Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |      
Autore: feeltheromance    09/11/2012    6 recensioni
È strano come ragionano gli umani. Dio Padre li ha dotati di una mente a dir poco spettacolare, eppure certi individui non si stupiscono quando si trovano a combattere contro i corpi putridi di persone decedute da decenni e non hanno paura dei mostri che si nascondono nel buio.
Ma capita, che questi stupidi umani si meraviglino dei propri sentimenti.
Capita, e questa è la storia di quell’eventualità, di come uno di questi umani si preoccupi ed abbia effettivamente paura dei propri sentimenti.
Sentimenti che non ha mai provato prima d’allora –per lo meno non in modo così profondo e sconvolgente-, prima di incontrare un Angelo del Signore.

~
Ed eccomi anche in questo fandom, finalmente con una oneshot. Siete contenti? Immagino di no, lol. Leggete che vi fa bene çwç
[ Destiel of course - one shot - raiting giallo ]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più stagioni
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NOTE: Buonaserabuonaserabuonasera! *rabbrividisce* vi parlo dal gelo della mia stanza, con addosso una coperta, due paia di calze e una tazzona di thè bollente tra le mani. Sì, so scrivere al pc anche con una tazza bollente tra le mani. Eh, quando si passa la maggior parte della propria vita al computer si imparano parecchi trucchetti lol. Ma comunque, parliamo della fanfiction. Uhm, l’ho scritta in vari momenti, perché sapete, io ho bisogno di momenti precisi, ogni uno per fare qualcosa di specifico. Tipo che ancora non ho visto Iron Man 2 perché non ho trovato il momento appropriato. XDDD Beh, come mio solito è una oneshot, ma stranamente non a raiting rosso XD stavolta ho voluto contenermi, innanzitutto perché ne sto scrivendo altre rosse #megusta e poi perché uhm, questa doveva essere così. Esatto, stranamente è venuta proprio come volevo io. Una volta tanto XD mi piace davvero il risultato e spero possa piacere anche a voi :’) mi è piaciuto molto scriverla, sono stata male un sacco X’D bona, vi lascio leggere e vado a vedere la 8x5. Ansia. ANSISSIMA. Tipo troppa. Okay, ciao.
Ah, vi avverto, i personaggi potrebbero essere OOC, non riesco mai a renderli IC

Ci vediamo alla fine della storia, enjoy! ~
( Non scrivo a scopo di lucro e i personaggi non mi appartengono. Almeno fino a quando non farò un patto con Crowley scambiando la mia anima per loro. Tremate. )

 
 
 
 
 
~ Three times Dean hugged Castiel and once Castiel hugged him.
( Ti dico che mi manchi ancora prima di lasciarti. )

 

Image and video hosting by TinyPic 

 



Forse non tutti sanno che le creature mitologiche esistono.
E forse non tutti sanno che le storie che hanno come protagonisti mostri vari ed eventuali e fantastici eroi, ebbene, anche la maggior parte di quelle favole sono vere. Niente è inventato, tutto è reale, semmai con l’aggiunta di qualche particolare, ma poco o niente.
La realtà è già abbastanza sconvolgente di per se, tanto che nessuno si è mai sentito così intrepido da aggiungere nuovi fatti terrorizzanti e macabri.
Non tutti i racconti sono veri e non tutti i mostri sono reali. Naturalmente Bigfoot non è mai esistito, non è nient’altro che una credenza popolare. Lo sanno tutti.
 Ma le streghe, i vampiri, i licantropi e, , anche il Diavolo e lo stesso Dio esistono.
Potrebbe capitarvi di camminare per la strada mentre siete al vostro primo appuntamento con la vostra ragazza e la vostra attenzione viene attirata da uno strano baluginio giallo negli occhi di un inquietante figuro che altrimenti non avreste mai notato. O magari non vi siete mai accorti di quell’individuo che crede di avere delle amnesie notturne, dato che spesso si sveglia al mattino in un luogo a lui completamente sconosciuto, senza vestiti e con delle ambigue tracce di sangue addosso e crede – erroneamente – di avere soltanto un problema di memoria o alla meno peggio, di sonnambulismo.
Non vi siete mai chiesti se quella strana entità senza forma che voi chiamate Morte esiste davvero.
La verità è che non vi interessa.
Non vi interessa perché voi non siete mai stati toccati da tutto questo, o almeno questo è ciò che vi piace pensare.
In realtà, ogni giorno camminate al fianco di un Mietitore invisibile ai vostri occhi e salutate amichevolmente la vostra vicina di casa, la quale non è nient’altro che una strega bella e buona.
Un po’ come se la vostra vita fosse un film horror di cattivo gusto, dove qualcuno vi ci ha voluti far recitare a forza.
Ma comunque, voi continuate imperterriti a vivere la vostra vita, nella vostra bolla, senza voler effettivamente vedere al di là di quello che vi succede attorno. Senza voler vedere i mostri.
Purtroppo, non tutti avete questa fortuna.
Alcuni di voi non possono andare a letto tranquilli, alla sera perché sanno che sotto quel letto potrebbe nascondersi qualsiasi cosa. O magari dentro all’armadio. O, che so, nelle fognature della loro villa.
Queste persone non si stupiscono più di niente, ormai. Per lo meno nel campo del sovrannaturale.
È strano come ragionano gli umani. Dio Padre li ha dotati di una mente a dir poco spettacolare, eppure certi individui non si stupiscono quando si trovano a combattere contro i corpi putridi di persone decedute da decenni e non hanno paura dei mostri che si nascondono nel buio.
Ma capita, che questi stupidi umani si meraviglino dei propri sentimenti.
Capita, e questa è la storia di quell’eventualità, di come uno di questi umani si preoccupi ed abbia effettivamente paura dei propri sentimenti.
Sentimenti che non ha mai provato prima d’allora –per lo meno non in modo così profondo e sconvolgente-, prima di incontrare  un Angelo del Signore.
 
