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Autore: Phoebus    09/11/2012    0 recensioni
1287, nel cuore dell'Italia medievale un amore rischia di sconvolgere alleanze politiche e una famiglia intera. Un amore forte, nato per caso, ma destinato all'eternità.
Al tempo delle dame e dei cavalieri, una giovane ragazza bella e splendente come una vera dama e un'aristocratica non proprio nobile come un cavaliere, incroceranno i loro destini per legarsi nell'anima...
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Che sia stata l’esigenza di un momento o il desiderio di una vita…Julia se ne era andata.
 
Pensando di liberare tutti della sua pesante presenza; quando un aristocratico si unisce al popolo, si schiera facendo nascere odio verso lui e coloro che lo sostengono; questo voleva evitare la ragazza, ma questo si era creato.
 
 
 
Dopo solo alcuni giorni, la fine di febbraio ormai, girovagava per i piccoli paesi e si fermò momentaneamente a Norcia; dormiva in un fugace ostello e, attenta a non farsi riconoscere, batteva i sentieri mirando col suo arco seguendo solo una cosa, il vento.
 
Non era nemmeno più il suo cuore che decideva, doveva azzittirlo con forza: perché sapeva benissimo che lui le avrebbe chiesto implorante di tornare da Lena…
 
 
 
 
 
Pensava sempre a Lena, ogni silenzioso secondo…ogni freccia che affilava era l’eco di un suo bacio…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Un ragazzo stanco e affamato entrava nel borgo di Norcia quella mattina, reggendosi a malapena; forse è un soldato, ha addosso un uniforme scura, o almeno dovrebbe essere, per quel poco che se ne scorge sotto il mantello.
 
 
 
Si aggira, si guarda intorno…come se cercasse qualcuno…come se scrutasse nei volti per cercare due occhi inconfondibili…
 
“ma dove siete…” – solo bisbigli dalle sue labbra.
 
 
 
Finché una donna, preoccupatasi nel vederlo così errabondo, decide di avvicinarsi; non ha nulla da temere, sono alla luce del sole e in mezzo ad un mercato paesano.
 
“buon uomo…vi siete forse perso? Posso esservi d’aiuto?” – la signora cortese lo guardava sorridente.
 
Il soldato, ancora spaesato, si colora di speranza.
 
“siate benedetta! Si, vi ringrazio!” – sembrava essersi ripreso, almeno un po’. Gli occhi castani erano tornati vivi.
 
“ditemi pure…”
 
“avete visto aggirarsi per Norcia una ragazza mora…bella, magra ma forte… - non sapeva come descriverla meglio -…una ragazza guardinga, attenta…che non è mai stata qui…”
 
La donna rifletté un attimo, ma non le sembrò di aver notato nulla di simile.
 
“no soldato, mi dispiace…io ho un ostello e non so…non credo…”
 
“vi prego pensateci bene… - poi gli venne in mente il dettaglio fondamentale -…ha due occhi azzurri che non possono passare inosservati, sono come il cielo d’estate quando non ci sono nubi…eterei, come l’acqua.” – sorrise.
 
“ah forse sì! – si rincuorò di poterlo aiutare -…forse ho capito! Venite con me!” – prese sottobraccio l’uomo.
 
“vi ringrazio! Non sapete quanto vi sono grato! E comunque… - le prese la mano -…il mio nome è William Sert, sono un soldato del ducato di Spoleto…”
 
“piacere mio…Serena…” – entrambi si guardarono per secondi interminabili poi si rimisero, imbarazzati, in cammino.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Arrivarono presto all’ostello di Serena, era a meno di duecento metri.
 
“la ragazza che cercate…ha per caso un arco con sé?” – chiese curiosa.
 
“si, si! Non lo lascia mai! È lei allora! Senza dubbio!” – era entusiasta Sert, a breve avrebbe rivisto il suo Comandante.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nel frattempo…
 
 
 
Palazzo ducale.
 
Due ragazzi passeggiavano animatamente per il lungo corridoio, abbellito da nuove statue antiche, messe lì da pochi giorni.
 
“Lena…si può sapere a cosa pensi? Sei sempre così sfuggente! A breve saremo sposati, non ti rallegra questo?” – Ferdinand sperava ancora che il suo angelo dai lunghi capelli rossi provasse qualcosa per lui, ma non era così.
 
