Fandom:
Katekyo Hitman Reborn
Rating: Verde
Personaggi/Pairing:
Giotto, Prima Famiglia, AllGiotto
Tipologia: Flashfic
Genere:
Commedia, Slice Of Life
Avvertimenti:
Shonen-Ai, forse un pizzico di OOC ma proprio
minimo.
Disclaimer:
Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che
deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi
appartengono.
Note: Giotto
come se piovesse. Dedicata alla mia beta _Kurai_ e ad Armò! San Primo
Invongolato ci protegga! Cazzate serali tirate fuori come post-delirio per la
fine del manga.
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GOOD MORNING, PRIMO!
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Con lo spazzolino per metà in bocca, il pigiama ancora addosso e l'aria di chi ha trascorso una notte insonne, Giotto stava in piedi davanti al lavandino della sua stanza cercando di ignorare Ugetsu che, al suo fianco e con un sorriso a trecentosessantacinque denti, gli reggeva l'asciugamano sotto il naso.
Con un sospiro, il Boss si chinò sul lavabo per sciacquarsi la bocca ma la risatina inquietante di Daemon ne precedette le mani, che reggevano un bicchiere pieno d'acqua giusto a pochi centimetri dalle sue labbra.
Con un sorriso imbarazzato, Giotto lo accettò, cercando disperatamente di convincersi che no, quello alle sue spalle che fischiettava mentre gli sistemava l'accappatoio pulito sull'attaccapanni, non era Knuckle, non poteva essere lui malgrado non fossero poi molte le persone che potevano vantare una cicatrice sul naso e gli abiti sacerdotali.
Almeno, non erano molte quelle che conosceva lui.
A Giotto veniva quasi da piangere e ridere istericamente ad un tempo: normalmente, in situazioni del genere, avrebbe pure chiesto aiuto a G., suo amico d'infanzia, suo braccio destro, colui che, da un po' di tempo a questa parte, dal momento in cui, scherzosamente, durante una cena, aveva fatto una battuta riguardo al camino della sua stanza che non tirava e che, di conseguenza, si vedeva costretto a non accenderlo e a soffrire il freddo, se lo trovava sempre sotto le coperte intento a “scaldargli le lenzuola”.
Ma G. era sparito qualche minuto prima, diretto nella camera dello stesso Giotto per agguantare un set di biancheria intima per il Boss.
Poteva quasi scommettere che non lo avrebbe ricevuto tanto presto.
“Non voglio ferire i vostri sentimenti, ragazzi...” iniziò nervosamente il biondo dopo aver riposto lo spazzolino: “Ma vorrei farmi una doccia e...”
Con un rapido colpo d'occhio, Giotto ebbe una visione d'insieme del proprio bagno sufficientemente esplicativa e che aveva, come ciliegina sulla torta, un Alaude incatenato allo sciacquone che lo fissava con aria torva e un Lampo, evidentemente molto annoiato, che faceva da attaccapanni per i suoi vestiti della giornata.
“Sbrigati, Giotto!” lo rimbeccò Knuckle, spingendolo in avanti: “Tra poco abbiamo la riunione con i Cavallone.” gli ricordò, strappandogli di dosso la vestaglia e lasciandolo totalmente nudo.
Alaude, alle sue spalle, borbottò qualcosa che, normalmente, non avrebbe mai pensato che il suo irreprensibile Guardiano fosse anche solo in grado di pensare.
“Mio.”
E il soggetto cui si riferiva, con tale pronome possessivo particolarmente incisivo, non era difficile da intuire.
Rabbrividendo, il biondo s'infilò all'interno, conscio del fatto che i Guardiani non lo avrebbero lasciato solo neppure se li avesse implorati e pregando che nessuno dei loro sottoposti decidesse di passare nel corridoio in quel momento.
Non era proprio nei suoi desideri il far vedere le proprie mutande in giro, soprattutto se sventolate a mò di bandiera dalla Tempesta.
“Good Morning, Primo...” biascicò tra sé e sé.