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Autore: Russian Sonia 1992    08/11/2012    1 recensioni
"Lo so, tesoro; qualcuno dai piani alti ha deciso che stanotte ci siano i tuoni. Adesso la mamma ti racconterà una bella favola, contento?"
"Va bene, ma voglio una favola diversa!"
"Diversa... come?"
"Voglio una favola in cui ci sei tu! E in cui ci sono anche gli zii!"
Se c'era una cosa in cui JJ non era brava, era quella di inventare storie in cui fosse la protagonista; questa volta desiderava assecondare il piccolo Henry, ma si poneva una domanda: vale la pena raccontare una storia ispirata alla propria vita e al proprio lavoro?"
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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MH6"Già di ritorno, miei giustizieri?" domandava una sorpresissima Penelope.

"Abbiamo ottenuto informazioni rilevanti sul sospettato e sulle sue intenzioni." le rispondeva Hotchner.

"Pefetto! Vedo che avete portato ospiti..."

"Questo è Sedgewick Reid, l'achimista che ha ricevuto la visita del nostro uomo."

"Molto piacere, ma cosa sta facendo?"

"Voglio solo farle un piccolo omaggio."

Così il giovane alchimista afferrava una tazza finemente decorata e ci versava al suo interno un liquido grigio.

"Stia fermo! Vuole per caso avvelenarmi?"

"Non è nelle mie intenzioni avvelenare una gentile signorina!"

Poco dopo, il liquido era sparito, ma al suo posto erano apparsi nove magnifici fiori.

"Oh, che meraviglia!" gridavano stupite le tre donne.

"Sono dei lillà australiani; l'aborigeno che mi ha insegnato questo trucco sostiene che il loro profumo funga da calmante." rispondeva, porgendoli alle dirette interessate.

"Allora, miei cari, chi dobbiamo smascherare?"

"Ma il cattivo porta un cappuccio, non una maschera!" protestava Henry.

"Lo so, ma qui è un modo per dire che prima o poi svelerem... sveleranno l'identità del cattivo!"



"Cerchiamo un uomo, di età compresa tra i trenta e cinquant'anni, che ha già avuto guai con la legge." cominciava Hotchner.

"Per questo motivo si vergogna di farsi vedere in giro a volto scoperto; e inoltre deve essergli accaduto qualcosa che lo faccia sentire frustrato." proseguiva Rossi.

"Nell'interferenza che avevamo visto diceva che riconosceremo il suo talento, perciò dovrai cercare tra coloro che sono stati cacciati con disonore dall'Università della Magia." seguitava Emily.

"Oppure potrebbe non essere un mago, così tenta di dilettarsi con le pozioni magiche, seppur in modo crudele." aggiungeva Morgan.

"Il suo scopo è quello di preparare un filtro d'amore, cosa vietata dallo Statuto dei Pozionisti e degli Alchimisti; ricordo un caso avvenuto anni fa, nel sud della Francia, in cui un uomo aveva ucciso tredici ragazze dai capelli rossi, allo scopo di creare un'essenza che facesse innamorare le donne di lui, ma alla fine..."

"Intendeva dire che il nostro sospettato è un emulatore." sintetizzava Morgan.

"E commette quest'infrazione forse perché in passato è stato rifiutato da una donna, la quale è diventata un'ossessione tanto grande da alterare il suo equilibrio psicofisico." concludeva Jennifer.

"Ragazzi, c'è un'altra interferenza succulenta! Venite a vedere!" gridava Penelope.

Nella sfera era comparsa la stessa inquadratura della volta precedente, ma l'unica cosa che cambiava era il monologo dell'individuo incappucciato.

"La resa dei conti si avvicina! Presto la mia opera sarà completata, il mondo riconoscerà la mia fama e lei non potrà fare a meno di cadere ai miei piedi! Quell'inetto la pagherà molto cara per aver osato contraddirmi!"

"L'inetto sarei io..." reclamava Reid.

"Così sembra. Quello deve essere sciocco nel dubitare delle tue capacità." lo consolava Jennifer.

"Aha! Ho trovato un riscontro!"

"Di chi si tratta?" domandava Emily.

"Jasper Hallazim, trentotto anni, cacciato dall'Università della Magia per cattiva condotta, per colpa di una pozione riuscita male ha la metà superiore del viso ustionata, da cui si spiega il cappuccio."

"Sei la migliore veggente che ci sia in circolazione, Penelope!" esultava Morgan abbracciandola abbastanza forte.

"Ti ringrazio, uomo di cioccolato!" gli rispondeva ridendo.

"Ci puoi dare l'ubicazione dell'antro?" chiedeva Reid.

"Mi spiace deludervi, ma non vi sono indirizzi che possano ricondurvi all'abitazione di Hallazim."

"Non importa, sei stata ugualmente preziosa per noi." la rincuorava Jennifer.


************

Non appena era calata la notte, la giovane cameriera, nel sistemare i piatti in un bacile colmo d'acqua, udiva dei rumori provenire dall'esterno.

Jennifer si reinfilava il cappotto blu sull'abito giallo e usciva dalla porta sul retro.

"Strano, non c'è nessuno qui fuori. Sarà meglio che io rientri..."

Ma mentre rincasava, una figura incappucciata la afferrava da dietro e le tappava la bocca, pronunciando solo queste parole:

"Finalmente sei mia, numero tredici!"



Siamo quasi alla fine, tentevi forti!

Riuscirà JJ a sopravvivere ad Hallazim?

Come l'aiuterà il resto della squadra?

Lo scopriremo solo nel prossimo capitolo!

Russian

(e recensite!)










  
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