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Autore: Novalis    09/11/2012    7 recensioni
La protagonista di questa storia? E' una ragazza innamorata della vita, dello studio, della musica anni ottanta e di...Lui! Caratteristica particolare? Nessuna.
Lui? Cristiano Mattei, ragazzo innamorato della vita, della musica commerciale di oggi e del calcio! Caratteristica particolare? Occhi grigi e bellezza disarmante! La sua personalità è celata dietro una maschera.
Tra amicizie, amori e tanto divertimento vi invito alla lettura di questa storia, con la speranza che possa piacere a qualcuno!:D
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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CHI L’AVREBBE MAI DETTO?

-Presentazioni-

Ogni falsità è una maschera, e per quanto la maschera sia ben fatta, si arriva sempre, con un po' di attenzione, a distinguerla dal volto.
(Alexandre Dumas)

 

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Andavo alla ricerca di una frase che potesse rispecchiare il suo modo di fare, di comportarsi, di agire.
Credo di averla trovata. Ma partiamo dall’inizio.
Mi chiamo Beatrice Alighieri.
Lo so, è un nome alquanto originale, ma non ci posso far nulla. C’è chi ha come proprio idolo un attore, un cantante, un ballerino o un personaggio del mondo della tv e poi ci sono i miei genitori che hanno come idolo Dante Alighieri. Mio padre è convinto di avere un qualche legame di parentela (cosa per il momento non ancora certificata) con il noto poeta, visto il fatto che ha il suo stesso cognome, ed è per questo che il 24 novembre, giorno in cui sono nata, scelsero di restare in tema “Divina Commedia” e darmi come nome Beatrice, l’amore platonico del poeta più famoso di Italia, senza considerare gli effetti collaterali che questo avrebbero riversato su di me. Sì, insomma! Già avere per cognome “Alighieri” non è cosa comune, ma… Beatrice Alighieri? Sul serio? In ogni caso,  ecco spiegato il perché abbia un nome così strambo.
Ma passiamo alle cose serie. Frequento il terzo anno del liceo scientifico del mio paese, ho una vita normale e i soliti problemi che un’adolescente della mia età può avere.
La mia classe è la tipica classe divisa in gruppi. Perché, andiamo, in tutte le classi ci sono dei gruppetti. Poi, se a voi non è mai capitato buon per voi! Nella mia ce ne sono per tutti i gusti! Il club dei nerd, a cui in parte appartengo, quello delle oche tutto trucco e niente arrosto, quello dei “normali” a cui appartiene l’altra mia metà, e quello dei “sono un figo, sono bello, sono un fotomodello”, a cui appartiene lui: il più bello, affascinante, arrogante, stupido ragazzo presente su questo pianeta. Il suo nome? Cristiano Mattei, per gli amici Christian.
La cosa spiacevole è che sono innamorata di lui, e no… il mio non è un amore platonico come quello di Dante per Beatrice. A me batte forte il cuore quando lo vedo, vengono le farfalle nello stomaco quando sento anche solo la sua voce, le mie capacità verbali si scollegano dal cervello quando ce l’ho di fronte e insomma… ho tutti quegli altri sintomi che ti fanno capire di avere quella malattia chiamata amore. Il problema è che ciò non è bene, perché Cristiano Mattei è… è un troglodita che va dietro alle ochette della scuola, non studia, e pensa solo a fare il galletto della situazione.

In ogni caso, per tornare alle cose importanti, altro dettaglio, ma non meno importante, della mia classe, è quello dell’affibbiare nomignoli a ogni alunno.
Per esempio, il nomignolo dell’individuo di cui mi sono innamorata è “Diabolik”. Il motivo è semplice. Come dovreste sapere, in caso contrario ve lo dico io, Diabolik noto personaggio uscito dalle penne delle sorelle Giussani, è  noto non solo per le sue abilità di ladro, ma anche per i suoi grandi e magnetici occhi grigi. Beh, il nostro caro Christian ha proprio quegli occhi, quei dannatissimi occhi che mi hanno fatto cadere in quella pazza rete che è l’amore, dal primo momento che l’ho visto.
Poi, c’è il mio migliore amico, Sergio, fan sfegatato del cantante Bruce Springsteen che, per tale motivo, vuole essere chiamato Springsteen. Per non parlare di loro, le quattro ochette, tutte con lo stesso modo di vestire e con i loro capelli alla Avril Lavigne (per carità, non ho nulla contro Avril, ma preferisco di gran lunga altri generi) che tutti chiamano “le dive”, neanche fossimo in un telefilm argentino tipo “Il mondo di Patty”. Io le chiamo “le gallinelle” che è meglio . Poi c’è Saverio chiamato Sasa, Luigi chiamato Red per i suoi fulvi capelli, Marco chiamato Benz, per il suo essere continuamente nervoso e irascibile e per questo paragonabile alla benzina che prende subito fuoco, e diversi altri.