~
 

 
There were things I wanted to tell him,
 but I knew they would hurt him,
so I buried them and let them hurt me.

 
 
La prima volta che succede, Dean e Castiel quasi non si conoscono, sanno talmente poco l’uno dell’altro che non percepiscono realmente quello che potrebbe succedere.
Castiel, l’angelo del Signore, non è ancora di nessuna importanza per Dean, anzi, a dirla tutta gli sta pure un po’ sulle palle, tutto rigido in quel terribile impermeabile stropicciato che gli va troppo grande e quella sua aria da perfetto scolaretto, da fiero servo di un Dio nel quale Dean ha smesso di credere ormai da tempo.
Il ragazzo si è svegliato nel cuore della notte percependo una presenza nella stanza che non appartiene né a Sam né a Bobby. Ha afferrato il coltello che tiene sempre sotto il cuscino e si è alzato di scatto, trovandosi l’angelo all’entrata della stanza che lo fissa con sguardo concentrato e la bocca semi aperta.
Ha tirato un sospiro di sollievo e ha condotto l’angelo in cucina, per parlare senza rischiare di svegliare gli altri due.
Non ha messo via il coltello.
Castiel è pur sempre una creatura soprannaturale e lui un cacciatore incerto sulle sensazioni che gli trasmette quell’essere.
-Si può sapere che ci fai qui?- sbotta Dean, infastidito –Mi stavi guardando dormire?-
Castiel inclina la testa di lato.
-Sì, finchè non ti sei svegliato.- afferma. Dean strabuzza gli occhi.
-Vaffanculo.- esclama e Castiel se ne sta zitto, fissandolo con astio.
Come si permette quel semplice umano di parlargli così?
Castiel pensa che Dean dev’essere stupido se gli si rivolge a quel modo, ma poi pensa anche che gli piacciono le sue lentiggini.
Decide che prima o poi le conterà tutte.
-Mi dispiace.- si scusa. Non ribatte perché ha capito che l’umano che gli sta di fronte è parecchio testardo e intraprendere una discussione con lui non è l’ideale; Castiel è venuto fin qui per dargli un messaggio, non per litigare.
Sta giusto per aprire bocca quando le braccia di Dean lo avvolgono e si ritrova schiacciato contro di lui. Con tutto il corpo. E anche con la mente.
Vorrebbe chiedergli che diavolo sta facendo, ma le parole muoiono nella gola del suo tramite e non capisce perché. Non ricambia l’abbraccio, effettivamente neanche sa che quello è un abbraccio. Si limita a starsene impalato rigido tra le braccia del ragazzo, che un attimo dopo ha già ripreso le distanze.
Castiel si sente strano e evita lo sguardo troppo verde, troppo profondo, troppo bello di Dean.
-Uhm…perché?- è tutto quello che esce dalle sue labbra, dopo un attimo di silenzio.
-Perché? Dannazione,Cas,- sì, dice proprio Cas –Mi hai salvato dall’Inferno. Questo è il nostro modo di ringraziare qualcuno per qualcosa che ha fatto per noi.-
Castiel cerca finalmente il suo sguardo e lo trova sorridente.
-E tu hai fatto tanto per me.- conclude Dean. L’angelo sente qualcosa di strano al petto, ma pensa sia un problema del proprio tramite.
Dean gli dà una pacca sulla spalla, dicendogli di smetterla con tutta questa ‘roba da checche’ e che ‘me ne voglio tornare a dormire’.
Castiel ubbidisce senza ribattere alcunché.
Se ne torna in Paradiso, completamente dimentico di quello che doveva comunicare al Winchester da parte degli Angeli.
 
