La morte ridente di Clopin
"Taglia mia amica, falcia il grano . Fai cadere quei destrieri, fagli sentire l'alito della morte. Taglia amica mia, fai impallidire quei soldati". La voce nasale di Clopin risuonava chiara nell'oscura e sudicia strada parigina, atterriva i cavalieri e dava forza alla folla di accattoni attorno a lui . "Per la scopa di Belzebu'! Abbattete quel marrano! Sta ostacolando la nostra marcia!" urlo' il capitano degli arcieri del re ,inviperito dalla resistenza di quei topi di fogna. Intanto, l'uomo incappucciato continuava la sua danza macabra della morte, sicuro e micidiale. Ad un tratto un sibilo di mille insetti si abbatte' sulla marmaglia degli accattoni . Un archibugio prese in pieno petto il nostro prode Clopin , che si accascio' a terra con un solo gemito. Gli occhi fissi sul cielo oscuro , un rivolo di sangue scese giu' per la giugulare e un urlo' di dolore si blocco' nella su gola. Mentre i suoi occhi volevano piangere per la rabbia. La Sua Esmeralda era ancora nella vecchia Notre Dame , cosi' vicina che ne vedeva i contorni da lontano, ma cosi' irraggiungibile. Quello stolto di un filosofo era scappato dalla battaglia per amor proprio, come marito non valeva proprio niente. La Sua bella Esmeralda dove era adesso ? La sua piccola sorellina, che ha patito cosi' tanto. Come poteva pensare a questo adesso ? Stava morendo, non avrebbe piu' rivisto la sua Corte, niente piu' feste e niente piu' donne . Il caldo fuoco dell'inverno, il bacio di una donna e sopratutto il caldo abbraccio di Esmeralda addio . Almeno era morto da Re dei Thunes, a questo pensiero sorrise e con le ultime forze fece una risata vuota verso il cielo tenebro, che nascondeva la sua nuova Corte.