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Autore: indiceindaco    08/11/2012    3 recensioni
Otto vittorie, sette sconfitte per dare spazio ad uno dei personaggi che più mi sta a cuore.
Perché forse, a volte un sorriso, val la pena di mille lacrime.
Questa One Shot ha partecipato al contest "Un proverbio giapponese anche per te...", indetto da Luana Chan, sul forum di EFP, classificandosi quarta, con mio sommo orgoglio.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Matt, Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: 笑。Smile.

Fandom: Death Note.

Personaggio/i: Matt, Mello.

Rating: Verde.

Genere: Drammatico. Introspettivo. 

Prompt [proverbio giapponese]: n.9. 

Trama: Otto vittorie, sette sconfitte per dare spazio ad uno dei personaggi che più mi sta a cuore. Perché forse, a volte un sorriso, val la pena di mille lacrime.

 

 

 

 

 

八笑、七敗、一笑懸命  

Hasshou nanahai isshoukenmei.

 

Otto vittorie, sette sconfitte; 

fai sempre del tuo meglio.

 

 

È un giorno di primavera, alla Wammy's House. Rincorri la tua palla arancione, primo regalo della tua nuova vita lì. Quando cadi sui ciottoli appuntiti, e ti fai male ai gomiti ed alle ginocchia, non ti rialzi.

Rimani seduto a sfregare la pelle sbucciata e dolorante, pregando passi in fretta. Stringi le labbra, gli occhi degli altri bambini su di te, ed ingoi la vergogna. Ti asciughi le guance e chini il capo, ma ancora non ti tiri su.

Senti il Sole troppo caldo, sulle escoriazioni. I colori troppo accesi del mondo esterno sembrano ferirti gli occhi, che pizzicano ancora di gocce salate. 

Poi traballi sulle tue gambe e lentamente, a testa alta, rientri nell'edificio, ignorando sguardi preoccupati e risatine di scherno.

Da quel momento odierai star all'aria aperta e ti rifugerai tra le mura rassicuranti, dove non possono esserci rovinose cadute.

 

 

Il placido silenzio della notte è infranto dalla luce asettica di un display. È così ogni notte ormai, non è vero Matt? Dal tuo ottavo compleanno, ormai due mesi fa, non fai che giocare a quel videogioco. Un livello e poi un altro, e poi un altro ancora.

Vorresti solo essere come quell'eroe, goffo e pingue, irreale quanto irrealistico*. Odi le numerose vite che lui può accumulare, le sue infinite possibilità, i numerosi successi, le sue vittorie, che non potranno mai essere veramente le tue. È il tuo rifugio, il tuo feticcio e non smetti di giocare.

 

 

Bianca e nera quell'accozzaglia di cifre e sillabe, insignificante ad i tuoi occhi. L'istitutore ti guarda compiaciuto, mentre ciarla circa una specie di graduatoria, mentre ti dice che sei il terzo allievo più dotato. Non ti sfiorano tali sorprendenti rilevazioni che, a quanto pare, dovrebbero essere entusiasmanti: non sembri accorgerti del tuo potenziale, forse non t'importa.

Non c'è nulla di eclatante, a parer tuo, nel "promettente" scandito dall'anziano signore di fronte a te. Odi quei numeri, quel dover corrispondere ad una manciata di segni inconsistenti, quel rispondere alle aspettative: mai le tue, ma quelle di qualcun altro.  

 

Il piede batte nervoso per terra, nella sala d'aspetto. Il tuo labbro spaccato ha finalmente smesso di sanguinare. Il ragazzino biondo, invece, tiene ancora il ghiaccio sintetico sul suo occhio sinistro. Mentre aspetti di ricevere una sonora lavata di capo da parte del direttore, fissi il ragazzo accanto a te: avrà più o meno la tua età, e nonostante quel suo aspetto gracile ti ha steso. Avete fatto a botte e nemmeno ricordi perché. Forse è stata l'attenzione che hai mancato di rivolgergli, o forse il gettare la cioccolata nel cestino dopo la sua prepotente richiesta. Non sapresti proprio dire cosa ha potuto provocare il biondino, né dove questi abbia potuto recuperare la forza messa nel suo gancio destro.

Fatto sta che ti ritrovi a sorridere e lui ti fissa sdegnoso.

-Comunque io sono Matt.- mormori, per quel poco che il labbro gonfio ti conceda.

Il ragazzo ti studia con attenzione, con uno sguardo in tralice.

-Vuol dire che tu saresti…il terzo?- dice sollevando il sopracciglio.

Alzi le spalle, indifferente.

-Io sono il secondo.- risponde lapidario.

-Un nome non ce l'hai?- lo rimbecchi sarcasticamente.

-Mello.

Tendi una mano verso di lui, gli occhi di ghiaccio sembrano soppesare quella tacita richiesta. Poi un leggero schiaffo di diniego, sul tuo palmo, che ti giunge come il suono di una porta sbattuta in faccia.

 

Avere a che fare con quello che, tra litigi e compromessi, è diventato il tuo migliore amico non è una cosa semplice. Passare le tue giornate con Mello è una sfida costante: contro i suoi malumori, la sua irruenza, il suo essere impulsivo, le sue battute acide e tutto l'odio che si porta sotto la pelle.

È come un videogioco dai livelli più intricati, dalle mosse meno scontate: la risoluzione dell'eterno enigma nei suoi occhi.

Non ci sono dichiarazioni altisonanti di eterna amicizia, né tanto meno dimostrazioni d'affetto. Ad entrambi basta alzare lo sguardo e sentire quella complicità, quell'intesa tacita.

