CHI
L’AVREBBE MAI DETTO?
-Presentazioni-
Ogni
falsità è una maschera, e per quanto la maschera
sia ben fatta, si
arriva sempre, con un po' di attenzione, a distinguerla dal volto.
(Alexandre
Dumas)
Andavo alla ricerca di una frase
che potesse
rispecchiare il suo modo di fare, di comportarsi,
di agire.
Credo di averla trovata. Ma partiamo dall’inizio.
Mi chiamo Beatrice Alighieri.
Lo so, è un nome alquanto originale, ma non ci posso far
nulla. C’è chi ha come
proprio idolo un attore, un cantante, un ballerino o un personaggio del
mondo
della tv e poi ci sono i miei genitori che hanno come idolo Dante
Alighieri. Mio
padre è convinto di avere un qualche legame di parentela
(cosa per il momento
non ancora certificata) con il noto poeta, visto il fatto che ha il suo
stesso
cognome, ed è per questo che il 24 novembre, giorno in cui
sono nata, scelsero
di restare in tema “Divina Commedia” e darmi come
nome Beatrice, l’amore
platonico del poeta più famoso di Italia, senza considerare
gli effetti
collaterali che questo avrebbero riversato su di me. Sì,
insomma! Già avere per
cognome “Alighieri” non è cosa comune,
ma… Beatrice Alighieri? Sul serio? In
ogni caso, ecco spiegato il perché abbia un nome
così strambo.
Ma passiamo alle cose serie. Frequento il terzo anno del liceo
scientifico del
mio paese, ho una vita normale e i soliti problemi che
un’adolescente della mia
età può avere.
La mia classe è la tipica classe divisa in gruppi.
Perché, andiamo, in tutte le
classi ci sono dei gruppetti. Poi, se a voi non è mai
capitato buon per voi!
Nella mia ce ne sono per tutti i gusti! Il club dei nerd, a cui in
parte
appartengo, quello delle oche tutto trucco e niente arrosto, quello dei
“normali” a cui appartiene l’altra mia
metà, e quello dei “sono un figo, sono
bello, sono un fotomodello”, a cui appartiene lui: il
più bello, affascinante,
arrogante, stupido ragazzo presente su questo pianeta. Il suo nome?
Cristiano
Mattei, per gli amici Christian.
La cosa spiacevole è che sono innamorata di lui, e
no… il mio non è un amore
platonico come quello di Dante per Beatrice. A me batte forte il cuore
quando
lo vedo, vengono le farfalle nello stomaco quando sento anche solo la
sua voce,
le mie capacità verbali si scollegano dal cervello quando ce
l’ho di fronte e
insomma… ho tutti quegli altri sintomi che ti fanno capire
di avere quella
malattia chiamata amore. Il problema è che ciò
non è bene, perché Cristiano
Mattei è… è un troglodita che va
dietro alle ochette della scuola, non studia,
e pensa solo a fare il galletto della situazione.
In ogni caso, per tornare alle cose
importanti, altro
dettaglio, ma non meno importante, della mia classe, è
quello dell’affibbiare
nomignoli a ogni alunno.
Per esempio, il nomignolo dell’individuo di cui mi sono
innamorata è
“Diabolik”. Il motivo è semplice. Come
dovreste sapere, in caso contrario ve lo
dico io, Diabolik noto personaggio uscito dalle penne delle sorelle
Giussani, è
noto non solo per le sue abilità di ladro, ma
anche per i suoi grandi e
magnetici occhi grigi. Beh, il nostro caro Christian ha proprio quegli
occhi,
quei dannatissimi occhi che mi hanno fatto cadere in quella pazza rete
che è
l’amore, dal primo momento che l’ho visto.
