Si erano tutti trovati in ospedale dopo la notizia. Tsuna era sotto shock e non parlava con nessuno.
Tutto quello che faceva era piangere e mormorare cose strane.
Quando poi riuscì a parlare non proferì comunque parola, ancora terrorizzato dalle minacce dell'uomo, anche se sapeva che non poteva fargli niente ormai...
Tutti i suoi conoscenti erano venuti a fargli visita.
Qualche settimana dopo quello che era successo il ragazzo aveva incominciato a parlare di nuovo.
Secondo Reborn il suo allievo si era ripreso molto in fretta. La cosa era positiva, la famiglia aveva bisogno di qualcuno che la guidasse, e Tsuna se non si riprendeva velocemente non era in grado di farlo.
Dino entrò nella stanza del suo “fratellino”. Il ragazzo lo guardò in silenzio.
<< Ciao Tsuna, come stai oggi?>> domandò prendendo una sedia e mettendosi accanto al letto.
<< Bene...>> mormorò il quattordicenne.
Il più grande aspettò un po' prima di chiedergli ciò per cui era venuto.
<< Senti fratellino... mi faresti un favore?>>. Tsuna si fece attento, prestandogli attenzione.
<< Uhm.. ecco... mi potresti descrivere la persona che ti ha aggredito quel giorno?>> chiese cauto.
Sawada divenne pallido e si tirò su a sedere. Gli occhi erano terrorizzati e il corpo tremante. << No! Non lo voglio più ricordare!>>. Si raggomitolò tremante tenendosi la testa tra le mani. << Non voglio! Non voglio! Non voglio!>> urlò mentre Dino si avvicinava cercando di calmarlo. Tsuna si aggrappò al braccio del suo fratellone e lo guardò con occhi pieni di lacrime. << Non voglio...>> ripeté implorante.
Dino gli accarezzò la testa con fare comprensivo. << Ho capito, tranquillo, non te lo chiederò più... va bene? >>. Il castano annuì lasciandolo andare.
Quando Cavallone uscì dalla stanza vi trovò fuori Reborn, il medico che seguiva Tsuanyoshi, e i genitori di quest'ultimo. Scosse il capo sconsolato. Reborn sospirò e disse solo: << Lo sapevo, non si è ancora ripreso del tutto>>.
<< Speriamo solo che adesso non sia di nuovo peggiorato>> mormorò preoccupato il dottore.
<< Ma che bravi, fecce, avete fatto un buon lavoro facendogli una domanda del genere>>.
Non era difficile capire chi aveva parlato.
<< Cosa ci fai qui Xanxus?>>.