~
 
 

Look at the stars
look how they shine for you.

(…)
And you know for you I bleed myself dry,
for you I bleed myself dry.

 
 
La seconda volta si conoscono un po’ meglio, il tempo è passato, Dean è ubriaco e Castiel è considerato un ribelle, non più un fedele servo del Signore.
I Winchester sono in uno dei loro soliti motel, Sam è fuori a cercare informazioni sul caso che stanno seguendo e Dean si sta scolando l’ennesimo bicchiere di qualcosa di abbastanza alcolico da fargli dimenticare tutto. Michele, Lucifero, l’Apocalisse e quello stronzo di Zaccaria e tutta l’altra merda che lo circonda.
La stanza è in penombra, soltanto un piccolo abatjour rischiara la squallida tappezzeria che ricopre le pareti. Dean sta fissando da un po’ le stelle che riesce a vedere fuori dalla finestra mentre beve, beve e beve.
È talmente stordito dall’alcol che nemmeno si accorge del frullio d’ali che spezza il silenzio nella stanza e non fa caso nemmeno allo sguardo insistente che Castiel gli fissa addosso.
-Cosa stai facendo, Dean?- domanda l’angelo facendolo sobbalzare. Il ragazzo ridacchia, senza però spostare lo sguardo dal cielo scuro.
-A te sembra che sembra che stia facendo, genio?- fa lui –Cerco di dimenticare.-
Castiel si porta di fronte a lui e finalmente riceve l’attenzione che gli spetta. Dean gli strattona una manica del trench.
-Levati stronzo, stavo guardando fuori!- esclama facendo un broncio e se Castiel avesse tempo per pensare a come definirlo sceglierebbe sicuramentela parola adorabile. Ma ora ha ben altro per la testa, quindi lascia passare quello stupido pensiero e lo guarda di sbieco.
-No, ti stai distruggendo il fegato.- constata e gli toglie il bicchiere e la bottiglia dalle mani.
Fortunatamente –o forse no- Dean è sbronzo quanto basta per non riuscire ad opporre la giusta resistenza e Castiel non fa alcuna fatica a privarlo dell’alcol.
-Ridammelo!- grida il ragazzo alzandosi in piedi, per poi ricadere rovinosamente sul letto dov’era seduto un attimo prima. Allunga le mani verso la bottiglia, ma l’alcol che ha in circolo rende i suoi movimenti lenti e poco precisi, senza effetto.
Castiel lo tiene a distanza soltanto posandogli una mano sul petto.
-Perché bevi fino a stare male?- domanda anche se sa che non riceverà risposta –Non capisco perché ti piace farti del male.-
E Dean scoppia a ridere, dalla sua gola nasce una risata che non è quella di un ubriaco, ma quella di un uomo che ha sofferto troppo e vorrebbe solo addormentarsi e non svegliarsi più.
-Non capisci mai niente, Cas.- ribatte amaramente –Ma sai cosa? È meglio così.-
Castiel inclina la testa di lato, non capendo a cosa diavolo si sta riferendo il Winchester. A volte si comporta in modo incomprensibile. Castiel pensa che non riuscirà mai a comprendere gli umani, soprattutto quello che gli sta di fronte. Tutto quello che sa al momento è che Dean non si sente bene, né fisicamente, né tanto meno psicologicamente.
Perché deve farsi del male?
L’angelo si ritrova ad avere paura, è angosciato dal fatto che Dean possa arrendersi, smettere di lottare. Ha paura che possa abbandonarlo. E Castiel ricorda le parole che Dean gli aveva sussurrato una volta, così senza pensarci. Gli aveva detto che loro due erano come Batman e Robin. Castiel non ha idea di chi siano quei due individui, ma presume siano inseparabili.
Dunque non può esserci Batman senza Robin. Quindi niente Castiel senza Dean.
-Dean…- mormora con sguardo implorante.
Il ragazzo alza lo sguardo su di lui e, sorridendo appena, gli passa le braccia attorno ai fianchi e lo stringe a se.
Così.
È un abbraccio dal quale Dean si sottrarrebbe immediatamente se fosse sobrio ma, ahimè, ora proprio non lo è, quindi affonda più o meno inconsciamente il volto contro lo stomaco dell’altro e lo stringe forte. Quasi avesse paura di vederlo sparire, sgretolarsi davanti ai propri occhi e, sotto sotto, è proprio così.
Castiel è un po’ interdetto, Dean l’ha colto di sorpresa –quando mai non lo fa?-  ma decide di ricambiare comunque quello strano contatto. Sfiora i capelli del cacciatore, ci passa le dita in mezzo, scoprendoli morbidi e piacevoli al tatto.
Vorrebbe che Dean si alzasse così potrebbe sentire meglio il suo profumo, ma non dice nulla, si limita a godersi quello che gli viene offerto, senza pretendere niente di più.
Come se un angelo millenario avesse bisogno di chiedere il permesso ad un piccolo umano. Come se, senza quel piccolo umano, l’angelo millenario fosse nulla.
Dean mugugna qualcosa contro la sua camicia e poi scioglie l’abbraccio. Alza lo sguardo annebbiato sull’altro e gli fa un mezzo sorriso.
-Mi pentirò di questo, domani. Spero di non ricordarlo.- mugola e l’altro sa che non sta dicendo sul serio –Ho sonno, Cas. Lasciami dormire, moccioso.-
L’angelo sorride un poco. Coglie la gratitudine nascosta in quella frase e si scosta dal letto. Guarda un’ultima volta il ragazzo che si è già steso e chiuso gli occhi e si domanda se domani ricorderà quell’abbraccio, quella breve chiacchierata.
Forse no e forse è meglio così.
Castiel passa la notte a vegliare su Dean.
 
