Titolo:
“Idiota: La ballata dell’eroe”
Serie:
”Fullmetal
Alchemist”
Capitoli:
Unico
Genere:
song-fic,
One-shot, malinconica
Personaggi:
Roy
X Maes
Declaimer:
I
personaggi non sono miei ma di Hiromu Harakawa. La Cnzone e di De Andrè. La storia è scritta senza scopo
di lucro.
Note:
Allora
non aspettatevi un gran che. La ficcy consiste in una serie di pensieri di
Roy Mustang al funerale di Maes
Hughes sulle note della bellissima canzone di De Andrè “La ballata
dell’eroe”.
Idiota:
La ballata dell’eroe.
Era
partito per fare la guerra
Per
dare il suo aiuto alla sua terra
Gli
avevano dato la mostrine e le stelle
Ed
il consiglio di vender cara la pelle
Umpf…l’ho sempre
saputo.
Sei
un’idiota!
Sei un’idiota ed un
cretino.
Ma me lo vuoi spiegare
che cazzo ci sei entrato a fare in un posto come
l’esercito?
Cosa c’entra un’idiota
buonista come te in un mondo come il nostro?
In un mondo come il
mio?
Un mondo che ha il
sapore, l’odore, il colore del sangue?
Che cosa credevi di fare
entrando in questo recinto di bestie feroci, di cani
rabbiosi?
Ti prego…non dirmi che
credevi davvero di combattere per il tuo Paese, per la tua famiglia, per i tuoi
amici….
Per amor del cielo,
dannato idiota, non dirmi che lo facevi per me?
Non farmi questo,
merda!!!
Sei solo uno
stupido.
Stupido!
STUPIDO!
Ma non te l’avevano detto
quando ti hanno dato quell’uniforme , quelle dannate medaglie a che andavi
incontro?!
Non ci hai mai pensato la
sera, da solo, al buio a che cosa ti sarebbe potuto
accadere?
Non ci hai mai pensato
vedendo l’amore di tua moglie, il sorriso di tua
figlia?
Merda!
E
quando gli dissero di andare avanti
Troppo
lontano si spinse a cercare la
verità.
Ora che è morto la patria si gloria
Di
un’altra medaglia alla memoria.
Ma
perché?
Perché cavolo sei
morto?
Per che
cosa?
Cosa ti ha spinto così
lontano?
Tsk….eri intelligente per
questo lavoro.
Eri un elemento valido,
eri furbo, avevi intuito.
Quante volte ho visto la
tua facciata da “maniaco della famiglia” crollare per essere sostituita da
quella dell’investigatore?!
Sapevi cos’era il dovere
e la fedeltà.
Conoscevi i tuoi valori
morali e non gli hai voltato le spalle fino all’ultimo,
vero?
Eri davvero un uomo
esemplare.
Eri un militare
impeccabile.
Eri
intelligente.
Eri amico
mio…
Eri
scomodo.
Troppo
scomodo.
E ora sono qui a leggere
i tuoi meriti, non su una bella medaglia appesa al muro di casa tua, dopo la
pensione.
No, li leggo su una
pietra grigia e fredda.
Li leggo sulla tua
lapide.
“Generale di
brigata.
Promosso di due
gradi
per essere caduto in
servizio”
E così che ti hanno
ringraziato.
E così che si sono lavati
la coscienza.
Cazzo.
I due gradi te li
potevano dare quando eri vivo.
Te li potevano dare per
il tuo essere un padre ed un marito esemplare.
Per il tuo essere un
consigliere fidato.
Per il tuo essere
amico.
Per il tuo essere il
migliore amico che un bastardo come me possa
desiderare.
Per il tuo essere
te.
Ma
lei che lo amava, aspettava il ritorno
di
un soldato vivo di un eroe morto che ne farà
se
accanto nel letto le è rimasta la gloria
di
una medaglia alla memoria.
Ma e mai possibile che tu non abbia pensato ai cuori che avresti infranto con la tua morte?
Porca miseria, eppure lo
sapevi in quanti ti amano.
Eccoli.
Sono
qui.
Tutti.
Li vedi
vero?
Eccole lì.
Sono là quelle che più di
tutto amavi.
La vedi tua
moglie?
Il vestito nero per il
tuo lutto.
Il fazzoletto bianco in
mano per il suo dolore.
Per le sue
lacrime.
E la tua
piccola?
La vedi il tuo tesoro, il
tuo amore, la tua stella?
La vedi tua
figlia?
Dio
santo.
Così piccola e già
vestita di nero.
Così piccola e già deve
soffrire.
La senti gridare,
piangere, chiamare il tuo nome?
La senti chiedere di
te?
La senti chiedere il
motivo per cui non sei accanto a lei ne ora, ne mai
più?
Non dirmi che tutto
questo è per quei due fottutissimi gradi.
Che vuoi che gliene
importi a loro?
Che vuoi che gliene
importi a tua moglie ora che il letto dove la riempivi di baci e carezze, dove
le sussurravi il tuo amore, è vuoto?
Che vuoi che gliene
importi a tua figlia ora che non c’è più nessuno a leggerle le storie la sera, a
graffiarle la faccia con la barba ispida negli slanci affettivi, a scattarle
foto su foto?
Me lo dici con cosa si
dovrebbe consolare ora?
Con due gradi su una
tomba?
Sei un
idiota!
Ma perché? Perché le hai
mollate così?
Perché mi hai mollato
così?
…
Perché il vero idiota
sono io, ecco perché.
Perché ti ho detto di
pararmi le spalle.
Perché volevo contare sul
tuo sostegno, sul tuo appoggio.
Perché il vero idiota
sono io, e perché sono un codardo.
E perché non posso
neanche chiederti scusa ora.
Ne posso più sentire la
tua voce.
Bearmi del tuo sorriso
beota in una grigia mattina di morte.
Perché mi manchi,
Hughes.
Finitaaaaaaaaaaaaa!!!!!
Yeah la mia prima song-fic! Non credevo che l’avrei mai fatta…..eppure la magia
di De Andrè è grande.
Umh….però non mi è venuta
proprio benissimo, soprattutto il
finale…<___<’’’!
Però è stata una cosa di
getto quindi preferisco lasciarla così *__*!!!!
Allora spero di ricevere
tanti commenti, soprattutto consigli per migliorare il mio stile! (in poche
parole: pioggia di critiche di ogni genere. Scrivete quello che vi pare che non
mi offendo.)
Grazie in
anticipo!
See
You!!!!!
Miyuk.