La ragazza guardava fuori, e appena poteva spostava gli occhi verso quell’imponente scalinata che le si ergeva davanti…lì su c’erano le stanze della sua Julia…dell’unica persona che aveva mai amato…e che avrebbe amato per sempre…l’unica…
 
 
 
“scusate mio signore se non sono felice all’idea di sposarvi.” – lo prendeva in giro.
 
Ma Ferdinand le prese subito il braccio, con decisione violenta.
 
“smettila di trattarmi così. Dovresti essere felice! Un tempo sposarmi era la tua massima aspirazione…e ora?? Si può sapere cosa è successo?? Io sono un ufficiale ora! Il Comandante dell’esercito ducale! Farai una vita da signora! Circondata da lusso e sfarzo…feste e nobiltà…quello che abbiamo sempre voluto!”
 
“quello che hai sempre voluto…io non ho bisogno dello sfarzo per essere felice ma…” – si era lasciata sfuggire un “ma” di troppo.
 
“ma cosa Lena? Avanti! – la scosse -…ma cosa dannazione???”
 
“ma amore…amore Ferdinand…qualcosa che tu non conosci e che io non ti posso dare…” – era triste e a tratti rassegnata a quel destino.
 
“quando la smetterai di pensare a quella vigliacca eh?? – Lena ebbe un colpo al cuore quando intuì a chi si riferiva, un tuffo nello stomaco -…quando finirà quella Volkova di consumarti il cervello? La devi lasciar perdere! Hai me! E a quest’ora potrebbe già essere morta, il bosco non risparmia nessuno, nemmeno la tua adorata stronza.” – lasciò di scatto il braccio di Lena e si allontanò frettolosamente da solo, lasciando lì la ragazza, che rimase sola a riflettere.
 
 
 
“no, Julia conosce il bosco meglio di chiunque altro…”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Norcia, ostello.
 
Sert entra nella locanda con Serena, che gli fa strada. Non ci volle poi molto perché riconoscesse, in mezzo a tanti, quella ragazza di cui parlava…era al bancone che beveva taciturna e sola una grappa molto forte, forse per scaldarsi.
 
Subito Sert le corse incontro!
 
 
 
“comandante!!! Comandante!!!”
 
Julia presa di soprassalto si voltò.
 
“chi diamine… - e immediatamente riconobbe anche lei il compagno -…Sert!!  - e lo abbracciò -…come stai? Pensavo fossi fuggito…come stanno gli altri uomini? Hai loro notizie?” – sorrideva la ragazza.
 
“comandante…non sapete quanto sono felice di avervi trovata…gli altri beh…non se la passano così bene…” – se fece triste.
 
“perché? Cos’altro è successo?” – Julia si allarmò.
 
“parte degli altri soldati si è rifiutata di obbedire agli ordini di vostro fratello e potete immaginare la punizione che hanno ricevuto…”
 
“impiccagione…”
 
“già…gli altri che sono rimasti sono lì solo per paura di morire, fatta eccezione per quel traditore di Ferdinand…che ci sta per interesse.” – pronunciò con forte astio quelle parole.
 
 
 
Julia ebbe come una reazione spontanea a quel nome, sentirlo pronunciare le aveva smosso una certa ira dentro, poi si girò un attimo verso Serena, che serviva al bancone.
 
“signora Serena per favore datemi due grappe, quelle forti come quella di prima grazie, una per me e una per il mio amico.” – sorridente la locandiera fece quanto detto.
 
“comandante io non bevo, sono astemio…vi ringrazio lo stesso.”
 
“credo che avremo bisogno di molta forza per sopportare quello che accadrà, quindi bevi.”
 
Non se lo fece ripetere due volte, e iniziò a sorseggiare quell’alcol quasi puro.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il locale era pieno, forestieri venuti da tutta l’Umbria e anche da fuori; i ritrovi erano sempre così, ma i due poterono comunque discutere con calma.
 
Poi, dopo aver pagato, si diressero fuori per prendere aria fresca.
 