~
 
 

Come up to meet you, tell you I’m sorry 
You don’t know how lovely you are.
I had to find you, tell you I need you, 
Tell you I set you apart.
(…)
Oh take me back to the start.

 
 
La terza volta che succede, è tutto molto diverso.
Surreale.
La terza volta, in realtà, non avviene nemmeno per davvero. Non per l’angelo, almeno. In realtà nemmeno per Dean.
Non per uno dei due, almeno.
La terza volta è nel 2014, durante la fottuta Apocalisse, e Dean maledice quel figlio di puttana di Zaccaria che l’ha mandato in quel buco di merda dove niente combacia con la sua vita reale.
Sospira, tremante di rabbia. È appoggiato appena fuori dalla capanna di Castiel, quello strano, stranissimo, Castiel e sta osservando quella che potrebbe essere l’ultima notte di tutte quelle persone che ora stanno facendo festa. Lui ha preferito tirarsi fuori da tutto quello, davvero non capisce cosa ci sia da acclamare, da festeggiare. Il loro passato fa schifo, il presente idem e il futuro forse neanche esiste.
-Non mi ricordavo fossi un tipo pensieroso.-
Il cacciatore sobbalza leggermente. Era così immerso nelle proprie elucubrazioni mentali che non aveva avvertito Castiel arrivare.
Si volta verso l’angelo o quello che ne è rimasto e, dio, abbassa lo sguardo, perché non ce la fa. Gli fa strano vederlo conciato a quel modo, è ancora sconvolto da come si è ridotto quello che una volta era il suo moccioso in trench.
Dean sente male dentro a vedere Castiel conciato a quel modo.
-Perché non sei a festeggiare con gli altri?- gli domanda, soffermandosi sui suoi occhi blu iniettati di sangue, cerchiati da occhiaie profonde, dovute a chissà quale merda che si è iniettato o bevuto.
-Sto festeggiando, ma a modo mio.- sorride l’angelo mostrandogli la bottiglia d’assenzio che ha in mano –Vuoi favorire, bellissimo?-
Dean si passa una mano sulla bocca, in un gesto nervoso.
Chi diavolo è il relitto che gli sta di fronte?
Che fine ha fatto il suo amico sfigato, quella testa di cazzo che era scappato a gambe levate da un bordello, preso dall’ansia di trovarsi nel luogo della perdizione.
Dio, Dean non ci capisce più niente. Anzi, ci capisce ancora troppo, vorrebbe non sentire più nulla, almeno per un po’, almeno finchè rimane chiuso in quest’epoca di merda, con l’ombra del suo Cas che gli gira attorno.
-Dà qua.- ringhia, strappandogli la bottiglia mezza vuota dalle mani. Prende una lunga sorsata, desiderando di potersi strappare le orecchie per non sentire la risata distorta di Castiel.
Manda giù quello schifo e prende un respiro, per poi incollarsi di nuovo alla bottiglia. E Castiel ridacchia, di nuovo.
Fanculo.
-Prima fai il sostenuto e poi ti dai alla pazza gioia?- domanda retorico. Si appoggia in fianco a lui e Dean sente un brivido corrergli su per la schiena, suo malgrado. Ringhia di rabbia e butta giù un’altra sorsata che gli brucia la gola.
-Non mi sto esattamente divertendo, non so se te ne sei accorto.- sbotta lanciandogli un’occhiata furente –Oh, scusa, forse sei troppo fatto per riuscire a capire qualcosa.-
-Non dovresti essere così incazzato, sai? Non ti fa bene.-
-Ci sono troppe cose che non mi fanno bene e questa non è di certo in cima alla lista.- ribatte.
E poi Castiel avvicina il volto all’incavo del suo collo.
-So come fartela passare.- dice a bassa voce. Dean perde un battito, stranito. Il mondo attorno a lui comincia a vibrare fastidiosamente e il pompare del proprio cuore lo stordisce.
-Farmi passare cosa?-
-L’incazzatura.- fa Cas –Sono molto bravo. Se non ci credi puoi chiedere all’altro te stesso.-
Il ragazzo si scosta, schifato da quello che vorrebbe non aver capito.
Fanculo, dopo questa vuole davvero tornarsene a casa. A questo punto l’idea di dire ‘sì’ a Michele non gli pare neanche più tanto male.
-Cristo, Cas…- non riesce a dire nient’altro. È tutto lì il suo dolore, in quel sussurro detto in un anno del quale lui è soltanto un visitatore, è qualcosa che nessuno conoscerà mai, che continuerà a tenere racchiuso dentro se stesso.
