
Adesso sono seduta qui, sul davanzale della finestra, con uno scialle sulle spalle, il naso che cola, fazzoletti alla mano e un plaid sopra le ginocchia. Sembro davvero mia nonna in questo momento.
Fuori il cielo è coperto di nuvole grige e una fitta e sottilissima pioggia ha deciso di abbattersi su Brighton.
Però mi piace la pioggia, mi rilassa e mi lascia pensare. E mi piace anche guardare come la pioggia cade nel mare proprio di fronte casa mia, lasciando attorno a se piccoli cerchi che si allargano piano piano fino a scomparire.
A volte è così che mi sento. Come se fossi una delle tante goccie di pioggia, che cadendo lascia dietro di se soltanto una scia invisibile ma di cui rimane una piccola macchia sull'asfalto che poco prima era asciutto.
In poche parole voglio dire che si okey, sono una ragazza come tante, ma che non passo poi così inosservato. Non pensare che sia una povera depressa, sono soltanto.. sensibile.
Ho degli amici come giusto che sia per una ragazza della mia età e a differenza degli altri so anche ciò che voglio dalla vita. Certo però mi contraddico dicendo che da tanta sicurezza nasce anche la consapevolezza che quel che voglio non accadrà mai, ma non è un crimine sognare no?
Comunque sia devo darmi una mossa. Standomene qui seduta lascio soltanto scorrere via il tempo perdendo ogni attimo che potrei sfruttare per poter fare qualcosa di proficuo.. tipo studiare per esempio, o andare a salutare la nonna, o potrei anche fare volontariato per i bimbi orfani come faccio di solito quando ho il pomeriggio libero da altri impegni.
Però oggi non ne ho davvero la voglia. Mai come questo pomeriggio mi viene da pensare che oziare sia la cosa più bella che possa esistere. In realtà sono già un paio di giorni che ci penso ma non è bello. Per esempio non ho nemmeno più ispirazione. E' una vita che non butto giù un testo o semplicemente degli accordi. Ho abbandonato la mia chitarra in quell'angolo della stanza e anche se sento "il suo richiamo" non ho nessuna voglia di prenderla e sfiorare le corde, che è una delle cose che mi fa stare meglio. Credo sia troppo faticoso...


Alza lo sguardo verso la finestra e mordicchia il tappo della penna mentre guarda la pioggia scorrere incessantemente fuori dalla finestra e ascoltandola battere contro i vetri come se chiedesse il permesso di entrare.
Torna a guardare la pagina di diario che stava scrivendo e picchietta la penna su di essa, poi riprende a scrivere.

...no sul serio basta.
"Su Lucy datti da fare!" questo è ciò che mi dice la vocina della mia coscienza e credo proprio che la starò ad ascoltare.


Chiude il diario e si alza dal davanzale, riponedo poi il diario nel cassetto della scrivania insieme alla penna. Resta in piedi per un pò davanti allo specchio riflettendo su ciò che poteva fare tra le varie opzioni pensate poco prima. Opta per il centro dei bimbi orfani.
Apre l'armadio e prende un paio di jeans e un maglioncino. Si veste, indossa le scarpe da ginnastica e si sistema i capelli. Prende il cellulare dal comodino e lo mette in tasca dopo aver infilato la giacca. Esce dalla sua camera e scende di sotto nel salotto dove sua mamma è seduta sul divano a leggere un libro. Dopo averla avvisata dei suoi progetti per quel giorno e averla salutata con un affettuoso bacio sulla guancia, prende l'ombrello ed esce di casa.
Sua madre era una persona davvero tranquilla, sempre gentile e cortese ed aveva sempre una parola o un buon consiglio da dare a tutti. Era sempre sorridente che il solo guardarla ti migliorava la giornata. Le voleva un gran bene e andavano davvero d'accordo tutte e due. Per Lucy era più di una mamma, era la sua migliore amica.
Scende le scale del porticato di casa sua e apre l'ombrello. Il centro non dista molto da casa sua così cammina tranquillamente facendo attenzione a non finire con i piedi in qualche pozzanghera. Ci mancava solo quello e dopo una febbre da cavallo sarebbe cascata a pennello.
Dopo pochi minuti arriva a destinazione e quando entra nella stanza dei giochi tutti i bimbi lasciano ciò che stanno facendo per correre ad abbracciarla.
Erano già un paio di anni che andava lì, quasi tutti i pomeriggi a leggere storie ai bambini o a farli giocare. A volte li faceva anche divertire con la pasta di sale o con il pongo.
Le piaceva andare lì e passare del tempo con loro, erano così innocenti e bisognosi di affetto che avrebbe sfidato chiunque a resistere a quei sorrisi o alle loro risate.
Come gli altri giorni chiama alcuni bimbi e li lascia scegliere un libro, poi prende una sediolina e si siede in mezzo a loro iniziando a leggere tra le faccie contente e le domande curiose.
Le ora con loro passarono in un lampo e notando il cielo ormai quasi buio, li saluta promettendogli che sarebbe passata anche il giorno dopo, infila la giacca e torna a casa. Aveva anche smesso di piovere.

La cena era già a stavola, così si siede al solito posto e inizia a mangiare scambiando qualche chiacchiera con i genitori su come avevano passato, ognuno di loro la giornata. Di solito quello che parlava più di tutti era suo padre, che lavorando all'acquario aveva sempre qualcosa di nuovo da raccontare sui turisti.
Finito di mangiare aiuta sua madre a sparecchiare mentre suo padre va a sedersi sul divano in cerca di qualcosa da guardare in tv, poi torna in camera sua.
Entrando in camera il suo sguardo si posa nuovamente su quella chitarra che aveva ormai abbandonato da troppo tempo. Si chiede perchè lo avesse fatto e ricordò quello che era successo un pò di tempo prima.
Aveva fatto un provino a scuola per entrare nella banda musicale, ma mentre suonava, ironia della sorte, dimenticò degli accordi e si fermò. Fu scartata, senza se e senza ma e dopo quella delusione promise a se stessa che non avrebbe più suonato, non si sarebbe più fatta umiliare in quel modo. Si convinse che non era all'altezza di poter essere ritenuta una musicista.
Però quella sera la tentazione era troppo forte, così senza pensarci due volte, prende la chitarra, la toglie dal fodero e si siede sul letto.
Resta per un pò soltanto ad accarezzare quelle corde fredde senza produrre alcun suono, poi si mette a suonare uno dei suoi pezzi.
Chiude gli occhi lasciandosi trasportare dalla musica e si rende conto solo in quel momento di una cosa.
Non aveva perso l'ispirazione, l'aveva soltanto accantonata da una parte per un pò... forse un bel pò.
 
  
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