Senti di essere l'unico a comprenderlo, a condividere tante delle sue idee, l'unico ad aver il privilegio di essere considerato suo amico. 

Sì, ma allora perché Mello è andato via, senza dirti nulla?

Ti ha mollato lì, e tu senti d'essere caduto, di nuovo.

 

Sono passati più di sei mesi da quando hai lasciato la Wammy's, da quando Mello è sparito. Lo hai cercato, riportando alla memoria tutte le conversazioni avute, che come tema avevano i vostri progetti futuri. Chissà perché ti aspettavi di condividerli con lui, ed invece sei lì: in una città fatta di neon intermittenti e oscurità desolante. Los Angeles è troppo grande per riuscire a respirare, per farlo da solo. 

Hai la sensazione di star sprecando il tuo tempo, mentre getti il mozzicone di sigaretta ormai consumata. Sai che non lo troverai mai se Mello ha deciso di non farsi trovare. Brancoli nel buio e metti un piede dietro l'altro.

Dove stai andando, Matt?

 

Meno di un mese ai vent'anni, in quel 25 gennaio. Tutto è pronto, stabilito. In fondo hai sempre saputo di non essere padrone della tua vita, chi lo è davvero? A nulla valgono le parole di Mello, la sua cieca sicurezza, marcata dalla cicatrice che inasprisce ancora di più la sua espressione già così adulta. Non considera il fallimento, Mello, mentre tu sai che l'ultimo atto andrà in scena domani. La consapevolezza piomba su di te, meschina, e ti rendi conto di poter stringere solo i cocci del rimpianto fra le tue mani. Poteva essere tutto diverso, invece ti accorgi solo adesso di essere una marionetta che riesce a vedere i fili. Almeno poteva dire di aver cercato di dare il meglio di sé a quella vita concessagli.

 

Sta albeggiando, quando apri gli occhi. Mello è alla sgangherata finestra, ti da le spalle. Una mano sulla tenda sdrucita e macchiata in più punti. Ti alzi dal polveroso divano e sei dietro di lui. Gli poggi una mano sulla spalla. Non vi dite niente, non c'è mai stato bisogno di riempire il silenzio fra voi.

Ti piace pensare che ora farete i bagagli, salirete sulla tua macchina e incomincerete un viaggio senza meta. Ti piace pensare che Mello ti abbraccerà e ti dirà che sei il suo migliore amico.

Invece ti guarda, con quegli occhi nudi nei tuoi e sorride*.

Improvvisamente sai è valsa la pena di tutte le tue sconfitte solo per poter ricevere quel sorriso.

Il resto non può che impallidire.

 

 

 

 

Nda:

Ho deciso di articolare tutta la storia ispirandomi al proverbio: ogni paragrafo segna le otto vittorie e le sette sconfitte di Matt.

Il primo, quando è appena arrivato alla Wammy's. La caduta e la vergogna sono la cocente sconfitta, seguita dal suo rialzarsi che segna la prima vittoria.

Il secondo: la sua dipendenza dai videogiochi, (* ho fatto riferimento a Super Mario), con l'invidia verso un'entità virtuale come sconfitta ed il suo superare i livelli come vittoria.

Il terzo: quel sentirsi costretto dalle cifre della celebre graduatoria, contrapposto al suo terzo posto, vittoria di tutto rispetto.

Il quarto: la scazzottata con Mello che lo vede sconfitto, ma vittorioso perché ha trovato un amico, forse l'unico della sua vita.

Il quinto: l'abbandono di Mello senza una parola, eppure il solido legame che è riuscito ad instaurare con lui. 

Il sesto: la ricerca dell'amico, infruttuosa e fallimentare, che è pur sempre una vittoria per Matt, uscito dal guscio e pronto ad affrontare il mondo esterno.

Il settimo: la notte prima della sua morte. Con il rimpianto fra le mani e tutti i "avrei potuto" come sconfitta, ma la consapevolezza di aver provato, artefice della sua vita e non solo spettatore (= la marionetta che vede i fili).

L'ultimo, all'alba del suo ultimo giorno: il sorriso di Mello. La sua vittoria più grande, che cancella definitivamente tutte le sette sconfitte precedenti. Ho messo * perché è determinante la parola "sorriso": all'inizio della storia ho riportato il proverbio originale, in kanji -ideogrammi- giapponesi. Si da il caso che, avendo studiato giapponese, io abbia trovato una curiosa corrispondenza: il secondo kanji [笑= sorriso] ha stessa pronuncia della parola [hou= vittorie; fare], da qui il titolo. 

 

Ok, le note sono più lunghe della storia ma è ok, no? :D Spero possiate apprezzare!
Piccola chicca per gli appassionati nipponici di shodoo: http://i50.tinypic.com/w8qs2h.jpg


E infine...giudizio: 
4° posto: indiceindaco 

20/20 punti per la grammatica; 
- 4.5/5 punti per l'utilizzo del proverbio;
 beh, tu il proverbio l'hai usato in senso "fisico". Tutto ciò mi ha attirato assai e mi è piaciuto u.u 
- 5/5 punti per l'IC dei personaggi; 
- 8.5/10 punti per l'originalità e la trama; 
me gusta assai. La trama è ben sviluppata, i momenti sono fantastici *^* Non seguo il fandom, quindi non posso dire nulla riguardo all'originalità. Cioè, per me potrebbe essere anche una fiction nuova, ma magari ne esistono a bizzeffe su questi due T.T 
- 8.5/10 punti per il giudizio personale; l'ho trovata molto piacevole, anche perchè ho sempre adorato quei due :3 

TOT: 46.5/50

Colgo l'occasione per ringraziare la GiudiciA <3

  
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