-Uhm, fidati di me, una volta provato l’idea non ti darà più così fastidio, anzi.- ghigna.
Dean indietreggia di un passo. Tutt’a un tratto sente di non poter reggere oltre, sente di non voler reggere oltre. Tutto quello che gli è successo, tutto quello che ha sbagliato e quello che non ha mai avuto il coraggio di fare, ogni cosa, ogni particolare gli torna alla mente e gli stringe il petto in una morsa fastidiosa. Così Dean manda giù l’ennesimo sorso di quella merda alcolica poi getta la bottiglia da qualche parte e prima di poter sentire ancora una volta la voce di quel Castiel –che non è il suo, non più e questo fa troppo male- gli tira un pugno e forse è merito dell’alcol o forse soltanto del dolore e della tensione, ma quasi non sente male alla mano, così si abbassa sul corpo troppo umano di Castiel e gliene dà un altro e poi un altro ancora, fino a che non lo sente gemere di dolore. Allora si rialza, barcollando leggermente e si aggrappa al muro, come fosse un’ancora di salvezza.
-Sei…proprio lo stronzo che ricordavo.- mormora Castiel, sputando un grumo di sangue.
Dean lo fissa ad occhi sbarrati mentre si rialza. Non lo aiuta.
Cerca di ristabilizzare il proprio respiro, ma il suo cuore non sembra in vena di collaborare e continua a pompare a ritmo serrato. Stronzo.
-Per lo meno tu combatti ancora per quello che vuoi, non ti limiti a venire nella mia capanna nel cuore della notte e abbandonarmi la mattina dopo, come fa invece il tuo sosia.- dice l’angelo, di nuovo di fronte a lui –Mi mancavi, sai? Mi piacevi, una volta.-
Dean abbassa lo sguardo, disturbato da quella situazione assurda.
-Poi sei diventato uno stronzo, ma comunque…- mormora lasciando la frase a metà.
Ma comunque non riesco a smettere di esserti devoto, come se l’angelo tra i due fossi tu; ma comunque mi ritrovo ancora a desiderare che le cose fossero andate diversamente; ma comunque non riesco a smettere di considerarti il mio protetto; ma comunque continuo ad amarti.”
Il cacciatore sospira, passandosi una mano sulla bocca.
-Cas…secondo te dovrei dire ‘sì’?- alza lo sguardo sull’altro e non è sicuro di voler davvero sentire la risposta. Il moro lascia vagare lo sguardo sul suo viso e si sofferma sui suoi occhi, che hanno conservato quella scintilla così caratteristica, così sua. Unica.
Castiel sorride, questa volta di nostalgia.
-Forse dovresti, considerando dove andrai a finire se continui a negargli l’accesso al tuo corpo, ma se accettassi non saresti più tu.- dice –Non sarebbe giusto.-
-Guardati intorno, Cas!- sbotta Dean –Questo ti pare giusto?-
-Dean, stai veramente chiedendo consiglio a me? Sul serio?- ribatte, scettico.
-Certo che lo sto facendo.- dice –Lo faccio sempre.-
Castiel abbassa lo sguardo.
-Già…-
Il cacciatore sospira.
-Senti, mi dispiace per come sono diventato o meglio, per come diventerò- cerca il suo sguardo blu e lo trova –Mi sembra tutto così strano. Io non farei mai certe cose…-
-Le persone cambiano.- dice a bassa voce e ha appena il tempo per finire la frase che Dean lo avvolge in un abbraccio rude, veloce, un po’ impacciato. Così Dean.
Castiel si sente mancare l’aria. È tutto troppo forte, la nostalgia, il profumo forte di Dean, le sue braccia forti e piene di cicatrici strette attorno al suo corpo esile e deturpato.
Dean pensa che sta abbracciando qualcosa che non esiste davvero, o per lo meno qualcosa che non fa parte della sua vita. È strano, triste, ma un po’ gli piace.
Scioglie l’abbraccio, però. Si ritrova gli occhi blu di Castiel ad un palmo dal naso e davvero, se non fosse buio probabilmente riuscirebbe a specchiarcisi dentro. Sono immensi e lucidi.
-Non mi trattavi così da…anni.- dice solo l’angelo. Sembra quasi sconvolto, sorpreso.
Così Dean lo abbraccia ancora e poi un’altra volta.
Non è un comportamento molto virile, forse, ma chi se ne importa? L’angelo ha bisogno di aiuto e lui può darglielo. È quello l’importante.
Il giorno seguente vanno ad uccidere il Diavolo.
 