Poi, c’è il mio migliore amico, Sergio, fan
sfegatato del cantante Bruce Springsteen
che, per tale motivo, vuole essere chiamato Springsteen. Per non
parlare di
loro, le quattro ochette, tutte con lo stesso modo di vestire e con i
loro
capelli alla Avril Lavigne (per carità, non ho nulla contro
Avril, ma
preferisco di gran lunga altri generi) che tutti chiamano “le
dive”, neanche
fossimo in un telefilm argentino tipo “Il mondo di
Patty”. Io le chiamo “le
gallinelle” che è meglio . Poi
c’è Saverio chiamato Sasa, Luigi chiamato Red
per i suoi fulvi capelli, Marco chiamato Benz, per il suo essere
continuamente
nervoso e irascibile e per questo paragonabile alla benzina che prende
subito
fuoco, e diversi altri.
Comunque, oggi è primo
dicembre. Ho compiuto da poco i
miei diciassette anni, in classe si respira aria di
tranquillità e soprattutto
di festa, per via dell’arrivo di quella benedetta cosa che
è il Natale. Le
strade ricoperte di tante luci, i negozi vestiti a festa, gli alberi
addobbati,
i regali, i camini accesi, e quel clima familiare cha a me piace tanto,
la
rendono la mia festività preferita. Poi con il fatto che
arrivino le vacanze e
che non si vada a scuola, me la fanno apprezzare ancora di
più. Quando ho del
tempo libero, infatti, mi piace andare a trovare i miei adorati amici
ottantenni al pensionato vicino casa. Faccio volontariato e
amo farlo.
Credo che mettere a disposizione il proprio tempo libero per aiutare
gli altri
sia una cosa bellissima. E poi, grazie alle mie visite, ho guadagnato
anche
un’amica. Si chiama Sofia, e ha fulgidi capelli bianchi con
sfumature argentate
che sa aiutarmi in ogni situazione, e che sa che sono innamorata del
ragazzo
più stupido della scuola.
-Alighieri, c’è la possibilità che ci
degni della tua attenzione?
Ops! Mi ero quasi dimenticata di
essere in classe!
Il professor Fontana insegna
letteratura inglese, è
acido, antipatico e scorbutico. Lo chiamano Terminator,
in quanto incute
parecchia paura a tanti studenti.
-Sì,
certo, mi scusi.- gli rispondo velocemente,
volgendo poi un mezzo sorriso a Springsteen, seduto al mio
fianco.
È divertente essergli vicina di banco, e osservare di
profilo il suo ciuffo un
po’ alla Elvis, per cui va tanto fiero, e il suo naso un
po’ aquilino.
-Bene. – il prof si schiarisce la voce,- Come stavo
dicendo, in
prossimità della festa di Natale, dovrete trattenervi a
scuola fino alle 17.00
di ogni giorno, per allestire lo spettacolo di beneficenza. Il ricavato
di tale
show verrà dato al pensionato vicino alla stazione. Sapete
che da quest’anno c’è
la nuova preside, quindi bisogna fare le cose per bene.
-Ogni
giorno?- lo interrompe Mattei, con fare un po’
agitato.
Tutti
ci voltiamo a guardarlo.
-Sì,
caro Mattei, ci sono problemi?
-In realtà sì, ho calcetto tre volte a settimana,
e altri impegni di famiglia.
Impegni di famiglia? Mi trattengo per non scoppiare a ridere. Lo sa
tutta la
scuola che se ne frega di qualsiasi cosa relativa alla famiglia. La sua
è
proprio una scusa ridicola.
-Beh
caro mio, tutti abbiamo i nostri impegni e i
nostri problemi, ciò non toglie che quando si deve lavorare,
tutto passa in
secondo piano. Tutto chiaro?
-Come scusa?-
Terminator lo guarda inarcando le sopracciglia. Dire che si sta
innervosendo è
dire poco.
-Chiaro!- Mattei continua fulminando il professore con i suoi occhi
argentati.
Che
sfacciato che è!
Il
prof continua a parlare leggermente spazientito,
mentre io rimango a guardare Mattei per qualche secondo. Sembra
scocciato e
nervoso. Chissà che gli starà succedendo! Non
parliamo molto io e lui.
Forse
sentendosi osservato, volge il suo sguardo
su di me. Quando i nostri occhi si incatenano, come scottata, ritorno a
seguire
il professore.