Sert fu salutato gioiosamente da Serena, e questo non passò inosservato a Julia…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“beh…vedo che hai fatto colpo William…” – Julia rideva divertita; l’amico, dal canto suo, era un po’ sorpreso sia per quel saluto di Serena, che per il fatto che il suo Comandante l’avesse chiamato per nome.
 
“ehm…sapete…l’ho…l’ho conosciuta prima…non pensate male!”
 
“non preoccuparti! Potrebbe farti solo bene una donna!” – rise ma poi improvvisamente gli occhi della ragazza divennero bui, quasi spenti, senza quella vitalità che tanto li caratterizzava.
 
Sert se ne accorse subito.
 
 
 
“non volevo rattristarvi Comandante…so che non deve essere facile lasciare la donna che si ama…” – voleva in qualche modo starle vicina.
 
“no, non lo è. Non lo è affatto. Ma…forse è meglio così…lei…lei non può che essere felice senza di me…le davo troppi problemi…”
 
 
 
Sert sgranò gli occhi.
 
 
 
“comandante ma allora voi…voi non sapete?” – Julia si voltò svelta, come se già immaginasse.
 
“cosa non so?! Parla…cosa dovrei sapere?”
 
“Lena…”
 
“Lena cosa?? Che le è successo?? Dimmelo! Non sta bene? È forse ferita?” – era preoccupata da morire, smaniava.
 
“…dovrà sposare Ferdinand…”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Un coltello le attraversò il cuore, stracciandolo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“cosa?! Ma lei non…mi diceva di non provare più nulla per lui! Che è successo ora? Non dirmi che è un ricatto!”
 
“si Julia…è un ricatto. Un premio subdolo…che Ferdinand ha ottenuto per averci traditi. Ha venduto la sua stessa gente al Duca Victor, per poter sposare Lena…e credo le metterà le mani addosso molto presto se non interviene qualcuno, lei non vuole certo sposarlo, ma è un obbligo…a cui non le permetteranno di sottrarsi…”
 
 
 
La ragazza non rispondeva, era inerme. La meschinità di Ferdinand e di suo fratello la scombussolavano…come si può arrivare a tanto…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Palazzo ducale.
 
 
 
“ti sei forse persa in questo grande palazzo?” – un’esile voce si affacciò a disturbare i pensieri di Lena; era Ester, la sorella minore di Julia che tanto adorava.
 
“ciao Ester! Sono contenta di vederti, e di vedere un volto famigliare e sorridente come il tuo! – la accarezzò dolcemente -…come stai piccola?”
 
“bene Lena, anche se…”
 
“anche se cosa?” – chiese curiosa.
 
“anche se mi manca tanto Julia…”
 
“vieni qui…” – e l’abbracciò, forte come un’amica, come una sorella, come avrebbe fatto anche la mora se fosse stata lì; questo pensò Lena.
 
 
 
 
 
 
 
Parlarono un po’ della situazione e, anche se Ester era solo una ragazzina di solo 8 anni, capiva perfettamente quello che stava accadendo intorno, era sveglia e attenta, con uno spiccato senso pragmatico.
 
“come sta la piccola bimba nata pochi giorni fa?” – chiese d’improvviso Ester, doveva aver saputo già. Lena fu comunque presa di soprassalto.
 
“sta bene…è molto bella sai…si chiama Bernadette…come sua madre… - guardava la bimba con sincero affetto -…Julia ha voluto darle quel nome, così si ricorderà sempre chi le ha dato la vita e, donandogliela, vi ha rinunciato…”
 
La piccola Ester capì da quelle parole di Lena quanto la rossa soffrisse, quando le mancasse Julia…quanto tutto questo le sembrasse ingiusto e sporco, tutto quello che stava accadendo…
 
 
 
“Julia tornerà, vedrai Lena…tornerà…non ci lascerà sole…” – ora era la bambina ad accarezzare la mano della ragazza.
 
“tu dici Ester? No, non credo…dobbiamo farcela senza di lei…” – la rossa non sembrava crederci troppo.
 
“ha mille difetti la mia sorellina, ma se ha un pregio è che non lascia nei guai le persone a cui vuole bene! Io, tu e la piccola Bernadette siamo le persone più importanti per lei! Non ci abbandonerà lo so!” – si strinsero ancora una volta, bisognose solo d’affetto…
 
 
 
  
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