~
 

You're the closest to heaven that I'll ever be
When everything feels like the movies
You bleed just to know you're alive

 
 
L’ultima volta è tutto un po’ diverso, sono successe molte cose nel frattempo. Avvenimenti vari ed eventuali hanno travolto i fratelli Winchester, non lasciandogli un attimo di tregua.
Sam Winchester ha inconsciamente liberato il Diavolo dalla gabbia in cui era stato rinchiuso da Dio, millenni prima e ora Satana si diverte a tormentarlo, ricordandogli che prima o poi dirà ‘sì’, che lo voglia o no.
E inizialmente Sam aveva naturalmente detto no, non avrebbe mai lasciato che Lucifero si prendesse il suo corpo, non l’avrebbe mai fatto.
Ma le circostanza cambiano, le situazioni mutano e Sam, Dean, Bobby e Castiel si sono ritrovati a dover assecondare il volere di Lucifero. Hanno un piano, naturalmente. Sono riusciti ad ottenere tutti gli anelli dei Cavalieri, compreso Morte,  per riaprire la gabbia. E rinchiuderci Lucifero. E Sam.
Il maggiore dei Winchester ringhia rabbiosamente, lanciando l’Impala nera sulla strada deserta della notte.
Non riesce a credere che sta per perdere suo fratello. Non riesce a capacitarsi del fatto di avergli permesso di dire ‘sì’. Va contro i suoi principi, lui tra i due è sempre stato quello che si prendeva cura dell’altro, che a Sam andasse bene o no.
Ma un conto è  proteggere Sam da demoni e mostri vari, un altro è difenderlo dal Diavolo. Praticamente impossibile.
Dean stringe la presa sul volante, fino a farsi sbiancare le nocche e ricaccia indietro le lacrime che sente bruciare negli occhi. Accellera sempre di più, desiderando, ma non trovando il coraggio, di schiantarsi per farla finita una volta per tutte.
Sorride amaramente. Sarebbe bello se fosse così semplice, potrebbe finirla in un attimo, sarebbe quasi indolore. Invece quel figlio di puttana di Michele lo riporterebbe in vita, facendolo soffrire il doppio per avergli dato una speranza e avergliela strappata poco dopo.
-Ciao, Dean.-
Un sussurro al suo fianco e stavolta Dean sbanda davvero, rischiando di andare fuori strada. Che Dio abbia ascoltato il suo desiderio?
Forse non Dio, ma Castiel sì.
Rallenta un po’. Forse è il caso.
-Cristo Cas, mi farai venire un infarto prima o poi.- lo rimprovera.
L’angelo infagottato nel solito trench beige lo fissa dal sedile del passeggero, sporgendosi appena verso di lui.
-Dean, devi stare tranquillo.- mormora.
Castiel è così, riesce a capirlo. Lo percepisce. È sempre stato così, ma Dean pensa che non ci si abituerà mai. È così strano che esista qualcuno capace di leggergli dentro come fa l’angelo. È surreale, ma addirittura piacevole. Se avesse il coraggio di confessarlo a se stesso lo definirebbe quasi confortevole.
-Sono tranquillissimo, non si vede?- sbotta –Mio fratello sta per dare al Diavolo il permesso di prendere il suo corpo e poi li rinchiuderemo insieme in una gabbia per sempre. Non sono mai stato più tranquillo di ora, Cas!-
Ferma l’Impala nel mezzo della strada, senza nemmeno accostare o spegnerla e scende, sbattendo la portiera con rabbia.
Castiel sospira e fa lo stesso, raggiungendolo con poche falcate, nel mezzo della strada. Lo osserva impotente mentre cammina rabbioso avanti e indietro, con le mani nei capelli e il labbro inferiore stretto tra i denti, sul viso un’espressione stravolta.
Castiel vorrebbe fare qualcosa, tranquillizzarlo, farlo stare un po’ meglio. Vorrebbe aiutarlo.
-Sam è forte, ce la farà.- sa che sta mentendo e se fosse per lui non lo farebbe, ma una volta Dean gli ha detto che si può mentire anche a fin di bene e quella gli pare una buona occasione per farlo. Per Dean può farlo.
-Come puoi dirlo quando sai benissimo che non è così? Sam finirà ammazzato e lo perderò di nuovo!- urla il cacciatore, lasciando che un paio di lacrime lo tradiscano brutalmente.
Castiel lo guarda sentendosi male. Vorrebbe tanto poter fare uno dei suoi abracadabra angelici per trasferire almeno parte del dolore di Dean dentro di se, e aiutarlo a guarire da tutto quello o, male che vada, a soffrire con lui. Vorrebbe sfiorargli la fronte con le dita per farlo addormentare e risvegliarlo in un mondo dove tutto è più sereno, Satana non è mai stato liberato, Dean non è un cacciatore e Sam è fuori pericolo.
E magari, lui non è un angelo.
A volte ci ha pensato e non si è sentito in colpa, mai.
-Lo supererà, vedrai.- dice. Si avvicina di qualche passo al ragazzo, il cui sguardo disperato vaga per tutta la zona desolata, senza mai posarsi su di lui –Fidati di me, Dean.-
E per qualche motivo, Dean lo fa.
Si fida delle parole di Castiel, prova davvero a convincersi di quello che sussurra l’angelo, cerca di cancellare dalla propria testa la consapevolezza che Sam non ce la farà mai.