Comunque, oggi è primo dicembre. Ho compiuto da poco i miei diciassette anni, in classe si respira aria di tranquillità e soprattutto di festa, per via dell’arrivo di quella benedetta cosa che è il Natale. Le strade ricoperte di tante luci, i negozi vestiti a festa, gli alberi addobbati, i regali, i camini accesi, e quel clima familiare cha a me piace tanto, la rendono la mia festività preferita. Poi con il fatto che arrivino le vacanze e che non si vada a scuola, me la fanno apprezzare ancora di più. Quando ho del tempo libero, infatti, mi piace andare a trovare i miei adorati amici ottantenni  al pensionato vicino casa. Faccio volontariato e amo farlo. Credo che mettere a disposizione il proprio tempo libero per aiutare gli altri sia una cosa bellissima. E poi, grazie alle mie visite, ho guadagnato anche un’amica. Si chiama Sofia, e ha fulgidi capelli bianchi con sfumature argentate che sa aiutarmi in ogni situazione, e che sa che sono innamorata del ragazzo più stupido della scuola.
-Alighieri, c’è la possibilità che ci degni della tua attenzione?

Ops! Mi ero quasi dimenticata di essere in classe!

Il professor Fontana insegna letteratura inglese, è acido, antipatico e scorbutico. Lo chiamano Terminator, in quanto incute parecchia paura a tanti studenti.

-Sì, certo, mi scusi.- gli rispondo velocemente, volgendo poi un  mezzo sorriso a Springsteen, seduto al mio fianco.
È divertente essergli vicina di banco, e osservare di profilo il suo ciuffo un po’ alla Elvis, per cui va tanto fiero, e il suo naso un po’ aquilino.
-Bene. – il prof  si schiarisce la voce,- Come stavo dicendo, in prossimità della festa di Natale, dovrete trattenervi a scuola fino alle 17.00 di ogni giorno, per allestire lo spettacolo di beneficenza. Il ricavato di tale show verrà dato al pensionato vicino alla stazione. Sapete che da quest’anno c’è la nuova preside, quindi bisogna fare le cose per bene.

-Ogni giorno?- lo interrompe Mattei, con fare un po’ agitato.

Tutti ci voltiamo a guardarlo.

-Sì, caro Mattei, ci sono problemi?
-In realtà sì, ho calcetto tre volte a settimana, e altri impegni di famiglia.

Impegni di famiglia? Mi trattengo per non scoppiare a ridere. Lo sa tutta la scuola che se ne frega di qualsiasi cosa relativa alla famiglia. La sua è proprio una scusa ridicola.

-Beh caro mio, tutti abbiamo i nostri impegni e i nostri problemi, ciò non toglie che quando si deve lavorare, tutto passa in secondo piano. Tutto chiaro?

Mattei biascica qualcosa di incomprensibile.

 -Come scusa?- Terminator lo guarda inarcando le sopracciglia. Dire che si sta innervosendo è dire poco.
-Chiaro!- Mattei continua fulminando il professore con i suoi occhi argentati.

Che sfacciato che è!

Il prof continua a parlare leggermente spazientito, mentre io rimango a guardare Mattei per qualche secondo. Sembra scocciato e nervoso. Chissà che gli starà succedendo! Non parliamo molto io e lui.

 Forse sentendosi osservato, volge il suo sguardo su di me. Quando i nostri occhi si incatenano, come scottata, ritorno a seguire il professore.

 

   
 
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