Per qualche motivo, forse per tutto il dolore, la rabbia, la frustrazione, o forse solo perché vuole lasciarsi andare, Dean si ritrova a mormorare parole che non avrebbe mai pensato di dire, forse nemmeno di pensare.
-Non ce la faccio, Cas, non posso.- mormora –Non voglio. Basta…-
Alza finalmente lo sguardo sul suo e Castiel sente qualcosa che si frantuma dentro di lui. Non dentro al corpo di Jimmy, ma proprio dentro di lui, nella sua Grazia. Il dolore di Dean è troppo grande, troppo profondo e l’angelo ci si butta dentro, incurante del pericolo, affogandoci.
Si avvicina ancora di un passo al ragazzo.
-Una volta, una persona triste mi ha detto che agli umani piace questo genere di cose.-
Sussurra e poi si avvicina titubante e allarga le braccia. Dean alza lo sguardo liquido di lacrime e non ce la fa più, è semplicemente troppo.
Castiel lo sta abbracciando goffamente, accostandosi al suo corpo e spingendoselo contro con le braccia che ha avvolto attorno la sua vita.
Non appena l’angelo si stringe contro quel corpo muscoloso capisce per quale motivo gli umani apprezzano tanto quei gesti.
Si sente inspiegabilmente bene tra le braccia di Dean che lo avvolgono a loro volta, con forza, aggrappandosi al suo corpo fragile come fosse la salvezza eterna. Il profumo di Dean gli arriva dritto al cervello, così chiude gli occhi per un attimo, godendo appieno di quel momento di tranquillità mista a dolore.
Ma la cosa preferita dello stringere a se una persona, decide Castiel, è poter percepire il battito del suo cuore contro il proprio.
Tum-tum, tum.
Si sente sciogliere dentro, così stringe le spalle di Dean, ancora più forte, alzandosi un po’ sulle punte. Affonda il viso nell’incavo del suo collo e non viene respinto, anzi Dean soffoca un mezzo singhiozzo e se lo stringe ancora più contro, togliendogli il fiato.
È la sensazione più bella del mondo e insieme, anche la più dolorosa.
Castiel pensa che potrebbe definirla un Paradiso infernale.
-Dean.- mormora contro la maglia del ragazzo, che non risponde, troppo impegnato a non cadere a pezzi.
Nessuno dei due realizza davvero quanto tempo passano tra le braccia dell’altro e a nessuno dei due interessa della desolazione che li circonda, del freddo pungente che arrossa la punta del naso di Dean e si intrufola tra i vestiti di Castiel.
Continuano a stringersi e a sfiorarsi per quello che sembra un tempo infinito, distorto, che li culla e li aiuta a dimenticare tutto quello schifo.
È l’ultima volta che si abbracciano –o meglio, che Castiel abbraccia Dean- prima che tutto vada in malora, prima che Sam si butti nella gabbia con il Diavolo e Dean vada da Lisa.
Non passerà giorno, nella vita all’incirca normale di Dean, dove il ragazzo non penserà all’angelo, a quel vuoto nel petto che gli causa la sua mancanza. Si ritroverà a ripensare a quest’abbraccio, al dolore che li ha uniti, alle perdite che entrambi hanno subito e beh, semplicemente all’affetto che li lega.
-Cas, io…io…-
Io non voglio che Sam si sacrifichi, non voglio che tu torni in Paradiso, non voglio farmi una vita normale. Io voglio te.
-Cosa?- lo incoraggia Castiel –Cosa, Dean?-
-Io…- si scosta appena, rimanendo a pochi centimetri dal volto dell’altro.
La frase non la finisce, le ultime parole che non sa neanche come formulare finiscono disperse nella notte, mentre il cacciatore si sporge appena un poco di più per arrivare a sfiorare le labbra screpolare di Castiel, che ricambia il bacio, all’inizio inconsciamente, poi realizzando quello che sta succedendo. L’uno soffoca i propri respiri sulle labbra dell’altro e dio, Dean ha baciato tante ragazze nella sua vita, ma mai, mai in questo modo. Con questa foga, questo dolore, questa gioia mista a terrore. Nessuna prima di Castiel gli aveva mai dato la sensazione di morire se non avesse continuato a baciarlo e Dean non aveva mai sfiorato nessuno in quel modo. Non baciandolo dolcemente, soffocando gemiti di dolore, stringendolo a se come se fosse la cosa più preziosa del mondo, il suo più grande tesoro.
Le mani di Castiel sfiorano impacciate tutto il corpo del ragazzo, stringendogli le spalle, facendo passare le dita tra i suoi capelli corti, toccandolo fin dove riesce ad arrivare. Si sente mancare il fiato quando le mani di Dean gli sfiorano le guance, per poi essere sostituite dalle sue labbra umide, che gli baciano il mento, la punta del naso, gli occhi chiusi. Dean gli chiede tutto e Castiel gli si offre interamente. È tutto quello che desidera al momento.
L’ultima volta che succede, prima che tutto vada a pezzi, è Castiel che abbraccia Dean, invece del contrario.
L’ultima volta che succede è il Cielo che si offre alla Terra, la fede che si congiunge alla ragione. È Castiel che prova ad aggiustare Dean.
E forse un po’ ci riesce.
 
 
 
 
 
 
 
 
FINE
---
Vi rompo di nuovo solo per poche precisazioni XD la ‘struttura’ di questa storia l’ho, diciamo così, copiata.  Mi spiego, leggendo altre fanfiction (soprattutto straniere) di fandom vari ho notato che spesso si usa il tema “Tre volte in cui…Una volta in cui…” così ho deciso di farlo anche io siccome la trovo un’ideam bellissima <3 spero che non abbia dato fastidio a nessuno D:
La citazione nella prima parte è presa da ‘Extremely Loud and Incredibly Close’ di Jonathan Safran Foer, libro che –lo ammetto- non ho mai letto, ne mai sentito XD qualche tempo fa mi ero imbattuta in questa citazione da qualche parte su internet e l’avevo copiata, sicura che mi sarebbe servita in futuro. Ed infatti u_u
La citazione della seconda parte è di Yellow, dei Coldplay, la quale mi è stata gentilmente suggerita da Aliz, grazie cicci <3 spero ti piaccia l’uso che ne ho fatto XD
La terza citazione è di The scientist, sempre dei Coldplay (sono io o un sacco di loro canzoni sono destielissime?) e l’ultima citazione è di Iris, dei Goo Goo Dolls. AWH.
Come avrete notato, alcuni passaggi della fic sono presi e modificati da alcune puntate u-u I do what I want, inZomma.
Bene, ora che ne dite di lasciarmi una piccola recensione? In regalo per voi ci sono, uhm, tante caramelle e il trench di purgatory!Cas tutto bello lercio, ci state? XDDD occasione imperdibile! Scherzi a parte, (?) grazie a tutti quelli che hanno letto :’) spero di non aver rovinato il fandom con questa mia prima ff X’DD
Bye bye!
S.
  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: feeltheromance